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Nasce “Calfood” il progetto per promuovere l’export calabrese in America

CATANZARO – “Calfood” è il titolo del progetto finanziato dalla Regione Calabria per promuovere l’export calabrese nei mercati americani, che sarà presentato domani, giovedì 28 marzo, alle ore 9:30 presso la Sala Oro della Cittadella Regionale, su iniziativa del Dipartimento Presidenza della Giunta Regionale, Settore Internazionalizzazione..

L’incontro promosso dalla Camera di Commercio Italiana americana MidWest con sede a Chicago e dalla Regione Calabria, ha l’obiettivo di far conoscere alle imprese calabresi le opportunità offerte dal mercato Usa nel settore agroalimentare, vitivinicolo e turistico calabrese.

Il presidente della Regione Mario Oliverio saluterà i partecipanti all’incontro al quale prenderanno parte la dirigente del Settore Internazionalizzazione Gina Aquino;  il Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana Midwest, Fulvio Calcinardi, che illustrerà lo scopo del progetto e le opportunità del Made in Calabria nel mercato Usa;  Jay Nitti, della “Isola Imports” esperto in importazione e distribuzione del prodotti agroalimentari; Maurizio Muzzetta, della “More than Grapes” esperto nella commercializzazione dei vini;

Mauro Galli, esperto conoscitore del settore turistico e interlocutore privilegiato dei principali tour operators degli USA.Il progetto di internazionalizzazione “Calfood”, finanziato dalla Regione Calabria con i fondi PAC, prevede iniziative quali incontri bilaterali, azioni promozionali, creazione di sale espositive all’estero, partecipazioni a fiere, campagne di comunicazione sui mercati di riferimento.

Eataly e la dieta mediterranea, la Calabria protagonista in America

NEW YORK – Prende il via oggi, con un evento di inaugurazione all’interno dello store Eataly di New York Flatiron che vedrà protagonisti Lidia Bastianich, ambasciatrice dell’enogastronomia calabrese nel mondo, insieme allo chef Rocco Iannì, una partnership speciale che Regione Calabria, per volontà del Presidente Mario Oliverio tramite il Dipartimento Internazionalizzazione, ha siglato con Eataly USA per promuovere negli Stati Uniti il meglio della tradizione e della cultura enogastronomica calabrese.

LE ECCELLENZE CALABRESI

Saranno oltre 80 i nuovi prodotti della Regione Calabria che nei prossimi mesi si avvicenderanno sugli scaffali del tempio dell’enogastronomia italiana, dove locals e turisti avranno l’opportunità di conoscere ed entrare in contatto con quanto di meglio la Calabria ha da offrire in termini di produzione alimentare. Durante il periodo della partnership, inoltre, i numerosi eventi in programma negli store Eataly in tutto il territorio americano avranno l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’enogastronomia calabrese, con piatti tipici che verranno proposti a rotazione nei ristoranti e ricette a base di prodotti calabresi che saranno illustrate e realizzate all’interno degli show cooking e delle lezioni di cucina che Eataly periodicamente organizza nei suoi punti vendita.

LA SODDISFAZIONE DI OLIVERIO

«La nostra presenza a New York negli spazi Eataly – dichiara il Presidente di Regione Calabria Mario Oliverio – si inquadra nella strategia di valorizzazione dei nostri prodotti agroalimentari e della nostra offerta enogastronomica, che abbiamo assunto e che sta determinando risultati positivi e significativi. Quest’anno, proclamato dal MIBACT anno del turismo enogastronomico, si apre non a caso con la presenza della cucina calabrese a New York, dove i nostri chef potranno esibire le loro qualità accompagnati da Lidia Bastianich, con la quale abbiamo già realizzato importanti iniziative di promozione della Dieta Mediterranea nei mesi scorsi. Nell’ambito di questa sinergia creata con Eataly – conclude il Presidente Oliverio – rientra anche la nostra presenza a FICO (Fabbrica Italiana Contadina) a Bologna, dove i visitatori provenienti da tutto il mondo hanno modo di apprezzare il meglio dell’enogastronomia regionale nell’ambito di una programmazione fitta di eventi e manifestazioni a tema che vedono protagoniste direttamente le nostre aziende».

