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Arrestato corriere della droga e sequestrati oltre 150 chilogrammi di stupefacenti

ROSETO CAPO SPULICO (CS) – Gli uomini della Guardia di Finanza di Montegiordano, nel corso di una serie di controlli su strada, hanno arrestato una persona per il reato di traffico di sostanze stupefacenti, e sequestrato oltre 154 chilogrammi di marjiuana e 350 grammi di hashish. In particolare, i finanzieri, impegnati sulla statale 106, hanno fermato un autocarro telonato, guidato da un uomo di nazionalità albanese. Grazie all’utilizzo delle unità cinofile e visto il nervosismo del conducente, dopo un accurata perquisizione il cane antidroga “c-quanto”, ha permesso di scoprirequindici involucri di varie dimensioni contenenti oltre 150 chilogrammi di sostanza stupefacente, accuratamente sigillati con cellophane, oltre a tre panetti di hashish del peso complessivo di 350 grammi circa.

La droga, era stata occultata dallo spacciatore nel cassone dell’autocarro, in un doppiofondo congegnato appositamente per trasportare lo stupefacente, coperto con liste di legno e chiuso in sacchetti di cellophane, per cercare di eludere i controlli tramite cani antidroga. Il soggetto, G.M. di anni 32, di nazionalità albanese, arrestato in flagranza di reato, è stato portato nel carcere di Castrovillari e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria della Procura della Repubblica di Castrovillari. Oltre alla sostanza stupefacente, che ha un valore commerciale stimato in un milione di euro circa, sono stati sequestrati tre telefoni cellulari con rispettive sim (probabilmente utilizzati per contattare gli acquirenti), dieci banconote da cinquanta euro e l’autocarro utilizzato dal trafficante per il trasporto dello stupefacente.

Maxi sequestro di cocaina nel porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) – Un carico di 115,61 chili di cocaina pura è stato intercettato dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e da personale dell’Agenzia delle dogane, nel porto di Gioia Tauro. La sostanza, divisa in 100 panetti, era in tre borsoni all’interno di un container che trasportava bobine di carta proveniente da San Antonio (Cile) e che, dopo aver effettuato uno scalo a Rodman (Panama), era diretto a Livorno.

La droga, una volta giunta a destinazione, e tagliata anche fino a 4 volte prima di essere immessa sul mercato ad un prezzo che oscilla dai 50 ai 100 euro al grammo, secondo la Guardia di finanza avrebbero fruttato 23 milioni di euro alle organizzazioni criminali di stampo ‘ndranghetistico che operano nel settore.
L’operazione è stata condotta sotto il coordinamento della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

Fonte e foto Ansa

Emettevano fatture per operazioni inesistenti, sequestrati beni a due imprenditori cosentini

PAOLA (CS) – I Finanzieri della Compagnia di Paola hanno eseguito un Decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente di beni per un valore pari ad euro 226.522,40, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Paola – dott.ssa Rosamaria Mesiti, su richiesta del Procuratore dott. Pierpaolo Bruni e del Sostituto dott. Maurizio De Franchis, nei confronti di 2 imprenditori residenti nella Provincia di Cosenza, per evasione di imposte sui redditi.

