Archivi tag: primadicultura

La omisión de la familia Coleman inaugura la stagione del TAU

RENDE (CS) – Potrebbe vivere in Argentina ma anche in Italia, una famiglia che vive oltre il decadimento, uno sfacelo che vive segreto in una casa che li blocca come se fosse la loro prigione, dove ognuno costruisce il proprio spazio all’interno degli spazi condivisi ma inconciliabili, dove le situazioni più assurde diventano un quotidiano “nella norma”, dove la violenza sembra essere naturale mentre il penoso viene ignorato dal resto della famiglia

E’ il caso della famiglia Coleman, un classico del teatro contemporaneo (La omisión de la familia Coleman) che continua a riscuotere successo sui palcoscenici internazionali, scritto e diretto dal regista e drammaturgo argentino Claudio Tolcachir.

Trentasette anni, erede degli artisti militanti della generazione precedente, rispose all’endemica carenza di finanziamenti in campo culturale fondando Timbre4, la compagnia teatrale che porta in scena lo spettacolo. Ed è proprio in questo contesto che nasce la “genealogia” della famiglia Coleman e con essa un vero e proprio caso teatrale. Dal giorno del debutto, avvenuto nel 2005 in quella stessa casa, lo spettacolo ha registrato uno straordinario successo collezionando numerosi riconoscimenti e incantando pubblico e critica di più di 30 paesi nel mondo per giungere nei più importanti teatri europei. Applaudito da 261.040 spettatori, con all’attivo circa 1900 rappresentazioni, di cui 315 realizzate all’estero partecipando ad oltre 50 festival internazionali e visitando 22 paesi.

Tolcachir trascina il pubblico nella sua Buenos Aires. Eppure, in un mondo dove la violenza diventa spesso l’unica forma di comunicazione, esistono la tenerezza e l’affetto. Lo spettacolo di una casa e di chi la abita, presentato in uno spazio scenico che accoglie lo spettatore e lo sommerge, narrando di un’assurda, struggente quotidianità.

<<Il fatto che Timbre4 e il nuovo teatro argentino – racconta Tolcachir – siano nati durante la crisi argentina non è stato calcolato né progettato. Piuttosto, si è trattato di una sorta di reazione istintiva di fronte a quello che ci stava succedendo intorno: un vero disastro, un panorama a dir poco deprimente >>

L’artista insiste molto sui termini artigianali di tutta l’operazione, e del valore che simili condizioni possono rappresentare per il processo creativo.

Tolcachir parte dalla singola individualità per sviluppare un lavoro di puntuale artigianato teatrale. Chiede di concentrarsi sui dettagli più minuti, di interpretare il proprio ruolo per quanto possibile anche fuori dal laboratorio; di immaginare com’era da bambino o come potrebbe essere fra vent’anni.

“Il caso della famiglia Coleman”

A sovraffollare la scena la numerosa e problematica famiglia Coleman, che vive  in un piccolo appartamento, una famiglia numerosa e problematica composta da una nonna, una figlia e quattro nipoti dove le regole sono sovvertite: la nonna occupa il posto della madre e la madre si presenta come una bambina immatura che vive nella propria fantasia. Ci sono due gemelli di cui uno riempie il vuoto oscuro di un padre assente. Alla figlia tocca il ruolo della madre ideale visto che è l’unica che lavora e porta i soldi in una casa che sprofonda. 

La scenografia è scarna, con un mobilio fatiscente, dove i Coleman trovano vita in tuta e ciabatte.

Ad ogni scena si scopre qualcosa di più sui rapporti e sui vincoli di parentela che governano la vita di questa famiglia. Il centro gravitazionale è nonna Leonarda, che gestisce le nevrosi di sua figlia Memè e dei quattro nipoti. Nel momento in cui la nonna viene ricoverata in ospedale per un malore, la famiglia è costretta ad uscire dal guscio del proprio salotto e a presentarsi al mondo ed Edoardo, il dottore che ha in cura la nonna, cerca di fare chiarezza sullo stato di anomalia che presentano i Coleman.