LA DIETA MEDITERRANEA

La Regione Calabria, terra di elezione della Dieta Mediterranea, è presente in questi giorni al “The New York Times Travel Show” con uno stand istituzionale, dove operatori del settore promuovono intriganti itinerari turistici che coniugano la scoperta del territorio al cibo e rinomati chef calabresi realizzano show cooking e degustazioni guidate delle specialità agroalimentari regionali. Va ricordato che è proprio in Calabria, a Nicòtera, che il Professor Ancel Keys, caposcuola di un nuovo stile alimentare e di benessere psicofisico, nel 1957 ha individuato la dieta che avrebbe denominato “Mediterranea”, Patrimonio Immateriale dell’Unesco. In questo settore la Calabria ha tanto da offrire con le sue antiche varietà di frutta, ortaggi e vitigni altrove perduti, giunti sino a noi conservati nelle aree interne, consegnandoci un’antica genuinità di incalcolabile valore. Non per niente oggi lo scienziato italiano Valter Longo, autore del rivoluzionario “La dieta della longevità”, ricercatore della University of Southern California (Usc) e dell’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (Ifom) di Milano, originario di Molochio in Calabria, non manca mai di riproporre e ribadire la valenza dell’alimentazione semplice e genuina della sua infanzia calabrese.

EATALY IN AMERICA

Nel corso del 2018, sugli scaffali dei negozi Eataly negli Stati Uniti, sarà possibile trovare nuovi tipi di pasta artigianale – tra cui i filei, formato tradizionale che le donne calabresi preparavano a mano nelle loro case, dalla forma perfetta per raccogliere meglio il sugo – la cipolla rossa di Tropea IGP, il caciocavallo silano DOP, i grandi vini del territorio calabrese – come ad esempio il Cirò DOC nelle sue declinazioni rosso, bianco e rosè, il Lamezia DOC e il Savuto DOC – e prodotti dolciari quali la liquirizia di Calabria DOP, il torrone di Bagnara IGP e le composte a base di fichi dottati di Cosenza DOP. Non mancheranno infine le creme piccanti a base di peperoncino, l’olio extra vergine di oliva, re della tavola in Calabria e segreto di longevità, e molti altri prodotti che rappresentano il meglio dell’agroalimentare calabrese. Il calendario delle iniziative che Regione Calabria e Eataly USA hanno ideato per celebrare l’enogastronomia della regione sarà inoltre supportato, nel corso dei prossimi mesi, da diverse campagne volte a valorizzare di volta in volta tutti i prodotti e la loro unicità, secondo tematiche specifiche e la ciclicità delle stagioni. «Da oggi cinque negozi Eataly e quattro città americane, New York, Chicago, Boston e Los Angeles, saranno la vetrina per assaporare le prelibatezze calabresi, attraverso il mercato, la cucina e le lezioni».

LIDIA BASTIANICH MASRINA DELL’EVENTO

A fare da madrina all’evento di inaugurazione della partnership sarà Lidia Bastianich, ambasciatrice dell’enogastronomia calabrese nel mondo, che racconterà quanto ha scoperto nel corso dei suoi recenti viaggi in Calabria alla ricerca delle migliori produzioni agroalimentari del territorio e descriverà al pubblico presente i piatti che saranno realizzati dallo chef calabrese Rocco Iannì, che si cimenterà nella preparazione di due ricette con l’utilizzo di alcuni rinomati prodotti tipici: scialatelli con ‘nduja e involtini di pesce spada con granella di torrone di Bagnara IGP ed emulsione di olio extra vergine di oliva e bergamotto di Reggio Calabria DOP, un agrume unico al mondo che cresce soltanto in una ristretta zona della costa ionica di Reggio Calabria.

 

Consigliati da Otto@Tales: IL MESSAGGIO IMPERIALE di Kafka

Oggi proponiamo un breve – e famoso – testo di Kafka, contenuto nella raccolta di racconti Un medico di campagna ( del 1919). Il passo era stato inserito successivamente in un racconto, Durante la costruzione della muraglia cinese, pubblicato postumo ad opera di Max Brod – amico dell’autore, che si occupò dell’edizione degli scritti dopo la morte di Kafka. 
Di per sé,
Il messaggio imperiale esprime quel senso di smarrimento misto a speranza che è possibile individuare in tante delle opere maggiori, quali Il Castello e America, inserito nella classica cornice surreale e onirica. Ma di  Kafka – e delle sue abitudini letterarie – riparleremo nei prossimi giorni, per ora godetevi il racconto.

