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Torna la stagione lirica del Rendano. Si parte il 18 novembre con il Rigoletto

COSENZA – Con il “Rigoletto” di Giuseppe Verdi si aprirà, il prossimo 18 novembre, la 57ª stagione lirica del Teatro “Rendano” di Cosenza. Saranno due i titoli operistici in cartellone (l’altro è il “Don Pasquale” di Gaetano Donizetti) e che segnano il rientro del Rendano nei finanziamenti del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) di cui sarà beneficiario il Comune di Cosenza per la prossima triennalità (2022/2024). La stesura del progetto artistico è del maestro Luigi Stillo, esperto nel settore, con all’attivo una lunga collaborazione alle produzioni e agli allestimenti del Rendano, nella sua qualità di Maestro di sala al fianco di direttori e registi prestigiosi. Già nella fase di ripresa delle attività del “Rendano” nel 2021, nel post pandemia, Stillo realizzò alcuni appuntamenti lirici, in sinergia con il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio”, nella stagione “Torniamo all’opera”.
Il 29 luglio scorso il nuovo progetto presentato al Ministero dal Comune di Cosenza, con i due titoli in cartellone, “Rigoletto” di Verdi e “Don Pasquale” di Donizetti, è stato ammesso come “prima istanza triennale” al contributo FUS, art. 20 per la Lirica ordinaria, per l’annualità 2022. La graduatoria, stilata dalla Commissione Consultiva per la Musica, è stata pubblicata con Decreto della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura n. 828 ed ha visto il progetto del Comune al primo posto tra quelli presentati.

IL CARTELLONE

La “prima” di “Rigoletto”, produzione del Teatro “Rendano”, è prevista per venerdì 18 novembre, nel teatro di tradizione cosentino, alle ore 20,30, con replica domenica 20 novembre, alle ore 17,00. Il “Rigoletto” sarà il primo cimento operistico dell’Orchestra Sinfonica Brutia nella sua sede per destinazione, il Teatro “Rendano”. L’Istituzione concertistico-orchestrale, nata per iniziativa del Comune di Cosenza e del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio”, si propone, come è noto, di diventare non solo patrimonio della città e della provincia, ma anche di tutta la regione. Per dirigere il nuovo sodalizio musicale, in occasione del “Rigoletto”, tornerà sul podio del Rendano, il maestro Daniele Agiman, bacchetta d’eccezione, con una grande esperienza internazionale, che il pubblico cosentino ricorda per aver diretto, proprio al Rendano, lo scorso anno “Il Barbiere di Siviglia”, nell’ambito del cartellone di “Torniamo all’opera”, nel 2008 una versione di “Tosca” di Giacomo Puccini e, nel 2009, “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, insieme a “Maria Olivares” di Domenico Giannetta. Nel ruolo principale dell’opera verdiana, i melomani del “Rendano” troveranno il baritono Alberto Gazale, poliedrico cantante dal registro morbido e possente, molto apprezzato dalla critica e considerato tra i migliori artisti della sua generazione. Stile e tecnica verdiani sono state perfezionate da Gazale con Carlo Bergonzi, uno dei più autorevoli interpreti del repertorio del genio di Busseto. La regia di “Rigoletto” è di Renato Bonajuto. Il coro è il confermatissimo “Francesco Cilea” diretto dal maestro Bruno Tirotta.
Nel primo titolo della 57ª stagione lirica del Rendano sono stati coinvolti anche giovani talenti del territorio, sia nel cast artistico che tecnico, a conferma della volontà dell’Amministrazione comunale di guardare con attenzione ai giovani che si formano in Calabria.

Il secondo titolo in cartellone, “Don Pasquale”, andrà, invece, in scena al Rendano sabato 3 dicembre, alle ore 20,30 e, in replica, domenica 4 dicembre, alle ore 17,00. Si tratta di un allestimento coprodotto con l’Associazione “XXI Secolo” di Viterbo e vedrà la presenza dell’Orchestra “EtruriAEnsemble”, diretta dal Maestro Fabrizio Bastianini. La regia è di Mariano Bauduin. Nel ruolo del titolo, il basso-baritono Gaetano Merone. Da domani in vendita, presso l’Agenzia In Primafila (tel.0984 795699) sia gli abbonamenti che i biglietti per le singole rappresentazioni.

