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[#Nerd30Consiglia] Honey And Clover

Rieccoci con il consueto appuntamento dei consigli anime di Nerd30.

Questa volta parleremo di Honey & Clover, anime in 36 episodi (una serie da 24 e una da 12) prodotto da studio J.C. Staff tratto dall’omonimo manga di Chika Umino, autrice famosa per Un marzo da leoni, opera il cui adattamento anime è tutt’ora in corso, anche questo consigliatissimo.

Honey & Clover è un manga che rientra nel target josei, quindi dedicato ad un pubblico femminile adulto (corrispettivo femminile di seinen).

LA TRAMA

Yuta Takemoto, Takumi Mayama e Shinobu Morita sono tre giovani studenti che vivono insieme in un palazzo fatiscente. Iscritti presso una scuola d’arte, fanno una vita piuttosto modesta (non hanno ad esempio neanche la doccia in casa), ma trovano sempre il modo di gioire della propria esperienza (ognuno di loro in effetti sembra essere dotato di un grosso talento artistico).

Un giorno il professore Shuji Hanamoto presenta loro sua nipote Hagumi “Hagu” Hanamoto. Morita dichiara subito il suo amore per la tenera fanciulla (che molti scambiano per una bambina) anche se a volte si comporta in un modo piuttosto strano e bizzarro, per non dire da maniaco, mentre Takemoto non lascia trapelare i suoi sentimenti e tende a comportarsi da amico con la ragazza, che dal canto suo non dimostra particolare interesse per i due.

Il gruppo inoltre include anche Ayumi Yamada, una delle più belle e corteggiate ragazze della scuola, maestra nella creazione di vasi e oggetti in creta, innamorata perdutamente di Mayama, il quale però è l’unico a non volere il suo amore. Il ragazzo infatti è a sua volta innamorato di una donna più grande con cui lavora, Rika Harada, la quale lo allontana per non urtare i suoi sentimenti. Il gruppo attraversa varie vicissitudini, ma con il passare del tempo i vari legami al suo interno non subiscono cambiamenti, nonostante i vari componenti affrontino ognuno un proprio cammino personale. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

Honey & Clover si potrebbe sintetizzare con una sola e semplice parola: 

…sentimento…

Durante la visione dell’anime si ha la sensazione di respirare vita vera, ricca di momenti belli e momenti brutti, tutti con un’importanza equivalente per la crescita dei personaggi. Un fiume in piena che travolge lo spettatore, ma lo fa con acque calme e piacevoli. Non si può fare altro che abbandonarsi alla corrente e vivere quello che vediamo sullo schermo.

La vera forza di Honey & Clover sta nell’immergere totalmente lo spettatore nello stato d’animo dei personaggi, che diventano familiari dopo pochissimi episodi. Si ride e si soffre con loro, quasi come se lo spettatore facesse parte della narrazione, questo grazie ad una gestione delle caratterizzazioni veramente incredibile, cosa che la Umino non perderà neanche con Un marzo da leoni. Utilizzando la tecnica della voce narrante in prima persona (spesso quella del protagonista), la mangaka riesce a sviscerare ogni stato d’animo dei personaggi, offrendoci il loro punto di vista in relazione ai loro sentimenti, che sono quasi onnipresenti nella narrazione.

In un certo senso i sentimenti sono importanti come l’aria che respiriamo, sono un carburante senza cui una persona non riuscirebbe a vivere, sono la motivazione che sta dietro ad almeno metà delle nostre scelte.

I PERSONAGGI

Takemoto può essere considerato il protagonista della storia, quello su cui la nostra Umino si concentra maggiormente, ma riesce ogni volta a spostarsi sugli altri personaggi quasi in punta di piedi, riuscendo a costruire una narrazione spezzettata ma incredibilmente compatta. Il nostro protagonista cresce episodio dopo episodio, spinto dall’amore per Hagu, ma anche dalla ricerca del suo posto nel mondo. In particolare risulta interessantissimo il suo percorso di accettazione nei confronti del nuovo compagno della madre, entrato nella sua vita tempo dopo la morte del padre.
Morita è un personaggio assurdo, che scompare per interi episodi per poi tornare a farti capire che ne sentivi la mancanza, nonostante sia il rivale in amore del nostro protagonista. Il classico personaggio che vorresti in ogni compagnia, quello che riesce a risollevare il morale del gruppo con il suo essere bizzarro e infantile, ma che nasconde un passato triste che verrà sviscerato soprattutto nella seconda stagione.

Mayama è un altro personaggio eccezionale, innamorato di una donna più grande in modo quasi assoluto, anch’esso alla ricerca del suo mondo. Insieme a Yamada è protagonista di una delle scene più commoventi dell’intero anime.

Yamada è la bella ragazza della situazione, corteggiatissima da tutti, ma innamorata di Mayama. Nell’anime assisteremo alla sua sofferenza di non essere ricambiata, ma nonostante tutto al non voler rinunciare al proprio amore, che in un certo senso è una parte importantissima della sua intera esistenza.

