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Niente assegnazioni, a Cosenza la protesta degli insegnanti

COSENZA – Questa mattina l’inizio del nuovo anno scolastico ha sancito l’avvio, per oltre 275 mila gli studenti calabresi, di un nuovo percorso all’insegna di nuovi insegnamenti, nuove scoperte, di nuove amicizie.

Ma il nuovo inizio ha portato con sè anche disagi e malcontenti, specie per gli insegnantiprecari.

«Ad oggi nessuna novità sulle assegnazioni provvisorie. Non siamo qui per dare colpe, ma per manifestare il nostro dissenso rispetto al disservizio creato, a noi e agli alunni». E’ quanto ha affermato ad Ansa Calabria Pietro Falcone, docente titolare assegnato al nord, che attende l’avvicinamento in provincia di Cosenza e che questa mattina ha protestato insieme ad altri venti colleghi davanti la sede dell’Ufficio scolastico provinciale.

I docenti promotori della manifestazione lamentano che, pur avendo presentato domanda di assegnazione nella provincia di appartenenza, ad oggi non hanno ricevuto risposte dalle autorità scolastiche.

«Questa attesa – ha aggiunto Falcone – ha dei costi, in termini sia economici che umani, soprattutto nei confronti dei ragazzi che oggi sono soli in classe. Ma a farne le spese sono anche le nostre famiglie e i nostri figli. Ci fa rabbia sapere che ci sono circa 500 posti a disposizione in provincia e noi non otteniamo il trasferimento che abbiamo chiesto».

(Foto: Ansa Calabria)

Crediti formativi concorso docenti, gli aspiranti insegnanti scrivono a Crisci

RENDE (CS) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che alcuni degli aspiranti docenti laureati all’Università della Calabria, in merito all’acquisizione dei 24 CFU mancanti per poter partecipare al concorso per insegnanti, hanno indirizzati al Magnifico Rettore dell’Università della Calabria Gino Mirocle Crisci:

«Sono ormai mesi che gli aspiranti insegnanti, in vista del nuovo concorso docenti, si stanno muovendo presso la loro o altre università per la conquista dei crediti necessari per poter partecipare.

Molti ex studenti però, sono già in possesso di tutti o parte dei CFU nei quattro settori scientifico – disciplinari indicati dal Miur: pedagogia, psicologia, antropologia e didattica.

Anche l’Università della Calabria ha dovuto attivare tutte le misure necessarie per permettere ai suoi ex studenti di acquisire o convalidare i crediti in questione ma, a immatricolazioni già effettuate dietro pagamento, ovviamente, l’UniCal decide di “cambiare le carte in tavola” e, a pochissimi giorni dalla scadenza della compilazione, obbligatoria, del piano di studi, si scopre che saranno veramente pochissimi i crediti che, forse, verranno riconosciuti dagli esami pregressi.

Così gli aspiranti insegnanti laureati all’Università di Rende, molti dei quali mariti, mogli, padri, madri e lavoratori dovranno, a detta dell’ateneo, iniziare a seguire i corsi anche delle materie di cui hanno già sostenuto gli esami “fino a quando non saranno valutate le convalide” perché l’eventuale riconoscimento “richiederà del tempo” e come se non bastasse l’UniCal abbassa ulteriormente il numero di crediti convalidabili “anche a fronte del possesso di più crediti riconoscibili nello stesso settore, possono essere convalidati solo 2 crediti”.

Limitazioni inerenti al riconoscimento erano già state imposte dall’università nell’avviso di fine novembre 2017 “Esami convalidabili per i 24 cfu” che diceva, addirittura, che per alcuni esami vi sarebbe stata la “Convalida di 3 CFU se l’insegnamento è presente nel piano di studio insieme a un altro insegnamento (afferente ad un determinato Settore Scientifico Disciplinare) di almeno 2 o 4 CFU tra gli insegnamenti indicati”.

Molti degli aspiranti docenti, nonostante abbiano già inviato le richieste di riconoscimento dei crediti formativi seguendo le istruzioni che l’Università aveva reso note, stanno presentando o hanno già presentato domanda di rinuncia agli studi per seguire il percorso in altri atenei o, addirittura, per abbandonare completamente questa strada già non particolarmente facile da seguire.

Insomma, l’unica cosa certa sembra essere che l’UniCal sia stata poco chiara ed enigmatica fin da subito ed ora pare che non saranno seguite neanche le liste (restrittive) degli esami convalidabili che lo stesso ateneo calabrese aveva redatto. Tutto ciò è stato fatto intendere esplicitamente solo ad immatricolazioni già concluse.