Tolcachir scava a fondo nel paradosso dei rapporti umani, tenendosi in equilibrio tra disperazione e leggerezza. I Coleman sono un caso sociale e psichiatrico debordante; rinchiusi in tale claustrofobia non riescono a non odiarsi ma neppure a separarsi, con una interpretazione di attori straordinariamente bravi. Personaggi al limite, situazioni assurde, dialoghi schizofrenici in lingua originale sopratitolati.

Con questo spettacolo il teatro Auditorium dell’Unical inaugura la sua stagione…siamo curiosi di vedere quali altre sorprese ci riserva.

 

Nino D’Angelo incontra il sindaco Occhiuto dietro le quinte del Rendano (VIDEO)

COSENZA – Lo stemma della città di Cosenza tra le mani di Nino D’Angelo. L’artista abbraccia la città che gli rende omaggio al Teatro Rendano gremito di spettatori per il concerto del tour 6.0 dell’artista napoletano. Forte il legame del cantante partenopeo con la Calabria. La promessa di tornare per una serata allo stadio Marulla.

Al Rendano di Cosenza il Gran Galà in onore di Gerardo Sacco

COSENZA – Tutto pronto per il Gran Galà in onore di Gerardo Sacco che si svolgerà sabato 21 ottobre con inizio alle ore 19.30 nella splendida cornice del Teatro Rendano di Cosenza. Una location storica della Calabria per un grande omaggio ad una delle figura più celebri e amate della regione: l’orafo delle dive, come è stato definito dalla stampa di tutto il mondo, da Tokyo a New York.

Le più grandi stelle del cinema e della tv, da Liz Taylor a Glenn Close, da Isabella Rossellini a Maria Grazia Cucinotta, hanno fatto da testimonial ai suoi gioielli, autentiche creazioni originali che ne hanno  connotato uno stile unico e inimitabile.

Programma

I più grandi registi lo hanno scelto per pellicole storiche, a cominciare da Franco Zeffirelli che ha affidato “all’artigiano dalle mani d’oro” la creazione di gioielli di scena per svariate opere cinematografiche e teatrali. Il gran galà di sabato sarà un autentico show, fortemente voluto da Anna Cerrigone, presidente della Fidapa BPW Italy di Cosenza con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale.

La scaletta dello spettacolo prevede tre sfilate con le più rappresentative creazioni, che ne ripercorreranno la vita artistica, portando in passerella tutto l’estro e la genialità che lo hanno reso celebre a livello internazionale, anche attraverso mostre che hanno estasiato il pubblico da Hong Kong o Osaka, da Lisbona a Stoccolma, alle numerose città di tutti i continenti che lo hanno voluto e insignito dii prestigiosi riconoscimenti.

Tra le varie sfilate in programma nel gran galà, insieme al giornalista Francesco Kostner che ha firmato con lui il libro autobiografico “Sono Nessuno” (edito quest’anno da Rubbettino), Sacco racconterà aneddoti e momenti della sua vita.

Immagini, ricordi e foto della ricca ed esaltante storia di Gerardo Sacco saranno proiettate su ben tre megaschermi, intervallate dalla regia video di Enrico Pulice con le immagini di ben quattro telecamere che seguiranno i primi piani delle modelle e di ogni momento della serata. Per l’occasione, la direzione artistica è stata affidata a Ruggero Pegna, mentre la conduzione sarà del giornalista Rai Massimo Proietto, entrambi suoi grandi amici.

Ospite d’eccezione Giò Di Tonno 

Super ospite musicale della serata sarà Giò Di Tonno (foto), il Quasimodo di Notre Dame De Paris che proprio lo scorso giugno ha ricevuto a Cosenza il “Riccio d’Argento” dell’orafo crotonese per la Migliore Produzione dell’anno. Giò Di Tonno eseguirà alcuni brani dedicati per l’occasione proprio a Gerardo Sacco.

 

Numerosi gli ospiti che interverranno: oltre al sindaco di Cosenza Mario Occhiuto anche il professore Nuccio Ordine, docente di letteratura italiana all’Unical, il dottore Mario Bozzo, presidente della Fondazione Carical che sponsorizza l’evento, Giusy Porchia, Presidente del Distretto Sud della Fidapa.

