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Anime 2010-2019: la top10 del decennio secondo Saitony

Il decennio 2010-2019 è ormai giunto al termine. Dieci anni che hanno visto crescere il mondo degli anime, sia in termini di quantità delle serie prodotte, sia per quanto riguarda il numero di persone che hanno scoperto questo bellissimo media.

Di seguito mi accingo a stilare quelli che, per il vostro Saitony, sono i migliori 10 anime del decennio. Vi ricordo che, nonostante abbia cercato di essere il più oggettivo possibile, si tratta di una classifica assolutamente personale, anche perché sarebbe impossibile riuscire a guardare tutte le oltre 100 serie che escono ogni anno.

10) DEATH PARADE (2015)

Decima posizione per Death Parade, anime originale in 12 episodi prodotto da Madhouse, che segna l’esordio alla regia di Yuzuru Tachikawa, che è riuscito a confermarsi come un regista di grande talento con lo splendido adattamento di Mob Psycho 100.

Death Parade è una serie che si incentra sui sentimenti legati alla morte. Una serie matura, che riesce a coinvolgere fin dal primo episodio per la sua narrazione e per l’ottimo comparto visivo. L’episodio finale è meraviglioso per i temi trattati e per le emozioni che fa provare. La scena della pattinata sul ghiaccio resta una delle migliori scene singole degli ultimi anni. Distribuito in home-video da Dynit, è disponibile anche su VVVVID, Netflix e Amazon Prime Video.

9) SPACE DANDY (2014)

Al nono posto abbiamo Space Dandy, anime originale prodotto da studio Bones e diretto dal grande Shinichiro Watanabe (Cowboy Bebop). Dandy è una serie completamente folle, in cui tanti artisti dell’animazione giapponese hanno riversato tutto il loro talento, creando una sorta di trattato sull’animazione di alto livello. La struttura episodica tipica di Watanabe va a convergere in un finale assurdo, che nella sua follia riesce anche a dare qualche spunto su cui riflettere. Divertimento assicurato e grande, grandissima animazione. È disponibile su VVVVID.

8) DEVILMAN: CRYBABY (2018)

Ottava posizione per il nuovo adattamento del capolavoro di Go Nagai. La serie di 10 episodi è prodotta da Science SARU, con regia del genio Masaaki Yuasa. La serie riesce a trasportare perfettamente la narrazione di Devilman (un manga dei primi anni ‘70) ai giorni nostri, con l’aggiunta di cellulari e social network. Grande fedeltà agli storici temi del manga, modernizzati per renderli attuali, il solito design bizzarro a cui Yuasa ci ha abituati, che calza a pennello per adattare Devilman, animazioni fluide, musiche tra le più belle degli ultimi anni e grande rispetto per la narrazione originale: questo è Devilman: Crybaby. Yuasa ha creato il suo Devilman e noi non possiamo essere altro che contenti. Disponibile su Netflix.

7) PING PONG: THE ANIMATION (2014)

Al settimo posto abbiamo nuovamente il nostro Masaaki Yuasa, con il suo adattamento in 11 episodi del manga sportivo di Taiyo Matsumoto. Ping Pong è senza alcun dubbio una delle migliori serie sportive di sempre, grazie alla costruzione di alcuni dei personaggi più umani che si siano visti in un’opera d’animazione. Partendo da un presupposto simile è molto semplice rimanere incantati dalla narrazione. La storia di Smile e Peco ha delle premesse e un’evoluzione eccezionali, tanto che a fine visione sentirete la mancanza di quei personaggi, ma capirete di aver provato qualcosa di unico, che sarà utile anche nella vita. Ping Pong è questo: una delle massime espressioni della vita stessa, un turbinio di tutto ciò che rende bella la nostra esistenza. Disponibile su VVVVID.

6) SAKAMICHI NO APOLLON (2012)

Sesta posizione per l’adattamento in 12 episodi del manga di Yuki Kodama, prodotto da MAPPA e diretto nuovamente dal maestro Shinichiro Watanabe. Sakamichi No Apollon è una delle migliori storie d’amicizia che si siano mai viste in un anime, nel suo passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta. Kaoru e Sentaro sono due personaggi completamente diversi, ma la loro diversità li unirà in quell’amicizia che tutti cercano, quella vera. La storia è accompagnata da quel ritmo jazz che è anche la metafora della vita. Un’opera straordinaria, che tutti dovrebbero vedere, per capire quello che è veramente importante in un rapporto. Un Watanabe inedito, che dimostra ancora una volta di essere uno dei più grandi rappresentanti dell’animazione giapponese. Disponibile via fansub.

5) HUNTER X HUNTER (2011)

Quinta posizione per il secondo adattamento del capolavoro di Yoshihiro Togashi, prodotto da Madhouse e diretto da Hiroshi Koujina. Hunter x Hunter è uno shonen da cui tutti gli altri dovrebbero prendere ispirazione, a partire dai personaggi, vero marchio di fabbrica di Togashi, che riesce a caratterizzarli tutti alla perfezione, anche quelli meno importanti. Passando poi per l’incredibile varietà di temi affrontati nelle varie saghe, che cambiano registro continuamente, restando comunque coerenti con la narrazione. In particolare Yorkshin City e Formichimere, due saghe che reinventano il manga per ragazzi. Senza dimenticare il personaggio di Meruem, che si sviluppa da un design che ricorda un misto tra Cell e Freezer, diventando poi uno dei più grandi villain che si siano visti in un’opera di finzione.

La grandezza della narrazione di Togashi è proprio quella di riuscire a rendere originali anche gli stereotipi, come l’aura combattiva, già vista in decine di opere. Il suo Nen è forse il potere shonen più complesso mai creato, con una quantità di limitazioni che Togashi stesso si impone per non rendere il suo manga un’accozzaglia di power-up. Da questo nascono alcuni dei migliori scontri mai visti in uno shonen, sempre contornati da un Togashi che spiega continuamente le dinamiche dello scontro, rendendolo estremamente realistico nella sua finzione. 148 episodi in cui vi verrà spesso da dire: “Non ho mai visto una cosa simile”. L’adattamento Madhouse, dopo una partenza traballante, riesce a cogliere molto bene l’essenza dell’opera di Togashi, nonostante sia chiaro che la voglia dello studio sia quella di rendere l’opera più adatta a un pubblico generalista. In ogni caso, ne vien fuori uno dei migliori adattamenti shonen mai creati. Questo è Hunter x Hunter, uno dei migliori manga e anime di combattimenti di sempre. Disponibile via fansub.

