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Vita da Nerd: quali tecnologie si muovono dietro i giochi online

La Rivoluzione Digitale ha decisamente cambiato le nostre abitudini e il modo di guardare e vivere il mondo. Questo è innegabile. Tutto è ormai digitale e possiamo fare tutto attraverso la rete internet e le nuove tecnologie, dalla semplice spesa fino alle progettazioni di ingegneria aerospaziale, dal campo della telemedicina fino alle telecomunicazioni. E naturalmente chi si è inserito in questa rivoluzione è il mondo del gioco, in particolare quello online, che negli ultimi quindici anni ha cambiato radicalmente il proprio modo di esistere investendo sempre più in tecnologia e sviluppo digitale.

Le tecnologie nello sviluppo dei giochi

Già dagli anni ’80, quando i primissimi personal computer sono diventati man mano alla portata di tutti, lo sviluppo grafico e prestazionale anche dei videogiochi è sempre più cresciuto. Gli anni ’90, poi, con l’ingresso delle console di gioco e i computer sempre più performanti, hanno portato il mondo dei giochi virtuali e digitali dentro le case degli appassionati che, così, non erano più costretti a poter giocare al proprio gioco preferito solo nelle sale giochi. Esempi lampanti di sviluppo digitale li abbiamo con Wolfenstein 3D, Doom 3D, Quake, Tomb Raider e tanti altri. I limiti del mondo del gaming erano ormai stati infranti e si capì che la direzione da seguire era quella. Poi l’avvento di internet ha nuovamente rivoluzionato il settore. E negli ultimi vent’anni sono stati fatti passi da gigante passando da risoluzioni oggi ridicole per i nostri standard, come il 240p, fino all’UHD e al 4K, orientando il proprio nord verso il 6 e l’8K.

Proprio per questo le software houses hanno sempre più investito in sviluppo, ricerca e figure professionali specifiche, oggetto oggi di corsi di laurea specifici per diventare game programmer, game designer, game developer e artist animator. E per questo, per rendere ancora più attrattivi i nuovi giochi, si ricerca e si sviluppa in nuove tecnologie sempre più immersive come il 4D e la realtà virtuale, che sempre più ci aiuterà a risolvere anche problemi di salute come il dolore cronico. Alla base ci sono strumenti complicati e altamente specializzati da gestire, dal classico linguaggio di programmazione come HTML5, C++, Swift e C, fino a game engine sempre più definiti e dedicati per ogni fase di sviluppo.

Creare un gioco non è infatti cosa da poco. Oltre a tutta la fase preliminare di storyboarding e di preview grafica, il flusso di lavoro per realizzare un gioco ha diversi step. Come quello relativo ai motori grafici dove si gestiscono i movimenti, “le leggi fisiche”, le animazioni e il rendering che elabora informazioni esterne in rappresentazione grafica. Naturalmente c’è tutta la parte relativa al graphic design, oggi sempre più dettagliata e realistica. La fase del sonoro non è meno complicata visto che riguarda tutta l’esperienza sonora, dagli effetti alle voci. Ma c’è anche il settore dell’intelligenza artificiale che offre delle istruzioni casuali ma realistiche da far seguire ai protagonisti del gioco.

Ecco, tutto questo, che in realtà è solo una parte del lavoro, oggi viene applicato anche alla realtà aumentata prendendo in considerazione anche tutta la parte relativa al gesture control e ai dispositivi di comando, come oculari e guanti digitali e tutto il “gaming indossabile”. Il futuro, neanche troppo lontano, porterà inoltre verso esperienze ancora più immersive come il riconoscimento vocale e l’esperienza di gioco attraverso un’interazione diretta, anche vocale, con i personaggi delle avventure digitali.

Le innovazioni nei casino online

Se nel video gaming abbiamo visto come il futuro che lo attende è affascinante ,anche il mondo del gaming online, come quello dei casinò, si prospetta ricco di innovazioni. In questo settore le esperienze ludiche sono decisamente cambiate rispetto a qualche anno fa e non è difficile capire quali differenze ci siano tra i giochi online più datati e quelli più moderni e aggiornati. Per toccare con mano queste variazioni, si può far uso delle diverse promo messe a disposizione dai vari portali e i Free Spin rappresentano, probabilmente, quella piú utile e gettonata, dato che questi consentono di effettuare giri gratis senza alcun impegno economico, anche su slot diverse e, quindi, di date di rilascio anche lontane tra loro. Nei casinò online, infatti, si è spinto sempre più verso soluzioni grafiche innovative, parallelamente anche alla realizzazione di sceneggiature e storyboarding sempre più avvincenti. Anche in questo settore il futuro corre verso la realtà aumentata ma già oggi è possibile partecipare ad esperienze ludiche di realtà virtuale che cercano di ricreare le atmosfere dei casinò fisici. Gli sviluppatori studiano soluzioni 3D e di realtà virtuale che permettano al giocatore di sentirsi come se si fosse presenti fisicamente nel casinò, magari interagendo con un croupier. Non solo. Sono ormai piuttosto diffuse le scommesse virtuali che offrono simulazioni digitali di vari sport. Le sale live, inoltre, saranno sempre più sviluppate verso un futuro che integri la realtà aumentata e consenta al giocatore di immergersi totalmente nelle atmosfere, i suoni e gli odori di una sala reale. Le possibilità, come abbiamo visto, sono enormi e gli scenari di sviluppo sono ancora molto ampi e variegati e l’obiettivo finale degli sviluppatori è di rendere sempre più sottile quella linea che esiste tra virtuale e reale.

Quali sono i giochi più amati nel web?

I giochi online sono diventati popolarissimi negli ultimi anni, grazie soprattutto alla possibilità di sceglierli di vario genere e gratuiti. Tra i più amati del web ci sono quelli con temi specifici basati per la maggior parte sull’azione, ma anche alcuni casinò online che offrono la medesima possibilità, cioè permettono di giocare gratis a molte slot machine senza investire del denaro quindi per puro divertimento. Questo elenco che di seguito ci apprestiamo a descrivere riguarda alcuni di essi che si possono ottenere su PC, console oppure smartphone con sistema operativo iOS oppure Android.

Battle Royale

Oltre 1037 milioni di giocatori di tutto il mondo scelgono il gioco gratuito Battle Royale che prevede una battaglia navale che si svolge su un’isola contro altri 99 giocatori, e che alla fine decreta il vincitore in quanto l’unico sopravvissuto. L’esperienza di Battle Royale è tra l’altro giocabile sia su PC che su una console, ed in entrambi i casi vanta una grafica Ultra HD.