Lo stesso bando redatto dall’UniCal risulta essere privo di precise regolamentazioni sulle modalità di riconoscimento dei crediti, come la precisazione secondo cui la convalida dei crediti pregressi deve rispecchiare l’offerta formativa.

Oltre al danno la beffa, diversi ex studenti Unical, infatti, che devono acquisire crediti in altre università, si sono già visti convalidare i crediti pregressi dall’Università che li seguirà nel percorso con la sola “autocertificazione” e la stessa Unical avrebbe già convalidato CFU a chi sta seguendo il percorso in un ateneo diverso.

Gli aspiranti professori non ci stanno ed hanno chiesto, con una lettera firmata, un incontro al Magnifico Rettore dell’Università della Calabria Gino Mirocle Crisci, informando contestualmente i sindacati del settore scuola di quanto sta accadendo ai loro danni.

Certo è che la corsa all’acquisizione/convalida di questi crediti ha permesso alle Università italiane, anche telematiche, di esercitare appieno la propria autonomia nella gestione della cosa, nonostante il limite imposto dal decreto ministeriale in 500 euro, che spesso viene aggirato aggiungendo tasse di iscrizione e quant’altro.

Per quanto riguarda la nostra regione, i laureati calabresi si sono affidati nelle mani del rettore affinché faccia valere i loro diritti e faccia sì che l’Università che rappresenta si distingua positivamente in questa vicenda».

Unical, Azione Universitaria a sostegno degli aspiranti insegnati

ARCAVACATA DI RENDE (CS) –  «Il mondo accademico, per natura e per spirito, è continuamente in fermento. Tuttavia, nelle ultime settimane, sono sotto gli occhi di tutti le preoccupazioni degli Studenti di Scienze della Formazione Primaria. Difatti, gli aspiranti insegnanti si sentono minacciati dal possibile inserimento nelle Graduatorie ad Esaurimento dei diplomati magistrale con titolo acquisito entro l’a.s. 2001/02. I dirigenti di Azione Universitaria, storico movimento universitario, non sono rimasti a guardare ed anche in questa occasione sono in prima linea in difesa dei diritti degli Studenti. Il portavoce nazionale AU Vittorio Gustamacchia ha annunciato che il movimento presenterà a breve una proposta proveniente da Carmine Bruno, portavoce calabrese del movimento. Questa, partendo dalla Calabria, arriverà in ogni Ateneo, grazie ai tanti rappresentanti degli Studenti AU, fino al massimo organo di rappresentanza nazionale». Questo quanto si legge in una nota stampa. «Saremo in prima linea anche in questa occasione – ha dichiarato Guastamacchia – per difendere valori imprescindibili quali la meritocrazia e la qualità della didattica nei nostri Atenei. Il nostro movimento è vivo perché ascolta la base ed ha occhi e orecchie in ogni Ateneo d’Italia, con cui siamo in grado di dare voce ad ogni Universitario d’Italia. In Calabria, possiamo avvalerci dell’autorevole operato di Carmine Bruno, da sempre instancabile militante e da qualche tempo validissimo dirigente regionale di Azione Universitaria. Anche in questa battaglia, ci siamo potuti affidare alla sua capacità di interpretare le necessità ed i bisogni dei nostri colleghi. Il suo slancio rinnovatore sarà fonte di ispirazione per ogni nostro militante da Aosta ad Agrigento»

«‘Spartacus’ è il nome della proposta formulata da Carmine Bruno, portavoce calabrese di Azione Universitaria, che ha dichiarato di voler liberare i laureandi in Scienze della Formazione Primaria dalle catene che sono state create dal legislatore. Nessun universitario italiano dovrà pensare che il percorso universitario e la laurea possano essere una perdita di tempo – continua il firmatario della proposta – e noi ci spenderemo con ogni forza per difendere il valore del titolo di Studio. Ringrazio anche Leonardo Scimia, rappresentante AU nel Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, che darà voce al nostro documento anche nel massimo organo di rappresentanza studentesca».

«Ma quale Buona Scuola?», la protesta degli studenti di Scienze della Formazione Primaria Unical

RENDE (CS) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta degli studenti iscritti al 5° anno del Corso di laurea a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria.