Il sequestro, eseguito nei giorni scorsi, ha ad oggetto i saldi attivi di n. 3 conti correnti, fino a
concorrenza dell’importo sequestrato. Le Fiamme Gialle paolane hanno scoperto un sofisticato meccanismo di c.d. sovrafatturazioni, pari a oltre 800 mila euro, attuato da due imprenditori appartenenti allo stesso nucleo familiare e titolari di tre società operanti nel settore della “Fabbricazione e
commercializzazione di prodotti medicali”: due di diritto Italiano e una di diritto Albanese,
con sede a Tirana. Nel dettaglio, quest’ultima società acquistava beni da fornitori Cinesi e Pakistani, i quali spedivano la merce in Italia, con scalo al porto di Gioia Tauro (RC) e destinazione le sedi delle
società Italiane, che a loro volta la ricevevano in virtù delle fatture di vendita (gonfiate) emesse
nei loro confronti dalla stessa società Albanese. In sintesi la società Albanese (riconducibile ad uno degli indagati) acquistava dagli stessi fornitori extracomunitari la merce ad un determinato prezzo, che poi provvedeva a rivendere alle due società Italiane (riconducibili ad entrambi gli indagati), ma ad un prezzo pressoché raddoppiato e senza che la merce subisse processi di lavorazione. Con tali stratagemmi gli indagati traevano un indebito ed illecito vantaggio fiscale, rappresentato dal fatto che annotavano nelle contabilità delle società Italiane e indicavano nelle dichiarazioni presentate ai fini delle imposte sui redditi, l’intero importo delle fatture emesse dalla società Albanese, superiore a quello effettivo e reale, così aumentando i costi e diminuendo la base imponibile da sottoporre a tassazione. Il complicato meccanismo fraudolento triangolare è stato accertato dai Finanzieri all’esito di un laborioso esame della contabilità delle imprese e delle copie dei supporti informatici acquisiti nel corso delle attività investigative. Al temine delle indagini sono state denunciate 2 persone per i reati di “Emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti”, le quali con il sequestro disposto dal Tribunale di Paola vengono private di denaro per 226 mila euro. Prosegue l’attività da parte della Procura della Repubblica di Paola e della Guardia di Finanza calabrese a tutela dei cittadini e degli imprenditori onesti.

Maxi sequestro di giochi e addobbi natalizi nel cosentino

COSENZA – Oltre un milione di articoli, tra addobbi e giocattoli natalizi, privi dei contenuti informativi minimi sono stati sequestrati nell’ambito di una serie di controlli dalla Guardia di finanza di Cosenza che ha denunciato quattro persone, titolari di altrettanti esercizi di rivendita.

Le attività sottoposte a controllo, ubicate tra Cosenza città e la periferia, si erano rifornite di ingenti quantitativi di articoli a tema non conformi alle disposizioni normative vigenti e che avrebbero esposto i clienti a notevoli rischi. In particolare gli articoli tra decorazioni, addobbi, giocattoli, stickers, già posizionati sugli scaffali per la vendita, sono risultati privi di indicazioni relative alla provenienza, alle modalità di utilizzo, alle indicazioni merceologiche e all’eventuale presenza di materiali o sostanze pericolose. Altri ingenti quantitativi di articoli dello stesso tipo sono stati trovati all’interno di scatoloni sigillati e nascosti nei magazzini attigui agli esercizi controllati.

Fonte Ansa

“Lande Desolate”, indagato anche Oliverio. Per lui obbligo di dimora (TUTTI I NOMI)

COSENZA – Tra le persone raggiunte dal provvedimento cautelare emesso dal Gip di Catanzaro, con l’accusa di abuso d’ufficio aggravato dal metodo mafioso, c’è anche il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, al quale sarebbe stato notificato anche l’obbligo di dimora nel comune di San Giovanni in Fiore. L’operazione, scattata all’alba di stamane e condotta dalla Guardia di Finanza di Cosenza, vedrebbe coinvolto anche l’ex sindaco di Pedace Marco Oliverio.

L’inchiesta sugli appalti pubblici coordinata dalla Dda di Catanzaro riguarda, secondo quanto si è appreso, due appalti, uno sul Tirreno Cosentino, ed uno riguardante un impianto sciistico in Sila. Nei confronti di alcuni indagati viene ipotizzata anche l’aggravante dell’articolo 7 per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta Muto di Cetraro. Complessivamente le misure emesse dal gip distrettuale su richiesta della Procura distrettuale antimafia catanzarese al termine delle indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria diretto dal colonnello Michele Merulli, sono 16, due delle quali riguardano l’ex sindaco di Pedace Marco Oliverio (obbligo di dimora) e l’imprenditore Giorgio Barbieri, già arrestato nel febbraio dello scorso anno nell’ambito di un’altra inchiesta perché accusato di essere intraneo alla cosca Muto.

