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Reati fiscali e truffa ai danni dello Stato, 14 misure cautelari (VIDEO)

COSENZA – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito delle
indagini dirette dal Procuratore della Repubblica di Paola, Dott. Pierpaolo Bruni, hanno
eseguito 14 misure cautelari personali e sequestri preventivi per equivalente per oltre
33 milioni di euro.
I reati contestati ai diversi indagati vanno dall’associazione a delinquere alla truffa ai danni
dello Stato, nonché a plurimi reati fiscali.
L’attività di indagine ha interessato le condotte illecite compiute da una associazione a
delinquere con base nell’alto tirreno cosentino ma con ramificazioni in diverse Regioni
d’Italia, costituita da almeno 14 soggetti che, attraverso la costituzione e gestione di 24
società intestate a prestanomi, ha creato fittizi crediti IVA da utilizzare in compensazione
per il pagamento di contributi, imposte, ritenute e cartelle esattoriali.
In particolare gli associati costituivano e gestivano quali amministratori, soci o lavoratori
dipendenti le 24 società fittizie non dotate di autonomia gestionale e struttura propria ed
utilizzate al solo fine di generare contabilmente ingenti crediti di imposta fittizi derivanti da
costi inesistenti, da utilizzare in compensazione con debiti fiscali e previdenziali,
lucrando indebiti vantaggi fiscali e contributivi con gravissimo danno all’Erario e all’I.N.P.S.
per oltre 33 milioni di euro.
Il fine principale degli associati, uniti dal medesimo disegno criminoso, era quello di creare
meccanismi fraudolenti di evasione fiscale e di precostituirsi un elevato imponibile
previdenziale quale base per il trattamento pensionistico.
Par tale scopo gli associati compivano operazioni simulate oggettivamente e
soggettivamente, anche avvalendosi di documenti falsi e mezzi fraudolenti consistenti nel
presentare nelle dichiarazioni annuale I.V.A. elementi passivi fittizi (e conseguenti ingenti
crediti IVA) privi di qualsiasi giustificazione.
Le eventuali somme dovute non venivano effettivamente versate all’Erario utilizzando in
compensazione i crediti IVA inesistenti.
Contestualmente gli associati dichiaravano di aver percepito retribuzioni (false), in alcuni
casi di milioni di euro, inducendo in errore l’I.N.P.S. in ordine alla loro effettiva percezione.
In tal modo gli associati si procuravano l’ingiusto profitto di precostituirsi un imponibile
previdenziale, di milioni di euro, che diventava utile base di calcolo per la pensione.
Milioni di euro di false retribuzioni per milionarie (vere) pensioni a carico dello Stato.
Il programma criminoso associativo si è basato sulla costituzione di 24 società sparse nel
territorio nazionale ed operanti nei più svariati settori economici quali la pubblicità, parchi
divertimento, locazione di immobili, fabbricazione di macchine per alimenti e bevande,
ristorazione, noleggio autovetture, pubbliche relazioni, ricerche di mercato e consulenza
amministrativa.
Tutte società intestate a prestanomi appartenenti all’associazione che attraverso la creazione
di enormi crediti contabili IVA inesistenti faceva ricorso all’utilizzo del meccanismo delle
compensazioni in modo da non far versare agli associati alcun contributo previdenziale e
assicurativo.
Le diverse imprese non operative venivano infine “smaltite” e fatte “sparire” per evitare in
ogni modo i controlli, anche attraverso denunce nei confronti di appartenenti alle forze
dell’ordine e all’Agenzia delle Entrate.
Costi fittizi o gonfiati, occultamento della documentazione, false dichiarazioni e
compensazioni di enormi crediti con versamento finale di € 0,01 al fine di evitare il
blocco delle procedure di compensazione attraverso l’utilizzo dell’home banking.
Fittizie società, con sedi fittizie in molti casi coincidenti con cassette postali e/o appartamenti
disabitati o in uso esclusivamente abitativo da parte degli associati.
Società con dichiarazioni IVA milionarie ma con saldi contabili e bancari prossimi allo
zero e che ordinariamente effettuavano versamenti e prelievi nello stesso giorno o in quelli
immediatamente successivi.
Società con immobilizzazioni materiali per oltre 190 milioni di euro sostanzialmente prive
di strutture produttive, commerciali od artigianali presso le sedi dichiarate.
Infine retribuzioni imponibili elevatissime, di gran lunga superiori a quelle
contrattualmente previste, sproporzionate rispetto alle mansioni dichiarate e non in linea con
le precedenti esperienze lavorative né con i titoli professionali posseduti che hanno
consentito di percepire ai primi associati pensionati pensioni annue di migliaia di euro ma
anche indebite indennità di disoccupazione e maternità.
Attività criminose che hanno indotto l’Autorità giudiziaria a disporre l’arresto in carcere per 12
degli associati e ulteriori due misure restrittive degli arresti domiciliari per ulteriori due
associati madri di minori.
Per il frutto illecito delle attività criminose è stato altresì disposto il sequestro preventivo per
equivalente finalizzato alla confisca fino alla concorrenza di 33 milioni di euro, di beni
mobili, immobili, strutture, beni di interesse storico, artistico archeologico, società, denaro e/o
altre utilità nella disponibilità degli associati.
In particolare è stato disposto il sequestro preventivo di:
– n. 24 società;
– n. 41 immobili siti nelle province di Cosenza, Potenza, Mantova, Modena e Venezia;
– n. 1 villa di pregio;
– n. 4 terreni;
– n. 2 parchi aquatici;
– n. 50 automezzi;
– beni di interesse artistico e storico.
Con tale provvedimento vengono colpite le risorse economiche provento di illeciti in modo
tale da rendere economicamente non conveniente lo svolgimento dell’attività
criminosa.

