Sedici mesi di reclusione ai quattro ragazzi che hanno ucciso il cane Angelo

cane angeloPAOLA (CS) – Un anno e quattro mesi di carcere. È questa la condanna inflitta dal gup di Paola, Alfredo Cosenza, ai quattro giovani di Sangineto, nel cosentino, accusati di aver ucciso e seviziato brutalmente il cane randagio soprannominato “Angelo”. Alla sbarra c’erano Nicolas Fusaro, Giuseppe Liparato e i fratelli Francesco e Luca Bonanata; tutti erano accusati del reato di “uccisione di animali”. Accordata dal giudice quindi, la richiesta di pena invocata, durante la requisitoria registratesi nella scorsa udienza del 18 maggio, dal Procuratore facente funzioni di Paola, Maurizio De Franchis, il quale aveva definito il gesto compiuto dagli imputati “crudele” e sottolineato come l’uccisione dell’animale non era neanche “necessaria” in quanto, stando alle indagini svolte dai Carabinieri, il cane non era risultato essere pericoloso per nessuno. L’accusa inoltre, ha evidenziato come i quattro giovani avrebbero trovato “compiacimento” nel commettere l’assassinio del cane. Alla lettura del dispositivo gli imputati non erano presenti in aula. Il gup Cosenza ha deciso anche per la sospensione condizionale della pena subordinata però, alla prestazione di lavori di pubblica utilità da compiere presso associazioni a tutela degli animali. Stabilito anche il risarcimento di due mila euro per il comune di Sangineto, luogo dell’omicidio dell’animale e paese di origine degli imputati, che si era costituito parte civile insieme ad una trentina di associazioni animaliste. Anche per quest’ultime il giudice ha disposto duemila euro di risarcimento ciascuna e ottocento euro per ogni legale di parte. Una sentenza durissima quella del gup di Paola che però, oltre alla pena detentiva, ha previsto anche una sorta di “lezione morale” considerato che – se i giovani vorranno usufruire della sospensione condizionale – dovranno lavorare a contatto con il mondo dell’associazionismo a tutela degli animali. Una decisione quella del giudice che permetterebbe ai quattro ragazzi, originari del tirreno cosentino, di riscattarsi dopo il gesto compiuto.

Nel capo d’accusa formulato dalla Procura cosentina è stata racchiusa tutta la crudeltà dell’atto commesso nei confronti dell’animale. Fusaro, Liparato e i fratelli Bonanata sono stati ritenuti colpevoli, all’esito del giudizio abbreviato, «in concorso tra loro e con crudeltà e senza necessità, di un medesimo disegno criminoso e di aver torturato un cane randagio, catturandolo, impiccandolo ad un albero, stringendogli una fune intorno al collo, colpendolo ripetutamente e con violenza con una spranga fino a cagionare la sua morte. Il tutto riprendendo la scena in un video successivamente pubblicato su Facebook».

Ed è stata proprio la diffusione in rete del video ad aver mobilitato l’opinione pubblica nazionale. L’omicidio del cane Angelo, perpetrato nel giugno dello scorso anno, ha visto giungere nel piccolo centro di Sangineto, nonché dinanzi al Tribunale di Paola, decine e decine di attivisti per rivendicare i diritti degli animali e chiedere una giusta e severa condanna per i quattro giovani della provincia cosentina. Il 24 giugno si svolgerà, per ricordare la morte di Angelo una “fiaccolata nazionale”. L’iniziativa è organizzata dall’associazione “Animalisti Italiani Onlus”, attraverso una nota stampa, ha invitato tutti gli italiani a partecipare alla “fiaccolata nazionale” e si svolgerà il 24 giugno prossimo, a un anno esatto dall’assassinio del cane Angelo.

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