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Auf Wiedersehen Joseph

Il 10 Febbraio viene dato l’annuncio dell’ addio del Papa.
Li’ per li’ ti viene da pensare che ora Zamparini sta davvero esagerando.

Le voci sui motivi dell’addio si susseguono. C’è chi pensa a una mancata promessa fatta al momento delle elezioni: restituire Gesù Cristo ai fedeli.

Come per Wojtyla, è commovente la stretta dei fedeli accorsi in questo momento drammatico: “pensio-ne  su-bi-to! pensio-ne  su-bi-to!”

L’abbandono di un papa non si vedeva dal medioevo. In Vaticano infatti hanno commentato: “Gesù, pare ieri”.

Non si è potuto parlare di dimissioni perchè non ha superiori in terra.
Non si poteva dire abdicazione perchè non c’è ancora un successore.
Il termine giusto credo sia ‘self defollowed’.

In molti già parlano del successore, che secondo molti potrebbe essere nero.
Dopotutto catene e crocefissi sono già della misura giusta.

Per molti il papa nero sembra proprio essere una fissa.
“Date un cinque in alto ai vostri figli. Poi dategli un cinque in basso. E ditegli che sono i cinque del papa”.

La critica più ricorrente a seguito dell’abbandono: “Gesù scelse la croce fino in fondo”
E si sa che solo coi pareggi è impossibile salvarsi.

Ma Ratzinger ha ribadito: “Non abbandono la croce”.
Alzi la mano chi ha pensato subito a quella di legno.

Nei salotti televisivi intanto si commenta. Vespa è in chiara polemica con l’abbandono del papa.
O non avrebbe chiamato come ospite Ferrara: uno che a metà non ha mai lasciato niente.

Prime voci sul fututo di Ratzinger: dopo il conclave andrà in clausura.
Testerà a Monza la nuova papamobile.

Il biografo del Papa annuncia:  “Non vede da un occhio”.
Ma sempre meglio di qualsiasi credente.

Il Cardinale O’Brien, che avrebbe dovuto partecipare al conclave, si dimette 30 anni dopo le accuse di molestie su alcuni preti.
Che oggi potrebbero essere degli splendidi papabili.

Ratzinger sarà papa emerito, ma dovrà lasciare l’anello del pescatore.
Giusto ora che da pensionato l’avrebbe usato un po’ di più.

Il Papa uscente lascerà in mano al suo successore le carte del caso Vatileaks.
Sempre che l’Equador abbia una ambasciata anche in Vaticano.

Le parole di addio di Benedetto XVI: “In questi 8 anni è il Signore che mi ha guidato”.
Ma non è che sotto sotto è Lui che s’era stufato?

Il Papa lascia il vaticano in Elicottero.
La sua più grande concessione alla modernità.

“Mammà io esco, per un po’ di tempo starò chiuso nella Cappella Sistina”.
(Oscar Giannino)

 

Sciscia.

surrealismo elettorale: Elezioni 2013

Tornata elettorale:  gli italiani sono andati a votare con un senso di profondo ottimismo e rinnovata speranza,
aspettando fiduciosi le 15 di lunedì, quando hanno aperto le urne e le loro ceneri sparse al vento.

Monti aveva chiuso la cambagna elettorale su Twitter: “Non possiamo ammettere che i giovani abbiano come alternative disoccupazione, emigrazione o criminalita’.
Poi ha scoperto che continuano a preferire il Grunge.

Berlusconi non si è presentato al comizio finale per una congiuntivite: “Ho qualche difficoltà ad aprire gli occhi”.
Non è mai stato così vicino ai suoi elettori.

Grillo caccia via i giornalisti dal suo comizio finale a Roma.
Ok, chiamatelo pure fascista, ma sappiate che è poco per vincere il Pulitzer.

Bersani afferma con orgoglio: “Grillo è miliardario, io figlio di meccanico”.
Ecco perchè tutti quei pezzi tra le mani.

Berlusconi contestato da tre donne a seno nudo all’uscita dal seggio.
Alla fine il maltempo non ha impedito il regolare svolgimento del voto.

I grillini consigliavano di leccare la matita prima di votare.
Dato che si è votato nelle  scuole, molti l’han semplicemente pucciata a terra.

Nei commenti post voto ricorre molto la frase “Miracolo Berlusconi”.
Chi voleva vederlo piangere sangue è stato accontentato solo a metà.

Man mano che procedeva lo spoglio la distanza tra PD e PDL  si assottigliava sempre più.
La speranza di Bersani a un certo punto è stata che dalle urne saltasse fuori carne di cavallo.