Minecraft

Con oltre 600 milioni di giocatori in tutto il mondo, Minecraft è il 3° gioco online più popolare di tutti i tempi. Si tratta nello specifico di un videogioco di sopravvivenza sandbox sviluppato e pubblicato dalla Mojang, in cui i giocatori raccolgono materiali per costruire qualsiasi cosa possano immaginare. Nel gioco, i partecipanti trascorrono la maggior parte del loro tempo esplorando i mondi generati casualmente dalla Minecraft e per trovare armature e spade per difendersi.

Fortnite

Circa 350 milioni di persone giocano a Fortnite su PC, console e smartphone. Il tema è fantascientifico e si basa sul mondo che è stato invaso dagli zombie dove le possibilità di sopravvivenza per i vivi sono scarse. Fortnite mette dunque i giocatori l’uno contro gli altri in un gioco di sopravvivenza, in cui si esplora il mondo alla ricerca di città piene di questi esseri. Ci sono inoltre resti del passato nella landa desolata ghiacciata che è la casa dei vivi, ma che nasconde molti segreti e l’unica possibilità di sopravvivenza è scavare attraverso di essa.

Le slot machine gratuite

Tra le tendenze del momento a livello di gaming troviamo anche le slot machine gratis, modalità di gioco che ha fatto un grande salto di qualità negli ultimi anni sia a livello di game player che di interazione con gli utenti. Tra i titoli più giocati a livello mondiale troviamo Starburst di NetEnt, Immortal Romance di Microgaming e Gonzo’s Quest, la prima slot tridimensionale lanciata sul mercato dalla già nominata NetEnt. Chiudono la classifica Book of Ra, titolo emblematico prodotto dalla casa austriaca Novomatic e Cleopatra di IGT.

 

Gaming, le novità di Microsoft per il futuro dei gamers

Non ha intenzione di fermarsi l’ascesa del segmento gaming, una parte dell’industria dell’intrattenimento che soprattutto negli ultimi mesi ha iniziato a macinare chilometri in termini di fatturato e di giro d’affari. Perché dietro al semplice gioco, infatti, ci sono investimenti, programmazione, sviluppo tecnologico.

Lo dimostra il settore del gambling, in particolare quello delle slot online, che negli ultimi anni si sono affermate tra l’amplia platea di giocatori in Italia e nel Mondo. Questo segmento, quotidianamente usato da oltre 50 milioni di players, è uno dei modelli emulati da altri segmenti per quanto riguarda alcuni fattori chiave nella creazione dei giochi, come indagini di mercato e demografiche, sviluppo e lancio sul mercato di nuovi titoli, molti dei quali vengono testati inizialmente mediante il lancio di slot machine online completamente gratuite.

Questo modello ha attratto anche altri colossi del gioco digitale. Microsoft ha annunciato nuove importanti innovazioni, definite come “strutturali”, per il futuro in particolar modo della Xbox e per il cloud gaming. Cerchiamo di capire quali sono entrando nel dettaglio.

Il gioco in arrivo sulle TV Samsung

Dal prossimo 30 giugno, infatti, tutte le smart tv targate Samsung, della Gamma 2022, saranno aggiornate con una novità: l’app Xbox integrata. Questo l’annuncio di Microsoft, per una funzionalità che permetterà di collegare l’account Xbox al televisore e grazie a un controller Bluetooth consentirà di giocare in qualsiasi momento. Si potrà quindi giocare alla TV anche senza possedere una consolle, per una rivoluzione che sembra veramente di portata colossale.

Una svolta, quella della tv e del gaming, che ha tempo fiutato anche Netflix, pronto a investire nel mercato del gioco.

Il futuro è nel Cloud Gaming

Il futuro di Microsoft, ma non solo, è quello che permetterà ai giocatori di utilizzare tutte le funzionalità e di accedere ai titoli direttamente in Cloud. È quello che si chiama anche gaming on demand o gaming as a service, praticamente un servizio di gioco in streaming. Si tratta di una innovazione nata nel 2000, grazie alla G-Cluster Global Corporation. L’idea iniziale era una semplice rete Wi Fi per dispositivi portatili e fu implementata nel 2005 dall’azienda di videogame Crytek per il videogioco Crysis.

Niente Cd, niente download, niente spazio da occupare nel disco rigido. Con il Cloud Gaming tutto sarà accessibile online, cliccando semplicemente un’icona. Una rivoluzione che è resa possibile, ovviamente, dal miglioramento delle connessioni internet, che permettono prestazioni all’avanguardia anche in questo senso.

Infine un’ultima grande novità dalla Microsoft: è stato riattivato l’Xbox Design Lab, con una colorazione nuova, “arcobaleno”, per festeggiare il Pride Month. Solo una piccola anticipazione di un futuro che è sempre più digitale e sempre più legato all’industria del gaming.

Tecnologia, innovazione, gamification: dal grande schermo alle slot machine

COSENZA – La filmografia, sia essa del grande o del piccolo schermo, è sempre più coinvolta in ogni forma artistica. Anche quando si parla di giochi, videogiochi e slot machine. A conferma di forme d’arte intramontabili.

Il cinema, per sua natura, è un universo aperto e sempre pronto ad accogliere nuove forme e nuovi stimoli. Si è sempre sentito, e si continua a sentire qualsiasi cosa sul mondo cinematografico, così quotidiano, così vicino alla vita di ogni persona che è impossibile per esso vedere preclusi ambienti o zone. Ed è un po’ la storia del mondo che va così: musiche che ispirano pellicole che ispirano a loro volta libri e altre forme d’arte. O viceversa: libri, saggi e fumetti che ispirano pellicole, serie tv, musiche e composizioni varie. Si pensi a The Walking Dead, serie dal successo planetario, nata da un fumetto e le cui immagini e colonne sonore sono diventate epiche per gli amanti del genere. O a Games of Thrones, il cui percorso è stato inverso.

All’incirca dagli anni ’90, in questo dare e ricevere tra varie forme d’arte, si è aggiunto un altro posto a tavola. Occupato oggi dal mondo dei giochi e dei videogames. Da trent’anni circa il rapporto è prosperoso e bivalente: cinema, musica, letteratura danno ai giochi; i giochi, a loro volta, restituiscono a cinema, musica e letteratura. Il gambling come fonte di ispirazione e come ispirazione stessa. Tutto reso possibile dalla grande rivoluzione tecnologica e digitale che negli ultimi vent’anni ha radicalmente cambiato il mondo. I videogiochi escono dalle console, come i film dallo schermo. Merito e onore alla gamification, insomma. Con questo termine si fa riferimento a tutte quelle pratiche dal mondo dei videogiochi applicate a contesti e ambienti non ludici. Oggi è tutto all’insegna della gamification.

