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Grotta dei desideri 2017, grande inizio a Roma

ROMA – L’edizione 2017 della Grotta dei desideri inizia da un luogo simbolo della creatività: la Rome University of Fine Arts. Il prossimo 25 novembre alle ore 15, presso l’aula di fotografia, nel cuore della capitale, la tredicesima edizione della kermesse di arte, moda e cultura prenderà forma e sostanza. La scelta dell’Accademia di belle arti non è casuale: con l’istituto di formazione, già dallo scorso anno, è stato avviato un percorso didattico che prevede la partecipazione di alcuni studenti dei corsi di cinema e fotografia a specifiche attività di stage che culminano con la fase finale dell’evento che si tiene annualmente nel mese di agosto ad Amantea, sul litorale tirrenico cosentino.

«La presentazione della Grotta dei desideri in casa Rufa – spiega il direttore artistico della kermesse, Ernesto Pastore – non rappresenta soltanto il coronamento di un percorso iniziato nel 2005 con la prima edizione dell’evento, ma vuole essere un momento di confronto su ciò che è stato generato fino a questo momento e soprattutto su ciò che accadrà in futuro. Grazie al lavoro certosino e paziente portato avanti con caparbietà e competenza, la Grotta dei desideri, istituzionalizzata dal Comune di Amantea (Cs) con la delibera di giunta numero 333 del 2010, è oggi uno dei fashion contest più apprezzati a livello internazionale. Un traguardo, ed è bene sottolinearlo, raggiunto senza chiedere alcun tipo di contributo pubblico regionale o nazionale, ma mettendo in mostra il meglio che la politica del fare è in grado di generare».

Alla cerimonia parteciperanno in qualità di ospiti d’onore l’attrice Milena Miconi, indiscussa protagonista delle fiction di maggior successo come Don Matteo, al fianco di Terence Hill e Simone Montedoro, e lo stilista Graziano Amadori, presidente della giuria che, di anno in anno, seleziona gli stilisti ammessi alla fase finale del concorso, pronti a contendersi le borse di studio pari ad un fondo capitale complessivo che supera i 3 mila euro. Non mancheranno poi le estemporanee di moda affidate a Ileana Colavitto (vincitrice della Grotta dei desideri 2016) e Rossana Pane. Grande attesa anche per il défilé firmato a due mani da Daniela Moretti (designer di gioielli) e Rossella Isoldi (stilista) che non mancherà di incantare.

La cerimonia di presentazione è stata volutamente aperta agli allievi dell’Accademia anche per un discorso meritocratico: la direzione artistica della Grotta dei desideri, che ha sempre puntato sul talento, ha deciso infatti di estendere l’elargizione delle borse di studio anche agli studenti che partecipano all’evento in qualità di stagisti. In particolare ai ragazzi e alle ragazze che frequentano la Rome University of Fine Arts sono stati riservati due assegni di formazione, di 250,00 euro cadauno, per i corsi di fotografia e cinema. Le modalità di assegnazione dei due riconoscimenti saranno indicati nel corso dello stesso incontro.

«Siamo contenti – spiega il direttore della Rufa, Fabio Mongelli – di diventare la “casa romana” della Grotta dei desideri, un Festival che riguarda il talento, la creatività e la bellezza. Ogni anno escono da questo concorso dei veri professionisti del fascino e siamo orgogliosi di poter contribuire a questa selezione. Il mondo della moda è ricco di spunti artistici, su cui ci piacerebbe costruire nel tempo una risposta sotto il profilo formativo per tutti i giovani incuriositi da tale settore».

Al tavolo dei relatori siederanno anche il vice sindaco di Amantea (Cs) Giovanni Battista Morelli, la model coach Anna Greco, il sindaco di Cariati (Cs) Filomena Greco ed il referente commerciale per la Calabria e Basilicata di Banca Mediolanum Ugo Lombardi. invito-2

Alta Roma Alta Moda: quel mondo che non c’è

Quante volte, osservando le sfilate dalla tv, avete immaginato un mondo da fiaba e avete considerato dei privilegiati gli invitati a quel mondo? Quante volte, pensando a quegli abiti da sogno, avete provato il desiderio di indossarne o acquistarne uno?

Alta Roma Alta Moda, la manifestazione dedicata al mondo del fashion e del lusso che si è tenuta dal 24 al 27 gennaio a S. Spirito in Sassia, è appena terminata. E di quelle luci, di quell’ atmosfera da fiaba, di quei sogni conserva molto poco. Del resto Roma non è Milano, non è Parigi e nemmeno New York. A Roma non si corre, si spinge. E quando questo avviene anche all’ingresso di un evento che dovrebbe dare lustro e prestigio ad una città così storica e piena di bellezza, la cosa acquisisce un tono più grave. Si rischia di ricordare di una manifestazione che ha i suoi pregi solo la confusione e la lentezza che accompagna tutto l’evento.