Info evento

L’ingresso alla serata è gratuito. Per partecipare è necessario ritirare l’invito rivolgendosi direttamente alla Presidente Anna Cerrigone (tel. 3478778903).

Teatro Rendano, presentato il cartellone di prosa. Tanti gli eventi in programma

COSENZA – Nel mese di novembre, precisamente sabato 18, si alzerà il sipario in merito alla Rassegna “L’AltroTeatro”. Durante la manifestazione, che offrirà agli spettatori 14 appuntamenti, si darà spazio ai grandi classifici, alle commedie, ai musical e tanto altro. Un cartellone ricco di eventi adatti per tutti i gusti.  La presentazione è avvenuta questa mattina presso la Sala “Quintieri” del teatro Rendano.

Il vice sindaco Jole Santelli e gli organizzatori della manifestazione

«Siamo orgogliosi di questo cartellone – dichiara il vice sindaco Jole Santelli – Siamo convinti di aver costruito, assieme agli operatori de L’Altro Teatro, un’ottima offerta per la città ma, credo, per l’intera regione. Affidare ai privati le stagioni del nostro teatro di tradizione, sono convinta sia la strada giusta, per migliorare sempre più l’offerta culturale in città». Dal loro canto gli organizzatori si dicono soddisfatti dell’appoggio offerto dalla politica bruzia. «Siamo lieti che il sindaco Occhiuto e l’amministrazione comunale ci abbia riconfermato la fiducia – affermano – Quest’anno l’offerta è molto più variegata, ben 14 spettacoli e due grandissime produzioni di scala mondiale “Battlefield” di Peter Brook e “Un amore esemplare” di e con Daniel Pennac. Grazie al bando regionale che ci siamo aggiudicati avremo la possibilità di programmare le prossime due stagioni».

Gli spettacoli in programma nel 2017

Sabato 18 novembre ci sarà l’esordio con il balletto “Il Flauto Magico” (fuori abbonamento). Un altro grande balletto per l’Astra Roma Ballet, storica compagnia di danza fondata e diretta dall’étoile Diana Ferrara, ispirata alla celebre opera di Mozart su libretto di E. Schikaneder. Venerdì 24 novembre sarà la volta di un grande classico della drammaturgia italiana “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello. Lo spettacolo avrà inizio alle ore 20,30. Una versione diretta da Francesco Bellomo e interpretata dal mattatore siciliano Gianfranco Jannuzzo.

Sabato 16 dicembre (ore 20,30) la kermesse entrerà nel vivo con l’intenso “Un borghese piccolo piccolo” interpretato da Massimo Dapporto. Quarant’anni dopo il celebre film di Monicelli interpretato da Alberto Sordi, sulle tavole del palcoscenico rivive il romanzo di Vincenzo Cerami (sceneggiatore del film Premio Oscar La Vita è Bella).

Gli eventi nel periodo gennaio-febbraio 2018

Un altro grande appuntamento con la commedia, questa volta dai toni più frizzanti, domenica 7 gennaio “Sogno di una notte di mezza estate” alle ore 18,30. Con Violante Placido, Stefano Frisi, Paolo Ruffini e Cesare PasottiMassimo Lopez e Tullio Solenghi saranno invece i protagonisti di “Show” sabato 13 gennaio ore 20,30. I due straordinari comici tornano insieme sul palco dopo 15 anni. Martedì 23 e mercoledì 24 gennaio doppio appuntamento (ore 20,30) ispirato alla pellicola cult “La guerra dei Roses”. Protagonisti Ambra Angiolini e Matteo Cremon con la direzione affidata a Filippo Dini. Evento mondiale mercoledì 6 febbraio con il maestro Peter Brook e il suo “Battlefield” scritto da Jean-Claude Carrière.