Cosenza, M5S «Dove è finita la stagione lirica del Rendano?»

COSENZA – I parlamentari del M5S Alessandro Melicchio, Bianca Laura Granato e Nicola Morra, i primi due membri della Commissione Cultura di Camera e Senato, si interrogano sulla scomparsa dell’annunciata stagione lirica a Cosenza.
«A luglio di quest’anno l’Assessore alla cultura nonché vicesindaco del Comune di Cosenza Iole Santelli annunciava il rientro, dopo diversi anni di assenza, del Teatro comunale ‘A. Rendano’ nel Fus (Fondo Unico dello Spettacolo) per l’allestimento della stagione lirica. – spiegano i pentastellati – Ad ottobre poi era lo stesso Sindaco Mario Occhiuto, affiancato dal dirigente alla cultura di palazzo dei Bruzi Giampaolo Calabrese e dalla delegata alla cultura del primo cittadino, Eva Catizone, ad assumere pubblicamente, nei confronti della cittadinanza, l’impegno del lancio della stagione lirica 2018/2019. Occhiuto, nella medesima conferenza stampa, faceva riferimento ad una grossa trasformazione dello spettacolo fornendo come esempio proprio l’imminente stagione lirica che, a parer suo, avrebbe avuto ‘scenografie create da tecnologie multimediali’. Siamo a fine anno e nulla si sa più delle mirabolanti idee innovative dell’amministrazione bruzia come delle stesse opere che avrebbero dovute essere rappresentate, degli annunciati partenariati internazionali e dell’utilizzo dei fondi stanziati dal Mibac”. Melicchio, Granato e Morra, ricordando che il Teatro Rendano è riconosciuto teatro di tradizione per la qualificata attività culturale e artistica svolta e per il particolare impulso alle locali tradizioni artistiche e musicali fin dal 1976, evidenziano come l’appuntamento con l’opera lirica sia quello maggiormente qualificante per il teatro di tradizione cosentino».
«Ci risulta, invero, la partenza della macchina organizzativa. Sono stati convocati i cantanti, i professori d’orchestra e tutti coloro che avrebbero dovuto prendere parte alle due opere liriche preventivate ossia il Rigoletto, a novembre, e la Traviata, a dicembre. La cittadinanza, però, non è mai venuta a conoscenza del cartellone. Ebbene – concludono i parlamentari a 5 stelle – ad oggi, inspiegabilmente, non vi è stato l’allestimento di alcuna opera lirica e, cosa forse ancor più grave, nessuno ha sentito l’esigenza e soprattutto il dovere di dare delle spiegazioni alla cittadinanza che, ragionevolmente, confida nell’avvio della stagione».