VIDEO: https://youtu.be/O6hHAJcAuT4

Fiamme gialle in azione nel cosentino, perquisizioni e arresti

COSENZA – E’ scattata all’alba un’operazione del comando provinciale di Cosenza della guardia di finanza per l’esecuzione di una decine di misure restrittive e di numerose perquisizioni domiciliari. Secondo quanto si è appreso i reati contestati sarebbero associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all’evasione fiscale. Le indagini sono coordinate dalla procura di Paola.

Facevano fallire società in difficoltà, arresti a Crotone con sodalizi al nord

CROTONE – È in corso dall’alba di questa mattina una vasta operazione di polizia economico finanziaria volta a sgominare una articolata associazione a delinquere operante fra il Crotonese, il Piemonte, la Liguria e la Lombardia. Su ordine del GIP del Tribunale di Crotone Michele Ciociola, a seguito della richiesta da parte del Sostituto Procuratore titolare delle indagini, dott. Gaetano Bono, sono stati sottoposti alla misura cautelare in carcere quattro crotonesi accusati di aver fatto parte di un sodalizio delinquenziale con ramificati contatti al nord. Costoro si occupavano di “far fallire”, presso il Tribunale di Crotone, società in difficoltà economica e gravate da debiti tributari rilevanti. Nel 2015, i finanzieri di Crotone approfondivano una serie di SOS, ovvero segnalazioni per operazioni sospette, e individuavano le tracce di un sistema criminale creato per costruire e condizionare fallimenti a Crotone. La Procura della Repubblica pitagorica, raccogliendo l’intuizione delle Fiamme Gialle, avviava quindi una complessa indagine che, dopo circa due anni di analisi documentali, intercettazioni telefoniche, pedinamenti e servizi di osservazione, permetteva di ricostruire il disegno criminoso.