Hagu è questa piccola ragazza con una grande talento creativo, che in diverse occasioni lascia intendere di avere la capacità di imprimere nella sua mente qualsiasi immagine, che poi andrà a riprodurre tramite il disegno o la scultura. Un personaggio interessantissimo, come lo è il suo rapporto con il prof. Hanamoto, una sorta di padre per lei. Su Hagu si concentra in particolare la bellissima parte finale dell’anime.

Anche i personaggi secondari risultano molto interessanti e funzionali alla trama.

Nell’anime non mancano i siparietti comici (soprattutto quando entra in azione Morita), che non risultano mai fuori luogo, ma riescono a potenziare ulteriormente lo stato di immersione emotiva in cui si trova lo spettatore.

COMPARTO TECNICO

Per quanto riguarda la tecnica non abbiamo sicuramente un anime sensazionale, ma ogni cosa è funzionale alla trama. Il character design è in linea con quello della Umino, quindi estremamente particolare per quanto riguarda i lineamenti del viso, offrendo una vasta gamma espressiva, fondamentale in un anime che fa dello stato d’animo dei personaggi il suo punto di forza. Le animazioni sono quindi per lo più legate ai movimenti del viso, mentre sono abbastanza statiche per il resto del corpo, ma non essendo un anime di combattimento possiamo anche passarci sopra. La regia è di ottima fattura, soprattutto quando si tratta di lasciare spazio alla voce narrante e agli sguardi dei personaggi, entrando in una sorta di sospensione della realtà che rende il tutto ancora più immersivo. Musiche eccezionali, malinconiche, struggenti, allegre, forse poco varie, ma azzeccatissime in ogni scena in cui compaiono.

IN CONCLUSIONE

Honey And Clover è una perla imperdibile, uno di quegli anime che ti fanno essere felice di amare l’animazione. A fine visione sentirete la mancanza di questi personaggi, vi verrà voglia di augurargli il meglio, quasi come se fossero dei cari amici.

Antonio Vaccaro

[#Anime] Nuovo video promo per Card Captor Sakura: Clear Card Arc

Il sito ufficiale di Card Captor: Clear Card Arc ha pubblicato un nuovo promo in occasione della sua messa in onda il 7 gennaio 2018 sulla rete NHK BS Premium.

In contemporanea, Crunchyroll ha pubblicato il video sottotitolato in inglese, dando conferma che sarà proprio lui a portarlo in simulcast, anche se i paesi in cui trasmetterà non sono ancora noti.

La serie riprenderà dal punto in cui si fermò la serie classica, con l’inizio delle scuole medie da parte di Sakura e il ritorno di Shaoran. Tutto sembra scorrere normalmente, ma Sakura fa uno strano sogno in cui appare una figura misteriosa e le carte diventano improvvisamente trasparenti.

Maaya Sakamoto, famosa interprete nella prima serie di Card Captor Sakura, farà il suo ritorno cantando la sigla di apertura, Clear. Anche Sakura Tange farà il suo grande ritorno doppiando la stessa Sakura.

Insomma, sperando che l’Italia rientri tra i paesi che vedranno in simulcast la serie, attendiamo l’anno nuovo per goderci questa nuova grande avventura!

Vittoria Aiello

https://youtu.be/FrF5qt_LBlc

[#Nerd30Consiglia] Freedom

Rieccoci con la rubrica dei consigli, questa volta con una serie OAV in 7 episodi prodotta da studio Sunrise, diretta da Shuhei Morita, con character design del grande Katsuhiro Otomo (Akira), distribuito in Italia da Dynit.

Stiamo parlando di Freedom, anime di genere fantascientifico realizzato quasi interamente in computer grafica.

LA TRAMA

L’anime Freedom narra l’avventura di Takeru, un ragazzo che vive su Eden, una colonia lunare. Un giorno, Takeru viene a conoscenza di un grande segreto che potrebbe cambiare le sorti dell’umanità. Sulla Terra, infatti, la civiltà è ormai estinta a causa del cambiamento anomalo del clima.

La storia inizia 160 anni dopo la scomparsa della vita sulla Terra. Takeru, come altri ragazzi, decide di prender parte ad una gara di Beacle, moto da corsa particolari della Luna. Durante una gara, la sua Beacle prende fuoco e viene completamente distrutta. Per questo, Takeru è condannato a 10 ore di lavoro “volontario” al di fuori della cupola lunare. Durante questo giro lunare, Takeru rinviene i resti di una capsula schiantatasi sul suolo lunare. Il giovane scopre, grazie a delle fotografie, che la capsula proveniva dalla Terra, più precisamente dalla Florida. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

Per il sottoscritto, Freedom è veramente una piccola perla del genere fantascientifico. L’anime si ricollega ad eventi realmente accaduti, in particolare il lancio delle missioni Apollo, ma le utilizza come mezzo per raccontare una grande avventura. Nonostante i pochi episodi, abbiamo una serie veramente ben strutturata, che riesce a concentrarsi prevalentemente sui personaggi, senza ostentare eccessivamente sul viaggio spaziale. Questa è un’opera che funzionerebbe anche se invece di viaggio spaziale si parlasse di navigazione via mare, perché l’uomo resta tale in qualsiasi contesto, con i suoi obbiettivi e la sua voglia di conoscenza, che lo spinge a non smettere mai di cercare qualcosa per cui valga la pena vivere. L’anime contiene inoltre varie critiche, come quella alla “monotonia”, a cui le alte leve abituano i propri cittadini, perché in un certo senso i cambiamenti radicali necessitano di tempi dilatati e di grandi risorse, proprio come i viaggi spaziali, quindi dilaga sempre di più il concetto di:

“stiamo bene come stiamo”

CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI

Le caratterizzazioni dei personaggi sono tutte ottime, forse alcune non eccessivamente approfondite, ma è un risultato quasi miracoloso considerando che si tratta di una serie di soli 7 episodi. In particolare il protagonista Takeru è un personaggio veramente interessante, che in parte incarna lo spirito umano, fatto di scelte a volte assurde, ma che portano a risultati incredibili. In un certo senso l’anime è sintetizzabile in un concetto molto semplice: chi prova a fare qualcosa non avrà nulla da rimpiangere, perché aspettare che sia la Luna a scendere sulla Terra non porta a nulla, siamo noi a doverla raggiungere. Basta cambiare la Luna con qualsiasi altra cosa e viene fuori un grande insegnamento da questo anime.

COMPARTO TECNICO

Per quanto riguarda la tecnica, si tratta di un anime di buon livello. La computer grafica (cel shading) è abbastanza legnosa e a volte i personaggi risultano scomposti nei movimenti, ma la regia riesce a farti abituare facilmente al tutto, oltre ovviamente al design di Otomo. Musiche veramente ottime e ben contestualizzate. Di altissimo livello il doppiaggio italiano. C’è da dire che questo è un anime che punta molto sul lato narrativo, non avrà un lato visivo sbalorditivo, ma è tutto perfettamente al servizio della narrazione.

IN CONCLUSIONE

Freedom è vera fantascienza, non quella che tenta di intrattenere per ore fallendo miseramente, ma quella che lascia qualcosa al cervello da metabolizzare anche dopo la visione.

Un vero gioiellino.

 

Antonio Vaccaro

 

[#Anime] La Forma Della Voce (A Silent Voice), la Recensione

Bullismo, redenzione, comunicazione. Tanti sono i temi affrontati da La Forma Della Voce, film anime prodotto da Kyoto Animation, con regia di Naoko Yamada.

Il film è l’adattamento dell’apprezzatissimo manga in 7 volumi di Yoshitoki Ōima, che in Italia è stato distribuito con il titolo di A Silent Voice. Il film è stato proiettato nelle sale italiane grazie a Dynit e Nexo Digital, che non finiremo mai di ringraziare per il grandissimo contributo alla diffusione dell’animazione nipponica nella nostra penisola.

LA TRAMA

Shoya Ishida è un bambino come gli altri: va alle scuole elementari, ha amici e una famiglia. Un giorno nella sua classe arriva una nuova compagna: Shoko Nishimiya, una bambina sorda che comunica solamente scrivendo su di un quaderno. Inizialmente Shoko sembra venire accettata dai compagni, ma giorno dopo giorno comincia a essere vittima di maltrattamenti, soprattutto da parte di Shoya, che le rompe ripetutamente i costosi apparecchi acustici. Anche gli altri compagni non saranno da meno, rimanendo nell’indifferenza della classe.

Shoko soffre, pur non ribellandosi. Ma alla fine sarà sua madre, scoprendo gli atti di bullismo cui sua figlia è stata sottoposta, a generare la reazione che le farà cambiare scuola. Shoya viene indicato dai compagni come l’unico responsabile di questa scelta, allontanato dal branco che prima era compatto nel bullizzare Shoko. Da quel momento la vita di Shoya cambia: inizia a essere isolato e maltrattato a sua volta da quelli che erano i suoi amici ed essere preso di mira lo porta a chiudersi in se stesso. Questa sua mala fama lo accompagnerà fino alle superiori, spingendolo quasi al suicidio. Profondamente pentito di quel che fece a Shoko, decide finalmente di andare a trovarla nella sua scuola superiore per chiederle perdono, con la volontà di iniziare il suo percorso di redenzione per gli errori del passato. (fonte Wikipedia)

IL COMMENTO

La Forma Della Voce è da considerarsi un film riuscitissimo.

Partendo dalla tematica del bullismo, che alla fine risulta essere quasi un “macguffin”, si dipana una storia di redenzione veramente interessante, che riesce a far presa anche grazie ad una gestione emotiva veramente raffinata. Nelle battute iniziali il nostro Shoya viene mostrato come il classico ragazzino delle elementari, che agisce senza pensare alle conseguenze, prendendo di mira la povera Shoko quasi per gioco. Il passo più importante per il cambiamento del personaggio avviene grazie a sua madre, costretta a privarsi dei propri risparmi e a strapparsi gli orecchini per rimborsare la madre di Shoko degli apparecchi acustici andati persi. La Yamada riesce, grazie alle sole immagini, a farci intuire che è il ragazzo a provare la sofferenza maggiore:

quella di aver costretto la persona più importante a farsi del male per rimediare ad un proprio errore.

