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Emergenza Covid, il Coruc proroga la dad alle università calabresi

RENDE (CS) – II Comitato di coordinamento regionale delle università calabresi ha deciso di prorogare fino al 30 aprile la didattica a distanza negli atenei calabresi. Una decisione presa all’unanimità al termine dell’incontro di oggi, al quale hanno preso parte anche il presidente della Regione Nino Spirlì, il dirigente generale del Dipartimento Presidenza della Regione Tommaso Calabrò e il dirigente generale della Protezione civile Fortunato Varone.

Restano infatti allarmanti i dati dei nuovi contagi, l’aumento dei ricoveri, la diffusione della variante inglese e desta preoccupazione in particolare la situazione della provincia di Cosenza, dove i reparti dedicati ai pazienti Covid sono ormai da giorni saturi.

Il presidente Spirlì ha quindi proposto, in linea con le previsioni del nuovo dpcm che mantiene alta la guardia fino a fine mese, di confermare le restrizioni al momento in vigore per la didattica negli atenei fino al 30 aprile, ritenendo necessario attuare forme stringenti di contenimento dei contagi.

La proposta è stata accolta unanimemente dal Coruc, che tornerà a riunirsi se i dati dovessero migliorare.

Resteranno comunque garantite in presenza le attività di laboratorio, di tirocinio, di tesi e di ricerca difficilmente surrogabili in modalità telematica, considerate necessarie e riconducibili a una gestione di tipo individuale. Restano aperte le biblioteche per i servizi di consultazione, prestito e restituzione libri.

«L’auspicio è di poter programmare la riapertura e il ritorno in aula da maggio, contando anche sull’aumento delle temperature – che in passato ha agito da freno al diffondersi del contagio – e sui primi effetti delle vaccinazioni. Al riguardo la Protezione civile regionale ha fornito elementi rassicuranti: l’arrivo di maggiori e più adeguati quantitativi di dosi vaccinali e l’apertura di nuovi hub dovrebbero dare una nuova spinta alla campagna vaccinale».

 

Diritto allo studio, Bruno (AU), «Rimettiamo il nostro impegno nelle mani del CORUC»

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – «Uno dei temi più caldi nel dibattito pubblico regionale degli ultimi tempi è senza dubbio quello del Diritto allo Studio. Da più parti provengono critiche e proposte per risolvere l’annoso problema della carenza di fondi per le Borse di Studio, che da anni comporta la vergognosa esistenza della figura dell’idoneo non beneficiario, lo studente che per legge avrebbe diritto al contributo economico ma che non lo riceve a causa dell’insufficienza dei fondi». Ad intervenire è Carmine Bruno, studente Unical e portavoce regionale di Azione Universitaria. «Su questo tema deve catalizzarsi l’attenzione della nostra categoria – dichiara Bruno – perché questo è un problema di civiltà e giustizia, prima ancora che uno scempio della nostra classe politica. Da anni assistiamo a promesse e assunzioni di impegni vari, a cui mai è seguita una soluzione definitiva. Affidare il diritto allo Studio al POR, un programma volatile e a tempo determinato, è una cura poco lungimirante e la prova che non vi è la volontà di sanare definitivamente questa piaga. Noi di Azione Universitaria abbiamo l’ambizione di dire che abbiamo la proposta risolutiva. Nel rispetto delle competenze attribuite e del peso istituzionale, rimettiamo il nostro impegno nelle mani del CO.R.U.C. e restiamo in attesa di essere ascoltati per portare al tavolo la nostra proposta. Registriamo la piena disponibilità dimostrata dal Senatore Nicola Caruso, rappresentante del nostro Ateneo nel Coordinamento, e la accogliamo volentieri, poiché lo riteniamo idoneo a rappresentare le istanze degli Studenti calabresi presso le Istituzioni a tutti i livelli. Rivolgiamo inoltre un invito a tutte le altre sigle studentesche a seguire la nostra linea ed a far convergere tutte le forze sul Senatore Caruso, che può essere un interlocutore attento e l’autore della sintesi delle nostre mozioni»

Diritto allo studio, Caruso, «La Regione ascolti prima il CORUC»

 

 

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Continuano le rimostranze degli studenti universitari calabresi, che a gran voce chiedono alla Regione Calabria un maggior impegno in tema di Diritto allo Studio. L’ultimo degli appelli proviene dal Senatore Accademico Michele Leonetti, che ha chiesto al Presidente della Commissione Bilancio della Regione di essere ascoltato in merito all’eliminazione della figura dell’idoneo non beneficiario. «Non posso che essere d’accordo e supportare quanto sostenuto dal collega Leonetti – dichiara Nicola Caruso, Senatore Accademico Unical e componente del Comitato Regionale di Coordinamento delle Università Calabresi – non fosse altro perché da mesi, in virtù del mandato conferitomi presso il tavolo regionale, chiedo alla Regione di essere ascoltato per proporre soluzioni simili al problema. Ma, oltre ad apprezzare l’iniziativa, mi sento in dovere di rivolgere a Michele un grosso ‘in bocca al lupo’, visto che da mesi con i colleghi del tavolo istituzionalmente preposto a questo incarico, non riesco ad avere segni di vita dalla governance regionale. Per questo motivo, mi sarei aspettato, ed auspico per il futuro, che Leonetti unisca le sue forze alle nostre, sia per una questione di compattezza della categoria, sia per una questione di rigore istituzionale. Non ci sarebbe, difatti, il bisogno di chiedere audizione alla Commissione Bilancio della Regione Calabria se solo i suoi rappresentanti adempissero al loro dovere e partecipassero attivamente alla vita del CORUC, che è un tavolo istituzionale di confronto tra Università e Istituzioni». Il CORUC è organo aperto e pronto ad ascoltare tutti, quindi credo vadano esperite tutte le vie ufficiali ed istituzionali per affrontare un problema di tale portata. «Mi auguro- prosegue-  che al più presto la Regione si risvegli da questo lungo sonno e si ricordi di adempiere tutti i doveri istituzionali e che cominci finalmente a confrontarsi con il Coordinamento delle Università Calabresi. Le istituzioni si comportino da istituzioni: crediamo siano i canali istituzionalmente predisposti a meritare di essere parte di un processo di trasformazione del sistema universitario. Quindi l’invito al rigore istituzionale è rivolto anche all’On. Aieta ed alla maggioranza che rappresenta, affinché non siano logiche partigiane e partitiche a smuovere le coscienze ma il senso del dovere e delle Istituzioni».