4) MONOGATARI: SECOND SEASON (2013)

Al quarto posto abbiamo l’adattamento della Second Season delle Monogatari Series, serie di light novel scritte dal grande Nisio Isin. Dopo Bakemonogatari, è stata proprio la Second Season a farmi innamorare definitivamente di questa serie. Partendo dalla grande regia di Akiyuki Shinbo, che ci trasporta in un mondo surreale, fatto di geometrie incredibili. Merito anche degli eccezionali personaggi, che in alcuni archi avranno la loro definitiva evoluzione. Monogatari è una serie che fonda quasi tutta la sua essenza sui monologhi interiori di Araragi e nei dialoghi con gli altri personaggi. Ogni singolo arco è un insegnamento irrinunciabile, che dimostra per l’ennesima volta la maestosità della scrittura del buon Nisio. Bisognerebbe menzionare anche i vari Kizumonogatari e Owarimonogatari, ma dovendo scegliere una sola serie, la mia preferenza è andata alla Second Season. Monogatari è una serie che sperimenta attraverso l’animazione, quindi non si può far altro che apprezzarla. Disponibile via fansub (Consigliato Akuma-Subs).

3) SHOUWA GENROKU RAKUGO SHINJOU (2016)

Terza posizione per l’adattamento in 25 episodi del manga josei di Haruko Kumota, realizzato da Studio Deen, con regia Mamoru Hatakeyama.

Difficile non definire Rakugo un capolavoro assoluto: una serie che parla di arte e di tradizione e di come l’evoluzione artistica venga influenzata dalle tradizioni. Gli eccezionali personaggi della serie cercano di mantenere vivo il genere teatrale del “rakugo”, in cui un singolo attore racconta una storia. Uno degli aspetti migliori di Rakugo è il suo ritmo, lento ma poderoso. Vi verrà da divorare un episodio dietro l’altro. La prima stagione è composta quasi interamente da un lungo flashback, uno dei migliori che abbia mai visto, per poi proseguire con una seconda stagione sontuosa. Una regia pazzesca, che riesce a valorizzare le scene di Rakugo con le inquadrature più disparate. Inoltre, nonostante io non sia un amante del doppiaggio giapponese, in questo caso trovo che sia stato fatto un lavoro incredibile. I racconti scorrono che è una meraviglia, anche grazie allo straordinario lavoro in fase di incisione. Disponibile su VVVVID.

2) UN MARZO DA LEONI (2016)

Al secondo posto abbiamo uno dei principali candidati ad anime preferito del sottoscritto, sperando che venga proseguito con una terza stagione. Un marzo da leoni è l’adattamento in due stagioni da 22 episodi ciascuna dell’omonimo manga di Chika Umino, realizzato da studio Shaft e Akiyuki Shinbo.

3-Gatsu No Lion è una serie praticamente perfetta. Si parte da un protagonista meraviglioso, in cui in molti potranno rispecchiarsi, passando per dei comprimari favolosi. La Umino è un genio assoluto nella creazione dei personaggi e lo aveva già dimostrato con il precedente Honey & Clover, altra serie consigliatissima. In questo caso viene raccontata la vita di Rei Kiriyama, giovanissimo giocatore professionista di shogi. La Umino ci fa entrare ripetutamente nella testa del protagonista, un personaggio tormentato fin dall’infanzia, che troverà dei legami inaspettati con le persone che lo circondano. La regia di Shinbo riesce a esaltare i momenti riflessivi della serie, con delle trovate stilistiche originali e ben dosate. Insieme a Rakugo è la seconda serie da 10 pieno di questo decennio. Disponibile su Netflix.

1) STEINS;GATE (2011)

Infine, al primo posto abbiamo l’adattamento della visual novel targata 5pb e Nitroplus, realizzato da studio White Fox, con regia del grande Hiroshi Hamasaki. Steins;Gate è una delle opere a tema “viaggio nel tempo” più coerenti e ben scritte che esistano. Una sceneggiatura di ferro regge una delle serie fantascientifiche migliori di sempre. Dopo una prima metà di introduzione, si viene catapultati in una serie di eventi imprevedibili, con un ritmo forsennato, in compagnia di personaggi assolutamente memorabili. Mettiamoci anche un Hiroshi Hamasaki raramente così in forma e otteniamo la perfetta fusione di forma e sostanza, di arte e intrattenimento. Disponibile su VVVVID e Netflix.

A UN ALTRO DECENNIO DI INCREDIBILI ANIME

Abbiamo quindi concluso la nostra TOP10. Voglio aggiungere che è stato difficilissimo riuscire ad estrarre solo 10 serie, perché tantissime altre avrebbero meritato una posizione in classifica, come i vari Psycho Pass, Mushishi Zoku Shou, Star Blazers 2199, Rainbow, Katanagatari, Fate/Zero, Mawaru Penguindrum, Your Lie In April, Shirobako, Hibike! Euphonium, Ushio e Tora, Mob Psycho 100, One Punch Man, Haikyuu, Made In Abyss, A place further than the universe e The Tatami Galaxy.

Speriamo di rivederci tra 10 anni per la prossima TOP10!

Antonio Vaccaro

 

 

 

[#Nerd30Consiglia] 5 anime da vedere su Crunchyroll

Tornano i consigli anime di Nerd30, dedicati questa volta alla piattaforma di streaming legale Crunchyroll.

Abbiamo selezionato 5 serie anime tra quelle che riteniamo più meritevoli di una visione. Pronti? Si parte!

Sound! Euphonium

sound euphonium

Partiamo con uno dei migliori titoli a stampo musicale degli ultimi anni. Sound! Euphonium è una serie televisiva in 26 episodi (2 stagioni da 13) e uno special (sulla piattaforma è l’episodio 14 della prima stagione), adattamento dell’omonima serie di romanzi di Ayano Takeda. La serie è prodotta da Kyoto Animation, con regia di Tatsuya Ishihara.

Euphonium è una serie di grande maturità, che riesce a portarti a stretto contatto con i personaggi. I rapporti sono gestiti in maniera esemplare e il comparto musicale è dosato alla perfezione. Inoltre la serie colpisce per una realizzazione tecnica impeccabile, in perfetto stile KyoAni, con delle ottime animazioni e un Ishihara in grande spolvero, che utilizza carrelli e movimenti di macchina cinematografici, soprattutto nella prima stagione.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/sound-euphonium

Run with the wind

run with the wind

Cosa vuol dire correre? Tra gli anime consigliati non poteva di certo mancare una serie sportiva. Kaze ga tsuyoku fuiteiru è un anime in 23 episodi, prodotto da Production I.G. e diretto da Kazuya Nomura.