Un piccolo gesto che ha una grande conseguenza. Il film è pieno di piccoli gesti, ma sono proprio quelli che alla fine risultano essere i più importanti per la crescita dei personaggi. In questo caso notiamo anche la forza del personaggio della madre di Shoya, che riesce ad educare il proprio figlio con un semplice sguardo amorevole, forse lo sguardo più importante della vita del protagonista, in cui la madre pronuncia semplicemente “farai il bravo bambino da domani, vero?”. Il film parla anche dei problemi di comunicazione di Shoya e Shoko, il primo a causa del suo isolamento dal mondo, la seconda a causa di un problema fisico. Sarà proprio questo problema comune a fortificare l’intesa tra i due, che in un certo senso affronteranno questo percorso insieme. Nella pellicola la parola “insieme” ha un significato fondamentale, perché nessuno può vivere senza avere qualcuno con cui stare insieme, che sia esso un amico o qualcuno di ancora più importante. Il film insegna a cercare quel qualcuno senza chiudersi in se stessi, perché ci sarà sempre una persona pronta ad accoglierci. L’evoluzione del personaggio di Shoya si concretizza anche grazie ai suoi amici, che prima non erano altro che delle persone con una “X” sul volto, ma che in un modo o nell’altro gli faranno alzare lo sguardo, scoprendo quanto potessero essere reali i loro occhi.

 

Il film scorre che è una meraviglia, emozionando in diverse occasioni.

Parlando dei difetti, a volte abbiamo delle reazioni umane forse troppo esagerate e dei dialoghi poco ispirati, ma stiamo comunque osservando un gruppo di ragazzi delle superiori. Quante volte ci sarà capitato di pensare a quanto siano stati stupidi dei comportamenti che abbiamo avuto in passato? Forse è anche giusto che ci siano questi difetti, che probabilmente danno ancora più valore al film.

COMPARTO TECNICO

Quando si parla di Kyoto Animation c’è veramente poco da recriminare sulla tecnica. La regia della Yamada ha un taglio fortemente cinematografico, grazie all’utilizzo di filtri che simulano la profondità di campo, sempre molto stretta sui personaggi, riuscendo a valorizzare ogni singolo sguardo. I fondali risultano essere curatissimi quando vengono mostrati in campo lungo, mentre sono volutamente sfocati quando abbiamo i personaggi in campo, a volte con un effetto “bokeh” veramente impressionante per un film d’animazione.

Una regia veramente di gran classe, degna di quei registi che fanno della messa in scena il loro punto di forza, invece di concentrarsi principalmente su effetti strabilianti ma poco funzionali. Animazioni molto buone, anche se si notano dei cali di qualità in alcuni cut, ma niente di insopportabile. Musiche fantastiche ed evocative, in particolare l’ost “Lit”, vera colonna sonora del film. Come sempre un sontuoso lavoro in fase di doppiaggio e adattamento, come ci si aspetterebbe da una distribuzione Dynit, sempre pronta ad offrirci una versione italiana dignitosa almeno quanto quella originale.

IN CONCLUSIONE

La Forma Della Voce è un film veramente eccezionale, sicuramente non un capolavoro, ma è la classica pellicola che riesce ad accontentare tutti, dal ragazzino di 10 anni alla persona anziana.

Antonio Vaccaro

https://youtu.be/uC_n1oElUiQ

[#Anime] Made In Abyss, la Recensione

Con la fine della stagione estiva termina anche uno dei migliori anime dell’anno, che purtroppo non ha avuto il seguito che meritava, probabilmente per il fuorviante design bambinesco dei personaggi, ma che ha ben poco da spartire con il tono generale dell’opera.

Stiamo ovviamente parlando di Made In Abyss, anime in 13 episodi prodotto da studio Kinema Citrus (famoso per aver co-prodotto insieme a Bones quella perla di Tokyo Magnitude 8.0, di cui parliamo qui), adattamento dell’omonimo manga di Akihito Tsukushi, trasmesso sulla piattaforma di streaming legale VVVVID in giapponese con sottotitoli in italiano.

LA TRAMA

L’Abisso rimane l’ultimo luogo inesplorato del mondo. Si tratta di un enorme sistema di caverne, dalla profondità mai determinata, popolato da reliquie e straordinarie creature. Generazioni di esploratori si sono calati nelle viscere dell’Abisso, ma solo i più coraggiosi hanno preso il nome di “Cave Raiders”. Sul limitare dell’Abisso, sorge il villaggio di Oosu. Qui è cresciuta una piccola orfana di nome Rico, il cui sogno è diventare una grandiosa esploratrice come la mamma scomparsa. Mentre è in una delle sue perlustrazioni, incontra un bambino non del tutto umano.. (Fonte VVVVID)

IL COMMENTO

Made In Abyss è una storia di avventura ed esplorazione degna di un romanzo di Jules Verne. La visione del primo episodio riesce subito a catturare l’attenzione sulla vicenda, con l’interessantissimo incipit e una struttura a livelli che riesce a far presa con facilità sullo spettatore, che si trova di fronte una storia semplice e lineare ma con colpi di scena ben assestati e situazioni al cardiopalma. L’anime è fortemente basato sul concetto dell’ignoto, di cui l’uomo è spaventato ma allo stesso tempo incuriosito, ed è proprio questa curiosità che ha portato gli esseri umani ad esplorare il mondo e lo spazio, perché la paura non può fermare la sete di conoscenza. Come già anticipato, nonostante il design bambinesco dei personaggi, non ci troviamo mai di fronte a situazioni edulcorate, ma abbiamo dei momenti veramente terrificanti, in particolare per gli effetti di risalita tra i vari livelli dell’Abisso, che prendono probabilmente spunto dalle patologie di decompressione delle immersioni subacquee. L’anime riesce inoltre a commuovere in alcune situazioni, ma anche a stemperare la tensione con delle gag leggere e mai fuori luogo. L’autore dimostra inoltre una grande fantasia nella costruzione scenografica e con le varie creature che popolano l’Abisso, alcune veramente interessanti e ben studiate.

