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No alle Trivelle: Calabria deposita referendum

CATANZARO – La Calabria è tra le Regioni i cui rappresentanti hanno depositato stamani in Cassazione i sei quesiti referendari contro le trivellazioni entro le 12 miglia e sul territorio.  Il Consiglio regionale della Calabria aveva infatti formalizzato la sua adesione venerdì scorso. download (3)

Insieme a quello della Calabria, a promuovere l’iniziativa sono stati i Consigli regionali di Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Liguria, Campania e Molise. Capofila dell’iniziativa è la Basilicata.

Su no trivellazioni e Immigrazione Monsignor Savino antepone la qualità della vita

th (14)Il vescovo di Cassano allo Ionio, monsignor Francesco Savino, ha incontrato i sindaci dei comuni della diocesi. Nel corso dell’incontro si è discusso del “No trivellazioni” e “Immigrazione – Emigrazione”. “Nel rispetto delle reciproche prerogative e responsabilità – ha detto monsignor Savino – senza alcun desiderio di intromissione ritengo che bisogna mettere al centro il bene comune e la qualità di vita dei cittadini”.
   

No alle trivellazioni sullo Jonio

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Cristian Vocaturi

La Federazione agricoltori piccole imprese contro le trivellazioni in terra e mare. “Forte anche dell’opposizione al decreto Sblocca Italia impugnato dal presidente Mario Oliverio – spiega il coordinatore regionale Cristian Vocaturi – esprimiamo il nostro secco no alle le trivellazioni petrolifere in terra e mare per tutelare l’acqua dell’intera Sibaritide e delle nostre economie locali, prevalentemente basate sull’agricoltura e sul turismo, che verrebbero gravemente danneggiate. “La Sibaritide è un territorio ricco in termini di produzioni agricole di qualità, turismo, pesca, agroalimentare, luoghi ricchi di cultura, arte e archeologia. E’ una delle aree più ricche dell’intera Calabria e non merita di essere deturpata da inutili interventi di estrazione di greggio che non risolveranno i problemi energetici nazionali, ma che distruggeranno il PIL delle economie locali procurando altra disoccupazione ed emigrazione.” “Come Fapi siamo molto preoccupati – conclude Vocaturi – e ci auguriamo che il Governo prenda coscienza di ciò che significherebbe per il nostro territorio un intervento del genere. Gli interessi di pochi non possono prevalere sulla tutela ambientale e lo sviluppo agricolo di un intero territorio.”