L’Elisr d’amore, una favola moderna e senza tempo che conquista il Rendano

COSENZA – L’Elisir D’Amore di Gaetano Donizetti ha chiuso il sipario sulla 56° stagione lirica del Teatro Alfonso Rendano. Non è la prima volta che il melodramma giocoso del compositore bergamasco va in scena al Teatro di tradizione cosentino – nel 2005, infatti, aprì una ricca e apprezzata stagione lirica e, anche allora, come oggi, ebbe non poche acclamazioni. La storie e le musiche de L’Elisir D’Amore, che da sempre hanno conquistato gli appassionati, ancora oggi rappresentano un cult intramontabile, una favola moderna  che continua a regalare emozioni e molti applausi. E anche il Rendano, fedele alla tradizione, ha apprezzato l’opera e la bravura di artisti, musicisti e attori, nonostante la direzione artistica abbia dovuto, a pochi giorni dalla rappresentazione, sostituire i due protagonisti  Adina e Nemorino , inizialmente Barbara Bargnesi e Davide Giusti per impossibilità di questi ultimi di prendere parte alle prove. A vestire i panni degli innamorati è toccato quindi a Ilona Mataradze e a Massimiliano Pisapia, rispettivamente soprano e tenore, bravi, intensi e molto apprezzati. Particolarmente  graditi anche il baritono Marco Bussi nei panni di Belcore e il baritono/basso Paolo Pecchioli ( Dulcamara), noto quest’ultimo agli habitué del Rendano – nel 1994 partecipò, infatti, ad una messa in scena della “Cenerentola” di Rossini e nel’97 fu tra i protagonisti del “Don Pasquale” di Donizetti. Al soprano cosentino Giada Borrelli, invece, è stato affidato il ruolo di Giannetta, la villanella del villaggio. A fare da sfondo al nutrito cast – sul palco anche il Coro F. Cilea di Reggio Calabria – la straordinaria orchestra del Teatro Rendano, diretta, per l’occasione dal maestro Carlo Goldstein, uno dei più giovani e talentuosi direttori d’orchestra del panorama internazionale. Belle e imponenti anche le scenografie, una perfetta rievocazione storica dell’epoca.  Al regista Rocco Pugliese Eerola il pubblico ha rivolto interminabili applausi finali, condivisi assieme a Bruno Tirotta che ha diretto il coro del Cile. Si chiude così in positivo una stagione lirica che ha visto, ancora una volta, il Teatro Rendano luogo incontrastato di arte e bellezza, fucina di idee e progetti volti ad esaltarne sempre di più il suo fascino senza tempo.

 

Raffaella Aquino 

Al Rendano “Il mantello di pelle di drago”. Tra i protagonisti il cosentino Andrea Volpintesta

COSENZA – Dopo i successi al Lincoln Center di New York, al London Palladium Theatre, la fortunata tournée estiva in Italia e il debutto alla prima edizione della rassegna Milano in Danze lo scorso dicembre, la Jas Art Ballet con lo spettacolo Il mantello di pelle di drago approda sabato 1 aprile (ore 20.15) al Teatro Rendano di Cosenza. Protagonisti due stelle del balletto italiano Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta, coppia perfetta sul palcoscenico così come nella vita, étoile internazionale e già prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano lei, primo ballerino internazionale e ballerino del Teatro alla Scala lui, nato a Cosenza, eccellenza calabrese per la danza nel mondo, sono artisti che hanno calcato i palcoscenici dei teatri più prestigiosi, aperti a collaborazioni che spaziano dal mondo della classica a originali progetti al fianco di interpreti quali Giovanni Allevi, Vasco Rossi, Malika Ayane e Roberto Bolle. Brazzo e Volpintesta, protagonisti dello spettacolo, saranno affiancati dai talenti della Jas Art Ballet, un gruppo affiatato e dinamico di giovani ballerini italiani, tra cui i primi ballerini e solisti del Teatro alla Scala Antonella Albano e Maurizio Licitra, che sta riscuotendo sempre più un crescente favore di pubblico e di critica.

