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Bimba disabile, il caso non viene archiviato. Chiesta l’imputazione dei sanitari

CASTROVILLARI ( CS) –  Il gip di Castrovillari ha chiesto al pm di formulare l’imputazione dei sanitari dell’ospedale di Corigliano indagati per una bambina disabile di 6 anni, costretta a ricoveri in vari ospedali per patologie sopravvenute dopo la nascita che i genitori hanno sempre ipotizzato essere state provocate da errori durante il parto. Accogliendo l’opposizione dei legali della famiglia, il gip ha respinto per la terza volta la richiesta di archiviazione disponendo per l’imputazione per omessa diagnosi di infezione da citomegalovirus, omessa somministrazione di terapia idonea e procurata prematurità natale. La piccola, che è stata presa in braccio anche da Papa Francesco, non parla, non sente, non vede e non si muove. <<E’ stato un incubo ma ho sempre creduto nella giustizia – ha commentato il padre -. Ho chiesto l’elemosina, ma ho portato mia figlia nei migliori centri e continuo a farlo. Hanno ucciso una bimba che però è bellissima, ed io a lei come padre devo la verità. E la verità si avvicina>>.

Morra: «Sette medici indagati dalla Procura della Repubblica»

COSENZA – «La Procura di Cosenza ha emesso sette avvisi di garanzia, con relativo invito a comparire per l’interrogatorio, ad altrettanti professionisti della sanità calabrese. Alcuni di loro sono già noti alla Procura di Cosenza come gli ex-direttori generali dell’Asp Gianfranco Scarpelli ed il dott. Palumbo; il dott. Auteri, ex-direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza; l’attuale direttore generale dell’Azienda ospedaliera, ovvero il dott. Gentile, ed i due attuali direttori degli uffici gestione risorse umane, dell’Asp di Cosenza, dott. Remigio Magnelli, e dell’Azienda ospedaliera, dott. Vincenzo Scoti. E, infine, l’ex direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera, dott. Canino». Lo riferisce un comunicato diffuso dal senatore Nicola Morra, del Movimento 5 stelle. «Si è arrivati a tanto – si aggiunge nella nota – in seguito ad un esposto alla Procura della Repubblica di Cosenza presentato da tre dirigenti medici dell’Asp, accompagnati dal senatore Nicola Morra, che, a seguito dell’esposto, presentò al Senato un’interrogazione parlamentare relativamente ai fatti in questione. La vicenda si riferisce a trasferimenti di personale medico probabilmente illegittimi per favorire alcuni medici a danno di altri. Fiduciosi che la giustizia porterà luce su questa vicenda – commenta il senatore Morra – continueremo a vigilare affinché si ristabilisca legalità laddove qualcuno abbia subito un torto».

Rimborsopoli, chiesto rinvio a giudizio per 26 persone

REGGIO CALABRIA – La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio per 26 persone coinvolte nell’inchiesta cosiddetta “Rimborsopoli” sui presunti illeciti nella gestione dei rimborsi ai gruppi consiliari del Consiglio regionale della Calabria. Tra le persone per le quali è stato chiesto il processo ci sono quattro ex consiglieri regionali che nel frattempo sono stati eletti in Parlamento. Si tratta dei deputati Bruno Censore, Demetrio Battaglia e Ferdinando Aiello e del senatore Giovanni Bilardi. L’inchiesta riguarda consiglieri regionali in carica ed ex consiglieri. Richiesta di rinvio a giudizio anche per l’ex presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, e per l’ex presidente del Consiglio regionale, Antonio Scalzo. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda, inoltre, tra gli altri, i consiglieri regionali in carica Carlo Guccione e Vincenzo Ciconte, l’ex segretario questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera e gli ex consiglieri Pasquale Tripodi, Alfonso Dattolo, Alfonsino Grillo, Giuseppe Bova, Nicola Adamo, Emilio De Masi, Domenico Talarico, Sandro Principe, Pietro Amato, Mario Franchino, Mario Maiolo e Francesco Sulla. Le persone coinvolte nell’inchiesta avrebbero utilizzato le somme destinate ai gruppi consiliari regionali per farsi rimborsare spese che non avevano nulla a che vedere col loro ruolo istituzionale come viaggi, gioielli, cene, telefoni cellulari, tablet ed altre spese di carattere privato.

