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San Giovanni in Fiore, l’appello per la democrazia partecipata dei consiglieri Bitonti e Gentile

SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – «Le recenti elezioni provinciali, che hanno prodotto l’esclusione dall’emiciclo cosentino dell’amico Saverio Audia, sono l’ultimo episodio di una stagione che dura oramai da quattro anni e testimonia le difficoltà oggettive in cui si dipana l’attività politica e amministrativa della maggioranza che guida la città di Gioacchino».

Con queste parole i consiglieri comunali di San Giovanni in Fiore Giuseppe Bitonti e Angelo Gentile descrivono l’attuale situazione politica del Comune silano.

«Raccolta dei rifiuti, trasporto pubblico, fondi europei, rapporti istituzionali con gli Enti sovraordinati, inchieste giudiziarie sui bandi comunali, non ultime le esclusioni da cospicue risorse regionali per negligenze e cattiva gestione delle domande. Non c’è ambito in cui questa Giunta – dichiarano – abbia dimostrato di essere capace a gestire il bene comune. Sostenere oggi di essere stati facili profeti non ci fa stare meglio. Ci spinge però ad andare avanti ancora più determinati nella costruzione di una coalizione alternativa a questo modo di fare; una coalizione di volenterosi aperta ai corpi intermedi, senza discriminanti ideologiche, in grado di dimostrare che è possibile uscire dalla crisi culturale economica e politica in cui San Giovanni in Fiore è caduta».

Quindi l’appello dei due consiglieri:

«Ad un anno dalle prossime elezioni comunali noi siamo pronti a scendere in campo con un candidato Sindaco capace e disponibile, con liste civiche che siano formate da cittadini interessati al bene pubblico e disposti a qualificare il consiglio comunale. Un’idea di democrazia partecipata ma mediata da gente capace di innalzare il livello politico in città; perché San Giovanni in Fiore è stata da sempre palestra politica ai più alti livelli ed è doveroso tentare di tornare a quei fasti».

Ospedale Cosenza, criticità e passi in avanti, Gentile ieri a Palazzo dei Bruzi

COSENZA – I passi in avanti compiuti, ma anche le criticità che continua a manifestare e che si spera possano essere avviate a soluzione. La fotografia dello stato dell’arte dell’Ospedale dell’Annunziata la scatta ancora una volta il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Achille Gentile riferendone in Commissione consiliare sanità. Il numero uno dell’azienda ospedaliera ha accolto di buon grado il nuovo invito rivoltogli dalla Presidente dell’organismo consiliare Maria Teresa De Marco che ha introdotto e coordinato i lavori della seduta, ringraziando il manager per la disponibilità dimostrata anche in questa nuova occasione.

Achille Gentile ha, in apertura di seduta, riferito degli importanti passi avanti compiuti dall’Ospedale dell’Annunziata, anche di recente, quando due interventi eseguiti nel nosocomio cosentino sono stati trasmessi in videoconferenza in cinque continenti, così come due altri interventi eseguiti da due cardiologi interventisti appartenenti all’azienda ospedaliera sono stati trasmessi al Congresso europeo di cardiologia, ad un forum che ha radunato 1500 cardiologi a Milano.

«E’ per noi – ha detto Gentile – motivo di particolare orgoglio che testimonia il livello di professionalità raggiunto da alcuni operatori. Gli obiettivi li stiamo raggiungendo tutti con una tempistica limitata, anche a causa dei lavori in corso nella struttura. Di recente abbiamo inaugurato il Polo Oncologico al Mariano Santo con l’acceleratore lineare di ultima generazione capace di assistere oltre cento pazienti. Nel 2019 sarà aperta la degenza al Mariano Santo.  Tutte le tecnologie presenti nel Polo Oncologico fanno del Mariano Santo un polo all’avanguardia. E’ evidente – ha aggiunto Gentile -che per raggiungere quel comfort di tipo alberghiero o il sistema di accoglienza tipico di altri ospedali fuori regione, ci vorrà un po’ di tempo. A gennaio l’Annunziata avrà un nuovo ed unico ingresso, vigilato con telecamere, anche per garantire maggiori condizioni di sicurezza e tra non molto avrà anche al suo interno un ristorante, un’edicola, l’estetista ed il parrucchiere per i pazienti. Con l’apertura della terza sala angiografica sarà poi messa in sicurezza tutta l’area dell’emergenza».

Il direttore generale dell’azienda ospedaliera  ha anche annunciato l’arrivo di cinque nuovi primari dal prossimo primo gennaio a medicina generale, chirurgia generale, neurochirurgia, dermatologia e oculistica. In tutto saranno 18 i primari assunti dall’inizio della gestione di Achille Gentile. Anche il reparto di chirurgia toracica potrà contare su un nuovo primario, il dottor Le Quaglie, che prenderà servizio nei prossimi giorni. Altri investimenti sono in itinere con il nuovo reparto di Oncologia ginecologica e chirurgia senologica.