VOLPI

Le moderne coreografie di Massimiliano Volpini, altro talento scaligero, gli sfarzosi e colorati costumi di Erika Carretta, le videoproiezioni e un collage musicale che spazia fra Šostakovič, Chačaturjan e Bizet, creano uno spettacolo di grande effetto, divertente e allo stesso tempo immaginifico e fiabesco, che saprà incantare il pubblico più raffinato come quello più giovane. Recuperando antiche fiabe popolari, Sabrina Brazzo è la spiritosa Fata Regina, affiancata da Andrea Volpintesta nel ruolo del Diavolo; tutto attorno un folto stuolo di folletti, spiritelli e personaggi abbigliati da fantasiosi costumi in pelle, che per ordine della Fata Regina lavorano ininterrottamente alla realizzazione di un magico mantello fatto di preziosa pelle di drago, che una volta pronto, verrà indossato solamente dalle anime pure, le uniche in grado di portarlo senza esserne sopraffatti. Ad impreziosire lo spettacolo, la pregevole  fattura dei costumi realizzati grazie alla collaborazione con l’azienda italiana Lineapelle da sempre attenta alle arti e alla danza in particolare. «Alcuni anni fa – raccontano Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta – abbiamo deciso di dare un senso nuovo alla nostra meravigliosa esperienza di ballerini e di portarla all’attenzione di un pubblico più vasto. Jas Art Ballet nasce così, dando vita a una nuova compagnia composta da giovani danzatori, accompagnati e seguiti nella loro crescita artistica da professionisti di alto livello provenienti da ambienti importanti del panorama della danza. Una realtà che realizza produzioni e spettacoli con gli stili di danza più diversi, usando la tecnologia e il mondo del multimediale, senza dimenticare le tradizioni culturali e i celebri brani del nostro rinomato repertorio musicale. Con la danza che resta sempre la protagonista indiscussa del progetto…»

Cosenza, “La Cenerentola” di Rossini aprirà la 56° stagione lirica

COSENZA – Comincia a prendere forma al teatro “Rendano” l’allestimento de “La Cenerentola” di Gioachino Rossini che aprirà ufficialmente la 56ma stagione lirica del teatro di tradizione cosentino. Il titolo di apertura di stagione segna il ritorno alle collaborazioni del “Rendano” con istituzioni culturali del panorama teatrale nazionale, a cominciare proprio dal Teatro del Giglio di Lucca, con il quale il teatro di tradizione cosentino aveva avviato, in passato, un proficuo partenariato produttivo. Artefice di questa ripresa della collaborazione, fortemente sostenuta dal Sindaco Mario Occhiuto, è il direttore artistico della stagione del “Rendano”, Lorenzo Parisi. Il nuovo allestimento de “La Cenerentola” rossiniana, in scena al “Rendano” il 3 e 5 marzo,  vuole essere un omaggio a Luzzati e al suo mondo di immagini, forme e colori, senza assumere, però, il sapore del ricordo nostalgico. La via percorsa, che si snoda tra palazzi di carta e scatole magiche in continuo moto giocoso, è, infatti, quella della freschezza di una messa in scena attualizzata, viva e coinvolgente, capace di disegnare uno spazio musicale, teatrale e drammaturgico inconsueto, brillante e gioioso.

 

Il 3 maggio la “prima” di “Scanderbeg”, l’opera con la quale chiude la 53ma stagione lirica del Teatro “Rendano”

Cosenza – Un vero e proprio evento chiuderà il 3 e il 5 maggio la 53° stagione lirica del Teatro “Rendano” di Cosenza. Di scena il dramma in musica “Scanderbeg”, composto da Antonio Vivaldi e rappresentato per la prima volta nel 1718 al Teatro della Pergola di Firenze. La riproposizione dell’opera a Cosenza segna una importante e virtuosa collaborazione tra il Teatro “Rendano” diretto da Isabel Russinova, il Teatro Nazionale dell’Opera di Tirana, palcoscenico della prima rappresentazione di questa produzione nel novembre del 2012, e l’Opera Academy di Verona che, su commissione del teatro albanese, ha realizzato il progetto artistico con il coinvolgimento degli allievi dei master di specializzazione dell’accademia veronese.

Dell’opera “Scanderbeg” gran parte della musica originale andò perduta, mentre il libretto, di Antonio Salvi, poeta di corte del granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici, sopravvisse interamente. Grazie al raffronto di documenti d’epoca, si accertò che quattro arie con recitativo vennero scritte dalla mano di Antonio Vivaldi. Al compositore Francesco Venerucci è toccato il compito di sottoporre a revisione le quattro arie “vivaldiane” e un certosino lavoro di restauro e di vera e propria reinvenzione della musica per tutta la copiosa parte rimanente. Al musicologo e saggista Quirino Principe, invece, quello, lungo e faticoso, di rielaborare interamente il libretto di Salvi, rendendolo più comprensibile e lasciando inalterati solo rari versi.


