Chirurgia mininvasiva e terapia del dolore: concluso il congresso “Chirurgia vertebrale oggi”

CATANZARO – L’innovazione tecnologica nella medicina consente un migliore trattamento dei disturbi legati alla colonna vertebrale, attraverso il ricorso a metodologie chirurgiche non invasive che, rispetto alla chirurgia “open”, hanno il duplice vantaggio di garantire traumi meno estesi e una ripresa più rapida del paziente, trattendendo i costi stessi dei trattamenti medici. Questo è quanto emerso dall’appena Congresso colonna vertebraleconcluso congresso “Chirurgia vertebrale oggi”, presieduto dai dottori Pierluigi Rocca e Giuseppe Bisurgi, entrambi medici specialisti in Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore e Chirurghi Vertebrali, cui hanno preso parte oltre venti relatori, rappresentati del mondo medico e accademico di tutta Italia. «La chirurgia minivasiva – ha spiegato il dottor Bisurgi – può essere una valida alternativa alla chirurgia tradizionale. Bisogna superare la vecchia concezione secondo la quale per operare colonna vertebrale cervicale o lombare si debba intervenire a campo aperto, perché grazie alla tecnologia si può operare con metodiche chiuse, attraverso l’utilizzo di telecamere e dell’apparecchio di radiologia, anche tridimensionale». Del resto, se si considera che almeno l’80% della popolazione soffre di disturbi legati alla colonna vertebrale, si evince come non possa che essere positiva anche dal punto di vista sociale la ripercussione delle nuove tecniche di chirurgia mininvasiva, per la cura di patologie come scivolamenti vertebrali, cervicale, scoliosi, ernia del disco. Per questa ragione, la stessa figura del chirurgo vertebrale deve inserirsi all’interno di un percorso terapeutico «condiviso tra vari specialisti come gli ortopedici, i neurochirurghi, i chirurghi algologi e i radiologi interventisti», ha aggiunto lo stesso Bisurgi, al pari di quanto avviene in altre parti del mondo. Dunque, come ha ribadito il professor Giovanbattista Sarro, direttore del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, l’Italia ha ancora molta strada da fare, auspicando una effettiva applicazione della legge 38 del 2010 sulla terapia del dolore, col concreto utilizzo delle risorse previste. A tal fine, maggiore deve essere anche l’attenzione da parte delle istituzioni, ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Catanzaro Vincenzo Ciconte. Al Sud più che nel resto d’Italia, poichè, come ha spiegato il dottor Pierluigi Rocca, in Calabria «il blocco della spesa sanitaria penalizza l’innovazione e non concede nuovi spazi a chi intraprende una nuova chirurgia». Il congresso, pertanto, oltre che sull’importanza dell’approccio meno invasivo, ha posto l’accento su un aspetto clinicamente assai rilevante quale quello del dolore, al fine di realizzare un ritorno del paziente al benessere.

 

 

 

 

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