Rapani (FDI – AN) sulla sanità nella Sibaritide

bjkjROSSANO (CS) – Ernesto Rapani, Dirigente nazionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, si è espresso in una nota riguardo la questione sanità nella Sibaritide. Di seguito le sue dichiarazioni.

A proposito di quei balletti indecenti che coinvolgono i reparti dei due nostri ospedali “cittadini”, il “Compagna” ed il “Giannettasio”, vorremmo dire la nostra, ma per gradi. Premesso che ci vorrebbe un antiemetico per riuscire a leggere, qua e la, polemiche, critiche, discussioni che scaturiscono proprio da chi questo balletto l’ha avviato, ci viene subito da pensare ad un antico proverbio: “Abbiamo perso gli occhi e continuiamo a curare ciglia?” A tutti quelli che hanno la memoria corta, per un attimo vorremmo rammentare l’evolversi della sanità in questi ultimi anni grazie ad un mucchio selvaggio bipartisan. Basti pensare che la legge prevede 4 posti letto ogni 100 abitanti mentre quest’area ne conta a malapena meno di uno, lo 0,6 per l’esattezza. Cioè mezzo posto letto ogni 100! A chi ha la memoria corta poniamo domanda, ma anche la risposta: Chi ha soppresso le Asl tramutandole in carrozzoni politicizzati provinciali? Un inciucio raccapricciante di tutti i colori, ma partorito dal centrosinistra governato da Loiero. Chi ha sospeso la realizzazione del centro Dea? L’ex sindaco Filareto. Chi ha sfasciato definitivamente la sanità in quest’area, chiudendo gli ospedali di confine? L’ex presidente della Regione Scopelliti, con l’avallo dei suoi luogotenenti ascaroidi locali. Chi ha iniziato il valzer dei reparti nel 2012 come se fosse una partita a tressette? Il centrodestra locale e regionale a fare da croupier.

La richiesta, rivolta al commissario regionale della sanità Scura e ai Sindaci di Corigliano e Rossano, è quella di unire le forze e fare in modo che l’ospedale dell’area urbana di Corigliano – Rossano possa essere realizzato al più presto, per garantire un efficiente servizio ai cittadini, soprattutto in vista della discussa fusione tra i due comuni. Se, invece, realizzare una struttura unica non sarà possibile, l’auspicio è che si possa almeno realizzare un progetto che renda specializzati i due nosocomi in base al ruolo che dovranno svolgere, allocando i reparti più utili all’uno o all’altro per rendere migliore il servizio sanitario.

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