Run with the wind è una serie che colpisce fin da subito per le intriganti caratterizzazioni dei personaggi, che nel corso della serie saranno in continua evoluzione, seguendo uno straordinario percorso di crescita. Un anime che riesce a valorizzare il singolo attraverso il gruppo e viceversa, caratteristica possibile solo alle migliori serie sportive. Il character design di Takahiro Chiba riesce a dare valore ai personaggi anche sul lato estetico. Le animazioni sono abbastanza fluide e conferiscono un certo realismo alle scene di corsa.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/run-with-the-wind

Tsukigakirei

Tsukigakirei

Tra le serie “romance” vi consigliamo Tsuki ga Kirei, anime originale in 12 episodi prodotto da studio feel. e diretto da Seiji Kishi.

Il primo amore è un sentimento puro, che non è corrotto dalle delusioni che ci colpiscono nell’arco della vita. Tsukigakirei insegna come un rapporto di genuina complicità sia una grande motore di crescita personale. Una serie che trova buona parte della sua forza nella semplicità, senza mai sfociare nella melassa gratuita, ma costruendo una storia raffinata ed emozionante. Tecnicamente la serie ha qualche difettuccio, come una computer grafica abbastanza scadente per animare le persone in strada. D’altro canto abbiamo una buona cura per i fondali e delle belle sequenze in rotoscopio. La regia riesce a valorizzare ogni singolo dialogo tramite la costruzione dell’inquadratura e dell’ambiente. Serie che consiglio anche a chi non ama particolarmente le serie sentimentali.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/tsukigakirei

 

Golden Kamuy

Golden Kamuy

Questa volta andiamo su una serie di stampo storico. Golden Kamuy è un anime che al momento conta 24 episodi (2 stagioni da 12 episodi), prodotto da Geno Studio e diretto da Hitoshi Nanba, adattamento dell’omonimo manga seinen di Satoru Noda.

Kamuy è una serie che ha 3 fondamentali punti di forza: i personaggi, l’intreccio e le gag comiche. Se sul lato tecnico abbiamo una serie che zoppica, complice un Geno Studio ancora giovanissimo e con poche maestranze di rilievo, sul lato narrativo l’anime ha veramente tanto da dare, soprattutto grazie ai due personaggi principali.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/golden-kamuy

 

A place further than the universe

A place further than the universe

Per concludere abbiamo una delle migliori serie dello scorso anno. A place further than the universe è un anime originale in 13 episodi, prodotto da studio Madhouse e diretto da Atsuko Ishizuka.

Un meraviglioso viaggio di crescita delle 4 protagoniste, uno slice of life di quelli che non si vedono molto spesso. Sora yori mo Tooi Basho è una di quelle serie che ti ricordano il perché amiamo tanto l’animazione. Tecnicamente l’anime è realizzato veramente molto bene, con delle ottime animazioni e una regia di grande sensibilità. Sicuramente la serie preferita dal sottoscritto tra quelle disponibili sulla piattaforma.

Link: https://www.crunchyroll.com/it/a-place-further-than-the-universe

Antonio Vaccaro

[#NerdCuriosity] Itasha, Auto giapponesi targate “anime”

Il Giappone è conosciuto in Occidente come il “paese delle stranezze”. E’ nota la sua incontestabile capacità di sorprendere grazie alle bizzarrie, che diventano ben presto mode, nonostante possano sembrarci davvero assurde.

È il caso dell’Itasha (letteralmente “auto dolorante), un termine slang che si riferisce a un fenomeno otaku in cui più estremisti decorano le proprie vetture con immagini di personaggi (prettamente femminili) provenienti non solo dagli anime più famosi, ma anche dagli eroge, genere videoludico molto popolare tra i maschietti, in cui si divertono a intraprendere relazioni con dolci donzelle virtuali.

Il fenomeno appare per la prima volta negli anni ’80, quando le prime auto venivano decorate con stickers e pupazzetti.

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Con il passare del tempo il fenomeno diventa sempre più popolare, fino a far spendere milioni di yen nella decorazione della propria auto con ogni genere di accessorio, dallo sticker ai pupazzi, dallo sterzo a forma di cuore alle tendine rosa pastello messe sui finestrini. Il termine Itasha si riferisce proprio a questo: il dolore per il portafoglio nel sostenere ogni volta spese così esose e che spesso portano il malcapitato fan ad avere difficoltà economiche.

L’Itasha però non è l’unica moda dispendiosa del Sol Levante sul fronte otaku: anche l’Ita-bag, ovvero decorare la propria borsa con i personaggi preferiti è molto popolare, soprattutto tra le ragazze, che usano decorazioni come luci, portachiavi, pupazzi e soprattutto spille, spesso spendendo cifre molto simili alla decorazione di un’automobile.

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Nel 2007 viene inaugurato il primo salone dedicato all’Itasha, ad Ariake, vicino al Comiket, ma possono essere ammirate in luoghi come Akihabara (Tokyo), Nipponbashi (Osaka) o Ōsu (Nagoya), luoghi frequentati dai giovani che espongono con orgoglio le loro “quattroruote”. Anche nell’industria dello sport molti professionisti usano decorare le loro auto da corsa, contribuendo a diffondere questa particolare moda anche in Occidente.

Questa è solo una delle pazzesche mode che ci fanno sorridere e ci sconvolgono al tempo stesso e chissà quali altre stramberie sforneranno questi “pazzi” giapponesi!

Vittoria Aiello

[#Anime] TOP 10 Anime più belli del 2018 by SaiTony

Il 2018 si è ormai concluso. Ecco a voi la mia personalissima TOP 10 delle serie anime dello scorso anno.

Vi ricordo che si tratta di serie CONCLUSE nel 2018, anche se iniziate nel 2017, in modo da avere una visione complessiva della serie. Ma bando alle ciance e partiamo con la posizione numero 10.

 

10. Seishun Buta Yarou wa Bunny Girl Senpai no Yume wo Minai

bunny girl

 

Titolo lunghissimo e decima posizione per questa ottima serie in 13 episodi targata Cloverworks, con regia di Souichi Masui, adattamento dell’omonima light novel di Hajime Kamoshida. Questo anime riesce a fondere molto bene il sovrannaturale alle classiche turbe adolescenziali, ispirandosi sicuramente a serie come La malinconia di Haruhi Suzumiya e Monogatari. Dalla copertina ci si può aspettare la classica serie ecchi, invece ci troviamo davanti un’opera matura, con degli ottimi personaggi e un grande ritmo. Sul lato tecnico l’anime si fa valere soprattutto sul lato della regia, con forte sensibilità nella gestione dei dialoghi, che scorrono senza annoiare per un secondo. La serie è inedita in Italia, la trovate dai Rakuen Subs. Voto 8.