A Tirana l’opera è stata rappresentata in occasione del centenario dell’Indipendenza dell’Albania dalla secolare soggezione all’Impero Ottomano, proclamata il 28 novembre 1912.Grazie a questa operazione di ritrovamento, recupero, rielaborazione e quasi re-invenzione testuale oggi “Scanderbeg” può essere rappresentata, dopo Tirana, al Teatro “Rendano” di Cosenza.

Al centro del dramma in musica vivaldiano, la figura dell’eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg, nato a Croia nel 1405, prima valoroso soldato al servizio dei Turchi, per qualche tempo orientato verso la religione islamica, poi tornato al cristianesimo. Scanderbeg fu condottiero del suo popolo e tessitore dell’identità nazionale albanese. “Difendendo la propria terra – scrive Quirino Principe – Scanderbeg difese l’Europa cristiana e civile e in questo suo ruolo raggiunse una statura politica e morale fra le maggiori della storia europea, tanto che la sua grandezza fu ricordata con evidenza anche fuori del vecchio Continente.”

Doppia la dimensione storica assegnata a Scanderbeg dallo stesso Principe: “come campione del cristianesimo dinanzi all’espansionismo islamico e come eroe nazionale d’Albania”.

Due le rappresentazioni previste al “Rendano”: la “prima” venerdì 3 maggio, alle ore 20,30 (turno A di abbonamento) e la replica domenica 5 maggio, alle ore 17,00 (turno B di abbonamento).

L’Orchestra, il coro e il corpo di ballo sono quelli del Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto di Tirana. Stesso discorso per i cantanti: Armand Likaj (nel ruolo di Scanderbeg), Emiljana Palushaj (Doneca), Ogert Islami (Aroniz), Erlind Zeraliu (Ormondo), Edvin Kastrati (Amurat II), Ivana Hoxha (Asteria) e Klodian Kacani (Acomat).

Maestro Concertatore e Direttore d’Orchestra Zhani Ciko, che del Teatro dell’Opera di Tirana è anche sovrintendente; maestro del coro è Dritan Lumshi. La regia è di Giorgia Guerra, ripresa da Ada Gurra. Maestro del ballo e coreografo, Lino Privitera.

A firmare le scene Andrea La Cagnina, mentre le proiezioni video sono di Florian Canga e i costumi di Claudia Yanina Fascio.

Biglietti in vendita sia al botteghino del “Rendano” che all’agenzia Inprimafila di viale degli Alimena.

La voce di Fiorenza Cedolins apre la 53esima stagione lirica del Rendano

COSENZA – Nel suo percorso artistico ha incontrato i numeri uno della direzione d’orchestra, da Riccardo Muti a Zubin Metha, da Daniel Oren a Lorin Maazel ed ha anche avuto il privilegio di cantare accanto a Luciano Pavarotti. Fiorenza Cedolins è una delle voci più rappresentative del panorama lirico nazionale, molto apprezzata e richiesta all’estero, come testimonia l’Aida di Giuseppe Verdi nella quale canterà da qui a poco in Brasile, al Teatro Municipal di Rio De Janeiro.

Il suo amore per la lirica è equamente distribuito tra Puccini e Verdi, tanto che il soprano si definisce, non senza ironia, una “bigama musicale”, innamorata persa dei due maestri.

Ed è questo amore viscerale per Verdi che la porterà sabato e domenica prossimi al “Rendano” di Cosenza per l’apertura della 53esima stagione lirica, curata dal direttore artistico Isabel Russinova, che ha in programma, come primo titolo in cartellone, proprio un omaggio al compositore di Busseto, in coincidenza con il bicentenario della nascita.

Sabato 2 marzo, alle ore 20,30, la “prima”, domenica 3 marzo, alle ore 17,00, la replica.