 

L’imperatore – così si racconta – ha inviato a te, a un singolo, a un misero suddito, minima ombra sperduta nella più lontana delle lontananze dal sole imperiale, proprio a te l’imperatore ha inviato un messaggio dal suo letto di morte. Ha fatto inginocchiare il messaggero al letto, sussurrandogli il messaggio all’orecchio; e gli premeva tanto che se l’è fatto ripetere all’orecchio. Con un cenno del capo ha confermato l’esattezza di quel che gli veniva detto. E dinanzi a tutti coloro che assistevano alla sua morte (tutte le pareti che lo impediscono vengono abbattute e sugli scaloni che si levano alti ed ampi son disposti in cerchio i grandi del regno) dinanzi a tutti loro ha congedato il messaggero. Questi s’è messo subito in moto; è un uomo robusto, instancabile; manovrando or con l’uno or con l’altro braccio si fa strada nella folla; se lo si ostacola, accenna al petto su cui è segnato il sole, e procede così più facilmente di chiunque altro. Ma la folla è così enorme; e le sue dimore non hanno fine. Se avesse via libera, all’aperto, come volerebbe! e presto ascolteresti i magnifici colpi della sua mano alla tua porta. Ma invece come si stanca inutilmente! ancora cerca di farsi strada nelle stanze del palazzo più interno; non riuscirà mai a superarle; e anche se gli riuscisse non si sarebbe a nulla; dovrebbe aprirsi un varco scendendo tutte le scale; e anche se gli riuscisse, non si sarebbe a nulla: c’è ancora da attraversare tutti i cortili; e dietro a loro il secondo palazzo e così via per millenni; e anche se riuscisse a precipitarsi fuori dell’ultima porta – ma questo mai e poi mai potrà avvenire – c’è tutta la città imperiale davanti a lui, il centro del mondo, ripieno di tutti i suoi rifiuti. Nessuno riesce a passare di lì e tanto meno col messaggio di un morto. 

Ma tu stai alla finestra e ne sogni, quando giunge la sera.

America: Autoritratto

Mentre guardavo Obama piangere per le 27 vittime della strage nel Connecticut, mi è venuto in mente come la più arbitraria delle associazione di idee, il ricordo di Sandro Pertini nel 1980, davanti ai resti della stazione di Bologna, che pronuncia la parola “bambini” e rompe la sua voce nel pianto. Ogni volta che mi ricapita di vedere quelle immagini penso a quell’uomo, alla sua storia e al suo candore, a quella storia, e non posso farea meno di commuovermi.

Ecco, la storia.

Guardando il presidente americano Barack Obama, ma forse dovrei dire guardando l’America che piange una strage assurda,  la reazione incontrollata è quella di un sorriso amaro, di un gesto scettico di una scrollata del capo.

Quale è la storia di un paese che piange 27 persone uccise (di cui 20 bambini) chiaramente senza motivo?

E’ la storia delle cosiddette lobby dei produttori di  armi, che finanziano da sempre le campagne elettorali di qualsiasi presidente?  E’ la storia di quei presidenti che non mancano di ringraziare tanta generosità una volta eletti? A tal proposito, nessun disincanto: Democratici come Repubblicani.

La storia di un paese in cui la vendita di armi (dalle pistole alle testate missilistiche) è uno dei settori trainanti dell’economia? Un paese che le armi le reclamizza in tv: pistole e mitragliatori d’assalto “indossati” da poppute ragazze in bikini. Un paese in cui è possibile che una banca ti regali un fucile se apri un conto in una sua filiale. Una nazione in cui armi o proiettili fanno capolino nei megastore, quasi invogliandoti a comprarle, come compreresti merendine  messe a bella posta vicino alle casse di un supermarket.

O è la storia di un paese da sempre terrorizzato da qualcuno o qualcosa? Indiani, neri, comunisti, alieni, terroristi.  Quindi è la storia di un paese che vende armi con facilità ad una popolazione perennemente terrorizzata? Un diritto quello a possedere armi, sancito persino in un emendamento della costituzione,  sbandierato soprattutto in occasione di eventi tragici e folli, come reazione alla violenza, confondendo causa ed effetto.