 

 

I due personaggi principali sono caratterizzati alla perfezione e nel loro viaggio incontreranno dei comprimari veramente affascinanti, ognuno con un background ben articolato. Inoltre l’Abisso non sembra essere l’unico nemico presente, anche se avremo maggiori informazioni in una eventuale seconda stagione.

COMPARTO TECNICO

Sulla tecnica c’è veramente poco da discutere. Ottima regia, che riesce a dare grande enfasi in alcune scene, in particolare nei momenti in cui Reg utilizza il “cannone crematorio”, che hanno una fase di preparazione che rende esaltante l’esplosione di energia scagliata dal ragazzino.

Oltretutto lo studio delle inquadrature riesce a farci entrare perfettamente nella situazione e a farci immergere nei fatti narrati. Le animazioni sono veramente di ottimo livello, complice la semplicità del character design, che ha consentito agli animatori di fare un ottimo lavoro sia sui movimenti che sul character acting, dove i personaggi dimostrano un’espressività pazzesca nonostante le poche linee. Bellissime le musiche e tutto il comparto sonoro.

IN CONCLUSIONE

Made In Abyss rientra senza alcun dubbio tra i migliori anime dell’anno. Attendiamo con impazienza una seconda stagione, per vivere ancora le avventure di Riko e Reg.

Antonio Vaccaro

[#Anime] Tsukigakirei, la recensione

L’amore per l’animazione è veramente un sentimento strano.

A volte capita di credere che l’animazione non possa più sorprenderci, che probabilmente le emozioni provate con un determinato anime non siano più replicabili in futuro. Lasciatemi dire che non c’è niente di più sbagliato. In un certo senso l’anime di cui parlerò ne è la prova, sia per le emozioni che riesce a trasmettere, sia perché è un’opera che parla di come l’amore vero non smetta mai di sorprenderci emotivamente, proprio come riesce a fare l’animazione stessa.

Tsukigakirei (As the moon, so beautiful) è un anime originale in 12 episodi prodotto da studio Feel, con regia di Seiji Kishi, andato in onda tra il 6 aprile e il 29 giugno 2017 e disponibile su Crunchyroll.

Personalmente nutro sempre grosse aspettative nei confronti degli anime originali, ma non avrei mai creduto che l’opera in questione fosse una così gradita sorpresa.

 

LA TRAMA

Tsuki_ga_Kirei

Akane Mizuno e Kotarō Azumi sono due quindicenni compagni di classe del terzo anno delle medie, il primo con la passione per la scrittura e le opere di Osamu Dazai, la seconda per l’atletica leggera. Dopo essersi incontrati in alcune occasioni, tra i due inizierà a nascere un interesse reciproco, una sorta di simbiosi che li aiuterà a crescere e maturare, proprio mentre si avvicina la fine delle medie.

 

IL COMMENTO

Tsukigakirei è un anime che parla della purezza del primo amore, un sentimento forte, semplice e non corrotto dalle delusioni che ci colpiscono nell’arco della vita. L’anime cerca di soffermarsi sulla forza che scaturisce dalla complicità, che riesce ad essere il motore del miglioramento personale dei nostri due protagonisti.

Grazie all’utilizzo di situazioni tipicamente adolescenziali, come la prima cotta o gli amori non corrisposti, lo sceneggiatore Yuuko Kakihara riesce a dipanare uno slice of life semplice ma dal forte impatto emotivo. Si potrebbe dire che l’opera non ha nulla di originale, ma il concetto di originalità è relativo all’obbiettivo di una serie. In questo caso abbiamo una serie che punta a far emozionare lo spettatore, riuscendoci in diverse occasioni. Si potrebbe quasi parlare di “originalità emotiva”.

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Durante la visione succede di immedesimarsi nelle varie situazioni proposte, che capitano a tutti nell’arco della vita e sono talmente forti da segnarci per sempre.

I rapporti tra i personaggi sono gestiti in modo sublime ed estremamente realistico, con i tipici dubbi di chi affronta l’amore per la prima volta, come il sentirsi imbarazzati tanto da non sapere come comportarsi. Il primo amore spinge la persona a dare tutto se stesso, senza preoccuparsi delle conseguenze o di rimanere delusi.

La vita insegna che il vero rimpianto è non averci provato.

I personaggi sono tutti caratterizzati molto bene, sia i protagonisti che i comprimari più importanti.

L’ultimo episodio della serie è un concentrato di emozioni. Personalmente non mi era mai successo di commuovermi dopo i titoli di coda, che in questo caso sono talmente belli da far sciogliere anche un cuore di pietra.