 

9. Banana Fish

Banana fish

 

Alla posizione numero 9 abbiamo un anime in 24 episodi prodotto da studio MAPPA e diretto da Hiroko Utsumi, adattamento dell’omonimo manga di Akimi Yoshida, serializzato tra il 1985 e il 1994. Serie con un ottimo comparto action e dei personaggi veramente memorabili, che riesce a tenerti incollato allo schermo. Sul lato tecnico la serie si avvale di un bel character design e ottime animazioni, nonostante un leggero calo negli episodi finali. L’anime è disponibile su Amazon Prime Video. Voto 8.

 

8. Hinamatsuri

Hinamatsuri

 

Ottava posizione per il divertentissimo anime in 12 episodi targato studio Feel, con regia di Kei Oikawa, adattamento del manga omonimo di Masao Ohtake. Serie con delle bellissime caratterizzazioni e con un ritmo indiavolato, vi verrà da divorarvi i 12 episodi tutti in una volta. Il character design di Kanetoshi Kamimoto conferisce ai personaggi un aspetto particolarmente simpatico, che di tanto in tanto sfocia in delle facce esilaranti. L’anime è disponibile su Crunchyroll. Voto 8.

 

7. After the rain (Koi wa ameagari no you ni)

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Settimo posto per un ottima serie romance in 12 episodi targata Wit Studio, con regia di Ayumu Watanabe, tratta dal manga di Jun Mayuzuki. Serie che tratta il tema dell’amore tra 2 persone con una grande differenza d’età. Personaggi molto ben caratterizzati, con l’autore che riesce a dare spazio anche ai comprimari, creando una storia di grande dolcezza e sensibilità, cosa che traspare anche nella regia di Watanabe. Anime disponibile su Amazon Prime Video. Voto 8.

 

6. SSSS. Gridman

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Al sesto posto abbiamo la nuova fantastica serie in 12 episodi prodotta da Studio Trigger, con regia di Akira Amemiya. L’anime parte come una serie mecha, senza particolare sostanza, ma con l’avanzare degli episodi ci rendiamo conto che l’opera è molto più profonda e matura di quanto potesse sembrare, utilizzando il tema della depressione per creare un gruppo di personaggi complessi e strettamente collegati tra loro. Episodio finale da antologia. Sul lato tecnico abbiamo una buona fusione tra animazioni classiche e computer grafica, utilizzata soprattutto per animare gli scontri. Regia che per alcune inquadrature ricorda quella di Hideaki Anno nei rebuild di Evangelion. Serie inedita in Italia, la trovate dai Sadame No Fansub. Voto 8,5.

 

5. Megalo Box

megalo box

 

Quinta posizione per Megalo Box, serie in 13 episodi prodotta da TMS Entertainment, con regia di You Moriyama. L’anime è stato realizzato per festeggiare i 50 anni del capolavoro Ashita No Joe (Rocky Joe in Italia), omaggiandone i personaggi e le situazioni. Serie che funziona alla stragrande, anche senza conoscere l’opera originale, grazie ad un’ottima gestione dei rapporti tra i personaggi e un buon apparato tecnico, con delle discrete animazioni e una regia che non si risparmia nelle scene di combattimento. A livello visivo, la serie fonde alla perfezione uno stile moderno con dei connotati molto vecchio stampo. Disponibile su VVVVID. Voto 8,5.

 

4. Steins;Gate 0

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Quarta posizione per una delle serie più attese dal sottoscritto. Steins;Gate 0 è l’adattamento in 23 episodi dell’omonima visual novel prodotta da 5pb e Nitroplus, midquel di Steins;Gate e ambientato nella linea temporale β, quella che nella serie originale porta alla terza guerra mondiale. L’anime è prodotto da studio White Fox, con regia di Kenichi Kawamura. Serie che si combina alla perfezione con l’opera originale, rispondendo a quasi tutte le domande rimaste in sospeso. Al solito, abbiamo tutti gli ottimi personaggi di Steins;Gate, più qualche gradita aggiunta. La serie ha il pregio di avere un bel ritmo nella prima metà, con un leggero calo nella parte centrale, ma niente di esagerato. A livello tecnico si sente la mancanza di Hiroshi Hamasaki alla regia, le scene non hanno lo stesso impatto e la stessa enfasi di Steins;Gate, ma Kawamura riesce comunque a mettere in scena una regia solida e senza fronzoli. Musiche molto belle, con un riutilizzo dei temi classici di Steins;Gate, più qualche brano originale. Disponibile su VVVVID. Voto 9.

 

3. A place further than the universe

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Al terzo posto abbiamo uno degli “slice of life” migliori degli ultimi anni. Sora yori mo Tooi Basho è un anime originale in 13 episodi prodotto da studio Madhouse, con regia della talentuosa Atsuko Ishizuka. Serie meravigliosa, con 4 protagoniste diversificate, ma perfettamente in sintonia, che partiranno per un viaggio indimenticabile. Una piccola perla di rara bellezza, una di quelle serie che ti ricordano il perché ami l’animazione. Grande regia, ottime animazioni e musiche sensazionali. Disponibile su Crunchyroll. Voto 9,5.

 

2. Devilman: Crybaby

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Seconda posizione per il nuovo adattamento del capolavoro di Go Nagai “Devilman”. La serie è prodotta da studio Science SARU con regia del genio Masaaki Yuasa. Adattamento che ambienta l’opera originale ai giorni nostri, modificandola in alcuni punti, ma mantenendone intatta la sua devastante forza, dimostrando quanto i suoi temi non tramontino mai. Gli ultimi 2 episodi della serie sono di quelli che rimangono piantati nel cervello e non vanno più via. La regia di Yuasa è più trattenuta rispetto ai suoi standard, ma il suo tocco resta inconfondibile, con il particolarissimo character design e le ottime animazioni. La serie ha inoltre uno dei migliori comparti musicali degli ultimi anni, pezzi come Crybaby o D.V.M.N sono da riascoltare a ripetizione. Disponibile su Netflix. Voto 9,5.

