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Intercettato veliero nelle acque reggine, arrestati due scafisti

BOVA MARINA (RC) – Un veliero dal quale stavano sbarcando alcuni migranti è stato intercettato e fermato a circa 5 miglia a sud di Capo Spartivento, nel reggino, dagli uomini del Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Vibo Valentia che hanno arrestato due cittadini di nazionalità greca con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
L’imbarcazione che stava completando le operazioni di trasbordo dei migranti verso terra è stata individuata dai mezzi aerei e raggiunta da due motovedette della Guardia costiera. A bordo, oltre ai due arrestati, c’erano due cittadini pachistani.
Altri cinque migranti pachistani sono stati bloccati a terra dove erano giunti a bordo di un gommone. Il veliero di circa 15 metri, denominato “Billy One”, battente bandiera greca, è stato sequestrato. I sette migranti pachistani hanno raccontato di essere partiti cinque giorni prima dalla Grecia su piccoli natanti prima di essere imbarcati sul veliero che era posizionato in mare aperto.

Foto di repertorio

Intercettato veliero con 31 migranti. A bordo anche donne e minori

CROTONE – Un veliero con a bordo 31 migranti è stato intercettato e bloccato dai finanzieri di un guardacoste della Sezione operativa navale di Crotone che hanno anche sottoposto a fermo i due presunti scafisti, un ucraino ed un azero. L’imbarcazione, proveniente dalla Turchia, battente bandiera tedesca e denominata “Svea”, era difficilmente sospettabile perché mimetizzata tra il comune traffico da diporto ed è stata intercettata dai sistemi di scoperta del mezzo navale del Corpo quando si trovava al largo della costa crotonese. Tra i migranti c’erano cinque donne e cinque minori, tutti stipati sottocoperta in condizioni disumane. Il veliero è stato condotto nel porto di Crotone dove è stato allestito il dispositivo per le procedure di accoglienza coordinato dalla Prefettura. I due fermati, di 21 e 38 anni, sono accusati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

A Vibo protesta di migranti minori non accompagnati

VIBO VALENTIA – Stamane una trentina di migranti minorenni non accompagnati e richiedenti asilo, ospitati in un centro di accoglienza a Bivona, frazione di Vibo Valentia, ha dato vita a una protesta, attuando un blocco stradale, contro i ritardi nel pagamento del pocket money.

Migranti ricevuti in Prefettura

I carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia e della Stazione di Vibo Marina sono intervenuti, sedando la protesta e consentendo la rimozione del blocco. Una delegazione dei minori, con l’assistenza di un mediatore culturale, é stata poi ricevuta nella Prefettura di Vibo Valentia.

49 migranti soccorsi a Roccella

ROCCELLA JONICA (RC) – La Capitaneria di porto di Roccella Jonica hanno soccorso quarantanove migranti sbarcati, la scorsa notte, a bordo di un’imbarcazione di legno. 

Le operazioni di accoglienza sono state coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria con l’ausilio della Polizia di Stato, dei carabinieri, della Guardia di finanza, della Protezione civile del Comune, della Capitaneria di porto, del 118, della Croce rossa italiana, dell’Usmaf e delle associazioni di volontariato. I migranti sono stati sottoposti ai primi controlli sanitari da parte del personale medico presente sul posto, con l’assistenza delle organizzazioni di volontariato.

Completate le operazioni di fotosegnalamento, a cura della Polizia di Stato, tutti i migranti saranno collocati in Calabria secondo il Piano di riparto predisposto dal Ministero dell’Interno. I migranti di nazionalità pachistana, bengalese, libica e indiana.

Riace, Oliverio con il sindaco Lucano in un’assemblea pubblica sul tema dei migranti

RIACE (RC) – Il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, parteciperà sabato il 7 aprile, alle 16, a Riace ad un’assemblea pubblica sul tema dei migranti.

L’assemblea è stata convocata dal sindaco di Riace Mimmo Lucano sulle emergenze che sta vivendo in questa fase la cittadina della locride, dove da anni è in atto una straordinaria esperienza di accoglienza dei migranti che ha portato questo piccolo centro all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale.

Su Riace e sui problemi legati al mantenimento e al rafforzamento del cosiddetto “modello Riace” il Presidente Oliverio è da tempo in stretto contatto col Sindaco Lucano e la sua partecipazione all’assemblea di sabato è il segno tangibile di un impegno concreto al suo fianco.