Sul tappeto resta, però (e qui si è passati all’esame delle criticità), il problema del Pronto soccorso che per il direttore generale Gentile “non è un pronto soccorso africano, come qualcuno ha scritto sui social, ma un pronto soccorso con le criticità e i problemi tipici di tutti gli ospedali nazionali. Un problema acuito dal fatto che i concorsi che vengono banditi vanno deserti o quasi, anche perché nei pronto soccorso nessuno vuole andare a lavorare, anche per le questioni legate al fattore sicurezza”. Il problema Achille Gentile lo riconosce ed auspica che «con l’ampliamento del DEA e con una superficie aggiuntiva di 400 mq. in più i disagi e le calche possano diminuire. D’altra parte – ammette – un Ospedale nato 70 anni fa per servire una popolazione di 150 mila abitanti, è chiaro che manifesti difficoltà non da poco con un bacino di utenza di circa un milione di persone che ne ha fatto negli anni un polo di attrazione non solo per la città, ma anche per la provincia e la regione da dove arrivano accessi dall’area materno-infantile e dall’interventistica».

Il problema dell’iperaffluenza del Pronto Soccorso restano gli eccessivi codici bianchi, pari attualmente al 65,77%. A questo proposito è intervenuto il consigliere comunale Enrico Morcavallo che ha lanciato la proposta di limitarli attraverso un maggiore coinvolgimento nella loro gestione del  servizio di guardia medica. I passi in avanti compiuti dall’Annunziata sotto la gestione del direttore generale Achille Gentile sono stati evidenziati dal consigliere comunale Damiano Covelli. Per Covelli «oggi l’Ospedale dell’Annunziata esprime professionalità e qualità anche se non bisogna sentirsi appagati”. Restano anche per Covelli le criticità del pronto soccorso, ma il consigliere si è detto fiducioso per l’ampliamento della DEA ed ha lanciato un appello dal sapore politico evocando la realizzazione del nuovo ospedale: “se la politica, anziché avvitarsi su sé stessa riuscisse a fare uno scatto in avanti  per il bene della comunità, sarebbe cosa utile».

Per la Presidente De Marco la congestione del Pronto soccorso dell’Annunziata è determinata anche da una non piena funzionalità degli ospedali della provincia. «Bisognerebbe farli funzionare meglio».

Per il consigliere Piercarlo Chiappetta, invece, la questione del Pronto soccorso è soprattutto di carattere organizzativo. «Bisognerebbe ragionare in modo completamente innovativo. Il problema non si risolve solo modificando la struttura, anche perché il pronto soccorso dell’Annunziata è stato concepito strutturalmente in malo modo sin dall’inizio”. Pur apprezzando il lavoro portato avanti dal direttore Gentile, anche con riferimento al potenziamento dei reparti, Chiappetta ha sottolineato, inoltre, la necessità di operare degli aggiustamenti anche al polo oncologico. Nel dibattito è, inoltre, intervenuta la consigliera Francesca Cassano che ha insistito sulla necessità della realizzazione del nuovo Ospedale posto che, “nonostante l’ottimizzazione dell’esistente, l’Annunziata continua a rivelare le sue criticità. Qual è la logica – si chiede Cassano – che fa calare il silenzio su una nuova struttura che dovrebbe, invece, essere una risorsa regionale?»

Soddisfazione per i passi avanti compiuti ha espresso la consigliera Bianca Rende, che ha parlato, però, anche di ombre, sempre con riferimento al pronto soccorso «dove – ha detto –  esistono non pochi problemi di promiscuità e di privacy. Quando si sale nei reparti – ha affermato Rende – significa salvarsi perché nell’80% dei casi ci si imbatte in una buona professionalità e assistenza. Ma è il primo impatto con il pronto soccorso, biglietto da visita dell’Ospedale, che va cambiato.Bisognerà fare in modo che col tempo tutta la struttura sia come l’acceleratore lineare del Mariano Santo dove si respira aria di futuro e di tecnologie al passo coi tempi».

In chiusura di seduta, l’intervento della consigliera comunale Annalisa Apicella secondo la quale «la sanità appartiene e a tutti e non può avere colore politico”. Apicella ha rivolto un plauso al direttore generale per quel che è stato fatto e si sta realizzando, chiedendo uno sforzo in più “anche perché l’Annunziata, pur non essendo strutturalmente tra gli ospedali migliori, esprime professionisti e tecnici di grande spessore».