Bonus, premi, obiettivi da raggiungere. Tutto ciò fa parte dei complessi meccanismi della gamification. Chi ha fatto da apripista a questo nuovo modo di intendere la realtà è sicuramente il mondo dei casinò online che, non a caso, oggi produce slot machine gratis come veri e autentici videogiochi. Il successo di questi giochi è assicurato da una serie di manovre: quella dei bonus games, quello di garantire prodotti di qualità e dal gameplay sopraffino, e di consentire una personalizzazione dell’offerta sempre aggiornata. 

Le slot machine e i videogiochi attingono linfa vitale proprio dal cinema e dalle serie tv, grazie ai quali hanno potuto produrre alcuni dei capolavori più amati da ogni generazione: si pensi ai vari Assassin’s Creed, Tomb Raider, 007, il Signore degli Anelli, Star Wars. Trasposizioni di grandissimo livello poi passate a tutti gli altri settori, fino appunto alle slot machine, le app da cellulare e i sempreverdi Personal Computer.

Il gioco d’azzardo poi, più di tutti, è andato limando le distanze tra i diversi settori. Non accontentandosi più di creare prodotti, ma premurandosi invece di allestire autentiche esperienze audio-visive e di gioco.

Star Wars Day: i segreti della celebre saga spiegati dai fisici dell’Unical

RENDE (CS) – Il 4 maggio è lo Star Wars Day, il giorno in cui gli appassionati di tutto il mondo festeggiano la celebre saga creata da George Lucas. La data scelta gioca su un’assonanza: “may the force” – ossia “che la forza (sia con te) ­– suona come “May the 4th”, ovvero 4 maggio in inglese.

Per celebrare la ricorrenza, il team di Fisicittà 2018 – associazione che riunisce dottorandi e ricercatori del Dipartimento di Fisica e si occupa di divulgazione – ha analizzato la saga dal punto di vista delle leggi scientifiche.

Dalla spada laser alla Morte Nera, è solo fantascienza? Ecco le loro risposte.

La Fisica di Star Wars

May be the 4th with you

         A cura di: Federica Chiappetta, Wera Di Cianni, Floriana Filice, Claudio Meringolo, Giuseppina Monterosso, Giuseppe Nisticò, Giuseppe Prete   

In un’epoca cinematografica in cui il filone scientifico è super affermato e sofisticato, con capolavori quali Interstellar (con tanto di consulenza di premio Nobel, Kip Thorne), The Martian, Gravity, Ad Astra, è sempre piacevole tornare alle origini e tuffarsi nella science fiction più pura.

Infatti a volte è proprio grazie a film di fantascienza quali l’intera saga di Star Wars, o 2001-Odissea nello spazio, o i più recenti Thor e i vari Avengers, che si accende il nostro interesse a confrontarci con la fisica e non-fisica che c’è dietro. Le varie “forze” sconosciute e gli strani viaggi nel mezzo interstellare mettono alla prova i cervelli di intere generazioni e stimolano la curiosità dei più giovani nei confronti della fisica e della scienza in generale.

E forse chissà, le future scoperte nel campo della fisica potrebbero davvero portarci ad aggiungere una quinta forza, oltre alle quattro interazioni conosciute, due delle quali citate (gravitazionale ed elettromagnetica), spiegata con la presenza di campi o particelle ancora non noti!

SPADE LASER

Non è goffa o erratica come un fulminatore…è elegante invece, per tempi più civilizzati

Arma padroneggiata da  Jedi e da Sith, la spada laser è l’oggetto più emblematico della saga di Star Wars.

Ma la spada laser è fatta realmente di laser? La risposta ovviamente è no. Il laser è un oggetto optoelettronico in grado di emettere luce ad una certa frequenza e quindi, trattandosi di radiazione, non è possibile che la spada abbia una lunghezza definita. Infatti, un fascio di luce si propaga all’infinito fino a che non incontra un oggetto che ne assorba o rifletta l’energia.

In più la “lama” della spada non sarebbe visibile in assenza di fumi o di nebbia. Noi potremmo vedere solo il punto in cui il laser si scontra con un ostacolo. Inoltre, lo scontro tra due fasci di laser, che spesso accade nei duelli tra Sith e Jedi, non potrebbe avvenire perché i due fasci di luce sovrapponendosi si attraverserebbero a vicenda.

Però una spada potrebbe essere fatta di plasma. Il plasma è il quarto stato della materia, costituito prevalentemente da gas ionizzato, cioè particelle cariche positivamente. Un esempio tipico di plasma nell’Universo è quello che costituisce le stelle.

Il plasma, a seconda dell’elemento ionizzato, può emettere una radiazione luminosa di colore simile a quello delle spade laser. Il problema sarebbe confinarlo in una forma simile a quella di una lama. Essendo il plasma costituito da particelle cariche, queste possono essere confinate mediante un campo magnetico. Anche se si riuscisse a dare al plasma la forma desiderata, maneggiare la spada sarebbe però impossibile perché la temperatura dell’impugnatura raggiungerebbe valori estremi.

TATOOINE IL PIANETA CON DUE SOLI E I PIANETI DI STAR WARS

Il pianeta d’origine dei protagonisti principali della serie è Tatooine, un pianeta desertico caratterizzato dalla presenza di due Stelle. Fino a pochi anni fa si pensava che non fosse possibile l’esistenza di un pianeta in orbita intorno a due stelle. La fantascienza in questo caso ha proposto un’idea che per l’epoca (1977, l’anno di uscita del primo film) era inverosimile, ma ha anticipato le future scoperte scientifiche che hanno portato alla luce l’esistenza di sistemi planetari in orbita intorno a un sistema di Stelle doppie, come il sistema Kepler-47.

Nei film della saga ci vengono spesso presentati pianeti o completamente ghiacciati o completamente aridi o addirittura pianeti ricchi di vegetazione. In pratica pianeti con la presenza di un solo tipo di stagione. Questo sarebbe possibile solo in condizioni molto rare. L’alternarsi delle stagioni della Terra è legato all’inclinazione dell’asse terrestre rispetto alla verticale del piano orbitale, che va a modificare l’angolo di incidenza dei raggi solari che raggiungono la superficie. Per avere una sola stagione dovremmo avere un asse senza inclinazione.