I FALLIMENTI PILOTATI

Si registravano infatti numerosi fallimenti decretati dal Tribunale che, stranamente, vedevano quali rappresentanti legali di tali società sempre le stesse persone, “teste di legno” appositamente assoldate da un “reclutatore”, tale CHIODO Giuseppe, uomo di fiducia del promotore dell’organizzazione delinquenziale, STORARI Alberto, quest’ultimo residente in Novara ma con un passato crotonese (è stato residente in Cirò Marina per diversi anni impiantando attività commerciali). I predetti sono stati quindi arrestati insieme alle teste di legno, CORIGLIANO Francesco, PANTISANO Luigi, DE ANGELIS Antonio. Questi guadagnavano invero poche centinaia di euro da questa attività a fronte di rilevantissimi interessi economici sottesi al disegno criminoso, risultando comunque fondamentali allo schema posto in essere e ampiamente utilizzato dallo STORARI, per la perpetrazione delle distrazioni. Ulteriori sodali con ruoli diversi ma ugualmente e utilmente determinati per la commissione della scientifica spoliazione delle società in difficoltà sono risultati essere CASTELLO Antonio, dottore Commercialisti di stanza a Genova e l’Avvocato MASSOLO Ivana, residente anch’essa in Piemonte, con studio a Torino la quale curava la parte “legale” delle operazioni di “riassetto” delle società in decozione unitamente allo STORARI, vera mente dell’intero gruppo e, peraltro, con precedenti nella specifica attività criminosa. Fondamentale in tal senso è apparsa l’attività dei “professionisti”, ben più insidiosa e determinante di quella degli interpositori i quali, coscientemente, come dimostrano le intercettazioni telefoniche disposte, ponevano in essere le operazioni commerciali, societarie e contabili, per avvantaggiare i propri clienti e spostare le responsabilità sugli associati crotonesi In ultimo sono stati arrestati e posti ai domiciliari gli imprenditori BISIO Enrico di Novara, LOMBARDI Roberto di Genova, MINORI Luigi di San Sebastiano da Po’ in provincia di Torino, PASCUZZI Maria Rosa, originaria di Belcastro (CZ) e residente in Chivasso (TO), FERRANDO Giuseppe di Genova e DE GREGORI Paolo di Novara. Tutti si sono avvantaggiati dei “servizi” offerti dall’organizzazione per salvare i beni e l’azienda, dagli incipienti fallimenti che si sarebbero verificati lì dove le società avevano le sedi legali. Indagati inoltre ulteriori 14 imprenditori di varie località italiane che nel corso degli anni si sono avvalsi delle prestazioni dell’organizzazione capeggiata dallo STORARI. Sottoposte a sequestro e ad amministrazione giudiziaria otto società operanti in Genova, Novara, Milano, Chivasso (TO), Busto Arsizio (VA), Limena (PD), Pietrasanta (LU) che sono, in parte, l’attuale risultante di 34 società portate al fallimento in Provincia di Crotone, dal 2009 fino ai giorni nostri (a dicembre del 2016 venivano ancora posti in essere atti di trasferimento delle sedi) dall’organizzazione criminale. AI componenti il gruppo e agli imprenditori correi, è stato inoltre contestato un profitto derivante dall’illecita attività, per circa un milione e mezzo di euro, mentre l’ammontare delle sole iscrizioni a ruolo per debiti tributari – quindi senza conteggiare i debiti verso i fornitori e gli Istituti di Credito -, ammonta a 140 milioni di euro per i fallimenti decretati a Crotone delle società con sede fittizia presso gli indirizzi dei prestanome. L’indagine, nata come detto dalla capacità dei finanzieri del Nucleo di Crotone di approfondire le segnalazioni per operazioni sospette e dalla parallela attività di analisi svolta dal Procuratore della Repubblica sui fascicoli dei fallimenti in essere, è stata diretta dal Sost. Proc. Dott. Gaetano Bono e si è dipanata negli anni 2015/2016. Ci si è avvalsi, tra l’altro, di numerose intercettazioni telefoniche risultate fondamentali per dispiegare il quadro associativo, per comprendere i meccanismi utilizzati nonché per trasferire le sedi legali e le quote societarie. In parallelo i finanzieri pedinavano i componenti dell’associazione per delinquere.

