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Un mese senza Giuseppe Imineo, l’ultimo cinematografaro di Calabria. Il ricordo della nipote Iole

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Giuseppe Imineo a Venezia

FILOGASO (VV) – L'”ultimo cinematografaro di Calabria” scompariva improvvisamente il 14 ottobre scorso. La nipote Iole Imineo vuol condividere con noi i suoi ricordi del nonno speciale, un uomo che tanto ha contribuito alla diffusione dell’arte cinematografica in Calabria dal secondo dopoguerra. Oggi alle 17.30 è stata celebrata una messa in suo suffragio.

Mio nonno Giuseppe era un uomo meraviglioso che metteva passione e amore nelle cose che faceva.” Comincia cosi l’accorato ricordo di Iole Imineo, nipote di Giuseppe, “l’ultimo cinematografaro di Calabria”. Nato a Filogaso (VV) il 30 agosto del 1933, il proiezionista vibonese, fin da bambino grande appassionato di cinema, gestì lo storico Cinema Moderno di Pizzo Calabro, sorto nelle stalle dell’antico palazzo nobiliare Stillitani. In quel locale (e qui la storia si fa mista alla leggenda) Imineo costruiva un piccolo palco e dal telo posteriore proiettò tutto ciò che poteva e, in seguito, cominciò a farlo anche in giro per la provincia con il suo furgoncino bianco. IMG-20151114-WA0011Ci raccontava spesso di come ha iniziato a fare cinema trovando in un magazzino un vecchio proiettore non funzionante della Marina militare che, portato a casa, riparò e sistemò con le sue mani magiche. Da lì la nascita della sua grande passione. Iniziò a girare film a San Nicola da Crissa e poi in diversi paesi della Calabria dove creò anche tante associazioni culturali, ma fu a Pizzo che gestì per cinquant’anni il Cinema Moderno, la sua seconda casa. Mio nonno poi era estremamente generoso, per questo quando le sale erano erano strapiene, elaborò un sistema di specchi per permettere a tutti di assistere alle pellicole“. Prosegue poi Iole: “A noi familiari raccontava sempre le sue avventure, i suoi marchingegni, i viaggi nel mondo, le mille persone conosciute tra cui attori e registi importanti.” E furono proprio questi registi a venire a Filogaso da Roma solo per renderlo protagonista del film documentario “Di me cosa ne sai” sulla sua storia e la sua opera: “E cosi proprio lui che il cinema lo proiettava, alla fine ci è finito dentro al grande schermo. Tra le tante soddisfazioni, ha avuto anche quella di essere premiato in diversi festival e in modo particolare al festival internazionale del cinema di Venezia”.IMG-20151114-WA0009

Il cinema è stato la sua vita e lui è stato vita del cinema, una vita vissuta in pieno tra proiettori, bobine, pellicole, teli e luci. Quelle luci, il suo lavoro, che ha fatto emozionare intere generazioni che davanti quel telo hanno pianto, sorriso e vissuto, lo hanno sempre commosso e reso orgoglioso di sè stesso! Generazioni di bambini davanti a quegli schermi hanno imparato a camminare e sono cresciuti; i ragazzi si sono innamorati, gli adulti che si sono emozionati. Fra i bambini che hanno sognato davanti a quel telo bianco ci sono anch’io che da piccola lo guardavo sempre maneggiare le tante attrezzature, poi crescendo andavo spesso a prendere nella sua bacheca dei film da vedere con le mie amiche. Teneva molto ai suoi film tanto che si segnava il titolo di quelli che aveva dato dato in prestito, proprio come in una biblioteca“.

Imineo con i suoi nipoti
Imineo con i suoi nipoti

Innegabile che Giuseppe Imineo sia stato e sarà sempre ricordato come un uomo speciale, cui tanti calabresi devono la riconoscenza di aver vissuto tante emozioni. Su di lui è stato scritto anche un libro”Giuseppe Imineo ultimo cinematografaro di Calabria a cura di Franco Vallone. Adesso la famiglia intende  continuare in un certo senso la sua opera, per consegnarla alle nuove generazioni: “Mio nonno aveva un sogno: – spiega Iole – riuscire a realizzare un museo del cinema, spero che un giorno riusciremo a realizzarlo noi per lui.” Perché i suoi sogni Imineo li ha coltivati fino alla fine: “Negli ultimi anni si portava dietro mio padre e mio fratello, che porta il suo nome. Cosi durante un’intervista indicando mio fratello disse compiaciuto «ora c’è mio nipote che mi segue. l’unico nipote maschio, è il figlio di mio figlio e si chiama come me, forse un giorno mi darà il cambio nel lavoro che faccio». Dopo più di mezzo secolo di cinema si merita un grande applauso, spero che adesso è lassù che  festeggia con gli angeli, che stende i suoi teli tra i cieli e proietta il cinema della sua vita, una vita ricca di cultura e soddisfazioni, ma anche e soprattutto di amore per mia nonna e per i figli che gli hanno regalato sei nipoti che lo amano e lo porteranno sempre nel cuore. Ciao nonno!”