Caso Bergamini, siamo finalmente arrivati all’epilogo?

Il 18 Novembre 1989 il 27enne calciatore del Cosenza Denis Bergamini, originario di Argenta (Fe),  veniva trovato morto sulla statale 106 Jonica all’altezza di Roseto Capo Spulico (Cs).

Come raccontato allora dalla presunta unica testimone Isabella Internò, all’ epoca ex fidanzata del calciatore ferrarese, Bergamini si era suicidato gettandosi sotto le ruote di un grosso camion Fiat Iveco, adibito al trasporto di agrumi.

La versione della Internò, confermata anche dal conducente del mezzo, resse per più di vent’anni: così il caso di Denis fu archiviato come suicidio (e il conducente del tir, Raffaele Pisano, fu scagionato dall’ accusa di omicidio colposo). Due anni fa poi la riapertura del caso. Grazie al lavoro dell’avvocato della famiglia Bergamini, Eugenio Gallerani, che presentò alla procura di Castrovillari un fascicolo di circa duecento pagine, sul caso è stata infatti gettata una nuova luce. Il risultato della prima autopsia, che evidenziava come il calciatore fosse già morto al momento dell’impatto, le incongruenze nei racconti dei testimoni, fotografie dell’epoca rimaste ignorate, gli esiti delle perizie dei Ris di Messina sugli oggetti di Bergamini e infine lo studio del cronotachigrafo dell’automezzo, tutti elementi in contrasto con la versione ufficiale dell’epoca, hanno portato la procura di Castrovillari alla riapertura delle indagini per omicidio volontario e alla sua definitiva soluzione. Come annunciato nei giorni scorsi dalla Gazzetta dello Sport , sarebbero stati individuati i nomi dei responsabili, probabilmente in queste ore già interrogati e forse molto presto arrestati.

Si avvicina quindi la verità per uno dei casi di cronaca più controversi della storia italiana recente, verità che il padre e la sorella invocano da più di un ventennio.

Andreina Morrone

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *