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Tirocinanti: “In Calabria indennità sospese”. Previsti presidi presso tutte le Prefetture

La situazione dei tirocinanti calabresi peggiora di giorno in giorno. In molti attendono ancora i pagamenti delle indennità già maturate a causa dei ritardi sistematici causati da INPS e Regione Calabria.

Alla luce delle nuove restrizioni imposte dal governo la situazione appare ancor più difficile, è concreta infatti la possibilità che i tirocini formativi vengano sospesi e di conseguenze che i 7000 tirocinanti rimangano senza nessuna forma di reddito.

“Il Decreto Ristoro presentato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non prevede alcun sostegno economico per chi svolge attività di tirocinio – esordisce in una nota Usb Calabria. – L’ennesima beffa che rischia di condannare alla fame, con una nuova fase di lockdown alle porte, migliaia di famiglie ormai allo stremo.

“Ribadiamo la necessità di prevedere misure straordinarie che, nel minor tempo possibile, portino liquidità nelle tasche dei tirocinanti”.

“Così non è possibile andare avanti – concludono – . Non ci sono categorie di lavoratori di serie A e di serie B. Al fine di far sentire la nostra voce e riportare l’attenzione su questa drammatica realtà, venerdì 30 ottobre manifesteremo presso le sedi delle cinque prefetture calabresi”.

Catanzaro – ore 10:00 Corso Mazzini

Crotone – ore 10.00 Via Palatucci

Vibo Valentia – ore 10:00 Corso Vittorio Emanuele III

Cosenza – ore 16:00 Piazza XI Settembre

Reggio Calabria – ore 17.30 Via Miraglia

Catanzaro, lì 28 ottobre 2020

Tirocinanti Calabria: “un calvario inverosimile!”

COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo:

«La questione dei tirocinanti calabresi è una questione di reale attualità soprattutto per il futuro che si prospetta
per queste persone dopo varie promesse vane ed illusorie.
Sono padri e madri di famiglia (giovani e meno giovani) e operano in qualità di tirocinanti presso Enti Pubblici,
Giustizia,Miur,Mibact a seguito di apposite convenzioni di cui la regione Calabria si è fatta carico e soprattutto
garante. Sono persone espulse dal mercato del lavoro e vi rientrano lavoratori del bacino della mobilità in deroga
e lavoratori disoccupati. La finalità di questi tirocini era quella di offrire prospettive di inserimento lavorativo
future, ma così purtroppo non è perché al termine dei vari percorsi di tirocinio (Enti Pubblici, Giustizia,Miur,Mibact) per queste persone si prospetterà il nulla a causa della mancanza di una legge
ad hoc istituita atta ad offrire garanzie lavorative a queste persone inquadrate appunto come tirocinanti. A ciò si aggiunge l’indifferenza del governo giallo-rosso (ma anche di quello precedente) di trovare soluzioni adeguate per questi lavoratori (I tirocinanti percepiscono un contributo mensile di 500 euro e non hanno alcuna tutela contributiva e previdenziale) per cui la regione Calabria ha preferito ovviare al problema e di garantire personale con bandi di proroga in proroga a far fronte alla cronica carenza di personale a seguito dei recenti pensionamenti.
La cosa più grave (da parte della precedente rappresentanza politica calabrese e da parte della triade sindacale) e che si preferisce ovviare alla questione tirocinanti con nuovi bandi e illudendo
queste persone con vane promesse sul proprio futuro lavorativo.
Il 26 gennaio ci saranno elezioni in Calabria, terra di tirocinanti e di vane promesse».

Dal Comitato per la tutela dei tirocinanti in Calabria.

 

Incontro alla regione per i tirocinanti MIBAC

COSENZA – Si svolgerà mercoledì 5 settembre alle 12,30 nella sede dell’assessorato regionale alla Cultura l’incontro tra Maria Francesca Corigliano e una delegazione dei tirocinanti MIBAC che, dallo scorso marzo, svolgono nelle sedi calabresi del ministero mansioni di supporto ai servizi ausiliari e amministrativi in base all’accordo che la giunta siglò nel 2016 con il Segretariato regionale MIBAC per la Calabria.

«Attualmente –si legge nella nota inviata al presidente Oliverio e alle assessore Robbe e Corigliano- siamo circa 295 tirocinanti ripartiti tra area I e area II e ci occupiamo, dal primo marzo 2018, di servizi essenziali a supporto degli enti ospitanti, svolgendo mansioni attualmente eseguite da personale che nei prossimi 2 anni sarà collocato in quiescenza»

Il percorso formativo, della durata di dodici mesi, secondo quanto previsto da bando è finalizzato all’inserimento lavorativo di percettori in mobilità e disoccupati di lungo corso.

«Auspichiamo –si conclude la nota- che gli organi preposti ci diano delle risposte che vadano al di là del tirocinio formativo, che sebbene qualificante rimarrebbe fine a se stesso qualora non ci fosse un prosieguo al fine di superare il precariato e valorizzare la professionalità acquisita».  All’incontro sarà presente anche il consigliere regionale di maggioranza Giuseppe Giudiceandrea segretario della III commissione consiliare “Sanità, attività sociali, culturali e formative”.