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Evento in memoria di Pietro Bucci

ARCAVACATA (CS) – Grazie alla Fondazione Attilio e Elena Giuliani Onlus ed all’attaccamento affettivo del prof. Giuseppe Chidichimo, con accanto un numero ristretto di docenti e colleghi dell’Università della Calabria, è stata ricordata ieri sera a Cosenza, nella sede della Fondazione di Villa Rendano, la figura del prof. Pietro Bucci, in occasione del ventennale della sua scomparsa, avvenuta a Roma il 10 settembre 1994.

La manifestazione, promossa nell’ambito del “Progetto Villa Rendano”, è stata incentrata sui contenuti del libro di Sandro Pagano “Petro Bucci: Un “ponte” verso il futuro”, pubblicato dalla Pellegrini Editore, che raggruppa gli atti di un convegno promosso dall’Università della Calabria, nell’aula magna, il 6 ottobre2004, inoccasione del decennale della scomparsa del prof. Pietro Bucci, Rettore dell’Ateneo di Arcavacata dal 1978 al 1987.

A parlarne, assente il Rettore, prof. Gino Crisci, per motivi istituzionali, sono intervenuti, con la moderazione dell’editore, Walter Pellegrini, lo stesso autore del libro, Alessandro Pagano, nonché i professori: Giovanni Sindona, direttore del dipartimento di chimica; Giuseppe Frega, professore Emerito e Rettore dell’Università della Calabria dal 1990 al 1999; Giuseppe Chidichimo, allievo emerito e animatore- promotore dell’immagine e del patrimonio scientifico, culturale e morale del prof. Pietro Bucci.

Hanno portato, inoltre, dei valenti contributi all’iniziativa, promossa per rinnovare la memoria di un uomo e di un docente di altissimo profilo umano e scientifico, che amava la Calabria tanto da farne scelta di vita permanente, delle persone a lui  legate da un rapporto di amicizia, di collaborazione, di docenza universitaria: Aldo Bonifati, padre costruttore dell’UniCal e Presidente dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”; Franco Bartucci, che diresse l’ufficio stampa dell’Università dal 1980 al 2008; Rosario Aiello, Rettore dell’UniCal nel triennio accademico 1987/1990; Giovanni Latorre, Rettore dell’Ateneo di Arcavacata dal 1999 al 2013; Ignazio Guerra, direttore responsabile dello storico laboratorio e rete sismica calabrese; Giuseppe Trebisacce, che fu un diretto collaboratore e rappresentante dell’Università nel Consiglio del Consorzio Universitario a Distanza (Cud), fondato e diretto dal prof. Pietro Bucci.

Un dibattito a più voci che ha rinnovato ricordi e memoria di un uomo, di un docente impegnato e amante della scienza che a distanza di venti anni dalla sua morte continua a mantenere una freschezza di idee e valori indispensabili per l’Università, come per la stessa Calabria, ai fini di una crescita economica, sociale e culturale, in quanto alla base del suo impegno vi erano valori di forte attaccamento, sostegno e valorizzazione del prodotto umano con in primo piano i giovani. Era un uomo acuto e attento verso le politiche di sviluppo del territorio con al centro la realizzazione del campus universitario quale laboratorio di sperimentazione sociale, scientifico e civile, mediante processi formativi ed educativi  che lo hanno collocato tra i grandi visionari in grado di saper leggere il futuro, sia nelle attività di ricerca scientifica, passando dagli aspetti puri a quelli applicativi, che in quelli pratici di governabilità e gestione dell’istituzione universitaria, come delle istituzioni politiche, dal Comune, alla Regione, al Paese.

Ha pensato, per prima in Italia nel 1980, al valore della trasparenza collegandolo all’impegno della comunicazione e dell’informazione. E’ stato per passione, dedizione e credenza un buon comunicatore – giornalista con le sue rubriche pubblicate su “Il Giornale di Calabria”, come sulla rivista “Calabria” della Giunta regionale; come anche attraverso le trasmissioni televisive di Tele Cosenza e Video Calabria. Amava comunicare i suoi pensieri, le sue idee, i suoi programmi, i suoi sogni alla comunità universitaria ed ai calabresi per una Regione fuori dalle secche della povertà e del sottosviluppo dando all’Università della Calabria una caratura internazionale.