Sabato 10 (ore 20,30)  e domenica 11 febbraio (ore 18,30) tornerà nel teatro cosentino la commedia partenopea con l’irresistibile “Il pomo della discordia” scritto, diretto e interpretato da Carlo Buccirosso. Sabato 24 (ore 10,30, matinèe per le scuole) e domenica 25 febbraio (ore 18,30) un’altra produzione internazionale. La rassegna L’Altro Teatro ospiterà Daniel Pennac e il suo romantico “Un amore esemplare”. Tratto da un fumetto lo scrittore e professore francese racconta una storia d’amore unica e irripetibile insieme alla disegnatrice Florence Cestac.

Martedì 27 (ore 20,30) e mercoledì 28 febbraio, sempre al medesimo orario, si terrà un altro grande ritorno per il cartellone L’Altro Teatro. In scena Lorella Cuccarini con lo spettacolare musical “La regina di Ghiaccio”. Dopo il successo di Rapunzel la showgirl torna a misurarsi con il musical.

Continua il cartellone di prosa a marzo e ad aprile

Martedì 20 e mercoledì 21 marzo alle ore ore 20,30 si terrà la commedia brillante “Due” diretta da Luca Miniero. Protagonisti in scena: Raoul Bova e Chiara Francini. I due celebri attori interpretano Marco e Paola, una coppia alle prese con la prova della convivenza.

Un altro grande titolo per il cartellone de L’AltroTeatro si terrà sabato 7 aprile con “Viaggio al termine della notte” alle ore 20,30. Protagonista l’attore italiano Elio Germano affiancato da Teho Teardo. Una delle opere che cambiò lo stile della letteratura francese ed europea. Viaggio al termine della notte, romanzo del 1932 che consacrò Louis-Ferdinand Céline come uno dei più influenti scrittori del XX secolo, rivive nelle parole di Elio Germano.

La sera di mercoledì 18 aprile sarà la volta della grande musica d’autore con il concerto del mattatore Massimo Ranieri (spettacolo fuori abbonamento). Gran finale del cartellone sabato 21 (ore 20,30) e domenica 22 aprile (ore 18,30) con la commedia brillante “Ingresso Indipendente” con Serena Autieri, Tosca D’Aquino e Pierluigi Misasi.

L’amministrazione di Palazzo dei Bruzi lancia il brand Cosenza Cultura

COSENZA – Parte dai luoghi della città, ognuno portatore di una propria identità, il grande progetto “Cosenza Cultura”, attraverso il quale l’Amministrazione comunale  raccoglie le tante anime culturali del tessuto urbano, per metterle in rete. In questo intento riesce il vicesindaco e assessore alla cultura Jole Santelli che per la presentazione del progetto “in progress” sceglie il Teatro Rendano, avamposto culturale della città. E’ sulle tavole del palcoscenico del Teatro di Tradizione cosentino che va in scena “opera aperta”, con i protagonisti della cultura cittadina. L’Amministrazione comunale è presente, oltre che con il vicesindaco Santelli, con Mario Occhiuto ed il dirigente del settore Giampaolo Calabrese. Ci sono poi istituzioni pubbliche e associazioni private, tutti portatori di un’offerta culturale qualificata. Insieme sono sostanza di un grande contenitore che riflette la dinamicità del capoluogo bruzio. «Oggi mettiamo insieme tutte queste realtà in un luogo identitario più ampio che è Cosenza Cultura – racconta Jole Santelli, la quale si sofferma ad illustrare il nuovo logo – Abbiamo immaginato i pedali del pianoforte con il famoso terzo pedale, anche questo simbolo identitario della nostra città, inventato da Alfonso Rendano che, capovolto, diventa una corona, accompagnata dal claim “Cosenza ha una marcia in più”, per testimoniare la propositività della nostra città. Quello che indichiamo oggi vuole essere un metodo di lavoro –   rinforza la Santelli – che ci riguarderà tutti, perché la Cultura è di tutti». Ed ecco anche il primo supporto promozionale di questo importante lavoro di ricognizione dell’offerta culturale, che è il “cartellone unico”, tutto quanto è programmato ad oggi e fino al mese di aprile 2018. «Anche in questo caso – ribadisce Jole Santelli –  parliamo di un cartellone aperto che sarà aggiornato periodicamente, oltre ad un portale specifico e una app  in lavorazione». 

