Archivi tag: chi troppo chi niente

Equità per il miglioramento di tutto il paese: Emanuele Ferragina presenta la sua proposta

PENTONE (CZ) –  «I soldi ci sono, ma sono male distribuiti», contraddice il ritornello ripetuto come un mantra ai tempi dell’austerity, Emanuele Ferragina. Il giovane catanzarese insegna politiche sociali a Oxford. Nel suo ultimo libro destinato al grande pubblico, Chi troppo chi niente, raccoglie le sue ricerche per dimostrare che conseguire l’uguaglianza – di reddito, opportunità e trattamento – migliorerebbe il nostro paese: un possibile progetto politico da realizzare nel breve termine. Il libro è stato presentato ieri a Pentone, nella serata organizzata dall’amministrazione comunale. L’assessore alla cultura, Francesco Citriniti, ha inquadrato l’iniziativa nelle «serate che mirano a valorizzare la calabresità positiva». Al tavolo anche Pasquale Squillace: per l’iscritto PD è fondamentale «trovare un modo per far sì che questi incontri consentano la creazione di una massa critica». Intervistato dal giornalista Domenico Iozzo, Emanuele Ferragina ha ricostruito gli argomenti della sua tesi. Fondata su «numeri che non si possono discutere».

Cinque campi, un principio – Secondo il ricercatore catanzarese, ridurre le disparità andrebbe a discapito di 4 o 5 milioni di cittadini, ma sarebbe un vantaggio per tutti gli altri. E per lo stesso consenso elettorale dei politici. Ma perché mostrare l’utilità di un principio la cui bontà sembrerebbe evidente? Probabilmente perché si vuole «convincere le menti razionali» con una serie di riforme fattibili: un proclama non basta. Emanuele Ferragina propone di intervenire in cinque campi – ordini professionali, previdenza, lavoro, coesione sociale, federalismo. Ad esempio, sostiene la tassazione di pensioni di anzianità e patrimoni per finanziare il reddito minimo garantito, una misura adottata in tutti i paesi europei ad eccezione di Italia e Grecia. Ma si tratta di interventi a breve termine. Sul lungo periodo si imporrà un ripensamento della crescita – «non abbiamo più bisogno di cose» – e del lavoro (dal lavoro retribuito al lavoro che serve).

«Meridionale d’Albione» – La scrittura del libro comincia in seguito alla telefonata dell’editore. Che contatta Emanuele Ferragina dopo la sua discussione con Susanna Camusso a Servizio Pubblico: l’aveva accusata di essere conservatrice. L’autore definisce Chi troppo chi niente «un libro di buon senso scritto da un meridionale che ha passato del tempo a studiare con metodo anglosassone». Al libro mancano alcuni capitoli, sull’immigrazione, la scuola, l’evasione fiscale: il ricercatore ha voluto concentrarsi solo sugli ambiti di sua competenza. Qualcuno – racconta –  lo ha accusato di dire delle ovvietà. Lui replica: «ma allora perché nessuno le ha messe insieme o nessun politico le ha mai fatte?» .

Politici e tecnici – L’animatore del think tank Fonderia si sofferma anche sul Movimento Cinque Stelle di cui si interessa in quanto sociologo della politica: secondo la sua analisi, i dati interessanti del movimento sono il capitale sociale degli attivisti e il consenso di lavoratori precari e disoccupati. «Le grandi riforme partono da chi ha disagio», spiega proseguendo le riflessioni.

E il rapporto tra tecnici e politici? Secondo Emanuele Ferragina il politico è colui che decide di occuparsi del bene comune e fa delle scelte in base alla consultazione con chi se ne intende di una data materia. D’altra parte – nella sua visione – il tecnico dovrebbe farsi carico di informare l’opinione pubblica.

Rita Paonessa