Spaccio e detenzione nel “fortino” dei pusher, 25 gli indagati

CROTONE – La squadra mobile della Questura di Crotone ha notificato a 25 persone residenti nel capoluogo altrettanti avvisi di conclusione indagini emessi nell’ambito dell’operazione “Theseus”. Gli indagati sono ritenuti responsabili, anche in concorso tra loro, di aver detenuto e ceduto in più occasioni sostanze stupefacenti (cocaina, eroina e marijuana), tra il mese di aprile 2014 e l’ottobre 2015. La complessa indagine è scaturita da un sequestro di cocaina, effettuato nel marzo del 2014 all’interno del quartiere di via Acquabona tra l’edificio che ospita la Questura e le adiacenze degli istituti magistrale e tecnico commerciale, nel quale sorgono diversi fabbricati non censiti. Durante una perquisizione domiciliare eseguita nell’abitazione di uno degli indagati ed estesa ad un garage di proprietà dell’uomo, furono trovati, nel vano della sella di un ciclomotore 18,10 grammi di cocaina. Le indagini avrebbero fatto emergere il continuo via vai di tossicodipendenti. Sarebbe stata documentata, in particolare, una fiorente e continua attività di spaccio, soprattutto di cocaina, posta in essere ad opera di alcuni degli abitanti del quartiere, agevolati da cancellate e muri abusivi che ostacolano il pronto intervento delle forze dell’ordine. Gli spacciatori, sfruttando il dilagante abusivismo urbano, occulterebbero lo stupefacente anche in strutture appositamente edificate e non riconducibili alla proprietà di alcuno. Strategici ai fini dell’attività di spaccio i “punti di osservazione” utilizzati da persone con funzioni di vedetta pronte a segnalare la presenza delle forze di polizia. Il quartiere sarebbe perciò frequentato, giorno e notte, da tossicomani provenienti sia da Crotone che da paesi limitrofi. L’intero rione è quindi considerato dagli inquirenti una “piazza di spaccio” sicura sia per gli acquirenti che per gli spacciatori. Nel corso delle indagini sono stati documentati oltre quaranta episodi di spaccio con conseguenziale sequestro di molte dosi di cocaina, eroina, marijuana e hashish procedendo alle relative segnalazioni, alla locale Prefettura, di altrettanti assuntori.

Vittime sull’autostrada, indagati alcuni funzionari Anas

VIBO VALENTIA – La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha iscritto nel registro degli indagati alcuni funzionari dell’Anas per accertare loro eventuali responsabilità in due incidenti stradali avvenuti negli ultimi mesi nel tratto dell’A3 compreso tra gli svincoli di Serre e Mileto in cui sono morti, complessivamente, cinque giovani residenti tutti nella Piana di Gioia Tauro. L’inchiesta della Procura di Vibo, condotta dal pm Benedetta Callea, è stata avviata sulla base di una denuncia presentata dai legali dei genitori dei cinque giovani morti nei due incidenti, avvenuti, rispettivamente, il 22 novembre 2015 ed il 29 febbraio scorso. I due incidenti che provocarono la morte dei cinque giovani, uno nel primo e quattro nel secondo, avvennero nella stessa galleria del tratto tra Serre e Mileto. Gli accertamenti della Procura che hanno portato all’emissione di informazioni di garanzia nei confronti degli indagati, in quanto destinatari dell’avviso di accertamenti tecnici irripetibili riguardano, in particolare, la regolarità dei lavori di realizzazione della galleria in cui si verificarono i due incidenti in cui morirono i cinque giovani. Dall’inchiesta sono emersi, secondo quanto si è appreso, gravi problemi strutturali nella realizzazione della galleria che potrebbero essere stati concausa dell’incidente. Tra gli indagati ci sono i collaudatori dei lavori per la realizzazione della galleria ed i rappresentanti della società “Condotte d’Acqua” che ha eseguito gli stessi lavori.

