ACRI (CS) – Il caso ormai è di rilevanza nazionale. Quanto successo sabato scorso a Guardavalle con la partita non giocata contro gli ospiti dell’Acri è ormai ripreso a rotazione dai principali organi di informazione nazionali, sportivi e non. La triste e deplorevole vicenda riapre il bieco capitolo di violenza e omertà nel calcio dilettantistico che speravamo di esserci lasciati alle spalle. Il pre- gara di Guardavalle – Acri ha riportato a galla vicende passate analoghe, successe nei campi calabresi ma soprattutto ha scosso, forse più di altre volte, le coscienze di chi in questo ambiente non vuole fare connivenza, ma si sta stringendo alla denuncia dei rossoneri. 

Tornando ai fatti, oggi alle telecamere del Tgr Calabria, l’accompagnatore Tonino Altomari ha raccontato quanto successo all’ ora di pranzo in un ristorante di Guardavalle. Intorno a mezzogiorno alcuni uomini si sarebbero infatti avvicinati al tavolo dei giocatori dell’ Acri minacciando: “Ci dovete lasciare i tre punti o vi vi spezziamo le gambe”. Il tutto sarebbe successo con l’ aggravante di un coltello da tavolo puntato alla gola dell’attaccante Rabihou. L’episodio successivo al ristorante,  e ugualmente condannabile, lo chiarisce invece il team manager Francesco Falco: “Arrivati negli spogliatoi il nostro under  Siciliano è stato aggredito alle spalle con un calcio e un pugno”. Le condizioni del diciannovenne Giuseppe Siciliano, portato per un consulto al Pronto Soccorso,  ora sono buone ma in casa Acri si continua con fermezza a portare avanti questa “criciata”, soprattutto culturale, contro la violenza nei campi. “A noi dei tre punti importa poco, – spiega Falco – noi vogliamo solo che finisca questa spirale di violenza”.

Ieri il Guardavalle in una nota della società ha respinto al mittente ogni accusa. Attesa per mercoledì la decisione del giudice sportivo, lo stesso giorno in cui l’ Acri dovrebbe (ma il condizionale è davvero d’ obbligo) giocare la partitissima dei quarti di Coppa contro il Francavilla.