 

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COMPARTO TECNICO

Sul lato tecnico abbiamo qualche nota leggermente dolente, ma niente che possa inficiare la visione dell’anime. La regia è abbastanza buona, soprattutto nelle scene di dialogo tra i due protagonisti, sia nei campi stretti che in quelli lunghi, in cui la composizione della scena è molto ben curata e riesce ad esaltare emotivamente il tutto, grazie anche ad una buona cura nei fondali, in alcuni casi realizzati probabilmente partendo da vere e proprie fotografie post-prodotte. Animazioni non eccezionali, tranne per alcune scene di danza del nostro Kotarō, realizzate con la tecnica del rotoscopio, che consiste nel realizzare l’animazione riprendendo un attore in carne ed ossa e ricalcando la scena. I modelli umani in computer grafica sono veramente di bassissima qualità, cosa che si nota parecchio avvicinandosi allo schermo, nonostante vengano utilizzati solo per animare le persone per strada. Le musiche sono molto interessanti ma poco varie, nonostante diano una grossa mano per esaltare la scena.

IN CONCLUSIONE

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Tsuki Ga Kirei è un anime che ogni amante del genere romance dovrebbe vedere, ma che può garbare anche a chi non ama particolarmente questo tipo di serie.

Un’opera che dimostra ancora una volta come un anime originale, non legato ad un’opera esistente e quindi completamente libero, possa raggiungere dei livelli altissimi.

 

Antonio Vaccaro

[#Nerd30Consiglia] Mononoke, Medicine Seller

Anche questo mese torna la rubrica in cui vi consigliamo un anime poco conosciuto.

Questa volta tocca a Mononoke, anime sperimentale in 12 episodi prodotto da Toei Animation, scritto da Chiaki J. Konaka (Serial Experiments Lain, Texhnolyze), Michiko Yokote, Ikuko Takahashi e Ishikawa Manabu, con regia di Kenji Nakamura.

LA TRAMA

La storia segue le vicende di uno strano personaggio senza nome conosciuto come “Il farmacista” e la sua lotta contro esseri conosciuti come “Mononoke”, creature simili a spiriti che compaiono nel mondo umano, nati dall’unione tra uno yokai e la negatività di alcune emozioni umane. Per riuscire a battere un mononoke, il farmacista ha bisogno di conoscere le tre parti che lo compongono, ovvero Forma (Katachi, il tipo di mononoke), Verità (Makoto, l’origine dell’odio che lo ha generato) e Ragione (Kotowari, l’evento che fa nascere la voglia di uccidere del mononoke). A quel punto potrà estrarre la sua katana ed esorcizzare lo spirito.

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IL COMMENTO

Mononoke è un anime veramente molto particolare, sia per la sua veste grafica che per i temi trattati. La serie è divisa in 5 archi narrativi, ognuno con i propri temi e con personaggi differenti, tranne ovviamente per il farmacista, che in ogni arco dovrà affrontare un mononoke diverso, che incarna solitamente un sentimento negativo scaturito da un essere umano prima della sua morte.

Quello che più colpisce di questa serie è la forza del racconto, che se seguito attentamente riesce a far immergere totalmente nella narrazione, grazie ad una gestione della tensione veramente magistrale. La grandezza di questo anime sta anche nella profondità con cui vengono trattati i vari archi narrativi, utilizzando il paranormale per parlare di quelle che sono le debolezze dell’animo umano, come odio e rancore. Ovviamente non starò qui a parlarvi dei singoli archi, lascio a voi il compito di viverli. Questa è una serie che, nonostante la lentezza della narrazione, riesce a lasciare il segno e a far riflettere. Lasciatemi aggiungere che un personaggio come il farmacista è veramente difficile da trovare, uno dei più carismatici che si siano mai visti.

 

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APPARATO TECNICO

Sul piano tecnico abbiamo una serie che colpisce con il suo stile grafico particolarissimo, fortemente collegato alle tradizioni giapponesi e in particolare al “Kabuki”, un tipo di rappresentazione teatrale nata in Giappone del XVII secolo. Infatti Mononoke ha un comparto tecnico fortemente teatrale e unico nel suo genere, grazie anche ad un utilizzo di inquadrature grandangolari ricche di linee geometriche, che immergono lo spettatore in un’atmosfera surreale.

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La regia di Nakamura riesce ad enfatizzare ogni singola scena con dei movimenti lenti e precisi, accompagnati da delle animazioni veramente molto buone e in linea con la particolare veste grafica. Le musiche sono eccezionali e hanno un grande merito nella gestione della tensione e delle scene emotivamente più forti.

Un plauso al grande Takahiro Sakurai, che doppia il farmacista con il suo solito carisma.

 

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CONCLUDENDO

Mononoke è una di quelle serie che utilizzano l’animazione per sperimentare nuove tecniche grafiche e narrative, quindi merita la visione anche solo per questo. Con questo anime Toei Animation ha dimostrato di potersi staccare dai soliti Dragon Ball e One Piece e creare qualcosa di memorabile.

Antonio Vaccaro

[#Anime] Stagione estiva degli anime 2017

E’ già iniziata da un po’ l’estate e col cambio stagione arrivano anche i nuovi anime.