Blocco neve A3, indagati cinque funzionari Anas

Cosenza ( Cs) – Sono cinque i funzionari dell’Anas  indagati dalla Procura della Repubblica di Cosenza in relazione al blocco della circolazione che si è determinato il 19 gennaio scorso sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria per una nevicata. Nell’occasione centinaia di persone rimasero intrappolate per una decina d’ore nel tratto compreso tra Cosenza ed Altilia a causa di mezzi che si sono intraversati sull’asfalto.
All’iscrizione dei cinque nel registro degli indagati la Procura è giunta sulla base di una serie di documenti acquisiti dai carabinieri del Reparto operativo di Cosenza e delle testimonianze di automobilisti rimasti bloccati. All’indomani del fatto, alcuni viaggiatori avevano lamentato la mancanza di filtraggio agli svincoli di ingresso dell’autostrada che aveva permesso la circolazione di mezzi privi di catene o pneumatici invernali favorendo la perdita di controllo dei mezzi e il blocco. La Procura sta procedendo per i reati di interruzione di pubblico servizio e omissione di atti di ufficio.

Gdf: indagati 6 imprenditori per truffa

 

LAMEZIA TERME – Un operazione della guardia di finanza di Lamezia Terme, ha permesso i finanzieri di sequestrare conti correnti, quote societarie, appartamenti e terreni per 900 mila euro nei confronti di 6 imprenditori. Oltretutto sono state sequestrate due società ed una ditta individuale, accusati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento indebito di contributi comunitari e nazionali, reati tributari e falso. Inoltre, nel 2011 l’operazione aveva portato,  al sequestro di uno stabilimento in cui venivano prodotti inchiostri e cartucce di toner contraffatti.

Spaccio nel catanzarese, 9 indagati

CATANZARO –  Tornano di nuovo in carcere o ai domiciliari le nove persone coinvolte nell’operazione “White Skunk”, che nei giorni scorsi erano state rimesse in libertà per un vizio di forma. Stamane i militari della Compagnia Carabinieri di Sellia Marina hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, Emma Sonni. L’inchiesta ha permesso di ricostruire lo spaccio di droga lungo la costa ionica catanzarese. A Botricello (Cz) gli stupefacenti venivano venduti grazie all’appoggio logistico in un noto bar, e persino aizzando due pitbull contro i carabinieri impegnati nei controlli.
Marijuana e hashish arrivavano dalle piazze di Catanzaro e Isola Capo Rizzuto (Crotone), per finire soprattutto sul mercato della Presila Catanzarese, oltre che nella stessa Botricello. Un gruppo ben consolidato, capace di organizzarsi in ogni particolare, sostituendosi e aiutandosi quando qualcuno rimaneva senza “roba” da spacciare. A chiudere il cerchio intorno a loro sono stati i carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, diretti dal capitano Giovanni De Nuzzo. Due le persone finite in carcere: si tratta di Antonio Francesco Serrao, 22 anni, e Mario Romeo, 28 anni, entrambi di Botricello. Agli arresti domiciliari sono finiti: Carmelo Pisano, 31 anni, residente a Belcastro (Cz) ma domiciliato a Botricello dove gestisce il bar al centro dell’inchiesta; Francesco Elia, 40 anni, di Botricello; Daniele Mazza, 22, di Belcastro; Tommaso Silipo, 24, di Belcastro; Mario Vittimberga, 46, di Isola Capo Rizzuto (Kr); Pasquale Torchia, 24, residente a Sersale ma domiciliato a Cropani Marina (Cz); Fabio Romeo, 21, di Cropani; Piero Caroleo, 20, di Catanzaro; Gianmarco De Siena, 25, di Catanzaro. L’inchiesta ha permesso di ricostruire anche le dinamiche interne allo spaccio di droga. Il gruppo di Botricello acquistava, infatti, lo stupefacente a Catanzaro e Isola Capo Rizzuto.