 

 

 

ZTL centro storico, Katya Gentile vs Occhiuto, «Solo disagi e isolamento»

COSENZA – Non si placa il malcontento in città dopo la decisione del primo cittadino Mario Occhiuto di voler chiudere al traffico il centro storico di Cosenza divenuto ZTL. In merito alla questione interviene, attraverso una lettera aperta – che riceviamo e pubblichiamo – anche Katya Gentile, già vicesindaco di Palazzo dei Bruzi.

«Dopo il comunicato di Monsignor Nolè, il bamboccione dispettoso punta i piedi e difende a spada tratta il provvedimento assurdo partorito dalla sua mente obnubilata, che non apporterà alcun beneficio all’economia del territorio (ne produrrà, invece, per le casse del Comune e per quelle di “al volo”, ci scommetterei le mani) e provoca disagi già accertati, oltre che la desertificazione e l’isolamento dell’intera zona. E questo lui lo sa.  In un centro storico come il nostro, dove gli eroici residenti sono rimasti quattro gatti, mentre i topi non si contano, dove l’incuria e l’abbandono continuano a lasciare i segni  (mi riferisco, ad esempio, ai mancati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che hanno trasformato, nei giorni scorsi, Corso Telesio nell’alveo di un fiume, gonfio dell’acqua che defluiva copiosamente dalle scale limitrofe, che sembravano torrenti in piena), prima di istituire la ztl h24, il nostro sindaco (volutamente minuscolo) avrebbe dovuto dedicargli tempo e risorse.  Ed è fastidiosamente inutile che, per convincere tutti della “sua fattività” e  sviare l’attenzione da ciò che andava fatto ed irresponsabilmente non è stato fatto negli anni, propini il suo solito elenco comprendente interventi che vanno da palazzo Gervasi al Castello, passando per la villa vecchia e la pubblica illuminazione, per la “terrazza” di corso Plebiscito etc, etc, 
Dovreste sapere, credo ormai tutti, infatti, che il suo passatempo preferito è mettere le bandierine su traguardi raggiunti grazie al lavoro e agli sforzi altrui (i miei si, anche se è passato qualche anno, continua a campare di rendita, e quelli dei dirigenti e funzionari dei Lavori Pubblici), senza aver mai partecipato ad una sola riunione, ad un solo sopralluogo, se non quando tutto era pronto ed era arrivato i l momento della consegna dei lavori o dell’inaugurazione. È come quando hai preparato una bella torta, arriva un altro, fresco, fresco, se la mette in vetrina e se ne prende i meriti. Ricordiamolo, gli unici progetti voluti “dall’archimbrosa” per il centro storico restano i bocs art, il lungofiume boulevard ed i temporary store oltre all’agognato abbattimento dell’ex hotel jolly sulle cui cenere costruirà un obbrobrio (vedendo il rendering) di museo digitale. Non voglio dilungarmi nei vari dettagli, perchè sarebbe davvero troppo lungo, ma l’esperimento fallito dei “temporary” merita menzione per aver aumentato la mole di debiti del Comune nei confronti dell’Aterp, di diverse centinaia di migliaia di euro, attraverso i fitti dei magazzini.  Pare che alcuni contratti proprio non esistano, pur essendo stati ampiamente utilizzati gli immobili. E lui, che ha perso una buon occasione per tacere, quando parla di “deriva  deturpante” si riferisce a quella in cui ha abbandonato il centro storico fin dal suo primo insediamento? 
Ha tagliato qualche nastro, si, ma non un progetto, non un’idea e neanche un intervento, se non per abbattere qualche palazzo storico, senza permesso, o per “depositarci” i Rom in un’assolata domenica di luglio. 
La scusa migliore è sempre stata “i palazzi che crollano sono di privati ed il Comune non può fare niente”. NON È COSÌ. Non può esistere una balla più gigantesca ed è il momento che verità venga fuori. 
Era già pronta in Assessorato l’ordinanza per il ripristino delle facciate e la messa in sicurezza a carico di tutti i proprietari di immobili siti nel centro storico. Nel caso in cui non avessero adempiuto il Comune avrebbe fatto i lavori a danno, lo ricorderebbe bene il povero Cucunato, che ho messo in croce per redigerla, lo ricorderà senz’altro anche qualche altro dipendente.
Anziché  rispondere al Vescovo  sommessamente, e magari in privato, non fosse altro che per il rispetto che dovrebbe portare a quella veste, da bravo cristiano quale predica di essere, sferra una pubblica arringa in difesa della sua opinione. Chè di questo  stiamo parlando!
Per i non residenti, il Mario-pensiero è assurto a Verbo da quando è sindaco-padrone della città di Cosenza, unto dal Signore, e chiunque si azzardi a dissentire, viene tacciato di essere un “seminatore di odio” o deriso perchè “non capisce niente”. 
Con l’atteggiamento di chi si sente “deluso” e oltraggiato e con il suo dire irrispettoso, non lesina, addirittura, di schernire la massima autorità della Chiesa a Cosenza, mostrando palesemente tutta la sua tracotante arroganza ed i limiti di un soggetto instabile, che mal tollera il dissenso, anche quando proviene da un’altra Autorità. 
E siccome in premessa scrive “con la massima umiltà possibile”, crede che tanto basti a giustificare l’affronto che segue e che ha i toni irriguardosi e beffardi di un qualunque sovrano-tiranno, di terza categoria, di antica memoria. 
Leggendo il suo scritto, infatti, si fa un tuffo nel passato, quando si viveva sotto dittatura o anche quando il potere temporale e quello papale erano in guerra per il predominio. 
Perchè, se fino a ieri, con la Curia, erano tutti una grande famiglia, oggi che il nuovo Vescovo ha deciso di farsi portavoce delle istanze dei parrocchiani, dei collaboratori e dei frequentatori,  scrivendo un comunicato che invita al ragionamento e al buon senso, lui ha “dovuto” mostrare i muscoli e tuonare più forte. 
Del suo pubblico dileggio, che a momenti, quello sì, mi provoca “ilarità”, mi indigna maggiormente la chiosa. 
Sminuendo il ben più articolato problema e per “apparare” la questione, arriva a scrivere: “la Curia cosentina avrà i suoi mezzi autorizzati e giammai la ztl interferirà con le attività istituzionali delle sue risorse umane”.  Di grazia, qualcuno vuole spiegargli che al Duomo, solo per fare un esempio, di sabato e domenica si celebra la Santa messa, che i fedeli non sono risorse umane della Curia  e che un Vescovo non può rimanere inerme mentre, la messa domenicale della Chiesa Madre, simbolo della Cristianità cosentina, non è più così partecipata? Immagino, inoltre, che alla Curia non abbiano un preposto che possa star lì a giocare, insieme ai dipendenti del Comune tutti i giorni dell’anno, a chiamare e inoltrare richieste di autorizzazioni, per consentire l’accesso alla vettura di questo o a quel prelato o a chiunque voglia andare a far visita al Vescovo.  Ci vorrebbero due impiegati ad hoc! Al sindaco chiedo di illuminarci sui vantaggi di questa scellerata chiusura al traffico, che molti poveri mortali come me non riescono neanche ad intravedere, fandonie e frottole sull’ambiente a parte! A questo punto della storia, se non siamo in grado di fare una riflessione lucida e serena su tutta questa vicenda, inserendola pure in un quadro d’insieme, credo che Cosenza meriti il sindaco che ha. 
E fate pure come lui, “pensate ara salute!”»
Katya Gentile