Ogni nuova programmazione porta sempre novità e tante sorprese, vediamo dunque quali sono le opere di questa estate 2017.

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Di seguito l’elenco con titolo, data di uscita e studio di produzione:

 

  • Enmusubi no Youko-chan – 01/07/2017 – Emon Animation Company
  • Fate/Apocrypha – 01/07/2017 – A-1 Pcitures
  • Hina Logi: From Luck & Logic – 01/07/2017 – Doga Cobo
  • Kakegurui – 01/07/2017 – MAPPA
  • Sore Ike! Anpanman: Buruburu no Takarasagashi Daibouken! – 01/07/2017
  • Katsugeki/Touken Ranbu – 02/07/2017 – Ufotable
  • Knight’s & Magic – 02/07/2017 – 8bit
  • Senki Zesshou Symphogear AXZ -02/07/2017 – Satelight
  • Clean Freak! Aoyama kun – 02/07/2017 – Studio Hibari
  • Battle Girl High School – 03/07/2017 – Silver Link
  • Keppeki Danshi! Aoyama-kun – 03/07/2017 – Studio Hibari
  • Koi to Uso – 03/07/2017 – Liden Films
  • Skirt no Naka wa Kedamono Deshita – 03/07/2017 – Magic Bus
  • Youkai Apato no Yuuga na Nichijou – 03/07/2017 – Shin-Ei Animation
  • Yami Shibai 5 – 03/07/2017
  • Aho Girl – 04/07/2017 – Diomedéa
  • Isekai Shokudou – 04/07/2017 – Silver Link
  • Tsurezure Children – 04/07/2017 – Studio Gokumi
  • Nanamaru Sanbatsu – 05/07/2017 – TMS Entertaiment
  • Saiyuki Reload Blast – 05/07/2017 – Platinum Vision
  • 18If – 07/07/2017 – Gonzo
  • Action Heroine Cheer Fruits – 07/07/2017 – Diomedéa
  • DIVE!! – 07/07/2017 – Zero-G
  • Konbini Kareshi – 07/07/2017 – Studio Pierrot
  • Made in Abyss – 07/07/2017 – Kinema Citrus
  • Vatican Kiseki Chousakan – 07/07/2017 – J.C. Staff
  • Ballroom e Yokoso – 08/07/2017 – Production I.G
  • Chronos Ruler – 08/07/2017 – Project No.9
  • Hitorijime My Hero – 08/07/2017 – Encourage Films
  • Shokoku no Altair – 08/07/2017 – MAPPA
  • Centaur no Nayami – 09/07/2017 – Emon Animation Company
  • Princess Principal – 09/07/2017 – Actas
  • Tenshi no 3P! – 10/07/2017 – Project No.9
  • Guru Guru 2017 – 11/07/2017 – Production I.G
  • Isekai wa Smartphone to Tomo ni. – 11/07/2017 – Production Reed
  • Musekinin Galaxy Tylor – 11/07/2017 – Seven
  • New Game! 2 – 11/07/2017 – Doga Kobo
  • Clione no Akari – 12/07/2017 – Drop
  • Hajimete no Gal  – 12/07/2017 – NAZ
  • Classroom of the Elite  – 12/07/2017 – Lerche
  • Ikemen Sengoku – 12/07/2017 – Jinni’s Animation Studio
  • Kaito x Ansa – 12/07/2017 – Tengu Kobō
  • Nora to Oujo to Noraneko Heart – 12/07/2017
  • Owarimonogatari 2 – 12/07/2017 – Shaft
  • Gamers! – 13/07/2017 – Pine Jam
  • Hell Girl 4 – 15/07/2017 – Studio Deen
  • Pokèmon, scelgo te! – 15/07/2017 – OLM Inc.
  • No Game No Life –Zero – 15/07/2017 – Madhouse
  • Marvel Future Avengers – 22/07/2017 – Madhouse
  • Dream-Fes! 2nd Season – 23/08/2017

Paolo Gabriele De Luca

[#Anime] Berserk 2017, la recensione

La stagione primaverile degli anime sta per giungere al termine e anche quest’anno si torna a parlare di Berserk, con la seconda stagione dell’adattamento anime prodotto da LIDENFILMS, con regia di Shin Itagaki.

Trovate la recensione della prima stagione qui!

LA TRAMA

Continua il viaggio di Gatsu, questa volta con l’intento di fermare Griffith e vendicarsi dello sterminio avvenuto durante l’eclissi proprio a causa del suo vecchio amico. Nel frattempo Griffith sta raccogliendo membri per formare una nuova Squadra dei Falchi, con l’intento di conquistare Midland. Nel suo viaggio Gatsu e i suoi amici incontreranno la strega Flora e la sua apprendista Shilke e nel frattempo dovranno combattere contro gli apostoli di Griffith.