LO SCHEMA CRIMINOSO

Come accennato gli imprenditori che in nord-Italia si venivano a trovare in difficoltà, accedevano ai “servizi” offerti da questa particolare “agenzia”, venendo a conoscenza delle capacità dello STORARI Alberto attraverso un passa parola fra i clienti soddisfatti. Tale “consulente” entrava quindi in contatto con le varie aziende in crisi, accumunate da consistenti pendenze erariali e debitorie, e a queste proponeva un contratto all-inclusive comprensivo di tempi e costi che veniva consegnato e fatto firmare all’amministratore in difficoltà; il contratto prevedeva principalmente 3 fasi: – distrazione degli “assets positivi” esistenti attraverso falsi contratti di cessione di rami d’azienda e svuotamento di conti societari anche attraverso false fatturazioni; – creazione di una nuova compagine sociale “amministrata” da soggetto appartenente al medesimo gruppo familiare e/o compiacente; – trasferimento della sede legale (con tutte le passività a quel punto esistenti) nella provincia crotonese con intestazione delle quote sociali a prestanomi compiacenti e contestuale nomina del rappresentante legale “vittima sacrificale” dei successivi destini societari. La regia dei vari passaggi era affidata a due insospettabili professionisti: • il Commercialista di fiducia Dr. CASTELLO Antonio con studio in Genova, il quale avendo già la disponibilità delle smart card (utilizzabili per la firma digitale dei documenti) intestate alle teste di legno crotonesi provvedeva ed effettuare le comunicazioni alle CCIAA riguardanti le cessioni di quote, i trasferimenti sede, ecc senza incontrare direttamente i soggetti interessati; • l’avvocato MASSOLO Ivana di Torino, che si preoccupava di offrire la propria consulenza legale alle varie trasformazioni societarie entrando direttamente in contatto con gli imprenditori “clienti” dello STORARI. Nell’ultima fase entrava in scena il CHIODO Giuseppe, uomo di fiducia dello STORARI sul territorio crotonese il quale si occupava di “reclutare” i vari prestanome, di trovare le sedi dove trasferire le società da condurre al fallimento, individuare gli studi notarili per lo svolgimento dei falsi atti di cessioni di quote formalmente ineccepibili, sino ad arrivare a diventare egli stesso, temporaneamente, amministratore di società. Impegnati nella odierna operazione di polizia 70 Finanzieri in tutta Italia per gli arresti e i sequestri preventivi di società e beni.

Estorsioni aggravate ai danni di commercianti, cinque arresti (NOMI e FOTO)

COSENZA- La Polizia di Stato della questura di Cosenza ha tratto in arresto Alfonso Ammirato, di anni 34; Giuseppe Abastante di anni 23; Barbieri Giuseppe, di anni 23;Mario Buontempo, di anni 27; Massimo Manisco, di anni 34, colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare emessa il 7 dicembre dal GIP del Tribunale di Castrovillari Luca Colitta, per estorsione aggravata, continuata, in concorso e rapina, nonché Alfonso Ammirato per lesioni personali a danno dei titolari di alcuni esercizi commerciali di Rossano. In particolare, nello scorso mese di novembre, una delle vittime richiedeva l’intervento della polizia per un’aggressione in corso nell’attività ai danni del proprietario e di un concittadino. I due concittadini pakistani,aggrediti con calci e pugni, sono dovuti ricorrere alle cure mediche del locale Pronto Soccorso. Dalle indagini svolte sono risultate altri episodi estorsivi e danneggiamenti. Le risultanze investigative sono state trasmesse alla Procura della Repubblica di Castrovillari che ha richiesto le misure cautelari al GIP di Castrovillari. Tratti in arresto presso le proprie abitazioni, i responsabili sono stati condotti presso la casa di reclusione  di Castrovillari.

Blitz contro le cosche, 48 arresti e beni sequestrati per 25 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – E’ in corso dalle prime ore di stamani un’operazione congiunta di carabinieri, polizia e Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, per l’esecuzione di 48 provvedimenti di custodia cautelare (44 in carcere e 4 ai domiciliari).