Pancreatite cronica, delicato intervento di alta chirurgia all’Annunziata

COSENZA – E’ stato eseguito pochi giorni fa,  in un paziente di 55 anni con pancreatite cronica calcifica fibrosclerotica diffusa, presso l’Unità Operativa di Chirurgia Oncologia e Laparoscopica, un intervento di Splenopancreasectomia subtotale con asportazione in blocco di Aneurisma dell’arteria splenica alla sua emergenza.

L’intervento, che ha comportato l’asportazione in blocco della milza e gran parte del  pancreas, lasciando in sede una piccola porzione di quest’ultimo ,  in modo tale da poter   risparmiare il duodeno, è risultato particolarmente difficoltoso e complesso sia per la patologia in sé, che coinvolgeva diversi  organi in prossimità del  pancreas, sia per la presenza di un aneurisma dell’arteria splenica in un punto che lo rendeva particolarmente pericoloso. Proprio in considerazione di quest’ultimo elemento, è stata richiesta la collaborazione, preziosa, dei medici dell’UOC di Radiologia interventistica che, il giorno prima, hanno eseguito un’ embolizzazione dell’arteria stessa.

L’intervento è stato eseguito dal dr Pietro Covello, primo operatore , dal dr Antonio Perri,  direttore dell’UOC     Chirurgia Oncologica e Laparoscopica  e dal dr Francesco Novello, specializzando in chirurgia generale presso l’Università di Catanzaro.

Attualmente il paziente è in degenza in reparto, con un buon decorso post operatorio

«Si tratta di un intervento di rara esecuzione e  di alta complessità – ha dichiarato il Direttore Generale, Achille Gentile –  che dimostra ancora una volta l’alto livello chirurgico dell’Hub di Cosenza, in grado di fornire risposte adeguate all’utenza anche in casi per i quali, specialmente in passato, si riteneva necessaria l’emigrazione fuori regione» Gentile, nell’esprimere viva soddisfazione per l’intervento condotto con successo dall’equipe chirurgica,  ha sottolineato  come «proprio queste punte d’eccellenza hanno  consentito, nell’anno in corso  di registrare una sensibile diminuzione della  migrazione in uscita e un trend positivo di quella in entrata».

