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Covid, allarme Iss: aumenta l’incidenza dei contagi tra gli under 20

ROMA – Aumenta l’incidenza dei contagi da coronavirus accertati tra i giovani (sotto i 20 anni) ha superato quella tra gli adulti. È la prima volta dall’inizio della pandemia. Il sorpasso è avvenuto a partire dalla fine di gennaio e si è consolidato nel mese di febbraio. Lo rileva l’Istituto superiore di sanità nel “Focus sull’età evolutiva” presentato venerdì scorso al Comitato tecnico scientifico.

L’Iss segnala che a gennaio/febbraio l’incidenza del virus in questa fascia della popolazione si è attestata mediamente intorno ai 150 casi ogni 100mila abitanti (un dato comunque molto più basso rispetto ai 300 toccati lo scorso novembre). Il valore più alto è stato registrato fra i 14-19 anni, poco meno di 200 casi ogni 100mila abitanti, mentre nei più piccoli è minore (tra 3 e 5 anni è circa 120 e tra 0 e 3 è circa 100).

Anche se i contagi corrono tra i giovani, però, gli esperti sottolineano che i casi gravi restano pochissimi. Il 60% manifesta sintomi lievi e il resto è pauci-sintomatico. Il rapporto ha censito anche il numero assoluto dei casi nella fascia di età sotto i 20 anni, che sono stati sopra i 106mila a novembre per poi scendere a circa 61mila sia a dicembre che a gennaio. Sempre a novembre si è raggiunto il picco di ricoveri in terapia intensiva per queste fasce, 53, scesi poi a 25 a dicembre e 21 a gennaio. Stesso andamento per i decessi, otto a novembre.

Il dossier sembra essere la bussola che guiderà il Cts sul tema della scuola. La stretta, che verrà regolata nel primo dpcm del governo Draghi, prevede la chiusura totale delle scuole nelle zone rosse (anche materne ed elementari).

L’ipotesi a cui lavora il governo è anche quella di fissare una soglia di contagi ogni 100mila abitanti oltre la quale scatta lo stop degli istituti, anche in zona arancione e gialla. Gli esperti hanno suggerito di fissarla a 250 casi ogni 100mila, ma potrebbe anche essere rivista al ribasso. Nel frattempo, continuano le chiusure locali disposte da sindaci e governatori.

Monitoraggio Iss: la Calabria resta zona arancione

CATANZARO – La Calabria resta in zona arancione. La novità è però che in base all’ultimao monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità-ministero della Salute, la Calabria viene considerata “a rischio di contagio basso”, con un indice di trasmissibilità Rt pari a 1,02

Monitoraggio settimanale Covid-19, report 11 – 17 gennaio 2021

Dopo cinque settimane di crescita ininterrotta, scende l’indice di trasmissibilità Rt in Italia collocandosi a quota 0,97, e calano anche i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Ma è troppo presto per pensare ad una effettiva inversione di rotta della curva epidemica da Covid-19: restano ancora troppi i decessi ed i casi – 472 le vittime nelle ultime 24 ore, con 13.633 nuove infezioni – e 12 regioni si mantengono comunque sopra la soglia critica del 30% di occupazione delle Rianimazioni.

«Nella settimana in valutazione (11 gennaio – 17 gennaio 2021), si osserva una lieve diminuzione della incidenza nel Paese (145,20 per 100.000 abitanti). La diminuzione dell’incidenza è avvenuta nonostante l’estensione dal 15 gennaio della definizione di caso.

L’incidenza in decrescita, tuttavia, è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate.

Nel periodo 30 dicembre 2020 – 12 gennaio 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,85– 1,11), in diminuzione dopo cinque settimane di crescita.

In molte Regioni/PPAA c’è un rischio moderato/alto secondo il DM del 30 Aprile 2020 anche in presenza di una lieve diminuzione della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2; resta, infatti, elevato l’impatto sui servizi assistenziali nella maggior parte delle Regioni/PPAA.

L’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. L’attuale quadro a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive».