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Città di Cosenza battuto a Catania

Ekipe Orizzonte Catania – Città di Cosenza 15-10 (6-4, 1-2, 6-1, 2-3)

Ekipe Orizzonte: Palm, Ioannou 3, Casabianca, Bianconi 1, R. Aiello1, Grillo, Santapaola, Marletta 4, Van der Sloot 6, Morvillo, Riccioli, Lombardo, Schillaci. All. Miceli.

Città di Cosenza: Gorlero, Citino 2, Greco, De Mari, S. Motta 4, De Cuia, Kuzina 2, Nicolai, Di Claudio, Presta 1, R. Motta 1, Garritano, Sena. All. Capanna

Arbitri: Cataldi e Piano 

Superiorità numeriche: Orizzonte 6/11 più un rigore. Cosenza 3/12.

Note: Uscita Bianconi per limite falli nel secondo tempo, Di Claudio e Morvillo nel quarto tempo. Espulso l’allenatore Capanna nel quarto tempo. 

La gara

Un Città di Cosenza orgoglioso e combattivo esce battuto dal match contro la Ekipe Orizzonte Catania. Le ragazze di Capanna hanno incassato un 15-10 e una battuta d’arresto che ci può stare in terra di Sicilia, ma si sono battute con la grinta di chi vuole archiviare una prima fase di calendario difficilissima e scrollarsi di dosso lo zero in classifica. Passi in avanti interessanti quindi in una partita che la corazzata guidata dalla Miceli ha dovuto giocare al massimo per avere la meglio di una Cosenza sempre in gara, ma che paga come sempre i momenti di blackout e una fase difensiva che va assolutamente rivista. Per metà della gara, Catania, priva di un Garibotti e Palmieri, ha sudato per scrollarsi di dosso un’avversaria cattiva, determinata e vogliosa di giocarsela alla pari. Poi il crollo nel terzo tempo, l’espulsione a Capanna un po’ esagerata e una sconfitta che ci sta per i valori in campo. Catania è la corazzata da battere, Cosenza una squadra che con solo due innesti ha dimostrato di potersela giocare e di sapere tenere testa per lunghi tratti anche alle più forti. La cronaca. Orizzonte senza Garibotti e Palmieri e Cosenza che ritrova Presta subito in vasca. Silvia Motta, la migliore insieme a Citino per Cosenza, apre le danze prima del rientro di Catania, trascinata da una Van Der Sloot strepitosa. Il primo tempo è scoppiettante e Catania se lo aggiudica per 6-4. Cosenza reagisce e nel secondo, complice l’espulsione definitiva per Bianconi, accorcia fino al 7-6. La gara sembra equilibrata nonostante i pronostici ma le calabresi nel terzo perdono la testa e crollano. Marletta e l’olandese delle etnee schiantano Cosenza che incassa sei reti ed esce dal match. Il quarto tempo è una formalità per le siciliane, mentre Capanna, espulso frettolosamente, fa esordire la giovanissima Sena.

La lucida analisi di Capanna

Termina con i tre punti per Catania e un Capanna che prende il lato buono ma non fa sconti. «È un peccato – esordisce il trainer ligure – perché per metà gara abbiamo fatto ottime cose. Abbiamo gestito bene la fase offensiva e l’uomo in più, giocando con equilibrio e grinta. Le mie erano in partita e hanno messo in vasca quello che avevamo preparato. Poi siamo crollate e abbiamo fatto orrori in difesa perché qualcosa manca. Abbiamo affrontato la corazzata costruita per vincere il campionato alla pari per lunghi tratti ma bisogna tenere presente che siamo una squadra giovane, che ha trovato solo due innesti sul mercato e che sul piano fisico e qualitativo poi non tiene quattro tempi contro alcune avversarie. Ciò nonostante ho visto un buon atteggiamento, che però deve diventare la base. Da questo momento in poi giocherà solo chi dimostra di avere la grinta e la capacità di affrontare questi match, perché oggi abbiamo capito che se sei al massimo puoi battere chiunque. È quello che vogliamo fare, nonostante un calendario incredibile che ci ha riservato le top all’inizio. Ora però si punta con forza ai play off e a vincere tutte le gare, perché sono convinto che si può fare. Mi dispiace anche per l’espulsione, incassata sul 15-8 mentre facevo notare alla mia panchina un errore in maniera vigorosa. Ho chiamato time out andando a metà campo ed ho preso un rosso  perché il mio atteggiamento è sembrato una mancanza di rispetto. Capisco anche gli arbitri e rispetto il loro ruolo, ma servirebbe più controllo e maggiore elasticità in alcuni casi».