Non di rado  accade che l’ingresso alle sfilate somigli nella maggior parte dei casi ad uno stadio dove quando ti va bene, se fai parte dei giornalisti o dei blogger, siedi in terza fila, se va male rischi il posto standing tra la folla ammassata. La gente arriva, sfila uno dei suoi outfit più inadeguati convinta che a Roma a Gennaio ci sia sempre il sole, nemmeno fosse il Brasile, e si siede osservando per tutto il tempo il vicino di posto e dimenticando che la vera arte è in passerella. Del resto non ci sono vip né personaggi importanti. Quelli si riservano per i volti noti, per quei pochi stilisti che ancora possono definirsi couturier di Alta Moda come Renato Balestra, Nino Lettieri, Gattinoni.

Così in un mare di polemiche, di accuse, di abbandoni istantanei e di addii preannunciati, si chiude un altro evento facendo riflettere. Su quanto la nostra realtà, anche quella più aperta ai giovani e che di essi si nutre, sia così chiusa nei confronti del nuovo che avanza. Perché se quella lentezza che tanto caratterizza Roma diventa motivo di nervosismo nella gran parte dei casi, può essere motivo di orgoglio per chi riesce a cogliere le sfumature brillanti di un mondo nuovo che sul vecchio e dal vecchio prende le sue basi, pur discostandosi dall’Alta Moda in senso stretto.

Un mondo come quello di Esme Vie, fatto di rigore geometrico, di eleganza e di passione tutta femminile. Una collezione dedicata all’amore in cui prende spazio il rosso, il rosa confetto e il beige, le forme strutturali e geometriche, il monocromatismo e le pietre preziose. O come quello di San Andrès Milano,  che celebra la bellezza e l’austerità commista all’eleganza senza tempo degli anni 50 evidente nei tagli e nelle forme  colte per l’occasione nelle tonalità eteree del celeste e del panna. Lui e i suoi modelli richiamano l’immagine di una donna forte e potente che tuttavia si avvia verso un ritorno alla femminilità.

Alta Roma è la palestra dei giovani stilisti che vogliono provarci, che gridano “ce la posso fare”.  In essa tutto richiama al passato ma celebra il futuro: la struttura, l’alternanza di nomi importanti a volti nuovi, lo stile dei couturier, l’ispirazione delle collezioni, il modo di gestire l’organizzazione. Certo Roma non è Milano. Non è freddezza, non è precisione, non è dinamicità e questo si percepisce immediatamente.

Chi va ad Alta Roma ha tutto il tempo per emozionarsi ancora osservando il volto sorridente e mai adirato di Renato Balestra  che realizza per la nuova collezione primavera-estate 2014, un tripudio di capi ispirati  all’ uccello del paradiso, abitante leggiadro della Nuova Guinea. Dominano in un esplosione di colori il verde giada, il mandarino, il turchese e immancabile il blu Balestra. Motivi floreali si alternano a tessuti stampati di piume variopinte, intarsi di swarovsky rivestono stoffe sinuose nelle tonalità del blu notte che richiamano la paradisea, frammenti di oro zecchino si frappongono sullo stesso abito combinato in varie tonalità. Chiude la sposa, raffinata e piena di ricami, nel suo abito dalle varie tonalità di bianco che ricordano una candida ninfea. Per lui e per le sue creazioni l’immancabile Valeria Marini, il giornalista-giudice di Fashion Style Cesare Cunaccia e il noto attore, affascinante ed elegante nella sua giacca ispirata al colore tanto amato dallo stilista, Giorgio Borghetti.

Alta Roma è il posto delle sfide in cui è possibile osservare un piccolo miracolo quando anche il più maturo degli stilisti si lascia vincere dalla commozione degli applausi che lo accompagnano segno di un grande successo e di un notevole gradimento per la collezione. E’ il caso di  Nino lettieri che sceglie nuovamente la cornice tradizionale di S. Spirito per celebrare il suo ritorno al plissè in un susseguirsi di  linee morbide ed essenziali, ispirate agli anni ‘50/ 60 grazie alle forme a trapezio, gli abiti a ruota lunghi fino al polpaccio, i mini abiti trasparenti ricamati da paillettes dai disegni orientali. La sua sposa, leggiadra ed eterea nella figura dell’ex Miss Italia Giusy Buscemi, è un trionfo di tulle, georgette plissè e ricami.

Ad Alta Roma la gente non arriva, anzi da lì spesso se ne va. E questa edizione è stata quella dei grandi addii.  A cominciare da quello di Terranova, da anni alla guida della maison Sarli che, uscito di scena a ventiquattro ore dalla sfilata, ha lasciato ad accogliere il suo applauso le sarte, artefici ancora una volta di un miracolo di collezione che alle forme scultoree e geometriche ha privilegiato tessuti leggeri, trasparenze e linee morbide. Accanto all’organza, al drapée al gazar, convivono gli jacquards. Intarsi e  applicazioni in rilievo di ricami o di cristalli poggiano su trapezi esasperandone la forma e producendo un effetto di ricca  e assolutamente nuova semplicità.  A lui e alla sua nuova “era” si accosta anche l’addio di Gattinoni che celebra la sua ultima collezione nel cantiere de La Nuvola – il nuovo Centro Congressi di Massimiliano e Doriana Fuksas- lasciando che il passato si chiuda con una frase che somiglia ad un monito tutt’altro che di speranza: “andremo in giro e la porteremo da altre parti, perché credo che Roma dovrà stabilizzarsi prima di avere le prove di tanta energia e di tanta fatica e di tanta gente“.

Lia Giannini