“L’Omaggio a Verdi – la vita, le lettere, l’amore” – questo il titolo – è un condensato di prosa, teatro, lirica e sinfonica, in cui il ricordo di Verdi incrocia le sue eroine, soprattutto Giuseppina Strepponi, prima compagna e poi seconda moglie del compositore, con cui Verdi intrattenne un fitto carteggio.

A Cosenza Fiorenza Cedolins, protagonista assoluta dell’omaggio verdiano del teatro di tradizione cosentino, arriverà direttamente da Lugano dove ha avviato, in collaborazione con il Conservatorio della Svizzera Italiana e in collaborazione con l’Associazione “Lugano lirica”, una serie di corsi di alto perfezionamento squisitamente dedicati al repertorio italiano. “Una bella sfida – la definisce la cantante – con la quale ci siamo proposti di far rinascere l’opera lirica anche a Lugano valorizzando il lavoro attento e minuzioso che si sta portando avanti sui giovani talenti. In questo bicentenario verdiano – prosegue – mi sto gratificando enormemente nel riportare in scena i personaggi che questo grandissimo compositore e tra i più grandi geni della storia ci ha dato. Quindi per me è un particolare piacere, ma anche una responsabilità non da poco, cantare a Cosenza, dove peraltro non sono mai stata, in una serata interamente dedicata a Verdi. Tra l’altro, in questa specialissima occasione, ho scelto per la prima volta di debuttare sulle scene una grandissima pagina della scrittura verdiana che è Macbeth, portando sul palcoscenico del “Rendano” una delle pagine più impervie di tutta la letteratura del compositore. Ci sarà questa esclusiva per Cosenza, nessun altro l’ha ancora ascoltata. L’idea di fare una serata che presenti sì la musica, ma anche un commento recitato che in qualche modo possa delineare anche l’uomo Verdi è un’idea che ho proposto a Isabel Russinova già quattro o cinque mesi fa, all’epoca del nostro primo contatto. E’ bello intonare tutte le romanze, ma perché, mi sono chiesta, data la coincidenza con il bicentenario, non raccontare al pubblico anche aspetti della vita e del carattere del compositore che non tutti conoscono?”

Dai grandi direttori d’orchestra che ha incontrato, Fiorenza Cedolins confessa di aver mutuato molte cose. “Sono stata abbastanza “opportunista” da prendere tutto quello che potevo da tutti. Ho iniziato a cantare professionalmente a ventuno anni. Ho imparato dai colleghi meno in vista, ma anche dai massimi nomi della direzione d’orchestra e della regia. In primis dal maestro Roberto Benaglio, per due anni mio maestro di spartito e con il quale ho messo a punto l’accento verdiano”.

E poi due grandi direttori: Zubin Metha e Daniele Gatti.

E Verdi sarà protagonista anche nel futuro di Fiorenza Cedolins: sarà diretta infatti ancora da Daniele Gatti per la Messa da Requiem al Regio di Parma. La prossima estate poi, il 10 agosto, sarà all’Arena di Verona, ancora con “Aida”, sul podio Daniel Oren, per la regia di Gianfranco De Bosio. Un evento speciale, per il bicentenario della nascita e per il centenario della prima rappresentazione di “Aida” nel tempio della lirica veronese, che risale al 1913.

 

Verso l’inaugurazione della stagione lirica del “Rendano” con l’omaggio a Verdi per il bicentenario della nascita

Cosenza – Memoria e  tradizione sono le parole guida della 53° Stagione Lirica sulla quale il Teatro “Alfonso Rendano” sta per aprire il suo sipario.

Una Stagione che realizza tre importanti progetti musicali. Il più articolato, quello dedicato a Pietro Mascagni nel 15o° anniversario della nascita, consegna allo storico teatro di tradizione del capoluogo bruzio l’onore e l’onere di essere la prima privilegiata vetrina delle celebrazioni mascagnane, in felice sodalizio con il Comitato per le celebrazioni del compositore toscano presieduto dalla nipote Guia Farinelli Mascagni.