Un paese in cui la NRA, la National Rifle Association, non manca di organizzare parate e riunioni nei posti teatri di stragi, pochi giorni dopo che sono avvenute. La storia di un paese in cui uno di questi sostenitori del possesso di armi  può tranquillamente affermare che ad armare la mano di Adam Lanza, il ventenne autore della strage, compiuta con armi rubate alla madre e regolarmente detenute, sono stati i  sostenitori della legge che vuole regolare il possesso di armi, e che armare maggiormente genitori e insegnanti rappresenterebbe una soluzione.

Negli USA da circa 6 mesi circola un video, diffuso da istituzioni ufficiali, che illustra il comportamento da adottare in caso di stragi violente per opera di folli. Un filmato che invita a correre, a nasconderti, a non farti ostacolare da nessuno verso la salvezza, e a reagire decisamente appena ne hai l’occasione, come se fosse un qualsiasi manuale di comportamenti da adottare per avvenimenti inevitabili, come terremoti o alluvioni. Come se una strage immotivata fosse un evento facilmente verificabile ed inevitabile, o addirittura accettato.

Ecco perchè oggi l’America che piange, le sue istituzioni come i suoi cittadini, hanno una immagine di inevitabile deja vu, o ancora di qualcuno che si guarda allo specchio, guarda occhiaie, forme allargate, un viso sfatto e si domanda come ha fatto a ridursi in quel modo. In presenza di eventi tragici si è soliti dire che non è momento di polemiche e riflessioni, ma di pianto e commemorazione. Spesso è la via più comoda per aggirare le responsabilità. Quello che oggi dovrebbe fare l’America subito dopo avere asciugato le lacrime, è distruggere il proprio autoritratto e avere la pazienza di ridipingerlo ex novo.

 

Intervista a Giulietto Chiesa su crisi, futuro, media, Alternativa e Grillo

Giulietto Chiesa ha partecipato al convegno su crisi e politiche europee che si è tenuto a Pentone(Cz), presso il salone del Santuario di Termine. Lo abbiamo sentito su crisi, futur, media, Alternativa e Grillo.

Crisi e scenari futuri: solidarietà o guerra

Fatti e interpretazioni

Media e manipolazione

Grillo e Alternativa

 

 

 

A cura di Rita Paonessa

FOCUS/Crisi, politiche europee, futuro: un convegno a Pentone (Cz). Giulietto Chiesa ha chiuso la serata

PENTONE (CZ) – Crisi, politiche europee, debito e speculazione, futuro: se ne è parlato a ‘Famiglie in crisi: quale futuro per l’Italia?’. Il convegno si è tenuto a Pentone, in provincia di Catanzaro, presso il salone del santuario di Termine. Giulietto Chiesa [intervista] ha chiuso la serata. Prima di lui sono intervenuti Alberto Scerbo (docente Magna Graecia già direttore Osservatorio Giuridico Conferenza Episcopale Calabra), Vincenzo Falcone (docente universitario già segretario generale Comitato delle Regioni UE) e Sergio Basile (direttore ‘QuiEuropa’ – Osservatorio nazionale Politiche Europee). Dopo i saluti del sindaco di Pentone, Raffaele Mirenzi, ha introdotto il convegno Don Gaetano Rocca, rettore del Santuario e direttore diocesano Ufficio Pastorale del Lavoro e Problemi sociali. L’incontro è stato organizzato dal Santuario Madonna di Termine, in collaborazione con l’Università ‘Magna Graecia’ di Catanzaro (Dipartimento di Filosofia del diritto), QuiEuropa (www.quieuropa.it) e Comune di Pentone.

«Ce ne torniamo a casa arricchiti, ma ci avete dato troppe nozioni», interviene un uomo dal pubblico a fine serata. In effetti, i relatori hanno dato informazioni e dati, anche tecnici, di cui non si sente parlare spesso: sulle prime, orientarsi è difficile. Ma il sasso è stato lanciato. Per Don Gaetano Rocca non sono importanti tanto le risposte quanto le domande. Il rettore del santuario, nell’introduzione, ha fatto ricorso alla metafora, diffusa, della malattia e della cura: «la malattia è evidente e conclamata – ha detto – la terapia per risolverla è avvolta da una nebulosa che spazia tra ideologia e particolare formazione culturale». Tra gli altri, ha citato Ford: «È un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina».