L’assemblea pubblica si svolgerà nel cuore del borgo storico di Riace, proprio nei luoghi dove si è concretizzata l’esperienza di accoglienza dei migranti, con la nascita di botteghe artigiane gestite dagli stessi migranti.

Questa realtà sarà al centro di una visita guidata. È prevista anche una conferenza stampa.

Decine e decine sono inoltre le adesioni che sono già pervenute in questi giorni al sindaco Lucano da parte di organizzazioni, associazioni, intellettuali, cittadini da ogni parte della Calabria.

Violenta rissa al centro di accoglienza migranti “Stella del Sud”

BROGNATURO (VV) – Al culmine di una lite avrebbe colpito un connazionale dapprima con delle forbici e poi con una stecca da biliardo provocandogli una serie di lesioni sul capo e sul corpo. Un cittadino del Gambia, F.Y, di 25 anni, ospite del Centro di accoglienza “Stella del Sud” è stato denunciato dai carabinieri a Brognaturo.I carabinieri, giunti nel centro di accoglienza a seguito della segnalazione di una rissa, hanno trovato un ospite della struttura, anche lui gambiano, di 22 anni, sanguinante che è stato soccorso e portato in ospedale. Sentiti alcuni testimoni e visionate le immagini delle telecamere di videosorveglianza i carabinieri hanno ricostruito la dinamica della lite tra i due giovani.La struttura non è nuova episodi analoghi avvenuti in passato. In una circostanza si verificò anche un omicidio preterintenzionale.

 Miriam Caruso

Nasce a Cosenza il Centro Polifunzionale Migranti

COSENZA – Migranti, la sfida dell’incontro. È il titolo della mostra realizzata per la 37esima edizione del Meeting dell’amicizia tra i popoli che arriverà a Cosenza in occasione dell’inaugurazione del Centro polifunzionale per l’integrazione e l’inclusione sociale degli immigrati extracomunitari regolari  a Palazzo Gervasi, in pieno centro storico.

Il centro sarà gestito dalla cooperativa sociale La Terra

Il centro polifunzionale. Il centro polifunzionale sarà gestito dalla cooperativa sociale La Terra che si è aggiudicata un bando del Comune. La stessa cooperativa, che opera a Cosenza dal 1979, in convenzione con la Prefettura di Cosenza, gestisce il centro di accoglienza San Martino, sempre nella città vecchia, che dal 2013 al 2016 ha accolto centinaia di persone immigrate richiedenti asilo. Negli spazi del centro saranno allestiti un internet social point, uno spazio di socializzazione e ristoro per le donne, una sala multi culto, uno sportello di orientamento e una mediateca culturale. Inoltre saranno organizzati laboratori di formazione linguistica e manifestazioni ricreative e culturali. Palazzo Gervasi sarà, anche centro di accoglienza diurna per i figli degli immigrati. L’inaugurazione è prevista venerdì 6 aprile, alle 11 e vedrà la partecipazione di Gianni Romeo, presidente della cooperativa sociale La Terra, Alessandra Convertini, curatrice della mostra, Gianfranco Tomao, prefetto di Cosenza, Giancarlo Conticchio, questore, Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, Franco Iacucci, presidente della Provincia e Francesco Nolè, arcivescovo della Diocesi Cosenza – Bisignano.

Anche una mostra, film e una tavola rotonda

La mostra. Contemporaneamente sarà inaugurata anche la mostra, organizzata dalla cooperativa sociale La Terra in collaborazione con il CSV di Cosenza, che propone al visitatore, sfatando i tanti luoghi comuni e gli stereotipi legati alla problematica, di seguire i percorsi intrapresi dai migranti, immedesimandosi nella loro condizione umana. La mostra, ad ingresso libero, che si potrà visitare dal 6 al 15 aprile, a Palazzo Gervasi, è patrocinata dalla Fondazione Migrantes. Film e tavola rotonda. Martedì 10 aprile, alle 20, al cinema San Nicola di Cosenza, sarà proiettato il film “My name is Adil” alla presenza del regista Andrea Pellizzer. Il film racconta la vera storia di Adil, un bambino marocchino. A dialogare con il regista sarà il docente Leonardo Spataro. Infine sabato 14 aprile, alle 10.30, alla Cittadella del Volontariato di via degli Stadi, si svolgerà la tavola rotonda a cura del CSV sul tema “Immigrati: le testimonianze del volontariato”. Parteciperanno Gianni Romeo, presidente Volontà Solidale – CSV Cosenza, Eufemia Tarsia, vice prefetto di Cosenza, Gianfranco Sangermano, coordinatore MOCI, Marco Soliberto, presidente Stella Cometa, Pino Fabiano, direttore regionale Ufficio Migrantes, Anna Marsico, direttore Casa San Martino e Pasqualino Perri, direttore Fondazione Casa San Francesco. A moderare i lavori sarà il giornalista Attilio Sabato. Per contattare il presidente della cooperativa sociale La Terra, Gianni Romeo si può chiamare il numero 346.8895041.