“Trapianto Vita Nuova”, una guida pratica dedicata ai pazienti

COSENZA – Si terrà il prossimo 28 maggio alle 11.00 presso la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera la Conferenza Stampa di presentazione della guida pratica “Trapianto Vita Nuova” a cura dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza e di Stefania Pinnacchio, che, in virtù della sua esperienza diretta di paziente, ha voluto offrire un contributo a chi è costretto a ricorrere alla dialisi.

L’opuscolo si propone di accompagnare e rassicurare i pazienti in attesa di trapianto, fornendo loro informazioni chiare e dettagliate sulle procedure mediche e sulle terapie, oltreché un vademecum su uno stile di vita adeguato.

«Siamo lieti di poter assistere i pazienti e di accompagnarli nel loro percorso fugando, per quanto possibile, ansie, paure, disguidi spesso legate alla mancanza di chiare informazioni», dichiara il Direttore Generale, Dott. Achille Gentile.

Alla conferenza stampa parteciperanno il Direttore Generale dell’A.O., Dott. Achille Gentile, il Direttore U.O.C. Nefrologia-Dialisi-Trapianto Dr. Renzo Bonofiglio, la Presidente dell’Associazione Sud Italia Trapiantati “ASIT”, Dott.ssa Rachele Celebre e l’autrice Stefania Pinnacchio.

Dopo “Nemo” Katya Gentile attacca Occhiuto «Risponda della sua inazione»

COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato stampa a firma di Katya Gentile, già vicesindaco di Palazzo dei Bruzi relativamente alla vicenda legata alla trasmissione “Nemo” andata in onda su Rai 2

 

«Dopo aver visto il servizio di Nemo su Rai 2, ciò che mi fa veramente inorridire, essendo ormai preparata a qualunque tipo di esternazione da parte di Occhiuto, sono i commenti dei fan che lo difendono per partito preso, considerandolo al pari di un profeta, nonostante, molti di loro non sappiano di cosa parlano e la maggior parte non abbia neanche visto il video. Se fossimo vissuti nel medioevo avremmo pensato ad un filtro di asservimento che, al richiamo (quello si, veramente populista) di colui che reputano “il Salvatore”, che non è Perugini, fatemi passare la battuta, sanno di dover accorrere subito in suo aiuto, a costo di dire amenità (voglio essere elegante) e di fare figuracce».

«Inorridisco per la mancanza di pulizia mentale»

«Dicevo inorridisco per la mancanza di pulizia mentale che sottende a certe dichiarazioni, perché, oltre ad essere disinformati, o a voler sembrare tali, i rappresentanti politici ed istituzionali, in particolare, appaiono anche cinici, quasi disumani, agli occhi di chi quei drammi ha la sensibilità di “vederli” o, peggio ancora, li vive. E non è negando l’evidenza che scompaiono i problemi e si offre un miglior servizio alla città.
Mi reputo abbastanza elastica mentalmente da essere riuscita a capire, finora, pur non condividendoli, i motivi di tante bislacche affermazioni, ma, anche dopo uno sforzo immane, non riuscirò mai a comprendere chi vorrebbe far passare il servizio di Rai 2 per una “vergognosa mistificazione”, quando tutti sappiamo, e coloro che rappresentano il Comune se ne dovrebbero assumere la responsabilità, che quella che si vede è semplicemente la fotografia nuda e cruda di una realtà, senza trucco e senza effetti speciali che, finalmente, squarcia le tenebre dell’omertà».

«Una realtà cosentina rinnegata di cui vergognarsi»