«In questi giorni è sempre più accesa la protesta di noi studenti iscritti al corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria (Nuovo Ordinamento) contro l’eventuale decisione dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Quest’ultimo si riunirà giorno 15 Novembre 2017 per approvare o meno la richiesta dei diplomati magistrali (ante 2001/2002) di essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento (GAE). Questo attribuirebbe loro più diritti e agevolazioni di chi, come noi, ha dedicato anni della propria vita allo studio di didattiche varie, ore di tirocinio, studi pedagogici e psicologici necessari alla buona crescita psicologica, fisica e conoscitiva dei bambini dell’infanzia e della primaria, oltre che a migliorare le capacità di insegnamento. L’offerta formativa, del nostro corso di laurea, cita testualmente che si intende: “promuovere attitudini e competenze caratterizzanti il profilo professionale di una figura di insegnante competente sul piano dei saperi relativi all’infanzia e ai suoi processi di crescita e di sviluppo. Il corso di laurea magistrale è, pertanto, indirizzato a sviluppare le competenze socio-psico-pedagogiche, didattiche, disciplinari, gestionali e deontologiche necessarie per la progettazione e realizzazione di percorsi formativi, nonché per la valutazione di risultati di apprendimento nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria”.

Tutto ciò aumenta vertiginosamente lo sgomento di noi laureati e/o laureandi in scienze della formazione primaria (nuovo ordinamento) che ci vedremmo scavalcati da chi finora ha dedicato la sua vita a tutt’altro. Da chi, dopo un diploma conseguito nel periodo antecedente al 2002, non ha mai avuto alcun rapporto con le scuole, con bambini e con l’insegnamento. Da chi, negli anni postumi al diploma, non ha mai conseguito alcun corso di aggiornamento e formazione che potesse dar loro competenze nuove che vengono richieste oggi dalla scuola ai docenti.

Alla luce di tutto questo, ciò che noi chiediamo è il nostro inserimento nelle graduatorie ad esaurimento e il  riconoscimento di un punteggio più elevato in graduatoria che sottolinei la differenza tra chi ha conseguito una laurea abilitante e chi un diploma magistrale.

Nell’insegnamento non si può vedere il frutto di una giornata di lavoro. È invisibile e rimane così, forse per venti anni. Che frutti si potranno raccogliere da chi, per decenni, ha seminato altro o niente?»

Operazione Minerva, a Cosenza insegnanti assunti con titoli di studio falsi (VIDEO)

COSENZA – La procura di Cosenza ha chiuso le indagini nei confronti di 33 insegnanti ritenuti responsabili di falsità ideologica commessa dal privato e falsità materiale in atto pubblico. L’articolata attività investigativa, condotta dal comando provinciale dei carabinieri di Cosenza, avviata nell’ottobre 2016, ha consentito di accertare l’esistenza di un sistema, diffuso sull’intero territorio nazionale, con il quale si è proceduto alla falsificazione ed all’utilizzo di diplomi apparentemente rilasciati da istituti magistrali statali e paritari della provincia di Cosenza o da scuole di specializzazione per l’insegnamento di sostegno ad alunni portatori di handicap, concessi dall’istituto nazionale scuole e corsi professionali di Cosenza. I documenti falsificati sono stati utilizzati dagli indagati sia per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento sia in quelle di istituto per ottenere l’assunzione nelle scuole primarie e dell’infanzia.
I carabinieri di Cosenza, oltre ad accertare il mancato conseguimento di tali titoli di studi, in alcuni casi era stato dichiarato il rilascio dei diplomi di specializzazione dopo la chiusure delle scuole in cui dovevano essere conseguiti, hanno proceduto al sequestro, negli istituti scolastici interessati, di 35 diplomi contraffatti, dei quali 13 di istituto magistrale e 22 di specializzazione per l’insegnamento del sostegno. In seguito all’attività dei carabinieri, alcuni dirigenti scolastici hanno adottato provvedimenti di sospensione nei confronti di insegnanti assunti sulla base di titoli risultati falsi.
33 come detto, gli indagati nella provincia di Cosenza, ma l’inchiesta prosegue anche in altre regioni d’Italia.