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, trasferimento fraudolento di valori, procurata inosservanza di pena e porto illegale di armi, commessi con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la ‘ndrangheta. Beni per un valore di circa 25 milioni di euro sono in corso di sequestro ad opera della Guardia di Finanza, dei carabinieri e della polizia di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione coordinata dalla Dda che stamani ha portato all’esecuzione di 48 arresti. Nel corso dell’operazione gli investigatori stanno eseguendo anche numerose perquisizioni.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria

Il 2018 cosentino si aprirà sulle note degli Skunk Anansie

COSENZA – Dopo i rumors degli scorsi giorni sui possibili cantanti che avrebbero aperto il 2018 cosentino, ora, a dispetto di ogni pronostico, è stato svelato il nome: saranno le note della band britannica degli Skunk Anansie. La notizia è stata data poco fa anche sulla pagina Facebook del sindaco Mario Occhiuto e, sin da subito, si sono scatenati i commenti. (Foto pagina Facebook di Mario Occhiuto)

Per la città sarà il secondo capodanno internazioNale di fila dopo la presenza, lo scorso anno, dello spagnolo Alvaro Soler. 

La musica degli skunk anansie è stata definita un amalgama di heavy metal e musica di protesta rabbiosa, “nera” e femminista, con testi politicizzati e influenze ibride funk, blues, punk rock, reggae e hip hop. Il gruppo, il cui membreo  più famoso rappresentato dalla cantante Skin (Deborah Dyer) si era sciolto nel 2001, per poi riformarsi nel 2009. E ora è pronto a richiamare nella Città dei Bruzi  la folla dei loro grandi concerti. Sui social si sono gia scatenati commenti e apprezzamneti sulla scelta dell’Amministrazione comunale.

Esordio amaro per Zenga. Goldaniga e Politano piegano il Crotone

SASSUOLO – CROTONE 2-1

SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Lirola, Goldaniga, Acerbi, Peluso; Mazzitelli, Missiroli, Cassata (32′ st Duncan); Berardi (26′ st Matri), Falcinelli, Politano (45′ st Cannavaro). In panchina Frattesi, Gazzola, Marson, Rogerio, Pegolo, Pierini, Ragusa, Scamacca. All: Iachini

CROTONE(4-4-2): Cordaz; Sampirisi, Ajeti, Ceccherini, Martella; Rohden (12′ st Trotta), Barberis (35′ st Kragl), Mandragora, Stoian (11′ st Aristoteles); Budimir, Tonev. In panchina Cabrera, Crociata, Faraoni, Festa, Pavlovic, Simic, Suljic, Simy, Viscovo. All: Zenga

ARBITRO: Manganiello di Pinerolo

MARCATORI: 5′ st Goldaniga (S), 16′ st Politano (S), 21′ st aut. Acerbi (C)

NOTE: Ammoniti: Missiroli (S), Cassata (S), Ajeti (C), Romero (C). Recupero: 4′ st

REGGIO EMILIA – Si conclude con una sconfitta la prima panchina crotonese di Zenga. Il Sassuolo riesce a piegare i pitagorici grazie alla prima rete in maglia neroverde di Goldaniga e al raddoppio di Politano. Per i calabresi non basta invece l’autogol di Acerbi.