«Sicuramente, quella andata in onda, con qualche imprecisione, che lo stesso sindaco intervistato non è stato capace di chiarire, è una realtà scomoda. Non si parla della grande opera, né della finta medaglia di carta stagnola da appuntarsi al petto, ma di una realtà cosentina, ancora una volta rinnegata, di cui vergognarsi, che però è lì, così come i problemi irrisolti in 7 anni di amministrazione. Perché, seppure l’ultima signora disabile intervistata abiti nel comune di Rovito ed i due signori siano stati trasferiti da marzo (i filmati sono stati registrati il 26 gennaio) in una nuova abitazione, i palazzi del centro storico di Cosenza continuano a crollare, le “messe in sicurezza” del Comune sono ridicole, farlocche e pericolose e l’alibi per tutto non può essere il solito disco rotto della “proprietà privata”. Le soluzioni esistono, eccome se esistono, si sarebbero già potute e dovute attivare, in questi anni, una serie di procedure, ma è evidente che sia mancata la volontà. Nel centro storico, ormai abbandonato dalla gran parte dei suoi abitanti, quei pochi rimasti vivono: i più anziani praticamente segregati in casa, anche per vie delle barriere architettoniche e della condizione di totale abbandono delle strade, mentre gli altri sono consapevoli che esiste una sorta di coprifuoco e che circolare nei vicoli dopo le ore 17:00, d’inverno, è fortemente sconsigliato, specie alle donne ed ai bambini.  Si, perché da quando, quattro o cinque anni fa, per risolvere il problema del campo rom lungo il fiume prima e quello della tendopoli di via Popilia poi, hanno “scaricato” dai cassoni dei camion, come in una scena da film, in un’assolata domenica di luglio, una ventina di rom in piazza Valdesi, proprio alle porte del centro storico, non senza averli prima pagati.
Questi hanno occupato e distrutto diverse abitazioni disabitate,   accendono fuochi nelle case per scaldarsi quando fa freddo e si allacciano abusivamente agli impianti di pubblica illuminazione del Comune, ogni volta che si spostano a loro piacimento, mettendo a rischio anche l’incolumità delle persone.
Là dove si è creato uno slargo, dopo il crollo di alcuni palazzi nel quartiere di Santa Lucia, hanno realizzato addirittura una discarica con deposito di ferro vecchio annesso.
Ditemi se questa è l’integrazione di cui ama parlare  il sindaco. E ditemi se è possibile che stiamo pascendo, nel cuore del centro storico, un coacervo di bisogno, degrado e malvivenza da imputare all’ignavia, all’incuria e all’indifferenza di chi amministra».

«Occhiuto personalizza troppo»

«Questa, che piaccia o non piaccia, è la verità. Credo che Occhiuto, per quanto distante da ogni atto relativo alle sue funzioni, quando di mezzo ci sono indagini della Procura, in alcuni casi, invece, personalizzi troppo.In ogni sua dichiarazione, nega ancora una volta l’evidenza e azzera ogni sua responsabilità ma, diciamoci la verità, si dà più importanza del dovuto quando sostiene che queste trasmissioni di denuncia sono strumentalmente volte a screditare una sua improbabile candidatura alla Regione. Vale la pena ricordare, infatti, che a parlarne sono solo lui ed i suoi adepti, mentre abbiamo tutti letto e ascoltato il pensiero inequivocabile di importanti rappresentanti di Forza Italia reggini e non solo.
Penosa la pantomima della vittima innocente, che pagherebbe lo scotto di essere un genio, troppo modesto e fattivo, a tratti incompreso, pur tuttavia, sempre invidiato, mentre, un istante dopo, mette in bella mostra tutta la sua arrogante protervia, vestendosi d’autorità e minacciando con fare malavitoso ed intimidatorio, non solo la Rai ed il giornalista, ma anche chi non ha avuto paura di metterci la faccia, per amore della sua città.

A chi, per giustificare e sostenere il sindaco, chiede, poi,  che relazione ci sia tra il ponte di Calatrava e la fatiscenza delle case popolari, devo rispondere, con onesta intellettuale: direttamente, quasi nessuna, salvo poi guardare ad un quadro sommario, più ampio. In questi anni, infatti, non sono state destinate somme alla manutenzione  degli alloggi di proprietà del Comune e non ci sono state richieste di finanziamento per nuove costruzioni, semmai, sono andati perduti i finanziamenti regionali, fondi ex Gescal anche quelli,  per la costruzione di nuovi alloggi popolari, già previsti nel territorio di Donnici, senza che nessuno abbia mai proferito parola. Si è interrotta quella filiera di collaborazione, realizzata con enormi sforzi e finalizzata al ripristino della legalità, tra uffici comunali, Aterp, Prefettura, Polizia municipale e Forze dell’Ordine.  Era preposta al controllo ed alla verifica del possesso dei requisiti degli abitanti  delle case comunali, per evitare abusi, bloccare il fenomeno della compravendita illegale del patrimonio immobiliare comunale e recuperare alloggi da destinare a chi ha il diritto, ma non la casa.
Non si è provveduto a recuperare gli oneri di urbanizzazione, nè gli appartamenti, derivanti dalle convenzioni degli insediamenti privati previsti nei PRU di viale parco, che avrebbero dovuto essere già nella disponibilità del Comune, diversi anni or sono, e che  avrebbero potuto essere utilizzati anche come soluzioni tampone per un piano di emergenza abitativa a cui, evidentemente, nessuno ha più pensato.
Dopo essersi preso le ovazioni per l’assegnazione di nuove abitazioni popolari nel centro storico, di cui ho seguito personalmente anche l’iter dei lavori durante il mio mandato, più nulla è stato fatto e nessuno dei miei agognati esperimenti di housing sociale, i cui cofinanziamenti erano già stati accordati  dalla Regione, è mai più partito.