 

1. 3-Gatsu No Lion 2

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Sul gradino più alto del podio abbiamo il capolavoro dell’anno, ovvero la seconda stagione di 22 episodi dell’adattamento del manga Un marzo da leoni di Chika Umino. La serie è prodotta da studio Shaft, con regia del grande Akiyuki Shinbo, ed è andata in onda per metà nel 2017, concludendosi a Marzo del 2018. L’autrice dimostra nuovamente quanto i suoi personaggi siano straordinari, come aveva già fatto con Honey & Clover, narrando una storia in cui ogni situazione ti tocca nel profondo del cuore. La Umino è veramente un’autrice unica nel suo genere, i suoi personaggi sembrano degli amici a cui vuoi bene, ti viene da sorridere con loro, da piangere quando sono tristi, da sentirne la mancanza quando non ci sono. Questa stagione tocca temi importanti come il bullismo, con la solita sensibilità che contraddistingue questa straordinaria mangaka. Tutto questo unito alla regia di Akiyuki Shinbo crea una serie d’animazione che tutti dovrebbero vedere, una di quelle opere d’arte meravigliose da cui ogni autore dovrebbe prendere ispirazione. Voto 10.

 

Menzione d’onore per alcuni lungometraggi, soprattutto l’ottimo Penguin Highway, l’OAV Asagao To Kase-San e il film Maquia: When The Promised Flower Blooms, quest’ultimo forse il miglior film dell’anno tra quelli che ho avuto il piacere di visionare.

 

Antonio “SaiTony” Vaccaro

 

[#NerdAnime] Cavalieri dello Zodiaco, perchè Andromeda sarà donna nel remake

La serie animata de I Cavalieri dello Zodiaco sta per tornare.

La piattaforma di streaming Netflix ha pubblicato online il primo trailer del remake ufficiale di Saint Seiya realizzato dallo studio di animazione MEIRS.

La serie, intitolata Knights of the Zodiac – Saint Seiya, avrà una prima stagione di dodici episodi. Le vicende esploreranno la saga già nota fino alla comparsa dei Cavalieri d’Argento. Yoshiharu Ashino si occuperà della regia, mentre la sceneggiatura è stata affidata a Benjamin Townsend, Shannon Eric Denton, Thomas F. Zahler, Joelle Sellner, Travis Donnelly, Thomas Pugsley, Saundra Hall, Shaene Siders e Patrick Rieger. Il character design sarà di Terumi Nishi, mentre il design delle armature sarà di Takashi Okazaki.

LE POLEMICHE

Tuttavia, alla visione del trailer molti fan hanno storto il naso. Il motivo è semplice: il cambiamento drastico apportato al personaggio di Shun, il Bronze Saint di Andromeda. Infatti, la versione del personaggio proposta dal remake made in Netflix del lavoro del maestro Masami Kurumada non avrà solo una voce più femminile, ma sarà una donna, in tutto e per tutto.

A commentare la decisione è stata per prima la designer Terumi Nishi, che ha spiegato che la decisione di rendere Shun di Andromeda una donna sia stata presa prima che lei stessa accettasse l’incarico.  In ogni caso, l’artista si è detta certa che “la nuova Andromeda farà del suo meglio come Sacro Guerriero”.

LA RISPOSTA DELLO SCENEGGIATORE

A porre fine alla controversia legata al personaggio è stato Eugene Son, creatore della serie d’animazione Saint Seiya targata Netflix. Son, attraverso una lunga serie di tweet, ha risposte alle critiche dei fan, motivando la scelta di rendere femminile il personaggio.

«‘Perché cambiare Andromeda?’ Me ne assumo la responsabilità. Quando abbiamo cominciato a sviluppare questo remake della serie, volevamo cambiare il meno possibile. I concetti chiave di Saint Seiya, che ne fanno un prodotto così amato, sono fortissimi. La maggior parte di questi funziona anche a trent’anni di distanza [dalla nascita dell’opera]. L’unica cosa che mi preoccupava erano i Cavalieri di Bronzo: tutti uomini. La serie ha sempre avuto dei fantastici, forti e dinamici personaggi femminili, e questo si riflette nell’enorme numero di donne appassionate del manga e dell’anime di Seiya. Ma trent’anni fa, un gruppo di ragazzi in lotta per salvare il mondo senza neanche una ragazza nel team non erano un grosso problema. Era lo standard di allora. E forse trent’anni fa vedere delle donne prendersi a calci e pugni non era importante. Ma oggi? Non è la stessa cosa».

ANIME E DONNE

Dunque, cosa fare perchè la presenza di un gruppo di combattenti completamente al maschile non diventi una dichiarazione d’intenti?

«Ci abbiamo pensato parecchio. L’anime e il manga sono colmi di personaggi femminili. Marin e Shana sono entrambe incredibili. Ma sono dei personaggi già molto potenti – e nessuno vorrebbe vederle trasformate in Cavalieri di Bronzo. Prendiamo un personaggio esistente come Sienna (che prima era chiamata Saori), Shunrei o Miho, le diamo dei poteri e la trasformiamo nella nostra versione di Apri O’Neil? O creiamo o un nuovo personaggio femminile e lo facciamo entrare in squadra? Ma noi non volevamo creare un nuovo personaggio femminile che di certo avrebbe dato nell’occhio e sarebbe stato scontato. Poi abbiamo parlato di Andromeda. Eravamo tutti d’accordo sul fatto che fosse un personaggio fantastico. Così abbiamo considerato l’idea di reinterpretare “Andromeda Shun” come la nostra “Andromeda Shaun”. Più ne parlavamo, e più ne vedevamo il potenziale. Un gran personaggio con un grande look.

ANDROMEDA SARÀ DIVERSA?

«Le caratteristiche chiave di Andromeda non sono cambiate – ha continuato a spiegare Eugene Son -. Usa le sue catene per difendere sé stessa e i suoi amici – come le ha insegnato il suo protettivo fratello. I fan più intransigenti di Saint Seiya sanno cosa succede ad Andromeda durante la storia. Come sarebbe se Andromeda fosse una donna? Ho ritenuto che sarebbe stato interessante scoprirlo. Ma sapevo che sarebbe stato controverso. Non la vedo come un’alterazione del personaggio. L’Andromeda originale è ancora un gran personaggio. Ma questa è una nuova interpretazione. Una versione diversa [del personaggio]. Se pensate che sia una cosa strana e non vi piace, lo capisco. Anche all’interno di Toei c’erano un sacco di persone che mi hanno chiesto se ne ero sicuro. Un sacco di fan di Shun amano il personaggio. Ma io spero che sarete disposti a conoscerla quando [la serie] uscirà e a valutarla di conseguenza».

Pertanto, non resta che aspettare l’estate del 2019, quando Saint Seiya debutterà ufficialmente su Netflix.

 

 

[#Anime] “Mirai” di Mamoru Hosoda, la recensione

Ritornano le recensioni anime di Nerd30 con un film uscito recentemente al cinema per soli 3 giorni, distribuito da Dynit e Nexo Digital.