Le attività investigative (nell’ambito della operazione convenzionalmente denominata “lande desolate”) condotte con l’ausilio di articolate indagini tecniche e rilevamenti aerofotografici, hanno consentito di ricostruire e riscontrare documentalmente plurime violazioni e irregolarita’ nella gestione e conduzione degli appalti per l’ammodernamento dell’aviosuperficie di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica, nonchè nella successiva fase di erogazione di finanziamenti pubblici.
In particolare, le investigazioni, basate su una copiosa attivita’ di riscontro documentale e sui luoghi di cantiere, hanno fatto emergere il completo asservimento di pubblici ufficiali, anche titolari di importanti e strategici uffici presso la regione calabria, alle esigenze del privato imprenditore attraverso una consapevole e reiterata falsificazione dei vari stati di avanzamento lavori ovvero l’attestazione nei documenti ufficiali di lavori non eseguiti al fine di far ottenere all’imprenditore l’erogazione di ulteriori finanziamenti comunitari altrimenti non spettanti. Emblematica la spregiudicatezza che caratterizzava l’agire dell’imprenditore romano spinta al punto di porre in essere condotte corruttive nei confronti di pubblici funzionari, finalizzate al compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio consistenti in una compiacente attivita’ di controllo sui lavori in corso, nell’agevolare il pagamento di somme non spettanti ovvero nel riconoscimento di opere complementari prive dei requisti previsti dal codice degli appalti oltre al mancato utilizzo di capitali propri dell’impresa appaltatrice in totale spregio degli obblighi previsti dai bandi di gara.
Complessivamente, le attivita’ hanno evidenziato come l’imprenditore romano, nei confronti del quale è stata, altresì, addebitata l’aggravante dell’ “agevolazione mafiosa” di cui all’art. 7 della legge n. 203/1991, abbia impegnato poche decine di migliaia di euro a fronte di diversi milioni di euro previsti dai bandi di gara, circostanza ampiamente conosciuta ed avallata dai soggetti preposti al controllo

Le indagini hanno fatto luce su un diffuso sistema illecito che, attraverso la reiterata commissione di falsi, abusi e atti corruttivi, ha compromesso il corretto impiego delle risorse pubbliche non consentendo lo sviluppo e la crescita del territorio, l’elevazione del livello dei servizi resi al cittadino e costituendo, di fatto, un ostacolo alla realizzazione del potenziale di crescita che il
territorio e’ in grado di esprimere.

I NOMI:

MISURA CAUTELARE IN CARCERE:
1) BARBIERI Giorgio Ottavio, 42 anni – residente a Roma;

MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI:
2) DE CARO Vincenzo, 66 anni – residente a Cosenza;
3) GUARNACCIA Gianluca, 43 anni – residente a Montalto Uffugo (CS);
4) GUIDO Carmine, 58 anni – residente a Rende (CS);
5) TROZZO Marco, 46 anni – residente in Cosenza Contrada Tenimento;
6) TUCCI Francesco, 63 anni – domiciliato in Castrolibero (CS);
7) ZINNO Luigi Giuseppe, 64 anni – residente in Cosenza;
MISURA CAUTELARE DELL’OBBLIGO DI DIMORA NEL COMUNE DI RESIDENZA:
8) OLIVERIO Gerardo Mario, 65 anni – residente a San Giovanni in Fiore (CS);
9) OLIVERIO Marco, 44 anni – residente in Casali del Manco (CS).

MISURA CAUTELARE DEL DIVIETO TEMPORANEO DI ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ
PROFESSIONALE:
10) CITTADINI Carlo, 43 anni- residente a Roma;
11) DELLA FAZIA Ettore, 58 anni – residente a Roma;
12) FALVO Gianbattista, 62 anni – residente in Mendicino (CS);

MISURA CAUTELARE DELLA SOSPENSIONE DALL’ESERCIZIO DI UN PUBBLICO
UFFICIO:

13) GUZZO Rosaria, 63 anni – residente a Castrolibero (CS);
14) LATELLA Pasquale, 54 anni – residente in Scalea (CS);
15) MELE Damiano Francesco, 52 anni – residente a Celico (CS);
16) RIZZO Paola, 49 anni – residente in Rende (CS);

 

 

 

 

Appalti pubblici, falso e corruzione. In corso operazione della Guardia di Finanza

COSENZA – E’ in corso dalle prime luci dell’alba un’operazione della Guardia di Finanza in materia di appalti pubblici, reati di falso, corruzione e frode in pubbliche forniture. Gli uomini delle fiamme gialle sono impegnati in diversi centri per l’acquisizione di materiale e contestualmente la notifica dei provvedimenti emessi a carico di vari soggetti. 