La gara

E’ difficile alla vigilia azzardare un pronostico sul match del Mapei. Entrambe le squadre sono all’inizio di un nuovo corso, dati i recenti insediamenti in panchina di Iachini e Zenga. Per gli emiliani un cambio necessario, data l’incapacità di Bucchi di fornire un registro tattico adeguato alla squadra. Per gli squali invece un fulmine a ciel sereno le dimissioni di Nicola, che hanno costretto la dirigenza a individuare in fretta e furia un sostituto. Iachini però ha avuto una partita in più a disposizione e il suo Sassuolo, forte sulla carta del fattore campo e di una certa superiorità tecnica, cerca di prendere in mano la partita, pur senza creare grandi pericoli. La prima occasione infatti è del Crotone, con Stoian che dopo cinque minuti calcia dal limite dell’area, sfiorando la traversa. I padroni di casa provano a costruire soprattutto sulle corsie esterne dove gravitano Berardi e Politano, sicuramente i più talentuosi in campo. La difesa rossoblu però riesce sempre a fare buona guardia, oscurando la partita dell’ex Falcinelli. Al 26′ è proprio l’attaccante marchigiano a scaldare i guantoni di Cordaz. Controlla un passaggio morbido sul limite dell’area, ma la conclusione è piuttosto fiacca; il portiere scuola Inter blocca senza patemi. Un paio di minuti dopo è ancora Falcinelli a rendersi insidioso: raccoglie un passaggio verso il centro e calcia, mettendo ancora una volta alla prova i riflessi di Cordaz. Al 40′ grande occasione per il Crotone: traversone dalla sinistra su cui Budimir riesce a sorprende la linea difensiva avversaria troppo piatta. Il croato sfiora a malapena e spedisce di poco a lato. Le squadre tornano dunque negli spogliatoi sul punteggio di 0-0, con l’impressione che la partita stia salendo di ritmo.

Nel secondo tempo l’autorete che non riapre la partita

Nella seconda frazione il Sassuolo spinge sull’acceleratore. Dopo appena tre minuti i neroverdi mettono in mezzo un cross teso dalla destra. Ajeti e Mandragora riescono a sventare la minaccia, ma Politano riesce ad appoggiare a Berardi al limite dell’area. Il mancino dell’ala di Cariati è potente ma troppo centrale, Cordaz in bagher salva in corner. I padroni di casa stanno salendo di giri e dopo un paio di minuti riescono a centrare il vantaggio. Politano in isolamento contro Rodhen sulla sinistra punta verso il fondo e disegna un cross teso; Goldaniga anticipa la difesa con un taglio sul primo palo e devia in porta, incrociando sul secondo palo. Ora il Sassuolo riesce a giocare con più fluidità e al 16′ riesce a trovare persino il raddoppio con una combinazione tra i suoi uomini migliori. Berardi porta palla sul centro sinistra e all’altezza dei 20 metri serve Politano. L’ala ex Roma con una veronica salta il neo entrato Aristoteles e calcia di interno destro sul secondo palo. Traiettoria imprendibile per Cordaz e gol fantastico per il numero 16, sicuramente il più in forma tra gli uomini di Iachini. Cinque minuti dopo però i calabresi accorciano le distanze. Tonev sulla sinistra contro due uomini fa filtrare il pallone per Mandragora. L’ex Genoa crossa in mezzo e un’incomprensione tra Consigli e Acerbi, preoccupati dalla presenza di Budimir, genera l’autogol dell’ex difensore reggino. Il Crotone a questo punto ci crede. L’occasione per il pareggio giunge alla mezzora. Aristoteles si inserisce in area, si aggiusta il pallone sul destro e calcia. Sulla ribattuta Budimir è impreciso e non riesce a centrare il 2-2. In questa fase il Sassuolo riesce solo a difendersi. L’inerzia sembra propendere dalla parte dei pitagorici, ma al 43′ un episodio sembra chiudere definitivamente la gara. Sampirisi trattiene un avversario in area e costringe l’arbitro ad assegnare rigore al Sassuolo. Dal dischetto Matri incrocia col destro a mezz’altezza, ma Cordaz neutralizza.

Finisce 2-1: la tecnica di Politano e Berardi ha avuto la meglio e per Zenga sarà necessario implementare un sistema di gioco che dia riferimenti sicuri alla squadra, che potrebbe risentire delle dimissioni di Nicola e ripiombare in zona retrocessione.

 

Emanuele Mongiardo

Sequestrata fabbrica abusiva di botti

SORIANO CALABRO (VV) – I carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno e dagli artificieri di Cosenza hanno scoperto a Soriano Calabro una vera e propria fabbrica abusiva di artifizi pirotecnici con annesso deposito.