Mirai è il nuovo lungometraggio diretto da Mamoru Hosoda, regista di film eccezionali come Summer Wars e La ragazza che saltava nel tempo, oltre che di un capolavoro come Wolf Children. Il film può vantare il bellissimo character design di Hiroyuki Aoyama, perfettamente in linea con quello di Yoshiyuki Sadamoto (character designer di Neon Genesis Evangelion), che aveva curato l’aspetto dei personaggi dei lungometraggi di Hosoda fino a Wolf Children.

LA TRAMA

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Kun-chan è un bambino viziato di 4 anni, che con la nascita della sorellina Mirai (futuro in giapponese) sente venir meno l’affetto dei suoi genitori, “rubato” dalla nuova arrivata.

Sopraffatto dalla gelosia, raggiunge un giardino magico dove incontra la versione adolescente di sua sorella neonata, insieme alla quale affronterà una serie di avventure grazie alla quali capirà cosa significa essere il fratello maggiore.  (Wikipedia)

IL COMMENTO

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Hosoda è un regista che fa sempre parlare molto di sé.

I suoi film hanno quasi sempre un giudizio positivo unanime, ma in questo caso, ancor di più che per The boy and the beast, ci troviamo di fronte ad una pellicola che ha spezzato i giudizi della critica. Diciamo subito che sono tra quelli che lo reputano un ottimo film, forse non ai livelli dei primi 3 di Hosoda, ma è un’opera che definire “brutta” è sbagliato, ma proprio a livello oggettivo.

Hosoda ha voluto sperimentare sia a livello narrativo che a livello tecnico e secondo me ci è riuscito abbastanza bene.

 

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Questo film utilizza un canovaccio abusatissimo nel cinema e nella letteratura, ovvero quello del fratellino geloso del nuovo arrivato, ma riesce comunque a inserire delle trovate interessanti ed originali. Una di quelle cose che hanno fatto storcere il naso alla critica è stata sicuramente la gestione episodica e “spezzettata” della trama, un qualcosa non proprio “alla Hosoda”, ma che a mio avviso è riuscita a dare il giusto spazio ai personaggi.

 

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Il piccolo Kun, attraverso il suo “giardino magico”, riesce ad entrare in contatto con altri mondi, posti nel passato, nel presente e nel futuro.

Non è chiaro se il tutto sia frutto dell’immaginazione del bambino, ma Kun riesce ad entrare in contatto con altre generazioni della propria famiglia, traendo un insegnamento da ognuna di esse. Devo ammettere che il personaggio che più mi ha colpito è senza dubbio il bisnonno di Kun, molto interessante la sua storia.

Attraverso i viaggi di Kun capiamo che Hosoda vuol comunicarci la sua visione della vita.

Ogni passo che facciamo è il primo passo verso il futuro e l’ultimo passo per il nostro passato. Per Hosoda nessuna azione è insignificante, perché nasce da un percorso durato generazioni e sarà un tassello importantissimo per la nostra vita e per quella delle generazioni future. Con il passare degli episodi il piccolo Kun si trasforma sempre di più in un fratellino per Mirai.
Hosoda riesce quindi a proseguire il suo discorso familiare in modo egregio, a mio avviso, mantenendo comunque un ritmo piacevole e senza particolari cali.

COMPARTO TECNICO 

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Come abbiamo già detto, la regia del film è decisamente più sperimentale rispetto ai precedenti di Hosoda.

Il regista utilizza delle lunghe sequenze (cut) in cui possiamo ammirare delle bellissime animazioni. La pellicola ha dunque un numero di cut decisamente inferiore rispetto alla media, oltre ad utilizzare molti movimenti di macchina, come delle panoramiche “a schiaffo” (inquadratura che si sposta velocemente da un soggetto all’altro senza stacchi) o rotazioni tridimensionali. Musiche molto belle e grande doppiaggio italiano.

IN CONCLUSIONE

Mirai è un film che conferma il talento di Hosoda nel costruire storie familiari di grande tenerezza e con degli ottimi insegnamenti. Aspettiamo con impazienza il suo prossimo film.

Antonio “SaiTony” Vaccaro

[#Anime] TOP5 Anime Primavera 2018 by SaiTony

La stagione primaverile degli anime si è ufficialmente conclusa.

A seguire verrà stilata una classifica dei 5 migliori anime proposti in questa stagione. Voglio puntualizzare che si tratta di serie che non proseguiranno nella programmazione estiva, quindi anime conclusi al momento(anche se iniziati in stagioni precedenti) o che probabilmente avranno un seguito in futuro.
Ovviamente si tratta di una classifica personale, in Giappone escono circa 50 anime per ogni stagione, nessuno sarebbe in grado di seguirli tutti.

 

5. Shokugeki No Soma: Toutsuki Ressha-hen

food wars anime

Quinta posizione per la seconda parte della terza stagione di Food Wars. L’adattamento dell’omonimo manga di Yūto Tsukuda prosegue il suo corso con delle interessanti sfide culinarie. Il pregio della serie è sicuramente quello di riuscire a intrattenere e a divertire, oltre a far venire l’acquolina in bocca in ogni episodio, nonostante abbia perso un po’ di mordente rispetto alle serie precedenti. L’intera terza stagione è disponibile su Crunchyroll.

4. Darling in the Franxx

Darling in the Franxx anime

Ebbene si. Quarta posizione per l’anime più discusso in questo periodo sul web, amato e odiato dai fan. Per il sottoscritto si tratta di una buona serie, che riesce a trattare discretamente temi quali i legami, l’adolescenza e l’umanità. I personaggi mostrano una discreta crescita nell’arco dei 24 episodi, nonostante una leggera perdita di coerenza generale nella seconda parte. Interessanti le citazioni a serie dello stesso genere. L’anime, prodotto da Trigger e A-1 Pictures, può vantare un buon comparto tecnico, nonostante un visibile calo negli episodi finali. Disponibile su Crunchyroll.

https://youtu.be/qWhTQ_eF8Z4

3. Ginga Eiyuu Densetsu: Die Neue These – Kaikou

Ginga-Eiyuu-Densetsu-Die-Neue-These-Kaikou anime

Terza posizione per il nuovo adattamento animato della serie di romanzi di Yoshiki Tanaka (dopo l’apprezzatissima serie OAV in 110 episodi prodotta tra il 1988 e il 1997). Legend of the galactic heroes è un ottimo anime fantascientifico di stampo strategico e fantapolitico, che tratta in maniera interessante la tematica della guerra. Realizzata da Production I.G. (Ghost in the shell), la serie conta 12 episodi con un buon livello tecnico, in particolare una discreta computer grafica per animare le navi spaziali, oltre a un interessante character design. Disponibile su VVVVID.