Quattro le giornate – dal 14 al 17 marzo – nel corso delle quali, oltre alla messa in scena dell’opera più conosciuta e rappresentata di Mascagni che è “Cavalleria Rusticana”, il Rendano, nell’ottica di una stagione improntata alla memoria ed al recupero delle rarità, porta in scena “Parisina”, su libretto di Gabriele D’Annunzio tratto dall’omonimo poema di Byron. Il prologo sarà il 14 marzo al Museo dei Brettii e degli Enotri con la proiezione del rarissimo film restaurato “Rapsodia Satanica”, musicato proprio da Mascagni.

E di rarità si può parlare anche a proposito dell’opera “Skanderbeg” di Antonio Vivaldi, dramma in due atti che Quirino Principe rielabora nel testo, che è di Antonio Salvi,  mentre Francesco Venerucci ne restaura le parti superstiti della musica, oltre a completarla. L’opera, ispirata al condottiero e patriota Giorgio Castriota Skanderbeg, considerato un eroe nazionale in Albania per averla difesa dai tentativi di conquista dell’impero turco ottomano, è co-prodotta con il teatro di Tirana, dove è già andata in scena con ottime critiche per l’esecuzione dell’Orchestra di Tirana diretta da Zhani Cico, direttore artistico del teatro della capitale albanese e che salirà anche sul podio cosentino per dirigere l’orchestra “Alfonso Rendano”.

L’apertura ufficiale della 53° stagione lirica del “Rendano” è fissata per sabato 2 marzo, alle ore 20,30. Primo titolo in cartellone è l’Omaggio a Verdi che il teatro di tradizione cosentino, diretto da Isabel Russinova, propone in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi che si celebra proprio quest’anno, essendo il compositore di Busseto nato il 10 ottobre 1813.

L’Omaggio a Verdi – la vita, le lettere, l’amore” sarà replicato anche domenica 3 marzo, alle ore 17,00,

Per l’occasione, il “Rendano” e Isabel Russinova si sono assicurati il soprano Fiorenza Cedolins, una delle cantanti più richieste della scena lirica internazionale.

La Cedolins conquistò la ribalta nel ’95, vincendo il Concorso Pavarotti International. Fu Pavarotti a volerla al suo fianco per cantare, a Philadelphia, nel ’96, il terzo atto di “Tosca”, nel gala dei vincitori. In quella occasione venne notata da un’Agenzia italiana e proposta al Maestro Riccardo Muti per la “Cavalleria Rusticana” del Ravenna Festival 1996. Di particolare rilievo anche il suo sodalizio artistico con il direttore d’orchestra Daniel Oren.
L’orchestra “Alfonso Rendano” sarà diretta da Gianluca Martinenghi, collaboratore tra gli altri del maestro Gianandrea Gavazzeni. La regia è di Rodolfo Martinelli Carraresi.Nel cast dell’omaggio verdiano del Teatro “Rendano” di Cosenza oltre alla Cedolins,  anche il mezzosoprano Giuliana Castellani,della cui voce si dice un gran bene, tanto da essere segnalata come uno dei giovani talenti del panorama lirico nazionale.

Il programma musicale dell’Omaggio a Verdi prevede, nell’esecuzione della sola Orchestra, la sinfonia del primo atto dell’Aida, la sinfonia del primo atto del Nabucco e le sinfonie da “La Forza del destino”. Il soprano Fiorenza Cedolins eseguirà l’Ave Maria, tratta dall’Otello e le arie Pace, pace, mio Dio, da “La Forza del destino”, Nel dì della vittoria da “Macbeth” e la romanza Ritorna vincitor dall’Aida.

Al mezzosoprano Giuliana Castellani sono affidate le arie  La canzone del velo dal “Don Carlo” e la romanza Già dischiuso è il firmamento dal “Nabucco”.

La Stagione Lirica del Rendano aprirà poi una finestra sul mondo del balletto il 13 aprile, con il Gran galà che vedrà la partecipazione delle etoiles Sabrina Brazzo e Mick Zeni, primi ballerini del Teatro alla Scala.