Scuola, Orlandino Greco: «Stop agli insegnanti Bed and Breakfast»

CATANZARO – «A pochi giorni dal suono della campanella purtroppo rischiamo di farci cogliere impreparati proprio sul tema dell’inclusione», è quanto ha dichiarato il consigliere regionale Orlandino Greco, capogruppo della lista Oliverio Presidente. «La riorganizzazione della scuola voluta dalla riforma Renzi – spiega Greco – ha determinato una serie di criticità che alla vigilia dell’inizio del prossimo anno scolastico rischiano di gravare pesantemente sugli studenti, prima ancora che sui docenti. Ottimo e incisivo l’intervento del presidente Oliverio – afferma il consigliere regionale – che consentirà a un maggior numero di insegnanti di prestare servizio in Calabria». «Ma in questo momento così delicato – rilancia – è urgente insistere affinché sino pubblicate al più presto le graduatorie per le assegnazioni provvisorie, prima del prossimo 12 settembre che segnerà il rientro a scuola per gli alunni del nord. Solo così – aggiunge – i docenti che ne hanno diritto potranno prestare servizio nella loro sede effettiva, evitando tra l’altro che molti, in attesa di conoscere la propria scuola di destinazione, siano lasciati in una condizione di ansia e precarietà, magari in un albergo, spendendo denaro e senza aver modo di organizzare la vita della propria famiglia per il prossimo anno.  Si tratta – precisa-  soprattutto della condizione necessaria per consentire alle organizzazioni scolastiche di mettersi in moto e lavorare in modo efficiente. Agli uffici scolastici tocca il delicato compito di dare risposte in tempi brevi».

Insegnanti di sostegno, Giudiceandrea: «Vinta una battaglia»

COSENZA – 364 insegnanti di sostegno resteranno in provincia di Cosenza. Lo ha reso noto il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea riferendo di aver appreso la novità dal dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Diego Bouché. «Dopo le nostre sollecitazioni dei giorni scorsi – scrive Giudiceandrea in un comunicato – l’ufficio scolastico regionale, nella persona del direttore generale dott. Bouché ha appena comunicato che ben 364 insegnanti di sostegno resteranno ad insegnare nella provincia di Cosenza. Sento di dover ringraziare a nome mio e del governatore Oliverio il direttore Bouché che ha preso a cuore la vicenda e l’ha portata verso una soluzione positiva. Con questo atto 364 insegnanti potranno continuare a rimanere nella propria terra. Un grazie – conclude il consigliere regionale – anche all’assessore Federica Roccisano e agli amici della Cgil di Cosenza che hanno preso parte con noi a questa battaglia».

Legge su La Buona Scuola, Mario Oliverio si esprime sull’argomento

CATANZARO – Il Presidente della Regione Mario Oliverio- informa una nota dell’Ufficio Stampa della Giunta- è intervenuto oggi sulla vicenda che riguarda centinaia di docenti calabresi, esclusi dalla mobilità straordinaria della legge su “La Buona Scuola”.

Roma, manifestazione contro la riforma della "Buona scuola"

Lo stesso Oliverio annuncia una lettera in merito al Ministro dell’Istruzione Giannini ed al Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Diego Bouché.

«Il piano straordinario delle assunzioni- afferma Oliverio- , già dallo scorso anno scolastico, nella fase di attuazione ha fatto emergere degli effetti non previsti nella fase di elaborazione. Infatti, lo scorso anno, migliaia di docenti con le Fasi A e B  del piano straordinario di assunzioni “ La Buona Scuola”, sono stati immessi in ruolo in scuole del Centro e Nord Italia. Successivamente, con le assunzioni della Fase C (potenziamento), migliaia di neo laureati abilitati sono entrati di ruolo nella propria provincia. Ciò, inevitabilmente, ha creato una disparità di trattamento tra precari storici, costretti e spostarsi oltre Roma, e chi è stato assunto nelle fasi successive.  La mobilità straordinaria annunciata lo scorso anno dal Governo Renzi ed espletata nei giorni scorsi – prosegue-, aveva l’obiettivo di attenuare l’esodo forzato di centinaia di famiglie verso il Nord e far rientrare buona parte dei docenti che, nella maggior parte dei casi, conta precari storici anche con 12 e anche 15 anni di servizio nella scuole calabresi. Le procedure di mobilità straordinaria appena espletate dal governo, hanno risolto il problema solo in  parte, infatti i circa 540 docenti che hanno ottenuto il trasferimento, soprattutto nella scuola Secondaria di Primo Grado, in massima parte non appartengono al contingente assunto con la Buona Scuola. Ciò è accaduto  perché gli uffici scolastici provinciali e regionali hanno comunicato un organico di diritto non conforme alle reali esigenze delle istituzioni scolastiche.»