Volontari in Fiera, la colazione arriva sui carrelli della spesa

COSENZA – È l’evento più atteso a Cosenza. Una tradizione che va avanti da 700 anni. La Fiera di San Giuseppe anche quest’anno ha animato, per cinque giorni, la città bruzia. Un tempo la fiera ospitava, nel centro storico, i mercanti che arrivavano da lontano. Oggi, pur essendo allocata nella parte nuova della città, non ha perso la sua dimensione internazionale, dando ospitalità ad espositori e venditori ambulanti provenienti da tutto il mondo.

«Cosenza è la città più accogliente in assoluto» – sussurra un migrante ambulante mentre accetta un bicchiere di latte offerto dai volontari. E di posti, i migranti, ne girano tanti. Dormendo per strada, nei loro sacchi a pelo e percorrendo chilometri per guadagnare qualche euro. La fiera a Cosenza è soprattutto questo. Accoglienza. I cosentini si mobilitano in massa per offrire servizi e sostegno ai migranti che raggiungono la città per vendere la loro mercanzia.

Tra questi ci sono i 50 volontari delle associazioni  Operai della Divina MisericordiaFranco Loise che ogni mattina, dal 16 al 19 marzo, dalle 7 alle 8.30, hanno offerto la colazione agli ambulanti.  Suddivisi in sette gruppi e con l’aiuto di carrelli, i volontari hanno percorso a piedi la fiera e donato una brioche, un caffè, un bicchiere di latte, ma anche stretto mani e regalato sorrisi. Incontri speciali che hanno gratificato i volontari più anziani ed entusiasmato i giovani che, per la prima volta, tra il freddo e la pioggia, hanno vissuto questa straordinaria esperienza di solidarietà. 200 i litri di latte consumati al giorno e poi cornetti, biscotti, dolciumi vari, ma anche uova per venire incontro alle esigenze di chi è abituato ad una colazione diversa da quella italiana. Carrelli pieni che ogni mattina, puntualmente, venivano  svuotati tra una bancarella e l’altra di viale Parco. “La cosa che ci ha colpito di più –  raccontano i volontari – è stata la risposta dei venditori ambulanti italiani che, qualche anno fa, facevano colazione al bar e che, invece, oggi, hanno accettato di buon grado caffè e cornetti, segno che la crisi è ancora forte e colpisce, purtroppo, in Italia, sempre più persone”.

Le mani delle cosche nella gestione del centro migranti, 108 rinviati a giudizio

CATANZARO – La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati nella maxi inchiesta “Jonny” che svelò le infiltrazioni dei clan crotonesi della ‘ndrangheta nella gestione del centro d’accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola Capo Rizzuto (Crotone). Sono 108 le persone che finiranno davanti al gup distrettuale di Catanzaro. Tra loro anche l’ex governatore della Misericordia di Isola e della Confraternita Interregionale della Calabria e Basilicata Leonardo Sacco ed il parroco del paese del crotonese don Edoardo Scordio. Durante l’udienza preliminare gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. Secondo l’accusa, il Cara di Isola era diventato il “bancomat” della cosca Arena. (foto Ansa)

Modello Riace, le ultime relazioni ispettive elogiano il lavoro di Mimmo Lucano

Riceviamo e pubblichiamo un lungo articolo di Emilio Sirianni, presidente della sezione lavoro della Corte di Appello di Catanzaro, il quale interviene sulle vicende amministrative e giudiziarie del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, relative alle attività promosse nel piccolo borgo reggino per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Si tratta della versione integrale del pezzo apparso nell’edizione odierna del quotidiano “Il Manifesto”.