È inutile sperare in un mea culpa del borioso architetto che, come sempre, butta le mani avanti per non cadere indietro, che vorrebbe convincere tutti che ogni problema sia quasi un’invenzione dei suoi detrattori che gli vogliono male. Sia chiaro che ogni critica politica, ogni contestazione e ogni immagine di denuncia, non è mirata ad infierire contro la persona (il suo ego smisurato non gli consente di capirlo o forse fingersi agnello sacrificale produce più proseliti), ma contro le modalità di un sindaco di disamministrare la sua città.
E nulla c’entra l’odio, si tratta piuttosto di  riprovazione, di indignazione e di  sdegno. In città, l’unico che crea fazioni e spaccature e che continua a spargere odio, quello vero, veleni, quelli mortali, e bugie, le più azzardate e beffarde, è proprio lui. Lui che del divide et impera ha fatto il suo mantra. Senza continuare a girarci intorno, risponda della sua inazione, se ne ha il coraggio, che la gente ne ha piene le tasche e l’epoca di Pinocchio e del Marchese Del Grillo sta per finire»

Katya Gentile

Già Vice Sindaco di Cosenza

Ospedale di Cosenza, Gentile, «Entreranno 53 nuovi medici» (AUDIO)

COSENZA – In città si continua a discutere sulla costruzione del nuovo ospedale e si manifesta per le presunte carenze di assistenza del Pronto Soccorso dell’Annunziata. Intanto dalla direzione generale del nosocomio cosentino fanno sapere che l’Azienda Ospedaliere sta lavorando per l’entrata in servizio di 53 nuovi medici. Abbiamo raccolto una breve dichiarazione del direttore generale Achille Gentile che vi proponiamo di seguito

 

«Cosenza costretta a pagare i suoi debiti», Katya Gentile contro Occhiuto, «è un despota»

COSENZA – «Ormai  è chiaro che a Cosenza regni un clima di asservimento al potere di un Sindaco ingannatore, despota e prevaricatore, che non lascia trapelare, nè percepire, l’esatta gravità di certe notizie, che finiscono per essere, puntualmente, derubricate a vicende routinarie o a fatti  di ordinaria amministrazione» Questo quanto si legge in una nota diffusa da Katya Gentile, ex vicesindaco di Palazzo dei Bruzi.
«Gli abbiamo visto fare di tutto- prosegue-  taroccare sondaggi per dichiarare primati impossibili;pagare marchette per la pubblicazione di dati falsi; affidare la gestione del suo ristorante pignorato ad uno dei suoi inservienti; lo abbiamo visto ricevere l’arch. Calatrava, in veste di Sindaco, nel suo “studio MOA”, attiguo al ristorante e anche quello pignorato;
abbiamo assistito negli anni ad affidamenti a ditte amiche o creditrici, conferimenti di incarichi ad amici ed a dipendenti del suo studio, ma ancora non era venuta fuori l’ultima chicca eclatante e senza precedenti.  Con la sentenza n.53/2018 del 9 gennaio, infatti, il Tribunale di Cosenza obbliga il Comune, non essendosi mai costituito in giudizio, a pagare i debiti personali di Occhiuto verso equitalia, che, vale la pena ricordarlo,  costituivano i presupposti essenziali ai motivi di ineleggibilità  tanto discussi e poi sminuiti durante la scorse elezioni comunali»
«Forse, per la prima volta, – si legge ancora – negli Uffici della Procura, se mai qualcuno dovesse decidere di agire, non potranno più dire che è solo colpa dei dirigenti. Ciò che più mi indigna di questa brutta storia, non sono le mancate spiegazioni ad un’intera comunità che sarà costretta a pagare per lui, nè il fatto che, quella specie di sindaco, nel più completo delirio di onnipotenza, sprezzante e spocchioso, si permetta pure di usare le sue solite armi di distrazione di massa (oggi il racconto di una serie infinita di progetti e di APPALTI, dice lui, già finanziati -??? -, che bisognerebbe analizzare uno per uno),  quanto il fatto che le sue menzogne vengano ancora prese per buone e venga dato loro risalto a scapito delle sue nefandezze, mentre gli illeciti vengono sistematicamente sviliti o ignorati da una Procura, a dir poco, assuefatta e dormiente.A ben vedere, in un quadro d’insieme, non è il singolo episodio che deve allarmare, è, invece, l’intero sistema, attraverso cui viene gestita la “Cosa Pubblica”, che deve preoccupare, perché è quanto di peggio possa esistere e va smantellato. Diversamente, il nuovo rischio, alla luce della citata sentenza, è quello di legalizzare tutto un sistema corrotto e perverso che, davvero, nulla ha a che fare con le “buone pratiche” di cui ama riempirsi la bocca Occhiuto.
Ad ogni cittadino, che rappresenta  le forze sane di questa città, chiedo lo sforzo di superare  colori, simpatie, antipatie o appartenenze politiche e di guardare invece al bene collettivo e difendere la nostra città; perchè, se al Comune si agisce così illegalmente e contro l’interesse pubblico, mentre la giustizia è così disamministrata da non intervenire, dovremmo avere tutti la consapevolezza che c’e più di qualcosa che non va e dovremmo sentire tutti il dovere di urlare forte contro questo stato di cose, prima che sia troppo tardi.
Credo che sia finito il tempo di limitarsi a scrivere del proprio dissenso sui  social e che sia arrivato il momento, invece, di guardarci negli occhi e manifestarlo in piazza quel dissenso. Chissà che il dott. Gratteri, ottimo nel dispensare buoni consigli, non si decida a fare la propria parte, anche lui, senza dimenticare che, come scriveva Corrado Alvaro, “la disperazione più grave che possa impadronirsi di una società, è il dubbio che vivere onestamente sia inutile».