Ha voluto fortemente e si è impegnato perché il progetto dell’UniCal, scaturito dal concorso internazionale vinto dagli architetti Gregotti e Martensson, fosse una realtà visibile per le nuove generazioni ed oggi sono la testimonianza più concreta della sua opera e del suo passaggio terreno, che non può e non deve essere dimenticato e sottovalutato dai nuovi organismi direttivi dell’Ateneo. Una memoria storica, sociale, civile  ed umana che può essere fonte di ricchezza ed ispirazione per le nuove generazioni salvaguardando e rispettando le proprie radici e chi governa oggi l’Ateneo ne deve tener conto per una giusta sopravvivenza.

Villa Rendano: il 10 luglio la cerimonia per la conclusione dei lavori di restauro

COSENZA – La città si riappropria di Villa “Rendano”, uno dei luoghi simbolo del patrimonio artistico e culturale di Cosenza.

A conclusione dei lavori di restauro, finanziati dalla Fondazione “Attilio e Elena Giuliani onlus”, che ne ha acquisito la proprietà dall’Italgas, è in programma il prossimo 10 luglio, alle ore 18,00, promossa dal Comune di Cosenza e dalla stessa Fondazione, la cerimonia di riapertura della gloriosa residenza della famiglia Rendano, edificata dal musicista Alfonso Rendano.

Alla cerimonia parteciperanno il Sindaco Mario Occhiuto, il Presidente della Fondazione “Attilio ed Elena Giuliani”, Sergio Giuliani, il Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Cosenza, Catanzaro e Crotone Luciano Garella, il prof.Giuseppe Chidichimo dell’Università della Calabria e il Presidente dell’associazione SAFE (Sostenibilità Ambientale Fonti Energetiche),  centro di eccellenza per l’energia e l’ambiente.

I lavori di restauro sono stati animati dalla necessità di conservare tutti gli elementi originari presenti, cercando di recuperarne l’aspetto e la ricchezza decorativa, eliminando nel contempo gli elementi necessariamente introdotti dalla precedente proprietà. Con l’intervento conservativo, realizzato grazie al puntuale contributo della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle Province di Cosenza, Catanzaro e Crotone, si è inteso restituire alla città uno dei manufatti di maggior pregio, lasciando immutate tutte le morfologie ambientali, strutturali e le distribuzioni planimetriche ereditate dal precedente restauro.

Il progetto di restauro  critico, conservativo e di ripristino ha seguito alcune linee guida, con l’intento sia di  “recuperare” e “conservare” tutti gli elementi originali ancora presenti nella villa, sia cercando di “ripristinare” parti mancanti e di trasformare gli elementi esistenti, rimaneggiati negli anni dai diversi proprietari, riconducendoli al loro aspetto originario attraverso fonti storiche.

Villa Rendano si inserisce in quel fenomeno di urbanizzazione che a Cosenza, nella seconda metà dell’ottocento, interessò le aree immediatamente esterne all’antico nucleo abitato al di là dei fiumi Crati e Busento.

L’edificio fu ultimato nel 1891, come confermato dalla data apposta al cancello d’ingresso.

Dopo essere appartenuta alla famiglia Rendano, la Villa venne successivamente venduta alla famiglia del marchese Annibale Berlingieri che, pur abitandola per un breve periodo, la suddivise in più unità abitative da locare, trasformando ed impoverendo il ruolo e la destinazione dei vari ambienti e aumentandone nel contempo la volumetria per realizzarvi locali di servizio.

In seguito il conte Angelo Giannone, che rilevò la Villa dai Berlingeri, la suddivise ulteriormente.

Negli anni novanta, Villa “Rendano” fu acquistata dalla società Italgas, che, dopo alcuni lavori di restauro, ne fece la sua sede operativa e di rappresentanza.