«Infatti- dice  ancora il Presidente Oliverio-, per come ha spiegato la senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, oltre 400 docenti dal primo settembre saranno costretti a lasciare la famiglia e figli piccoli per prendere servizio nelle scuole del Centro Nord.  Se, come sostiene la senatrice Puglisi, questi 400 docenti hanno la possibilità di partecipare alle procedure per le assegnazioni provvisorie e continuare a lavorare vicino casa, ciò sarà possibile a condizione che il Ministero dia indicazioni agli Uffici Scolastici Regionali di definire entro pochi giorni l’organico di fatto con la totalità dei posti  e con il potenziamento dei posti in deroga, evitando gli errori del passato che hanno portato ad una marea di ricorsi da parte dei docenti con  ritardi dell’assegnazioni degli stessi  nelle classi. Solo così sarà  possibile che venga assegnato alla Calabria un organico scolastico adeguato alle problematiche che vive la regione, con un’immigrazione in forte aumento, uno spopolamento dei piccoli centri e un disagio sociale in crescita. Consentendo il rientro ad una buona parte docenti fuori sede e l’aumento degli incarichi annuali, migliorando cosi il diritto allo studio.»

«Mi appello quindi- conclude il Presidente della Regione-   al Ministro Stefania Giannini e al Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Diego Bouché, affinché entro pochi giorni si dia una risposta in tal senso i docenti calabresi.»

Congresso Gilda insegnanti, un professore calabrese eletto nella direzione nazionale

PERUGIA – Si è svolto a Perugia il Congresso Nazionale Gilda insegnanti. Durante l’incontro, il professore Nino Tindiglia, coordinatore regionale della Calabria, è stato riconfermato componente della direzione nazionale e nell’assemblea nazionale della federazione Gilda UNAMS. L’assemblea ha visto anche l’elezione del coordinatore nazionale (con la riconferma di Rino Di Meglio), della direzione nazionale, dell’assemblea federale FGU, del collegio probiviri e dei revisori dei conti.

Tra le altre cose, si è parlato di referendum, del contratto scaduto e delle «spaventose deleghe della legge 107» che dovranno essere applicate e che «rischiano di rovinare per sempre la professione docente».

A Lamezia il congresso provinciale Gilda degli insegnanti

LAMEZIA TERME (CATANZARO)- Si è svolto a Lamezia Terme presso ITE De Fazio il congresso provinciale della Gilda degli Insegnanti, Associazione sindacale rappresentativa della scuola, alla presenza di un folto numero di docenti iscritti.  Si è parlato dei problemi della scuola e della confusa e pasticciata ulteriore riforma introdotta dalla legge 107 definita “La buona scuola”. In effetti si tratta di una parziale riforma che non tocca tutto il comparto (lascia fuori il personale ATA e la scuola dell’infanzia) e va nella direzione opposta a quella necessaria inasprendo gli aspetti burocratici, precarizzando il ruolo degli insegnanti con l’introduzione degli ambiti territoriali e la chiamata diretta dei docenti. Si è parlato dei referendum promossi invitando tutti ad aderire. Che sia una riforma a dir poco frettolosa senza aver pensato ai risvolti a cui si andava incontro lo dimostrano i ritardi e le mancate risposte di chiarimenti a cui si assistere in questi giorni.

lamezia terme

Non si hanno regole chiare sulla applicazione del merito, sui trasferimenti (ricordo che la Gilda non ha firmato il contratto sulla mobilità) che scontano ritardi notevoli, sugli organici, ancora una volta si assiste ad un “armiamoci e partite” dove ogni ufficio territoriale (ATP) interpreta a proprio uso e consumo le norme creando disparità di trattamento, dove, “non si è tutti uguali” secondo la Costituzione. La confusione è massima, insopportabile nella fase B dei trasferimenti che si espone a contenzioso per le gravi ingiustizie che introduce, complici i sindacati concertativi.

Dopo ampia discussione sui problemi attuali si è passati ad eleggere gli organismi statutari dell’organizzazione. Alla guida è stato confermato il prof. Antonino Tindiglia. Fanno parte del direttivo provinciale i prof.ri: Aiello Mario, Campisano Anna Maria, Candido Giuseppe, Fulginiti Umberto, Garzulli Roberto, Giampà Immacolata, Grandinetti Luciana, Maesano Luciano, Mazzei Pietro, Porcaro Magda, Provenzano Bruno, Sacco Ida, Scalise Gaetano, Trapuzzano Aldo. Del Collegio dei Probiviri fanno parte i prof.ri: Belcamino Luigi; Mercuri Maria, Zicarelli Roberto. Mentre del collegio dei Revisori dei Conti fanno parte i prof.ri: Lavecchia Giuseppina, Spalliera Salvatore, Villella Serenella. Ai componenti dei rinnovati organi statutari va il saluto del Coordinatore Provinciale e un augurio di buon lavoro. Il primo direttivo è convocato per il giorno giovedì 5 maggio 2016 alle ore 17.