Nella saga ogni pianeta appare abitabile perché ospita una moltitudine di esseri viventi. In realtà ciò non è possibile per vari motivi. Per ospitare la vita un pianeta dovrebbe trovarsi nella cosiddetta “fascia di abitabilità”, una regione che si trova ad una distanza da una stella tale per cui vi è la presenza di acqua liquida sulla superficie del pianeta.

L’abitabilità di un pianeta è legata anche ad altre caratteristiche tra cui massa, densità, dimensioni, composizione chimica e temperatura che dovrebbero essere molto diverse tra i vari pianeti dell’Universo di Star Wars.

MORTE NERA

La Morte Nera è fondamentalmente un’arma di distruzione di massa dotata di un particolare raggio laser che può distruggere un intero pianeta. Come abbiamo detto precedentemente, il laser è un fascio di luce che si propaga nello spazio. Nel film vediamo che la Morte Nera utilizza questo laser per distruggere il pianeta Alderaan. Per la sua natura, il laser dopo aver distrutto il pianeta, avrebbe dovuto continuare a viaggiare e a distruggere tutto quello che si trovava in quella direzione, fino ad esaurire tutta la sua energia. Per alimentare quest’arma di distruzione vengono utilizzati i cristalli kyber. Nella realtà i cristalli sono poco propensi a liberare energia, quindi questo sistema di alimentazione è irrealizzabile (per ora…). Anche se riuscissimo a costruire questo laser, non sapremmo come far funzionare la Morte Nera.

Oltretutto, la Morte Nera è una stazione spaziale di dimensioni planetarie e per tale motivo dovrebbe esercitare una certa attrazione gravitazionale. L’interazione gravitazionale è quella forza che fa cadere gli oggetti verso il centro di un pianeta e la Morte Nera sembrerebbe avulsa da questa interazione. Potremmo tentare di giustificare l’assenza di effetti gravitazionali tramite la bassa densità della stazione, quindi questo oggetto sarebbe molto grande ma poco pesante. Tuttavia, se ciò fosse vero, le persone dovrebbero fluttuare all’interno di esso. In tutta la saga i veicoli sembrano soggetti ad una strana legge di gravità poiché nessuno dei personaggi fluttua come dovrebbe.

TIE FIGHTERS E ARMI IN STAR WARS

I TIE (Twin Ion Engine) fighters sono le famigerate navicelle spaziali imperiali con motore alimentato a propulsione ionica. Nella realtà il motore a ioni fu sviluppato alla fine degli anni ’50, fu adoperato nella missione Deep Space 1 solo nel 1998 e attualmente è utilizzato nelle sonde spaziali. Il suo funzionamento non lo renderebbe implementabile in un caccia stellare della saga, in quanto la spinta ionica è molto meno potente della normale spinta dei razzi e non è utilizzabile in ambienti con la presenza di attrito.

La propulsione ionica sfrutta la forza di Coulomb per mettere in movimento un piccolo mezzo. La forza di Coulomb è l’interazione che si esercita tra due cariche: se due cariche sono dello stesso segno si respingono, se sono di segno opposto si attraggono.

Recentemente è stata lanciata verso Mercurio la missione Bepi Colombo che dispone non solo del classico razzo a propulsione chimica, ma anche di un motore a propulsione ionica che verrà usato in alcune fasi di volo orbitale.

I TIE fighters sono muniti di armi in grado di emettere suoni anche nel “vuoto”. Ciò non torna perché il suono per propagarsi ha bisogno di un mezzo. Nello spazio non potremmo nemmeno sentire la famosa esplosione della Morte Nera.

SALTO A VELOCITÀ LUCE

In Star Wars i viaggi nello spazio presentano diverse problematiche. Le astronavi sono in grado di viaggiare alla velocità della luce per saltare nell’iperspazio. Ma cosa si intende per iperspazio? In matematica un iperspazio rappresenta uno spazio con dimensioni geometriche superiori a 3 (le classiche lunghezza, larghezza e profondità). Non sappiamo cosa intendano davvero i personaggi della saga per “iperspazio” ma possiamo supporre che sia un ipotetico “spazio” in cui la distanza tra due punti è percepita diversamente rispetto allo spazio tridimensionale e in cui le leggi fisiche che conosciamo non sono valide. L’iperspazio viene sfruttato per aggirare i limiti imposti dalla relatività ristretta.

Nel nostro Universo, in base a quanto teorizzato dalla relatività ristretta di Einstein, non è possibile superare la velocità della luce, che rappresenta un limite invalicabile. In base a questa teoria un oggetto che viaggia a tale velocità avrebbe massa infinita, il che sarebbe impossibile fisicamente.

Secondo la teoria della relatività ristretta, viaggiare a velocità prossima a quella della luce comporta una dilatazione del tempo e una contrazione dello spazio. Il tempo scorre in maniera diversa tra chi sta viaggiando a velocità prossima a quella della luce e chi no. Non c’è evidenza di questi effetti nei viaggi interstellari di Star Wars, anzi c’è una consequenzialità tra gli eventi, come se il tempo scorresse allo stesso modo per tutti.

Possiamo tentare di giustificare i viaggi di Han Solo tramite delle scorciatoie previste dalla relatività generale. Si tratta di cunicoli spazio-temporali (Wormhole) utilizzati anche nei film Thor, Interstellar. Nonostante questi oggetti siano stati ipotizzati teoricamente, la loro esistenza fisica non è stata provata.

Anche supponendo l’esistenza di questi cunicoli, i viaggi di Han Solo restano inspiegabili in quanto non si potrebbe utilizzare un tunnel per arrivare ad una destinazione a scelta, ma solo nella destinazione in cui si trova il Wormhole. 

 

 

Guida alla roulette online per principianti

La roulette è senza dubbio uno dei giochi d’azzardo più noti e amati al mondo. Merito del fascino immutabile della ruota, che simboleggia il rischio, la fortuna, il destino, ma anche dei tanti film che l’hanno mostrata e ne hanno decisamente accresciuto il fascino tra il pubblico. A proposito di questo non possiamo non citare un grande classico, Casablanca, o Casino di Martin Scorsese, o ancora il più recente The Gambler.

Tutte le roulette mostrate nei film sono naturalmente quelle “tradizionali”, presenti nelle sale da gioco di tutto il mondo. Ma da alcuni anni la tipologia più utilizzata dai giocatori non è affatto questa, bensì la versione online. La comparsa della roulette online in rete ha popolarizzato questo gioco come non mai, rendendolo disponibile ai giocatori di tutto il mondo. Anche a quelli che vivono lontanissimi da un casinò “di terra” o che non possono permettersi le grosse puntate richieste.