«Riace è così: si vede e non si vede. Conficcata su una collina della fascia ionica reggina, segue alcuni paradigmi delle realtà locali vicine, con tutti i loro difetti (e i loro pregi): la chiusura, la diffidenza, la larvata impudicizia del bene comune, il senso di abbandono, la povertà. E l’accoglienza». E’ così è arrivata l’ultima, lungamente celata, relazione ispettiva della Prefettura di Reggio Calabria sul sistema di accoglienza migranti di Riace ed è un’altra sorprendente perla, nella collana di miracoli che questo piccolo paesino di Calabria continua a regalare ad un paese immiserito ed incattivito.

I verbalizzanti dichiarano, in incipit, di voler abbandonare «formule di stretto criterio burocratico amministrativo», al fine di «spiegare non solo quello che viene fatto (o non fatto) a Riace, ma soprattutto come viene fatto direttamente dalle persone (di ogni colore e nazionalità) che ne sono le dirette e principali protagoniste». Ecco così un documento che non ha nulla dell’arido ed a volte astruso linguaggio dei burocrati ministeriali e riesce a rendere il senso profondo di un’esperienza unica.

Funzionari prefettizi, all’evidenza travolti dall’immersione in quel piccolo cosmo che apre anche i cuori più duri e trasporta lontani dall’odio e dalla paura che traboccano nei racconti di politici e media, descrivono la scuola in cui «ragazzini di Riace scherzano e scambiano commenti ironici con i loro coetanei dell’Africa o del vicino oriente»; le «case vecchie ed umili …ma pulite ed ordinate, venate della mescolanza di donne ed uomini di provenienza disparata» in cui ospiti d’altre parti del mondo conducono la stessa vita dignitosa della gente umile di Calabria; «un abile cuoco sahariano che sta preparando magnifiche pizze»; le «botteghe artigiane in cui si lavora il legno, il vetro, la lana, i tessuti…» e dove un cinquantenne del Kurdistan dipinge una bambola e scuote la testa rievocando il suo paese; quella «insenatura verde scavata nella collina», lavorata a terrazzamenti che ospitano le case degli asini, usati per la raccolta differenziata e gli orti che vi saranno realizzati, anch’essi da affidare ai migranti per integrare il sostentamento e forse anche per alimentare il ciclo dell’economia agricola.

Descrivono gli ispettori ed il verbale diventa un racconto. Sono quattro queste ispezioni, eseguite a gennaio, maggio, giugno e luglio del 2017, le altre tre redatte con il consueto tono ministeriale. Sono state eseguite in maniera più approfondita di quelle di settembre e dicembre 2016, da cui sono iniziati i guai giudiziari di Mimmo Lucano ed hanno tutte, a differenza delle prime due, conclusioni, non solo positive, ma largamente elogiative per il “sistema Riace”.

Eppure le prime sono state immediatamente trasmesse al sindaco, finite alla Procura di Locri e finanche (in tempo quasi reale) su organi di stampa (di centrodestra), queste sono singolarmente rimaste a lungo non conoscibili. Mimmo Lucano le ha chieste più volte verbalmente, senza esito. Le ha chieste due volte con note protocollate in Prefettura il 15 settembre 2017 ed il 5 novembre 2017 e gli hanno risposto accampando poco consistenti ragioni che ne avrebbero impedito il rilascio.

Infine, circa due settimane fa, ha presentato denuncia contro questa omissione presso la procura di Reggio Calabria ed ecco che il 20 febbraio, finalmente, queste relazioni arrivano ed hanno il contenuto e l’esito che si immaginava avrebbero avuto. Nel frattempo, dalle prime relazioni negative è nata un’indagine penale, per la quale Lucano è stato crocifisso. Nel frattempo i finanziamenti sono stati bloccati e tali sono rimasti, nonostante nelle ultime relazioni di cui si parla se ne sollecitasse lo sblocco.

A questo punto, essendo i Prefetti dei funzionari gerarchicamente subordinati al Ministro degli Interni, viene spontanea la domanda: il ministro Minniti sapeva di questo singolare operato? Sapendolo adesso, intende far qualcosa o si deve concludere che la realtà di Riace, negazione vivente della validità di una politica di respingimenti, paura e muri, rappresenti una spina nel fianco da eliminare? Non soltanto per qualche burocrate o interessato gestore locale di progetti di accoglienza.

Emilio Sirianni