2. Hinamatsuri

hinamatsuri anime

Seconda posizione per Hinamatsuri, adattamento dell’omonimo manga seinen di Masao Ōtake. 12 episodi divertentissimi, con un gruppo di personaggi veramente ben caratterizzato, che regala delle gag esilaranti. Tecnicamente la serie prodotta da studio feel mostra delle buone intuizioni, una regia interessante e delle animazioni di buon livello. Disponibile su Crunchyroll.

1. Megalo Box

Megalo Box anime

Alla prima posizione il fantastico Megalo Box, serie realizzata per festeggiare i 50 anni del capolavoro di Asao Takamori e Tetsuya Chiba: “Rocky Joe”. L’opera, diretta da Yō Moriyama e prodotta da TMS Entertainment, non sbaglia un colpo, regalandoci 13 episodi di grande intensità per uno degli anime sportivi più interessanti degli ultimi anni. Tecnicamente la serie mostra dei connotati abbastanza vecchio stampo, con una colorazione riconducibile a serie degli anni ‘80. Animazioni molto buone e una discreta regia negli scontri. Disponibile su VVVVID.

Antonio Vaccaro

[#Nerd30Consiglia] Noein: To Your Other Self, Recensione Anime

Torna la rubrica dei consigli anime di Nerd30, questa volta con un’opera di genere fantascientifico in 24 episodi, prodotta nel 2005 da studio Satelight.

Stiamo parlando di Noein, serie distribuita in Italia da Dynit per il reparto home-video (il cofanetto DVD si trova a meno di 20 euro su Amazon).

LA TRAMA

Nel futuro è scoppiata una terribile battaglia fra due linee temporali: Shangri-La, il cui obiettivo è l’annullamento di tutti gli universi, e La’cryma, l’ultimo baluardo dell’umanità. Pressato dalla sempre più consistente minaccia posta da Shangri-La, l’Ordine dei Cavalieri del Drago si mette in viaggio tra le infinite pieghe dello spaziotempo per trovare l’unica cosa in grado di assicurare la vittoria agli esseri umani: la misteriosa Catena del Drago.

Nel presente, l’apparizione di un misterioso Cavaliere del Drago di nome Karas sconvolge le vite di Haruka e del suo compagno di classe Yu: non solo il misterioso individuo identifica la ragazza come la Catena del Drago, ma afferma anche di essere uno Yu proveniente da un futuro lontano 15 anni. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

nein

Noein è una serie che tratta il tema viaggio nel tempo in maniera parecchio interessante, utilizzando teorie scientificamente valide come “L’interpretazione dei molti mondi” di Everett, il paradosso del “gatto di Schrödinger” e in generale diversi temi legati alla meccanica quantistica. Per questo motivo risulta una serie parecchio complessa da seguire per chi non mastica determinati concetti scientifici.

gatto Schrödinger
Illustrazione sul paradosso del gatto di Schrödinger.

“In un lancio del dado avremo la stessa probabilità di ottenere il numero uno, o il numero sei, o uno qualsiasi degli altri numeri. In un universo quantistico c’è la possibilità che al momento del lancio l’universo si ramifichi in sei universi distinti, uno in cui è uscito il numero uno, uno in cui è uscito il numero due, ecc. L’unico modo per escludere 5 delle possibilità è l’osservazione del risultato.”

In Noein “osservare” un evento significa renderlo reale, dargli una concretezza che fino a quel momento non possedeva. Un concetto complesso ma semplice allo stesso tempo, del resto in questo momento state leggendo un articolo che fino a 2 minuti fa credevate non esistesse. L’osservazione dell’articolo concretizza la sua esistenza ai vostri occhi. Se immaginiamo che l’universo si ramifichi secondo infinite possibilità, abbiamo appena creato un universo in cui questo articolo esiste. In Noein funziona più o meno in questo modo.

noein

La serie ha dalla sua un cast di personaggi veramente solido, sia quelli principali che i comprimari. Inoltre il personaggio che da’ il nome alla serie si dimostra un villain di altissimo livello.

In ogni caso non si tratta di una serie esente da difetti, il punto debole sta proprio nel suo voler rendere scientificamente valido lo svolgersi della trama, cosa che non fa mai bene alla fantascienza. Ci sono veramente troppi spiegoni, quando sarebbe bastato lasciare più spazio all’interpretazione, come ci si aspetterebbe da un’opera di fantascienza. In ogni caso si tratta di una serie di ottimo livello.

COMPARTO TECNICO

Sul lato tecnico abbiamo un character design molto particolare, ad opera del grande Takahiro Kishida (Haikyuu, Welcome to the ballroom), dal quale si dipanano delle animazioni molto buone, soprattutto nelle scene d’azione, in cui si notano diversi stili d’animazione, quindi una serie abbastanza sperimentale in quel senso. La regia è notevole, riuscendo a valorizzare sia i dialoghi che i combattimenti. Il doppiaggio italiano è tra i migliori di casa Dynit.

IN CONCLUSIONE

Noein è una serie adatta a chi ama la fantascienza e i viaggi nel tempo, ma riesce a farsi apprezzare anche sul lato puramente slice of life. Consigliata soprattutto a chi ama le teorie scientifiche relative ai viaggi nel tempo.

Antonio SaiTony Vaccaro

[#Nerd30Consiglia] Tsuki ga Noboru made ni

Rieccoci con la rubrica dei consigli di Nerd30, questa volta con un OAV del 1991, un anime che al momento conta appena 94 voti su Myanimelist, quindi un’opera che definire sconosciuta sarebbe un eufemismo.

Stiamo parlando di Tsuki ga Noboru made ni, OAV di genere storico/drammatico in 40 minuti prodotto da OB Planning e Grouper Production, con regia di Eichii Yamamoto, regista di quel capolavoro sperimentale che è Kanashimi No Belladonna.

LA TRAMA

Padre e figlia salgono sulla cresta di una montagna per ammirare il sorgere della luna. Sul posto incontrano un anziano che inizia a raccontargli la propria storia, ambientata durante la seconda guerra mondiale.

IL COMMENTO

Tsuki ga Noboru made ni è veramente una piccola perla, un mediometraggio che riesce a trasmettere una grande serenità a fine visione. La storia raccontata dall’anziano signore è veramente interessante e cattura subito l’attenzione. Il tema principale dell’anime è sicuramente la guerra, che però viene vista in una concezione più umana. Infatti il nostro protagonista (il vecchietto racconterà la sua avventura da ragazzino durante la guerra tra Stati Uniti e Giappone) verrà salvato da alcuni soldati americani fatti prigionieri, scoprendo che quest’ultimi non sono cattivi come la guerra voleva fargli credere.