In rete invece è possibile giocare quanto si desidera, che sia tanto o poco, e addirittura si possono trovare dei siti che offrono questo gioco in formato totalmente gratuito. Ad esempio, è possibile giocare a diversi giochi di roulette online gratis su roulette-on-line.it, un portale specializzato proprio nell’offrire la versione gratuita dei giochi offerti dai casinò online.

È per merito della rete che questo gioco sta vivendo un’epoca d’oro, con un numero di giocatori mai visto prima. Su internet, a differenza che nella modalità “tradizionale”, si può giocare alla roulette in qualunque momento e ovunque ci si trovi, con una spesa, ribadiamo, anche molto piccola o addirittura nulla. Detto questo, le regole del gioco restano le stesse. E dunque è il momento di chiarire quali sono.

Le regole della roulette

Pochi giochi sono semplici quanto questo. Come tutti sapete, il tavolo da roulette si compone da due elementi fondamentali: la ruota (su cui si trovano degli spicchi numerati e colorati) e un piano ricoperto di panno verde su cui sono indicati i numeri presenti sulla ruota tranne lo zero (e il doppio zero nella versione americana) più alcuni gruppi di numeri, come ad esempio rosso e nero, pari e dispari, e via dicendo.

La ruota può essere composta da 37 numeri nella versione francese (da 0 a 36) o da 38 numeri in quella americana (a cui si aggiunge il doppio zero). Siccome lo zero è il solo numero su cui i giocatori non possono puntare, è anche quello che crea il vantaggio della casa. Come è facile capire, quindi, il vantaggio nella roulette americana è doppio. Questo significa che per i giocatori è più difficile vincere rispetto alla versione francese.

Detto questo, per giocare basta scegliere il numero o i gruppi di numeri su cui puntare e piazzare le proprie chip, quante se ne desidera, sulla casella apposita del tavolo. Le vincite sono più alte tanto più sono improbabili, quindi puntare su un singolo numero, in caso di vittoria, vi frutterà un bel malloppo, ma sarà anche estremamente difficile che vinciate. Al contrario, le puntate più facili, come pari o dispari, rosso o nero, portano a vittorie molto scarse.

Quando tutti i giocatori hanno fatto le loro puntate, il croupier lancia la pallina sulla ruota, che intanto gira. La pallina, fermandosi su uno spicchio, determinerà il numero vincente. Facile, no?

Bisogna notare che alcune versioni del gioco hanno delle regole aggiuntive, come ad esempio la regola dell’en prison che blocca le puntate quando la pallina finisce sullo zero. Per questo prima di iniziare a giocare vi consigliamo di leggere con attenzione la tavola dei regolamenti del singolo gioco. Buon divertimento e buona fortuna!

 

Oscars 2020, ecco la lista completa dei vincitori premiati dall’Academy

Eccoci agli Oscars 2020, l’evento più atteso dell’anno per gli appassionati di cinema.

La cerimonia di consegna degli Oscars, i premi più importanti del mondo della settima arte, si è svolta poche ore fa al Dolby Theatre di Los Angeles, in California.

Anche l’edizione numero 92, come lo scorso anno, ha fatto a meno di un presentatore. In ogni caso non sono mancati sul palco i grandi nomi del cinema contemporaneo che hanno consegnato i premi ai loro colleghi. Tra le star più importanti che sono salite sul palco ricordiamo, tra le altre: Jane Fonda, Tom Hanks, Oscar Isaac, Natalie Portman, Chris Rock, Mahershala Ali, Timothée Chalamet, Olivia Colman, Penélope Cruz, Gal Gadot, Salma Hayek, Regina King, Shia LaBeouf, Brie Larson, Spike Lee, Rami Malek, Keanu Reeves, Mark Ruffalo.

UNA SERATA TRA PRONOSTICI E SORPRESE

Le candidature per l’edizione numero 92 degli Oscar erano state annunciate lo scorso 13 gennaio. Ben 11 le candidature riservate al Joker di Todd Phillips, già vincitore a Venezia della Palma d’Oro, seguito dalle 10 nomination di 1917 di Sam Mendes, The irishman di Scorsese e Once upon a time… in Hollywood di Quentin Tarantino, tutti in lizza sia per Miglior film che per Miglior Regia. Una gara tra quattro possenti candidati, dunque, insidiati dalla pellicola rivelazione dell’anno, la sud-coreana Parasite del regista Bong Joon-ho, in corsa anche nella categoria Miglior Film Straniero.

Una serata di pronostici confermati ma anche di sorprese inaspettate: il regista sudcoreano Bong Joon-ho ha conquistato la statuetta per la Migliore Regia, soffiandola al superfavorito Sam Mendes e il film Parasite ha portato a casa il premio più ambito, quello per il Miglior Film. A mani vuote The irishman di Scorsese e molti meno premi del previsto per Tarantino e il Joker di Todd Phillips, che acciuffano 2 statuette a testa, come anche Ford v Ferrari. Solo un riconoscimento a testa, invece, per Marriage story, Jojo rabbit e Little women.

Ma ecco di seguito la lista completa dei vincitori.

MIGLIOR FILM

  • 1917
  • The irishman
  • Once upon a time… in Hollywood (C’era una volta a… Hollywood)
  • Little women (Piccole donne)
  • Joker
  • Jojo rabbit
  • Marriage story (Storia di un matrimonio)
  • Ford v Ferrari (Le Mans ’66 – La grande sfida)
  • Parasite

MIGLIORE REGIA

  • Sam Mendes – 1917
  • Bong Joon-ho – Parasite
  • Todd Phillips – Joker
  • Quentin Tarantino – Once upon a time… in Hollywood
  • Martin Scorsese – The irishman

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA

  • Joaquin Phoenix – Joker
  • Adam Driver – Marriage story
  • Leonardo Di Caprio – Once upon a time… in Hollywood
  • Antonio Banderas – Dolor y gloria
  • Jonathan Pryce – The two popes (I due papi)

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA

  • Scarlett Johansson – Marriage story
  • Renée Zellweger – Judy
  • Saoirse Ronan – Piccole donne
  • Cynthia Erivo – Harriet
  • Charlize Theron – Bombshell (La voce dello scandalo)

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA

  • Joe Pesci – The irishman
  • Al Pacino – The irishman
  • Anthony Hopkins – The two popes
  • Tom Hanks – A beautiful day in the neighborhood (Un amico straordinario)
  • Brad Pitt – Once upon a time… in Hollywood

MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE

  • Noah Baumbach – Marriage story
  • Quentin Tarantino – Once upon a time… in Hollywood
  • Bong Joon-ho e Han Jin-won – Parasite
  • Rian Johnson – Knives out (Cena con delitto)
  • Sam Mendes e Krysty Wilson-Cairns – 1917

MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

  • Todd Phillips e Scott Silver – Joker
  • Greta Gerwig – Little women
  • Anthony McCarten – The two popes
  • Taika Waititi – Jojo rabbit
  • Steven Zaillian – The irishman

MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE

  • Dolor y gloria – Pedro Almodovar (Spagna)
  • Bong Joon-ho – Parasite (Corea del Sud)
  • Boże Ciało – Jan Komasa (Polonia)
  • Medena zemja – Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov (Macedonia del Nord)
  • I miserabili (Les Misérables) – Ladj Ly (Francia)

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE

  • Klaus (I segreti del Natale) – Sergio Pablos
  • J’ai perdu mon corps (Dov’è il mio corpo?) – Jérémy Clapin
  • How to train your dragon: The hidden world (Dragon Trainer: Il mondo nascosto) – Dean DeBlois
  • Missing Ling – Chris Butler
  • Toy Story 4 – Josh Cooley

MIGLIORE FOTOGRAFIA

  • Jarin Blaschke – The Lighthouse
  • Roger Deakins – 1917
  • Rodrigo Prieto – The irishman
  • Robert Richardson – Once upon a time… in Holywood
  • Lawrence Sher – Joker

MIGLIORE SCENOGRAFIA

  • Dennis Gassner e Lee Sandales – 1917
  • Lee Ha-jun e Cho Won-woo – Parasite
  • Barbara Ling e Nancy Haigh – Once upon a time… in Hollywood
  • Bob Shaw e Regina Graves – The irishman
  • Ra Vincent e Nora Sopková – Jojo rabbit

MIGLIORE MONTAGGIO

  • Andrew Buckland e Michael McCusker – Ford v Ferrari
  • Tom Eagles – Jojo rabbit
  • Jeff Groth – Joker
  • Thelma Schoonmaker – The irishman
  • Yang Jin-mo – Parasite

MIGLIORE COLONNA SONORA

  • Alexandre Desplat – Little women
  • Hildur Guðnadóttir – Joker
  • Randy Newman – Marriage story
  • Thomas Newman – 1917
  • John Williams – Star Wars: The rise of Skywalker (Star Wars: L’ascesa di Skywalker)

MIGLIORE CANZONE

  • I Can’t Let You Throw Yourself Away (Randy Newman) – Toy Story 4
  • (I’m Gonna) Love Me Again (Elton John, Bernie Taupin) – Rocketman
  • I’m Standing With You (Diane Warren) – Breakthrough (Atto di fede)
  •  Into the Unknown (Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez) – Frozen II (Il segreto di Arendelle)
  • Stand Up (Joshuah Brian Campbell, Cynthia Erivo) – Harriet

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI

  • Matt Aitken, Dan DeLeeuw, Russell Earl e Daniel Sudick – Avengers: Endgame
  • Greg Butler, Dominic Tuohy e Guillaume Rocheron – 1917
  • Leandro Estebecorena, Nelson Sepulveda-Fauser e Stephane Grabli e Pablo Helman – The irishman
  • Roger Guyett, Neal Scanlan, Patrick Tubach e Dominic Tuohy – Star Wars: The rise of Skywalker
  • Andrew R. Jones, Robert Legato, Elliot Newman e Adam Valdez – The Lion King (Il Re Leone)

MIGLIOR SONORO

  • David Giammarco, Paul Massey e Steven A. Morrow – Ford v Ferrari
  • Tom Johnson, Gary Rydstrom e Mark Ulano – Ad Astra
  • Todd Maitland, Tom Ozanich e Dean Zupancic – Joker
  • Christian P. Minkler, Michael Minkler e Mark Ulano – Once upon a time… in Hollywood
  • Mark Taylor e Stuart Wilson – 1917

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO

  • David Acord e Matthew Wood – Star wars: The rise of Skywalker
  • Alan Robert Murray – Joker
  • Wylie Stateman – Once upon a time… in Hollywood
  • Donald Sylvester – Ford v Ferrari
  • Oliver Tarney e Rachael Tate – 1917

MIGLIORI COSTUMI

  • Mark Bridges – Joker
  • Jacqueline Durran – Piccole donne (Little Women)
  • Arianne Phillips – Once Upon a Time… in Hollywood
  • Sandy Powell e Christopher Peterson – The Irishman
  • Mayes C. Rubeo – Jojo Rabbit

MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURA

  • Vivian Baker, Anne Morgan e Kazuhiro Tsuji – Bombshell
  • Rebecca Cole, Naomi Donne e Tristan Versluis – 1917
  • Kay Georgiou e Nicki Ledermann – Joker
  • Paul Gooch, Arjen Tuiten e David White – Maleficent: Mistress of Evil (Maleficent: Signora del Male)
  • Jeremy Woodhead – Judy

MIGLIOR DOCUMENTARIO

  • For Sama (Alla mia piccola Sama) – Waad al-Kateab ed Edward Watts
  • The Cave – Feras Fayyad
  • Edge of Democracy (Democrazia al limite) – Petra Costa
  • American Factory (Made in USA – Una fabbrica in Ohio) – Steven Bognar e Julia Reichert
  • Medena zemja – Tamara Kotevska e Ljubomir Stefanov

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO

  • In the Absence – Yi Seung-jun
  • Learning to Skateboard in a Warzone (If You’re a Girl) – Carol Dysinger
  • Life Overtakes Me – Kristine Samuelson e John Haptas
  • Louis Superman – Smriti Mundhra e Sami Khan
  • Walk Run Cha-Cha – Laura Nix

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

  • Ikhwène – Meryam Joobeur
  • Nefta Football Club – Yves Piat
  • The Neighbors’ Window – Marshall Curry
  • Saria – Bryan Buckley
  • Une sœur – Delphine Girard

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE

  • Dcera – Daria Kashcheeva
  • Hair Love – Bruce W. Smith, Matthew A. Cherry e Everett Downing Jr.
  • Kitbull – Rosana Sullivan
  • Mémorable – Bruno Collet
  • Sister – Sigi Song

 

Anime 2010-2019: la top10 del decennio secondo Saitony

Il decennio 2010-2019 è ormai giunto al termine. Dieci anni che hanno visto crescere il mondo degli anime, sia in termini di quantità delle serie prodotte, sia per quanto riguarda il numero di persone che hanno scoperto questo bellissimo media.

