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“Alibante”, ‘Ndrangheta e politica. A processo anche l’ ex sindaco di Falerna

CATANZARO – Sono stati rinviati a giudizio, dal gup del Tribunale di Catanzaro Alfredo Ferraro, tutti gli imputati del procedimento “Alibante” incentrato sulle presunte infiltrazioni mafiose nell’area del medio Tirreno catanzarese. Nel mirino affari e interessi del presunto clan facente riferimento al boss Carmelo Bagalà, che avrebbe legami con organizzazioni criminali in provincia di Cosenza, nella Piana di Gioia Tauro e nelle province di Vibo Valentia e Caserta.

Il clan, secondo l’accusa, avrebbe controllato, tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna, attività commerciali e turistiche, con interessi in appalti e servizi pubblici e la politica. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, abuso d’ufficio, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti e turbativa d’asta.

Tra gli imputati figura anche l’ex sindaco di Falerna Giovanni Costanzo, che avrebbe promesso il cambio di destinazione d’uso di un terreno per ottenere il sostegno elettorale di Bagalà. A chiedere il rinvio a giudizio sono stati i pubblici ministeri Chiara Bonfadini e Romano Gallo. Il gup ha fissato l’inizio del processo per il prossimo 8 luglio davanti al Tribunale collegiale di Lamezia Terme. Sono 29 le persone rinviate a giudizio su 31 imputati: per Alessandro e Mario Gallo, infatti, l’avvocato Leopoldo Marchese aveva avanzato richiesta di giudizio immediato. Richiesta ammessa e udienza fissata per il prossimo 7 giugno.

‘Ndrangheta, voto di scambio e corruzione. Arresti tra Cosenza e Catanzaro

CATANZARO – Questa mattina, in provincia di Catanzaro, nei comuni di Lamezia Terme, Nocera Terinese, Falerna e Conflenti, e nelle città di Aosta, Arezzo e Cosenza,  è stata eseguita un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 19 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta.

Il provvedimento scaturisce da una prolungata attività investigativa, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Lamezia Terme e del Comando Provinciale di Catanzaro, diretta e coordinata dalla Dda di Catanzaro. Le indagini, (“Operazione Alibante”) sono state avviate a seguito della presentazione, da parte di imprenditori lametini, di denunce relative a estorsioni poste in essere da appartenenti alla cosca “Bagalà”, operante sulla zona costiera compresa tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna.

Gli elementi acquisiti con l’ausilio di attività tecniche ed accertamenti patrimoniali, hanno consentito di delineare gli assetti e l’operatività sul litorale tirrenico-lametino dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta capeggiata da Carmelo Bagalà, già attiva fin dagli anni ’80, evidenziando la presenza egemone sul territorio del sodalizio, manifestata attraverso la commissione di delitti, aggravati dal metodo mafioso, finalizzati alla gestione diretta o indiretta delle attività economiche del luogo, con particolare riferimento alle imprese attive nel settore turistico-alberghiero.

Nel corso delle indagini sono emersi, anche, rapporti illeciti tra la cosca ed alcuni esponenti delle amministrazioni comunali di Falerna e Nocera Terinese, con capacità di influenza su processi decisionali, amministrativi ed elettivi.

Nello specifico, per 7 indagati, è stata disposta la misura cautelare della detenzione in carcere, per 10 indagati la misura cautelare degli arresti domiciliari e 2 indagati la misura interdittiva, rispettivamente, del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, e del divieto di rivestire uffici direttivi delle persone giuridiche.