L’abruzzese Simone Cocciglia vince il Premio Mia Martini 2017

BAGNARA CALABRA (RC) – “Cercavo un senso” di Simone Cocciglia è la canzone vincitrice della 23ª edizione del Premio Mia Martini che si è svolto ieri sera a Bagnara Calabra. Il brano inedito del cantautore abruzzese, che ha convinto la giuria guidata da Franco Fasano, anticipa l’uscita dell’album prevista per la primavera 2018. Al secondo e terzo posto nel concorso dedicato all’artista calabrese si sono piazzati Porthos con “Fermo” e Domenica Calabrò con “Dannata regressione”.

In gara si sono esibiti i 12 finalisti provenienti dall’Italia e dall’estero proponendo brani inediti. Emozioni forti con Federica Carta, di “Amici” che ha proposto “La nevicata del ’56” accompagnata dal maestro Mario Rosini. A lei assegnato il “Premio Mia Martini Giovani”. Riconoscimento alla carriera per i Ricchi e Poveri che hanno proposto alcuni dei loro principali successi.

L’evento canoro è stato condotto anche quest’anno da Veronica Maya assieme a Savino Zaba e all’attore comico di origine calabrese Franco Neri.
   

Sagra di Donnici, ieri sera record di presenze. Soddisfatto il consigliere Spadafora

COSENZA – Donnici ieri sera era bellissima, accogliente, profumata, gremita di visitatori in ogni angolo e in ogni parte, nei vicoli, nelle piazze, nelle stradine caratteristiche e sulle scalinate tipiche del piccolo borgo collinare. Un’atmosfera, a tratti surreale, ha fatto da cornice ad un sabato sera all’insegna dei sapori, della buona musica e del divertimento. La Sagra dell’Uva e del Vino di Donnici, “Sapori d’Autunno“, che porta quest’anno la firma di Roberta Cleo, giovanissima nei panni di direttore artistico della kermesse,  venerdì 13 -scongiuri a parte- ha tagliato il nastro della XXXVII edizione. E, a dispetto dei meno scaramantici,  la data sta portando bene. Sono migliaia, infatti, i visitatori, che tra venerdì e sabato – oggi, domenica 15 ottobre è la giornata conclusiva- stanno affollando i vicoli delle colline donnicesi. Il buon vino, accompagnato da un panino e perché no, anche da un pizzico di felicità–  l’ha fatta da padrone assieme, naturalmente, ad un succulento piatto di Lagane e Ceci – fedeli alla tradizione cosentina – ad una ricca fagiolata, ad un saporito “cuddrurieddru” e al tradizionale, ma immancabile panino con broccoli e salsiccia e patate mbacchiuse. Una variegata esposizione di dolci ha deliziato poi i palati più ghiotti e sul finire le consuete caldarroste. Non solo vino e tante leccornie, ma quella di ieri sera è stata anche una serata all’insegna della buona musica.

I Zona Briganti hanno letteralmente mandato in visibilio una gremitissima piazza Bilotto. Poco distanti, invece, le chicche di Elisa Brown, talento dalla voce calda e suadente e del Jazz Quartet Live Band hanno chiuso il cerchio di una serata magica, resa ancora più piacevole dalle buone condizioni del tempo. Insomma, per tutti i gusti e per tutti i palati. Soddisfazione e compiacimento sono stati espressi da Francesco Spadafora, consigliere di maggioranza di Palazzo dei Bruzi, donnicese doc e tra i principali fautori e sostenitori di un evento tra i più attesi dell’intero hinterland cosentino. «Vedere Donnici così bella e così gremita – ha dichiarato Spadafora – è sintomo di orgoglio per noi tutti. Riuscire a riunire in così pochi giorni una massiccia partecipazione di pubblico significa che abbiamo lavorato bene. Il nostro obiettivo è quello di continuare su questo filone,  al fine di promuovere tutte le bellezze artistiche, culturali ed enogastronomiche del nostro territorio. Manifestazioni come quella di Donnici sono da stimolo per proseguire in questa direzione, attuando progetti volti a promuovere e garantire la crescita e lo sviluppo della nostra città e delle nostre tradizioni più belle e più profondamente radicate».