Di seguito mi accingo a stilare quelli che, per il vostro Saitony, sono i migliori 10 anime del decennio. Vi ricordo che, nonostante abbia cercato di essere il più oggettivo possibile, si tratta di una classifica assolutamente personale, anche perché sarebbe impossibile riuscire a guardare tutte le oltre 100 serie che escono ogni anno.

10) DEATH PARADE (2015)

Decima posizione per Death Parade, anime originale in 12 episodi prodotto da Madhouse, che segna l’esordio alla regia di Yuzuru Tachikawa, che è riuscito a confermarsi come un regista di grande talento con lo splendido adattamento di Mob Psycho 100.

Death Parade è una serie che si incentra sui sentimenti legati alla morte. Una serie matura, che riesce a coinvolgere fin dal primo episodio per la sua narrazione e per l’ottimo comparto visivo. L’episodio finale è meraviglioso per i temi trattati e per le emozioni che fa provare. La scena della pattinata sul ghiaccio resta una delle migliori scene singole degli ultimi anni. Distribuito in home-video da Dynit, è disponibile anche su VVVVID, Netflix e Amazon Prime Video.

9) SPACE DANDY (2014)

Al nono posto abbiamo Space Dandy, anime originale prodotto da studio Bones e diretto dal grande Shinichiro Watanabe (Cowboy Bebop). Dandy è una serie completamente folle, in cui tanti artisti dell’animazione giapponese hanno riversato tutto il loro talento, creando una sorta di trattato sull’animazione di alto livello. La struttura episodica tipica di Watanabe va a convergere in un finale assurdo, che nella sua follia riesce anche a dare qualche spunto su cui riflettere. Divertimento assicurato e grande, grandissima animazione. È disponibile su VVVVID.

8) DEVILMAN: CRYBABY (2018)

Ottava posizione per il nuovo adattamento del capolavoro di Go Nagai. La serie di 10 episodi è prodotta da Science SARU, con regia del genio Masaaki Yuasa. La serie riesce a trasportare perfettamente la narrazione di Devilman (un manga dei primi anni ‘70) ai giorni nostri, con l’aggiunta di cellulari e social network. Grande fedeltà agli storici temi del manga, modernizzati per renderli attuali, il solito design bizzarro a cui Yuasa ci ha abituati, che calza a pennello per adattare Devilman, animazioni fluide, musiche tra le più belle degli ultimi anni e grande rispetto per la narrazione originale: questo è Devilman: Crybaby. Yuasa ha creato il suo Devilman e noi non possiamo essere altro che contenti. Disponibile su Netflix.

7) PING PONG: THE ANIMATION (2014)

Al settimo posto abbiamo nuovamente il nostro Masaaki Yuasa, con il suo adattamento in 11 episodi del manga sportivo di Taiyo Matsumoto. Ping Pong è senza alcun dubbio una delle migliori serie sportive di sempre, grazie alla costruzione di alcuni dei personaggi più umani che si siano visti in un’opera d’animazione. Partendo da un presupposto simile è molto semplice rimanere incantati dalla narrazione. La storia di Smile e Peco ha delle premesse e un’evoluzione eccezionali, tanto che a fine visione sentirete la mancanza di quei personaggi, ma capirete di aver provato qualcosa di unico, che sarà utile anche nella vita. Ping Pong è questo: una delle massime espressioni della vita stessa, un turbinio di tutto ciò che rende bella la nostra esistenza. Disponibile su VVVVID.

6) SAKAMICHI NO APOLLON (2012)

Sesta posizione per l’adattamento in 12 episodi del manga di Yuki Kodama, prodotto da MAPPA e diretto nuovamente dal maestro Shinichiro Watanabe. Sakamichi No Apollon è una delle migliori storie d’amicizia che si siano mai viste in un anime, nel suo passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta. Kaoru e Sentaro sono due personaggi completamente diversi, ma la loro diversità li unirà in quell’amicizia che tutti cercano, quella vera. La storia è accompagnata da quel ritmo jazz che è anche la metafora della vita. Un’opera straordinaria, che tutti dovrebbero vedere, per capire quello che è veramente importante in un rapporto. Un Watanabe inedito, che dimostra ancora una volta di essere uno dei più grandi rappresentanti dell’animazione giapponese. Disponibile via fansub.

5) HUNTER X HUNTER (2011)

Quinta posizione per il secondo adattamento del capolavoro di Yoshihiro Togashi, prodotto da Madhouse e diretto da Hiroshi Koujina. Hunter x Hunter è uno shonen da cui tutti gli altri dovrebbero prendere ispirazione, a partire dai personaggi, vero marchio di fabbrica di Togashi, che riesce a caratterizzarli tutti alla perfezione, anche quelli meno importanti. Passando poi per l’incredibile varietà di temi affrontati nelle varie saghe, che cambiano registro continuamente, restando comunque coerenti con la narrazione. In particolare Yorkshin City e Formichimere, due saghe che reinventano il manga per ragazzi. Senza dimenticare il personaggio di Meruem, che si sviluppa da un design che ricorda un misto tra Cell e Freezer, diventando poi uno dei più grandi villain che si siano visti in un’opera di finzione.

La grandezza della narrazione di Togashi è proprio quella di riuscire a rendere originali anche gli stereotipi, come l’aura combattiva, già vista in decine di opere. Il suo Nen è forse il potere shonen più complesso mai creato, con una quantità di limitazioni che Togashi stesso si impone per non rendere il suo manga un’accozzaglia di power-up. Da questo nascono alcuni dei migliori scontri mai visti in uno shonen, sempre contornati da un Togashi che spiega continuamente le dinamiche dello scontro, rendendolo estremamente realistico nella sua finzione. 148 episodi in cui vi verrà spesso da dire: “Non ho mai visto una cosa simile”. L’adattamento Madhouse, dopo una partenza traballante, riesce a cogliere molto bene l’essenza dell’opera di Togashi, nonostante sia chiaro che la voglia dello studio sia quella di rendere l’opera più adatta a un pubblico generalista. In ogni caso, ne vien fuori uno dei migliori adattamenti shonen mai creati. Questo è Hunter x Hunter, uno dei migliori manga e anime di combattimenti di sempre. Disponibile via fansub.