Alla fine dello spoglio a sinistra c’era talmente tanta delusione che nella sede del PD hanno proiettato Marcellino pane e vino.
Così, per risollevare il morale.

“Mamma… li ho MAS – SA – CRA – TI!”.
(Oscar Giannino)

Sciscia.

 

Armstrong & Armstrong

lance armstrong

Ci sono due Armstrong, Neil e Lance, altrettanto famosi.
Neil è arrivato sulla luna in astronave, Lance ci sarebbe arrivato in bicicletta se solo ci avessero messo un traguardo.
Neil e il piccolo passo per l’uomo, Lance ed un passo troppo grande per essere umano.
Neil che rideva delle tesi complottistiche sul suo allunaggio, Lance che di ridere ha ben poco verso chi su di lui ora ha solo certezze.
Neil morto e celebrato come eroe nazionale, Lance che per la sua malattia eroe nazionale lo è stato ancor prima di vincere 7 Tour, e che adesso è come morto.
Neil nella leggenda, dato che se ci sia stato davvero o no  sulla luna forse non si saprà mai.
Lance nella polvere, la stessa sotto cui ancora si nasconde chi lo ha aiutato, compiaciuto, coperto nell’organizzare un bluff messo in scena per 7 anni di fila. E forse nemmeno di questi sentiremo mai parlare.

Ma sempre a proposito di uomini sulla luna: ce n’era uno che si chiamava Astolfo, che sulla luna ci arrivò in groppa a un ippogrifo, per recuperare il senno perduto del suo amico Orlando.  Il senno perso stava proprio là, in mezzo alle lacrime, ai sospiri, alle delusioni terrestri.

Neil è morto, e Lance credo che oggi abbia davvero pochi amici, tantomeno disposti ad andare a recuperare sulla luna quanto di più caro ha perso.

E poi c’era Marco Pantani, che in questa storia forse c’entra, forse non c’entra, ma mi piace farcelo entrare.
Marco Pantani che è stato fermato molto prima di poter vincere sette Tour.
Marco Pantani accusato e mai colpevole sulla base di una legge fatta per i cavalli e non per gli uomini.
Marco Pantani che aveva molte persone che gli hanno voltato le spalle, piuttosto che amici compiacenti.
Marco Pantani la cui storia non è stata raccontata e ben remunerata da Oprah Winfrey.
Marco Pantani che è morto da solo e senza nessuno che lo aiutasse a recuperare quanto perso, in un residence di una Rimini invernale e spettrale.

travolti dal solito destino…

Eppure c’è stato un periodo in cui Berlusconi sembrava essere scomparso dalla vita di tutti:  non una dichiarazione, un video, una foto, una lettera anonima.
Era il periodo in cui era impegnato a rifarsi la verginità, dopo anni di un rigurgito mediatico in cui, se guardavi bene, potevi trovare persino brandelli di politica, oltre ad atti giudiziari, intercettazioni, scandali familiari e minorenni d’Egitto.
Ma siccome l’Italia soffre di una malattia degenerativa della memoria (gli italiani)  è così che si è presentato ieri da Santoro, Travaglio e Vauro: con l’ imene nuovo di zecca (o pensavate che bastasse Giletti a scalfirlo?)
Oggi si discute su chi ha vinto e su chi ha perso, quando in realtà è solo avvenuto quello che avviene normalmente in ogni trasmissione in cui si parla di Berlusconi, con due sole differenze : la prima è che ha avuto la comodità di poter smentire in diretta senza dover affidare il compito ad un portavoce qualsiasi o ai suoi tg; la seconda (la più importante) è che lui stesso ieri ha capito che ha perso 20 anni utili a lui cercando di evitare Santoro, Travaglio e chi come loro si affanna ad attaccarlo.
Ieri Berlusconi ha capito definitivamente che, e proprio grazie a lui, in Italia non esiste più nessun concetto di verità, ma la sua verità contro quella degli altri, e che ci si può difendere da tutto e da tutti. Ed in cuor loro l’hanno capito anche Santoro e Travaglio.
D’altra parte, se il concetto vale per le sentenze giuridiche, perchè mai non dovrebbe valere per dei giornalisti.
Oggi Santoro conta i milioni di telespettatori e Berlusconi i voti che ha recuperato.
Si riparte dunque. Si riparte dal bene contro il male, dai buoni contro i cattivi, da Berlusconi e dai suoi detrattori, da Silvio con il suo nuovo imene, in onda in HQ che pulisce tra i fischi la sedia su cui si era seduto Travaglio, che ritorna a far urlare “poverino, ce l’han tutti con lui”,  proprio mentre se ne va Mariangela Melato, la quale poverina anche lei, ovviamente ha scelto il giorno sbagliato per morire.