Alle 11 nella sede del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro si svolgerà una conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, presenti anche il comandante Regionale Calabria e il comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, per illustrare i dettagli dell’operazione.

Operazione “Quinta Bolgia”, tra i 24 arrestati in manette anche Pino Galati VIDEO

CATANZARO – E’ stata denominata operazione “Quinta Bolgia” quella che stamane ha portato all’arresto di 24 persone, dodici delle quali in carcere e dodici agli arresti domiciliari. Tra le persone coinvolte anche un ex parlamentare, si tratta di Giuseppe Galati. Il blitz ha portato anche al sequestro di beni per un valore di oltre 10 milioni di euro.

L’operazione “Quinta Bolgia” sta interessando in queste ore Catanzaro e Lamezia Terme ed è condotta dal nucleo di polizia economico – finanziaria della Guardia di Finanza del capoluogo, con il coordinamento della DDA. Tra i destinatari del provvedimento vi sono sia presunti affiliati di una locale cosca di ‘ndrangheta ma anche amministratori pubblici.

L’ex deputato Giuseppe Galati, del centrodestra, è stato arrestato e posto ai domiciliari nell’ambito di un’operazione contro la ‘ndrangheta condotta dalla Guardia di finanza. Insieme a Galati, nell’operazione denominata “Quinta bolgia”, sono state arrestate altre 23 persone. Dodici sono state condotte in carcere, mentre per le altre 12, tra cui Galati, sono stati disposti i domiciliari. E’ stato eseguito anche un sequestro di beni per dieci milioni di euro.

L’ex parlamentare Giuseppe (detto “Pino”) Galati era stato eletto prima con l’Udc e poi passato con Forza Italia e, successivamente, con Ala. Alle ultime elezioni politiche del marzo scorso Galati si era candidato al Senato con la lista “Noi con l’Italia”, ma non era stato eletto. Nei confronti delle 24 persone coinvolte nell’operazione la Guardia di finanza ha eseguito ordinanze di custodia cautelare emesse da Gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda del capoluogo calabrese, diretta da Nicola Gratteri. 

Giuseppe Galati nel 2016 era rimasto coinvolto in un’altra inchiesta sulla ‘ndrangheta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. In quel caso la Procura distrettuale aveva chiesto l’arresto di Galati, all’epoca in carica, per corruzione aggravata dalle modalità mafiose, ma il gip non l’accolse perché non ritenne sussistesse un quadro indiziario grave. La posizione di Galati, a conclusione dell’inchiesta, denominata Alchemia, fu poi archiviata dal gup di Reggio Calabria su richiesta della stessa Procura.

L’ex parlamentare, in qualità di presidente della fondazione Calabresi nel mondo, ente in house della regione Calabria sottoposto a procedura di liquidazione, è attualmente indagato in un procedimento avviato dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Secondo l’accusa Galati avrebbe assunto un considerevole numero di collaboratori a soli “fini clientelari” come ha scritto il gip in un provvedimento di sequestro di beni per un valore di oltre 140 mila euro, “per mantenere ed incrementare il proprio bacino elettorale” simulando il loro impiego nella struttura operativa interna, la cui nomina era affidata alla scelta fiduciaria del presidente, ma impiegandoli in realtà in progetti finanziati con fondi comunitari.

Confiscati beni per 22 milioni a quattro soggetti fiscalmente pericolosi del cosentino

COSENZA – La Guardia di Finanza di Cosenza ha eseguito la confisca, su disposizione del tribunale di Cosenza, di beni immobili per un valore di oltre 22 milioni di euro nei confronti di quattro soggetti fiscalmente pericolosi in quanto ritenuti responsabili di plurimi reati fiscali e fallimentari commessi con società operanti nel settore della compravendita immobiliare e di autoveicoli.

Nello specifico, il dominus del sodalizio criminoso si è reso responsabile dei reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e bancarotta fraudolenta, avendo sottratto illecitamente al fisco i proventi destinati alla tassazione, reimpiegandoli nella realizzazione di altre attività commerciali riconducibili ai sodali ovvero investendoli nell’acquisto di beni immobiliari costituenti il cospicuo patrimonio del medesimo.