4) MONOGATARI: SECOND SEASON (2013)

Al quarto posto abbiamo l’adattamento della Second Season delle Monogatari Series, serie di light novel scritte dal grande Nisio Isin. Dopo Bakemonogatari, è stata proprio la Second Season a farmi innamorare definitivamente di questa serie. Partendo dalla grande regia di Akiyuki Shinbo, che ci trasporta in un mondo surreale, fatto di geometrie incredibili. Merito anche degli eccezionali personaggi, che in alcuni archi avranno la loro definitiva evoluzione. Monogatari è una serie che fonda quasi tutta la sua essenza sui monologhi interiori di Araragi e nei dialoghi con gli altri personaggi. Ogni singolo arco è un insegnamento irrinunciabile, che dimostra per l’ennesima volta la maestosità della scrittura del buon Nisio. Bisognerebbe menzionare anche i vari Kizumonogatari e Owarimonogatari, ma dovendo scegliere una sola serie, la mia preferenza è andata alla Second Season. Monogatari è una serie che sperimenta attraverso l’animazione, quindi non si può far altro che apprezzarla. Disponibile via fansub (Consigliato Akuma-Subs).

3) SHOUWA GENROKU RAKUGO SHINJOU (2016)

Terza posizione per l’adattamento in 25 episodi del manga josei di Haruko Kumota, realizzato da Studio Deen, con regia Mamoru Hatakeyama.

Difficile non definire Rakugo un capolavoro assoluto: una serie che parla di arte e di tradizione e di come l’evoluzione artistica venga influenzata dalle tradizioni. Gli eccezionali personaggi della serie cercano di mantenere vivo il genere teatrale del “rakugo”, in cui un singolo attore racconta una storia. Uno degli aspetti migliori di Rakugo è il suo ritmo, lento ma poderoso. Vi verrà da divorare un episodio dietro l’altro. La prima stagione è composta quasi interamente da un lungo flashback, uno dei migliori che abbia mai visto, per poi proseguire con una seconda stagione sontuosa. Una regia pazzesca, che riesce a valorizzare le scene di Rakugo con le inquadrature più disparate. Inoltre, nonostante io non sia un amante del doppiaggio giapponese, in questo caso trovo che sia stato fatto un lavoro incredibile. I racconti scorrono che è una meraviglia, anche grazie allo straordinario lavoro in fase di incisione. Disponibile su VVVVID.

2) UN MARZO DA LEONI (2016)

Al secondo posto abbiamo uno dei principali candidati ad anime preferito del sottoscritto, sperando che venga proseguito con una terza stagione. Un marzo da leoni è l’adattamento in due stagioni da 22 episodi ciascuna dell’omonimo manga di Chika Umino, realizzato da studio Shaft e Akiyuki Shinbo.

3-Gatsu No Lion è una serie praticamente perfetta. Si parte da un protagonista meraviglioso, in cui in molti potranno rispecchiarsi, passando per dei comprimari favolosi. La Umino è un genio assoluto nella creazione dei personaggi e lo aveva già dimostrato con il precedente Honey & Clover, altra serie consigliatissima. In questo caso viene raccontata la vita di Rei Kiriyama, giovanissimo giocatore professionista di shogi. La Umino ci fa entrare ripetutamente nella testa del protagonista, un personaggio tormentato fin dall’infanzia, che troverà dei legami inaspettati con le persone che lo circondano. La regia di Shinbo riesce a esaltare i momenti riflessivi della serie, con delle trovate stilistiche originali e ben dosate. Insieme a Rakugo è la seconda serie da 10 pieno di questo decennio. Disponibile su Netflix.

1) STEINS;GATE (2011)

Infine, al primo posto abbiamo l’adattamento della visual novel targata 5pb e Nitroplus, realizzato da studio White Fox, con regia del grande Hiroshi Hamasaki. Steins;Gate è una delle opere a tema “viaggio nel tempo” più coerenti e ben scritte che esistano. Una sceneggiatura di ferro regge una delle serie fantascientifiche migliori di sempre. Dopo una prima metà di introduzione, si viene catapultati in una serie di eventi imprevedibili, con un ritmo forsennato, in compagnia di personaggi assolutamente memorabili. Mettiamoci anche un Hiroshi Hamasaki raramente così in forma e otteniamo la perfetta fusione di forma e sostanza, di arte e intrattenimento. Disponibile su VVVVID e Netflix.

A UN ALTRO DECENNIO DI INCREDIBILI ANIME

Abbiamo quindi concluso la nostra TOP10. Voglio aggiungere che è stato difficilissimo riuscire ad estrarre solo 10 serie, perché tantissime altre avrebbero meritato una posizione in classifica, come i vari Psycho Pass, Mushishi Zoku Shou, Star Blazers 2199, Rainbow, Katanagatari, Fate/Zero, Mawaru Penguindrum, Your Lie In April, Shirobako, Hibike! Euphonium, Ushio e Tora, Mob Psycho 100, One Punch Man, Haikyuu, Made In Abyss, A place further than the universe e The Tatami Galaxy.

Speriamo di rivederci tra 10 anni per la prossima TOP10!

Antonio Vaccaro

 

 

 

A Cosenza un workshop di Tecniche Manga

RENDE (CS) – Si terrà sabato 15 febbraio il primo Workshop di Tecniche Manga con Salvatore Pascarella, docente della Lucca Manga School e della Scuola Italiana di Comix di Napoli e autore che vanta collaborazioni in Giappone, ma attivo anche in Italia e in Francia.

Ma cos’è il Manga?

Con questa parola siamo soliti identificare uno stile di disegno che fa parte di una pubblicazione seriale che spesso propone dei canoni fisici molto particolari. Ma in questo termine è racchiuso molto di più. Pochi sanno che il Manga non è uno stile di disegno ma un insieme di tecniche che portano alla realizzazione della tavola, caratterizzata da un linguaggio narrativo e visivo unico nel suo genere. Non c’è appassionato di fumetti che non abbia almeno un manga sullo scaffale.

Il workshop, organizzato dalla scuola di arti visive Nero Su Bianco, durerà da mattina fino a sera. I partecipanti avranno modo di stare a contatto con Pascarella e di scoprire tutti i segreti dell’affascinante mondo dei manga e del mercato che li porta sugli scaffali delle nostre librerie. Non solo: nel corso della giornata verranno commissionati importanti esercizi volti a perfezionare le capacità tecniche e narrative di coloro già avvezzi al mondo del disegno a fumetti.

Il ricco programma della giornata è disponibile sul sito della scuola, nella sezione dedicata appunto ai workshop: www.scuolanerosubianco.it. Coloro intenzionati a prenotare subito un posto possono richiedere maggiori informazioni scrivendo all’indirizzo info@scuolanerosubianco.it