Nonviolenza tra i banchi di scuola

RENDE (CS) – Cos’è la violenza? Da questa domanda è partito l’incontro che l’associazione Sentiero Nonviolento di Cosenza ha tenuto con una trentina di alunni del liceo scientifico Pitagora di Rende. Una mattina di scuola inconsueta per i rappresentati delle diverse classi che si sono riuniti nell’aula multimediale dell’istituto per confrontarsi su tematiche nuove e poco battute dai testi scolastici convenzionali. Un’occasione di apprendimento che si è trasformata presto in un partecipato dibattito tra i presenti.

I moderatori dell’associazione hanno dato il via offrendo spunti di confronto sugli argomenti cari al loro impegno e alla loro attività. La nonviolenza non può essere un concetto astratto da leggere sui libri o da attribuire ad eroi coraggiosi e forse fuori moda. La nonviolenza è una pratica che si vive e si sperimenta nei gesti e nelle scelte di ogni giorno. Dalle parole di Gandhi “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” arriva la consapevolezza di quanto sia necessario il contributo di ciascuno già a partire dal proprio contesto familiare, relazionale, lavorativo. E quale luogo migliore della scuola per innescare processi costruttivi di educazione e costruzione di coscienze critiche e attive.

La mattinata è trascorsa velocemente toccando numerosi argomenti e innescando interessanti riflessioni. L’art. 11 della Costituzione e il ripudio della guerra, le spese militari sostenute dallo Stato e l’acquisto dei cacciabombardieri F35, gli interessi economici sovranazionali dietro le operazioni belliche nei paesi in via di sviluppo, fino ad arrivare alla ‘ndrangheta e alle sue articolazioni nella vita della nostra terra. Gli interventi si sono accalorati analizzando la situazione della nostra regione e la triste commistione tra mafia, politica ed economia che sta ingabbiando le possibilità di sviluppo dei nostri territori. Altalenanti le posizioni di rassegnazione per una realtà viziata e contaminata e di speranza per una rinascita che parta dal basso. Su tutto è emersa forte la necessità di fare gruppo, di unirsi e restare uniti contro la prevaricazione mafiosa sotto qualsiasi forma essa si presenti.

Protagonisti indiscussi i giovani: le loro voci, i pensieri, le speranze e le preoccupazioni hanno riempito tutto lo spazio a disposizione, dimostrando attenzione verso il proprio contesto di vita e soprattutto voglia di partecipare come soggetti attivi alla possibilità di cambiamento. Molte le domande e gli interrogativi emersi. Apparentemente poche le risposte e le soluzioni trovate di fronte a situazioni che appaiono troppo grandi per singoli individui. Unico faro che si propone come guida del percorso è l’imperativo di liberarsi dalla paura, attraverso tre azioni fondamentali: la capacità di pensare, il coraggio di parlare, l’impegno di usare la penna per comunicare agli altri.

Al suono della campanella viene fissato il prossimo appuntamento. Martedì 20 novembre ragazzi e ragazze incontreranno don Renato Sacco – sacerdote piemontese, membro del Consiglio Nazionale di Pax Christi, tra i promotori della campagna “Banche Armate” – che approfondirà il tema delle spese militari portando la sua testimonianza diretta dai territori di guerra.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

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