Intanto questa sera, per la terza e ultima giornata della Sagra l’Istituto Mancini – Tommasi, presente a Donnici,  è stato premiato come migliore stand allestito. Il riconoscimento è stato conferito, dall’assessore Rosaria Succurro alla dirigente scolastica dell’Istituto, Graziella Cammalleri e ai ragazzi presenti alla tre giorni.

 

Raffaella Aquino 

E’ calabrese la nuova “Sally” di Vasco che commuove il pubblico e la giuria di XFactor

MILANO – E’ come se Sally le fosse stata cucita addosso, con rabbia e tormento, con quella consapevolezza dell’essere donna, vittima di un passato difficile. Sally, è certamente uno dei capolavori di Vasco Rossi più difficili da interpretare.  Sally è brivido, è frustrazione, è mancanza, Sally è viscerale, è dolore e rassegnazione. E’ coraggio. Oggi Sally porta il nome e i connotati di Rita Bellanza, giovanissima scoperta di origini calabresi,  in grado di riuscire a conquistare, in pochi minuti, non solo il pubblico, ma l’intera giuria di XFactor, completamente rapita e incredula da un’interpretazione graffiante, intensa, struggente e straordinaria. Rita Bellanza – il suo nome di battesimo è Sophia Rita Eugenia Bellanza–  è originaria di Cetraro, ma vive nel bergamasco, a San Fermo. Si avvicina al mondo della musica in punta di piedi studiando al Centro Didattico di produzione musicale di Bergamo. Dopo la sua esibizione sul palco di XFactor, si è conquistata un posto nella squadra Under Donne. «Devi farti vedere da un buon esorcista» le dicono a caldo dalla giuria. Mara Maionchi, Manuel Agnelli, Levante e lo stesso Fedez,  tutti esterrefatti e in lacrime dopo aver assistito alla toccante interpretazione di Rita. Sally non è certo un brano scelto a caso. Dietro il tormento di parole e musica, c’è tutta la storia di Rita, un passato doloroso e pesante che ancora oggi ha il sapore amaro. Ma Rita, timbro caldo e suadente, voce blues e lancinante  ha dimostrato con tutta le sue forze quanta voglia abbia di riscattarsi. A soli 20 anni è sicuramente una scommessa vincente. Sarebbe bello però conoscere anche il giudizio di Vasco «Cosa vuoi che ti dica io?- bisbiglierebbe–  Senti che bel rumore». E in attesa di conoscere le sue sorti e il suo destino musicale, non ci resta che fare il tifo per lei e credere davvero che per Rita «forse la vita non è stata tutta persa, forse, ma forse ma si»

 

Raffaella Aquino

 

Al “Leggere&Scrivere” si parla di fundraising, progetti condivisi per investire sulla cultura