Il film si concentra quindi sull’umanità del singolo individuo, perché anche se Giappone e Stati Uniti sono in guerra non è detto che debbano esserlo un giapponese ed un americano. I film tenta quindi di veicolare un messaggio molto semplice: “le guerre tra paesi vengono combattute per gli ideali, ma chi si sporca le mani resta comunque un essere umano che non sempre vuole la guerra”.

Tsuki ga Noboru made ni è un OAV che riuscirà a strapparvi un sorriso, ve lo garantisco.

COMPARTO TECNICO

Sul lato visivo abbiamo un anime abbastanza curato, soprattutto grazie alla regia di Yamamoto, che riesce ad entrare in profonda armonia con i personaggi e la narrazione. Il character design è molto semplice, come anche le animazioni, ma sono perfettamente funzionali per il tipo di anime. Musiche molto interessanti.

IN CONCLUSIONE

Tsuki ga Noboru made ni è un anime che andrebbe riscoperto da chi ama l’animazione. Vi lasciamo il link della release dei BBF, l’unica sottotitolata in italiano: http://bowlingballfansubs.it/2355-tsuki-ga-noboru-made-ni/

Antonio Vaccaro

[#Anime] 5 Motivi per Guardare: La Rivoluzione di Utena

Se siete appassionati di anime, soprattutto di quelli che lasciano il segno e sappiano emozionare, e tra quelli attuali non trovate nulla che vi soddisfi appieno… Bene, siete assolutamente normali!

In questo articolo cercheremo di analizzare i cinque punti che possano portare chi ancora non l’ha fatto (molto male!) a guardare uno dei capisaldi dell’animazione giapponese della vecchia scuola:

La rivoluzione di Utena!

Classe ’97, la storia parla di una ragazza, Utena Tenjo, iscritta all’Accademia Ohtori, dove è determinata a cercare il principe che l’aveva aiutata a metabolizzare la morte dei genitori. All’interno della scuola incontrerà Anthy Himemiya, figura che coprirà il ruolo di arma durante strani duelli che si svolgono all’interno dell’istituto. Utena viene tirata dentro le situazioni più pericolose, senza avere alcun controllo sugli eventi e ignorando il fatto che dietro a tutto ciò si possa celare qualcosa di molto più grande.

Ma prima che possiate dire qualsiasi cosa, sappiate che questa non vuole essere una critica all’animazione moderna (e ai vostri gusti), ma solo un consiglio per espandere ancora di più la vostra cultura in fatto di animazione, cominciando proprio da Utena.

 

Il regista, Kunihiko Ikuhara

 

Ebbene sì, il primo motivo per il quale non potete perdere questa opera è proprio il regista della serie, il geniale quanto eccentrico Kunihiko Ikuhara. Spesso collaboratore con Jun’ichi Sato, è famoso soprattutto per aver diretto due delle saghe più belle di Sailor Moon (metà seconda, terza e quarta), che in seguito lascerà poiché la Toei Animation pone troppi limiti alla sua creatività. Ed è proprio andandosene che formerà il gruppo Be-Papas, che darà vita al progetto La rivoluzione di Utena, insieme a Chiho Sato, che curerà il manga, e ad altre tre persone tra sceneggiatori e animatori.

 

Metafore psicologiche

 

Utena si pone all’interno del panorama d’animazione giapponese come un’opera di grande ermetismo, tanto da risultare difficile da analizzare. Dopo una sola visione dell’anime, a tutti capita di pensare

“ma cosa ho appena visto?”

quasi come a pentirsi di aver speso tempo a guardare 39 puntate apparentemente senza senso. Ma nulla è lasciato al caso: le metafore in Utena sono tante e troppo spesso di difficile interpretazione, tanto che la rendono un’opera non per tutti. Ma se vi piace arrovellarvi su significati nascosti allora è l’anime giusto per voi (e non voglio certo anticiparvi nulla).

 

Le musiche

 

Può sembrare un punto scontato, ma non lo è affatto. La musica in Utena si compone di enorme pathos e accompagna con crescente entusiasmo chi guarda l’anime: ogni volta che la battaglia ha inizio, una canzone, che diventa un inno di guerra, viene intonata con fare solenne. L’inno, dal titolo Zettai Unmei Mokushiroku (Il Destino Assoluto: Apocalisse) si presenta come uno scioglilingua che rimbomba e si ripete, quasi nonsense, creando enorme fomento. La stessa sigla d’apertura, Renbu Revolution, interpretata dalla famosa Masami Okui, si presenta come qualcosa di più di una semplice canzone e il ritmo estremamente orecchiabile accompagna le scene una dietro l’altra.

 

Principe, non Principessa

 

“Molto tempo fa, c’era una giovane principessa, a cui il destino aveva sottratto entrambi i genitori, ma che un giorno incontrò un principe dall’aspetto nobile e provava tanta ammirazione per lui da diventare un principe lei stessa”. Questo è l’incipit (abbreviato) che ci sbatte in faccia la personalità anticonvenzionale di Utena. Il suo personaggio, profondamente opposto ad Anthy, la sua controparte femminile e sottomessa ai vari protagonisti (nonché cardine di tutta la serie) si pone con forza quasi mascolina, soprattutto quando duellerà con i membri del Consiglio Studentesco. Anthy è la principessa da salvare, così debole e che si lascia trasportare dal suo tragico destino, mentre Utena è proprio quel principe che con fermezza decide di diventare, Yin e Yang che unite porteranno a compimento ciò per cui sono destinate.

 

Originalità

 

A questo punto è chiaro che La rivoluzione di Utena è un’opera tanto complessa quanto originale, in un panorama anime dove ormai tutto si somiglia. Non rispetta nessun canone ma, anzi, osa in quello in cui nessuno avrebbe avuto il coraggio di fare all’epoca. L’estetica tocca vette molto particolari, presentandoci un design dei personaggi e delle ambientazioni di qualità seppur semplici, con colori molto intensi, dal freddo azzurro e bianco asettico della scuola, al rosso intenso del Teatrino delle Ombre, che si pone nell’intermezzo degli episodi. La trama cela più di quello che riusciamo a captare a una sola veduta e ciò non fa altro che spingerci a rivederlo più volte, soprattutto per capire se siamo riusciti a comprendere appieno l’apocalisse e la rivoluzione raccontati nell’anime.

Insomma, forse è trasparito troppo il mio amore per quest’opera, ma la sostanza non cambia: La rivoluzione di Utena è un’opera imprescindibile da cui un vero amante di anime non può tirarsi indietro nel dargli almeno una possibilità.

       

Vittoria Aiello