Dopo aver eseguito lo scorso anno il sequestro di tali beni, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza hanno dato esecuzione al provvedimento di confisca, emesso dal tribunale di Cosenza – Sezione Misure di Prevenzione, applicando anche nei confronti di soggetti ritenuti fiscalmente pericolosi, in quanto dediti, nel tempo, alla commissione di una pluralità di reati fiscali, societari e fallimentari, la normativa del Codice Antimafia, solitamente prevista per il contrasto ai reati di criminalità organizzata.

I beni oggetto della confisca

La misura ablatoria ha consentito di sottrarre ai soggetti, per poi farli confluire nel patrimonio dello Stato, beni per un valore complessivo di oltre 22 milioni di euro, ritenuti sproporzionati rispetto ai redditi, dichiarati ai fini delle imposte sul reddito, o all’attività economica svolta.

  •   3 complessi aziendali
  • 19 fabbricati
  • una villa di prestigio
  • 2 capannoni industriali di rilevanti dimensioni
  • 3 appezzamenti di terreno

Con tale provvedimento vengono colpite le risorse economiche provento di reiterati illeciti e si rende economicamente inefficace lo svolgimento dell’attività criminosa anche grazie all’applicazione degli strumenti contenuti nel Codice Antimafia nei confronti di soggetti fiscalmente pericolosi e autori di plurimi reati fiscali, societari e fallimentari.

‘Ndrangheta, maxi sequestro di beni per oltre 212 milioni di euro (NOMI)

REGGIO CALABRIA – Militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria e dello Scico, con il coordinamento della Dda reggina, stanno eseguendo due provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale, con cui è stato disposto il sequestro di beni per un valore di oltre 212 milioni di euro riconducibili a due imprenditori del settore della fabbricazione e distribuzione di conglomerati bituminosi e del calcestruzzo.

Secondo quanto è  emerso dalle indagini, il patrimonio sequestrato, costituito da imprese commerciali, beni mobili e immobili e disponibilità finanziarie, “sarebbe stato accumulato nel tempo – riferisce in una nota stampa la Guardia di finanza – anche grazie all’abbraccio affaristico/criminale con le cosche reggine”.

I NOMI

I due imprenditori destinatari del provvedimento di sequestro, la cui attività riguarda il settore della fabbricazione e della distribuzione di conglomerati bituminosi e del calcestruzzo, sono Domenico Gallo, di 62 anni, di Bovalino, e Gianluca Scali, di 46 anni, di Roccella Jonica.

Scoperta e sequestrata carrozzeria abusiva, una denuncia

SPILINGA (VIBO VALENTIA ) – I Finanzieri della Tenenza di Tropea hanno scoperto, a Spilinga (VV), una carrozzeria operante senza alcuna autorizzazione amministrativa.
Per tali aspetti, le fiamme Gialle tropeane hanno provveduto al sequestro amministrativo di tutte le attrezzature presenti nella carrozzeria abusiva costituite da un ponte sollevatore, compressori, attrezzi meccanici vari e materiale per la verniciatura degli automezzi.

Il titolare dell’attività è stato, inoltre, denunciato alla competente Procura della Repubblica in quanto responsabile di gravi violazioni alle normative poste a tutela dell’ambiente. Nell’area antistante l’attività, infatti, in piena zona abitata, sono stati rinvenuti innumerevoli scarti di lavorazione di autocarrozzeria, autoveicoli fuori uso e materiale ferroso di vario genere, per un totale complessivo di circa 5 tonnellate, il tutto ammassato in un’area di appena 200 mq.

Il soggetto controllato, per di più, per l’attività esercitata, è risultato inadempiente agli obblighi di presentazione della dichiarazione dei redditi, qualificandosi come un “evasore totale” e, pertanto, sottoposto ad attività ispettiva.

L’azione di servizio conferma, ancora una volta, il costante presidio e controllo economico attutato sul territorio dalla Guardia di Finanza a difesa della legalità, a beneficio dei commercianti che operano nel rispetto delle regole fiscali, della
concorrenza e del mercato.