VIBO VALENTIA – Sostegno economico alla cultura, costruzione di un percorso condiviso con la comunità e la cittadinanza, maggiore attrattività del territorio. Questi i punti salienti dell’incontro tenuto oggi a palazzo Gagliardi, nell’ambito dell’ultima giornata del Festival Leggere&Scrivere 2017, con Massimo Cohen Cagli, direttore della Scuola di fundraising di Roma; Donatella Romeo, segretario generale della Camera di Commercio di Vibo Valentia e il presidente di Confindustria Vibo, Anselmo Pungitore. Padrone di casa è stato il direttore del festival Gilberto Floriani, qui in veste di direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese. La discussione è stata introdotta da Floriani, che ha affermato: «Abbiamo lanciato in queste settimane l’iniziativa Bibliocard – con il quale si potrà diventare donatori del Sistema Bibliotecario Vibonese e sostenere servizi e progetti vari, tra cui la biblioteca itinerante – per creare uno vero e proprio patto di reciproco scambio con i cittadini di Vibo. L’iniziativa è all’avanguardia per la Calabria, ma si inserisce in quel rapporto tra economia, comunità e cultura che oggi è uno dei grandi temi in Italia». Illustrando il concetto di fundraising, Cohen Cagli ha spiegato: «Non significa semplicemente raccogliere soldi, ma reperire risorse finanziarie attraverso la promozione e la sponsorizzazione. La storia del fundraising ha radici profonde. Nasce nel 1200, in corrispondenza della creazione dei Comuni, quando le Misericordie creano gli ospedali. Il tema centrale è infatti garantire risorse per produrre benessere. Da qui la grande sfida: accrescere la conoscenza attraverso educazione civica e responsabilità sociale. E in questa prospettiva il certosino lavoro promosso dal Sistema Bibliotecario Vibonese è un’esperienza pilota per il Sud». Il presidente di Confindustria Anselmo Pingitore ha puntato il dito sulla redditività: «Come imprenditori noi siamo attenti agli investimenti, al rapporto costi-ricavi. Il connubio impresa e cultura non può prescindere da questo aspetto. Occorre, tuttavia, creare responsabilità sociale nel mondo delle imprese, dobbiamo avviarci su questo percorso». «La settimana che stiamo vivendo a Vibo – ha affermato Donatella Romeo, della Camera di Commercio vibonese – grazie al Festival Leggere&Scrivere è un miracolo. Un viaggio nella cultura per la città e per la Calabria. E pensare che i fondi per la cultura e per i servizi sociali, soprattutto in tempi di crisi, sono i primi a essere tagliati». Romeo ha poi fornito alcuni dati interessanti: «La cultura vale il 5,5% dell’economia nazionale e un milione di occupati, in Calabria conta il 7,3% del Pil e 25mila occupati. Dall’industria culturale alle arti visive bisogna ripensare complessivamente il settore guardando ai nativi digitali e ai nuovi spazi occupazionali che hanno grandi margini di redditività. Per questo, con il direttore Floriani, abbiamo intenzione per la prossima edizione di portare alcuni eventi del Festival all’interno della nostra sede, l’antico convento Valentianum».

Festival Leggere&Scrivere: I segreti di Carminati nel libro di Lirio Abbate

VIBO VALENTIA – “Vedi su internet chi c…. sono io”. A parlare è Massimo Carminati, principale indiziato nel processo Mafia Capitale, ex terrorista dei Nar, intercettato mentre si rivolge ad un operatore telefonico. E la sua storia, oggi, a palazzo Gagliardi, l’ha raccontata al pubblico di Leggere&Scrivere il caporedattore dell’Espresso Lirio Abbate. Abbate, autore di un’inchiesta giornalistica, di un libro e di un docufilm su Carminati, ora sotto scorta dopo le minacce ricevute da Er Cecato, è partito dal furto al caveau della banca del Tribunale di Roma per spiegare «retroscena rimasti celati per anni. Una storia di tanti gialli, storie non dette. E un ricatto alla Repubblica». Giunto a Vibo, ospite del Leggere&Scrivere 2017, per presentare il suo ultimo libro “La lista. Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati” (Rizzoli, 2017), il giornalista dell’Espresso, intervistato dal direttore de La C news24, Pietro Melia, ha raccontato con foto, video e intercettazioni il furto di alcune cassette di sicurezza nel 1999 all’interno del Palazzo di Giustizia commesso da una banda specializzata. «Nel posto più protetto d’Italia, senza forzare serrature, Carminati, coinvolto in alcune tra le inchieste più scottanti del Paese, come l’omicidio Pecorelli, la strage di Bologna, l’assassinio Fausto e Iaio, il caso della banda della Magliana, aprirà solo alcune di queste cassette dove ci potrebbero essere documenti segreti. A Roma se hanno un problema – continua Abbate – vanno da lui, uno dei re di Roma. Io, con documenti e fatti, racconto vicende di rilevanza sociale e politica. La mafia non è più lupara o dialetto meridionale». E proprio il lavoro svolto dal giornalista d’inchiesta «ha fatto impazzire Carminati. Dal suo ufficio – continua – una stazione di servizio su corso Francia a Roma, dà ordini e intimidisce commercianti e professionisti. Ma questa non è mafia secondo i giudici».