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Stava aspettando un bella trasposizione anime di Berserk…

IL COMMENTO

La nostra vecchia recensione si concludeva con la speranza in una seconda serie più curata sul lato tecnico. Lasciatemi dire che dopo pochi episodi la sensazione che si respira è quella di stare osservando una seconda stagione ancor più scabrosa della prima. Ovviamente stiamo comunque parlando di Berserk, una serie con una grandissima forza narrativa, ma in questo anime il lato estetico è talmente di basso livello da sotterrare completamente il lato narrativo, rendendo la visione dell’anime un qualcosa di paragonabile alla contemplazione del muro del pianto. Un vero peccato, perché l’arco narrativo in questione è molto godibile nel manga, con Miura che non finisce mai di stupire per le sue grandissime doti di illustratore, accompagnate da una buona narrazione. Oltretutto in questo arco viene introdotto uno degli oggetti più importanti dell’intero manga e viene ulteriormente ampliato il fascino del Cavaliere del Teschio, personaggio che meriterebbe un manga spin-off per far conoscere meglio la sua storia. La trama è abbastanza godibile, con un buon sviluppo anche sul lato caratterizzazioni, in particolare per il personaggio di Shilke.

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No dai ragazzi, non lo voglio guardare quest’anime, me ne vado!

APPARATO TECNICO

Come abbiamo accennato, sul lato tecnico l’anime riesce a sprofondare ancora più in basso rispetto alla prima stagione. Viene quasi da pensare che lo staff di produzione si sia impegnato per rendere l’anime il più brutto possibile, facendo affezionare i propri spettatori alla sensazione di “vediamo che hanno combinato in questa puntata”. Registicamente il “buon” Itagaki si conferma un compositore stonato e fuori tempo, con alcune inquadrature che sembrano composte letteralmente ad occhi chiusi, come viene viene. Paragonando l’anime ad un live action non si potrebbe neanche parlare di scene girate, perché l’unico ad essere girato sarebbe lo spettatore, proprio per non vedere uno scempio simile.

 

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In questa scena muoiono in due, un personaggio e l’animazione

Di tanto in tanto la camera inquadra letteralmente il nulla o dettagli insignificanti ai fini della comprensione della scena, rendendo confuse le parti d’azione. A volte sembra di star guardando l’anime attraverso il foro di un barile che rotola giù da una montagna. Nessuno studio sulla profondità di campo, che rende i personaggi ancor più legnosi e realizzati in malo modo. Oltretutto in questa seconda stagione si notano dei modelli in CGI ancor meno dettagliati.

 

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No, non è una scena scriptata di un gioco della PS1, è proprio l’anime di Berserk

Di tanto in tanto compare qualche bel cut in animazione tradizionale, ma senza il minimo senso logico. Tra l’altro si nota un sync di bassissimo livello nel doppiaggio (problema che il doppiaggio giapponese degli anime ha sempre avuto, amplificato in questo caso), soprattutto in queste scene animate tradizionalmente, in cui i personaggi continuano a muovere la bocca anche dopo alcuni secondi di silenzio.

Per il resto l’anime mantiene tutti i problemi elencati nella recensione della prima serie, aggiungendoci alcune musiche fuori luogo in alcune scene.

L’unica nota di merito per l’opening della serie, veramente splendida.

IN CONCLUSIONE

Berserk 2017 è l’ennesimo fallimento di trasporre in animazione l’opera di Miura. Se avete conosciuto Berserk tramite questa serie non posso che consigliarvi di leggere il manga, che definire di un altro pianeta sarebbe riduttivo, renderei giustizia solo dicendo che appartiene a un altro universo.

Antonio Vaccaro

 

[#NerdCuriosity] Anthy di Utena ispira una linea di accessori, profumi e lingerie tutti al femminile

Rivoluzionare il proprio intimo si può. E cosa c’è di meglio di una lingerie a tema Utena – La Fillette Révolutionnaire, serie anime molto famosa di fine degli anni Novanta?

Il sito di ordinazione per posta Super Groupies ha messo in vendita una linea di intimo femminile ispirato alle divise scolastiche dei personaggi di Utena, e una versione che prende spunto in particolare da Anthy, cooprotagonista della serie.

Ancora più succulento è il regalo in pre-ordine, che include un’illustrazione del character designer Shinya Hasegawa, una per la linea di Utena e l’altra per la linea Anthy; ognuna ha un costo di 9504 yen (85 euro circa). Il pre-ordine sarà aperto dal 2 luglio.

profumi utena

Le novità non sono finite qui. Il sito offre una vasta gamma di accessori e fragranze. Le varietà di profumi di Utena sono al limone, bergamotto, muschio, giglio, rosa bianca, rosa, gelsomino, ambra, sandalo e pesca. Le fragranze di Anthy sono al mandarino, limone, rosa, gelsomino, albicocca, gardenia, muschio, ambra e legno di sandalo. Ogni flacone costa sui 5417 yen (50 euro circa). Di gran moda sono anche il fiocco per capelli e lo specchietto portatile, che hanno un costo di 2650 yen (24 euro circa).

La rivista Shogakukan Flower dedicherà uno speciale per il ritorno dell’amato brand sulle sue pagine del numero dedicato a  settembre in uscita il 28 luglio. Ed è proprio la mangaka Chiho Saito, autrice dell’opera, che disegnerà il nuovo manga. Nozomi Entertainment sta progettando il rilascio della versione Blue-Ray Disc della serie originale, diretta da Kunihiko Ikuhara.

Vittoria Aiello