Ieri i carabinieri, dopo essersi appostati nei pressi di alcuni casolari, hanno visto un 64enne intento a produrre e confezionare alcuni artifizi e lo hanno bloccato. Sono quindi iniziati i controlli nei vari casolari che erano stati già sequestrati nel 2013. All’interno sono stati trovati 100 chili di artifizi pirotecnici confezionati artigianalmente, già pronti per essere venduti, insieme a varie tipologie di polvere da sparo e a spezzoni di miccia. Sono stati trovati anche i macchinari e vari stampi per il confezionamento del materiale. L’uomo è stato denunciato per detenzione e fabbricazione abusiva di materia esplodente.

Con l’approssimarsi delle feste natalizie, i militari hanno intensificato i controlli e già il 20 novembre avevano sequestrato 96 chili di materiale esplodente.

Operazione Puerto Connection, confiscati beni per 1,3 milioni di euro

REGGIO CALABRIA – In riferimento alle indagini di polizia economico – finanziaria per l’operazione Puerto Connection, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un decreto di confisca emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, di beni immobili, autovetture e disponibilità finanziarie per oltre 1,3 milioni di euro nei confronti di Femia Antonio, classe ‘81, già indagato nell’ambito dell’operazione “Puerto Liberado” volta al contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, ed arrestato in data 20.01.2015 dopo una latitanza di oltre sei mesi.
Femia, affiliato prima come “picciotto”, poi “sgarrista” e infine “camorrista” alla cosca di ‘ndrangheta Ursino, egemone nel territorio del comune di Gioiosa  Ionica, emergeva come uno dei promotori di una associazione per delinquere –capeggiata dai fratelli Giuseppe e Alfonso Brandimarte, articolata su più livelli comprensivi di squadre di portuali infedeli, dotata di elevatissime disponibilità finanziarie e dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti – per conto della quale curava la raccolta del denaro necessario all’importazione di ingenti partite di cocaina.

I preziosi proventi del traffico di cocaina

Emblematico, a tal riguardo, il sequestro di oltre 128.000 euro in contanti, rinvenuti nel giugno 2015 in occasione del fermo di polizia giudiziaria del padre del Femia stesso, occultati nel vano motore dell’autovettura su cui viaggiava. Detta somma, come veniva successivamente accertato, rappresentava il “corrispettivo” per un’importazione di cocaina proveniente dalla Colombia e recuperata presso lo scalo portuale di Vado Ligure.
Secondo quanto ricostruito infatti, lo stesso Femia, mediante continui viaggi in SudAmerica, era in grado di interfacciarsi con una serie di sodali e fornitori di  cocaina in America latina al fine di pianificare e di fatto realizzare una serie di importazioni di sostanze stupefacenti, con origine dai porti panamensi di Cristobal e Balboa e con destinazione il porto di Gioia Tauro.

L’attività delle indagini si sono concluse con l’individuazione di una villa con finiture di pregio, un appartamento, tre terreni, un’impresa, due autovetture, cinque rapporti finanziari – oltre ai menzionati €. 128.000 in contantiper un valore complessivo di euro 1.348.567,98. Al riguardo, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto dapprima il sequestro delle menzionate disponibilità economiche, qualificate qualiprovento del traffico internazionale di stupefacenti e, con l’odierno provvedimento, la loro confisca.
Salgono così a euro 5.681.258,98 i valori dei beni mobili, immobili e finanziari complessivamente confiscati nell’ambito della richiamata operazione “Puerto Connection” ai diversi membri della predetta associazione. (Foto di repertorio)

Scarpelli condannato a due anni nel processo sulle consulenze d’oro dell’Asp di Cosenza

COSENZA – Arrivato a sentenza il processo per le “consulenze d’oro” all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Condanne, in primo grado, per l’ex direttore generale Gianfranco Scarpelli (due anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per un anno), per l’avvocato Nicola Gaetano, consulente dell’Asp (un anno e 4 mesi di reclusione), e per suo fratello Dario (10 mesi di reclusione). Assolti invece gli ex manager Franco Petramala e Franco Maria De Rose, gli avvocati Giovanni Lauricella e Maria Rita Iannini e Flavio Cedolia. Il collegio giudicante era composto dai magistrati Giusi Ianni, Urania Granata e Palmina Formoso.