L’elemento comune alle relazioni sembra essere stato il fattore tempo. E’ necessario agire in fretta. E’ necessario guardare al lungo termine per intravvedere gli esiti – catastrofici – della crisi attuale e trovare le relative soluzioni. E’ necessario pure guardare al passato. Per tentare di capire come siamo arrivati al punto in cui ci troviamo, individuare le responsabilità, renderci conto di chi siamo e di chi possiamo essere. Dopo gli interventi dei relatori, i presenti hanno posto domande e condiviso riflessioni: il confronto è continuato.

 

Cambiamenti veloci e politica lenta, il caso Calabria – Mutamenti economici veloci, politica lenta nel rispondere: è il gap messo in luce da Vincenzo Falcone. Quanto all’Europa, per il professore, «la coscienza europea non si ottiene dall’oggi al domani e, anche se il percorso è ancora lungo, il processo è irreversibile». Falcone si è soffermato sulla Calabria, «la regione dove nulla si trasforma – ha detto – lo dico perché a causa di una classe dirigente che non sa guardare oltre il breve periodo ed è carente circa la conoscenza dei processi, cioè noi abbiamo una classe politica ignorante, che non conosce la storia della Calabria». Il professore ha snocciolato alcuni dati: accesso al credito inesistente, 70mila miliardi di vecchie lire messe a disposizione della Calabria, impatto degli interventi comunitari uguale a zero.

Politica, economia, Europa – Alberto Scerbo ha fatto il punto sull’Europa: una parola – secondo lui – dietro cui ci si nasconde («Si dice ‘ce lo ha ordinato l’Europa’, ma non so quante cose ci ha realmente ordinato l’Europa»). Per il docente, l’Europa politica non c’è: «un problema molto difficile è la sovranità degli Stati: perché si possa parlare di un organismo sovranazionale, è necessario che gli Stati facciano un’azione di abdicazione alla propria sovranità, ma questa abdicazione non c’è stata». D’altra parte, Scerbo ha sottolineato la prevaricazione dell’elemento economico: «l’economia è diventata il problema essenziale, muove la politica: politica e diritto sono arretrati e hanno messo davanti a sé l’elemento economico, usato per giustificare le scelte della politica e del diritto».

Debito e risposte europee (Fiscal Compact e Fondo salva Stati) – Sergio Basile ha analizzato debito pubblico e risvolti delle risposte europee. «In Italia il debito pubblico scoppia negli anni ’80 – ha spiegato – in trenta anni passa dal 60% al 125 %». Ha proseguito: «in parte è dovuto alla cattiva gestione politica, ma questo è vero solo al 10%, lo dicono i dati». Il direttore di QuiEuropa ha fatto, quindi, riferimento alla privatizzazione della Banca d’Italia (1992, Governo Amato), agli 80 miliardi di interessi passivi pagati ogni anno alle banche, alle agenzie di rating e ai loro “consigli” manipolati seguiti come diktat, ai 45 miliardi d’euro l’anno che dovremmo pagare per venti anni secondo il Fiscal Compact, ai meccanismi inquietanti del Fondo salva Stati. Fattori che hanno giocato e giocano un ruolo rilevante nel debito pubblico. «La mia non è una teoria complottista, sono dati pubblici, si trovano su internet», ha precisato Sergio Basile.

Crisi, pianeta e guerra – Giulietto Chiesa ha ampliato la prospettiva al pianeta e agli scenari futuri. Il giornalista ha spiegato che le risorse del pianeta (petrolio incluso) sono limitate, ma viviamo in un sistema – quello capitalistico – orientato a uno sviluppo illimitato. «Ma in un sistema finito di risorse, uno sviluppo infinito è impossibile». D’altra parte, paesi fino a ieri sfruttati – Cina, Brasile, America Latina, India, i cosiddetti BRICS – crescono velocemente. «Non siamo più al centro del mondo – ha detto – dovremo fare i conti con la necessità di diminuire i consumi. Per il presidente di Alternativa, proseguire con questo ritmo significa andare dritti verso la guerra perché «si dovrà andare a prendere le risorse dove ci sono». Perciò «non possiamo più crescere», è la conclusione di Giulietto Chiesa, in controtendenza rispetto al leitmotiv di questi tempi. Il giornalista ha fatto anche riferimento all’infinita produzione di denaro e a rifinanziamento delle banche fallite.

 

Rita Paonessa