Gentile lascia AP, la soddisfazione di Graziano «Scelta coraggiosa»

COSENZA – «Salutiamo con favore ed interesse le dichiarazioni del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che danno merito alla scelta di coraggio del Sen. Antonio Gentile». Queste le dichiarazioni di Giuseppe Graziano all’indomani della scelta del sen. Gentile di lasciare Alternativa Popolare.  «Rimaniamo consapevoli, infatti, che anche in questo nuovo percorso politico saranno rappresentati i valori di quel patto leale su programmi e idee sottoscritto lo scorso novembre dallo stesso Gentile con Il Coraggio di Cambiare l’Italia. Un accordo che si fonda su obiettivi comuni e sul bisogno di rilanciare la partecipazione dal basso per un nuovo protagonismo democratico, basato sulla moderazione, sulla concertazione e sulla ricerca dell’eccellenza morale e tecnica. Sono queste le leve sulle quali si fonda il nostro movimento che oggi, ancor di più, insieme a Gentile e Berlusconi, si farà predicato del civismo riformista all’interno della grande casa liberal-moderata italiana» Queste ancora le parole dell’Ufficio di presidenza nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, presieduto da Giuseppe Graziano, già Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria.

«Il CCI nel suo DNA – dicono – si propone come forza aggregativa e di convergenza per tutti i cittadini, di qualunque colore politico essi siano. Il nostro è un patto d’onore tra uomini basato sulla capacità di realizzare e mettere in cantiere progetti, programmi, idee che ridiano valore e reale consistenza alla partecipazione dal basso, alla meritocrazia e all’equa co-partecipazione delle persone alla realizzazione della democrazia del nostro Paese. Il Coraggio di Cambiare l’Italia ­– aggiungono –, non credendo nella prassi della “rottamazione politica” (che in questi anni ha solo prodotto danni abnormi nelle Istituzioni) sin dalla sua nascita ha sempre dialogato con i partiti e, su tutti, anche con Forza Italia che reputiamo essere un’entità aggregativa portatrice di sani principi e, appunto, di valori che hanno bisogno, oggi più che mai, del supporto del movimentismo civico. Lo ha detto anche il presidente Berlusconi e ne prendiamo atto con orgoglio, avendo la consapevolezza – concludono – che, a partire da adesso, il Sen. Antonio Gentile sarà il nostro punto di riferimento nel confronto con Forza Italia».

Gentile si dimette da coordinatore nazionale AP «Non mi ricandido e voto Berlusconi»

Gentile si dimette da Coordinatore Nazionale di AP e non intende ricandidarsi in Parlamento

ROMA- «Mi dimetto dalla carica di Coordinatore Nazionale di Alternativa Popolare. Il progetto di costituire una forza di centro autonoma, liberale e riformista al quale molti di noi avevano fermamente creduto è fallita». E’ quanto si legge in una nota diffusa dal senatore. «Non voglio assegnare responsabilità ad alcuno ma ho trovato un partito sfasciato e ingestibile senza alcuna capacità reattiva che per sopravvivere è alla ricerca di una innaturale mutazione genetica che lo spinge fortemente a sinistra. È mancata la sincerità e ho riscontrato, con mio sommo rammarico, la mancanza di valori in campo. Per rispetto della mia reputazione e per onestà intellettuale preferisco interrompere qui la mia esperienza di partito e parlamentare. Ringrazio Renzi e Gentiloni per avermi voluto a far parte dei loro Governi. Ma è necessaria per me una pausa di riflessione, senza interrompere l’impegno politico e sociale verso il mio Paese e la mia terra. È per questo che invito i singoli parlamentari, i consiglieri regionali, provinciali, sindaci e militanti di Alternativa Popolare a votare per l’unica forza moderata e liberale esistente nel nostro Paese rappresentata da Forza Italia e dal suo Presidente Silvio Berlusconi».