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Si è concluso il primo Festival Regionale del Servizio Sociale

CATANZARO – Sabato 21 novembre a Catanzaro si è svolto il primo Festival Regionale del Servizio Sociale. Alle Tavole rotonde hanno partecipato personalità del mondo accademico, della magistratura minorile, dei sindacati, delle pari opportunità, di vari Ordini professionali regionali e delle Associazioni di categoria. Tra queste ultime ha partecipato anche la Segreteria Regionale della Calabria dell’Associazione Nazionale Assistenti Sociali (AssNAS), rappresentata dalla Dott.ssa Vita Gaetani, a cui nel corso del Festival è stato consegnato il premio 2015 per le buone prassi realizzate nel territorio calabrese.assnas

L’AssNAS Calabria è d’accordo con l’Ordine Regionale degli Assistenti sociali della Calabria circa i risultati da raggiungere, con determinazione e nel più breve tempo possibile: maggiori risorse ai Servizi sociali, trasferimento delle competenze ai Comuni e maggiore presenza di Assistenti sociali comunali. Perché a livello locale si affrontano e risolvono meglio le situazioni problematiche, di disagio e povertà.

Nell’ultima tavola rotonda è stato affrontato il tema “I sistemi di Welfare e il Servizio sociale professionale”. Ne hanno discusso: Amalia Talarico del SUNAS, Vita Gaetani dell’AssNAS, Maria Piera Timpano dell’USB e Leonardo Ruffo della Commissione Politiche del lavoro dell’Ordine della Calabria. Hanno preso parte al dibattito anche i Presidenti degli Ordini degli Assistenti sociali della Puglia, Giuseppe De Robertis, della Sicilia, Bianca Lobianco e della Campania, Gerarda Molinaro.

È stato dato risalto al disagio lavorativo vissuto da molti assistenti sociali, costretti a svolgere mansioni non attinenti a quelle previste dalla professione e indotti ad accettare contratti fuori da ogni regola a causa delle procedure di esternalizzazione poste in essere dagli enti pubblici.

Come sostiene la Dott.ssa Vita Gaetani, in accordo con il Presidente dell’Ordine della Puglia e come proprio in Puglia sta avvenendo, è da evitare l’esternalizzazione del Servizio sociale comunale, soprattutto a cooperative o altri enti privati, in modo tale da preservare la natura puramente pubblica di questo servizio e rispettare l’articolo 1 delle legge 84/93 secondo cui “l’assistente sociale opera con autonomia tecnico-professionale e di giudizio in tutte le fasi dell’intervento”, nonché l’articolo 10 del Codice Deontologico degli Assistenti sociali: “L’esercizio della professione si basa su fondamenti etici e scientifici, […], sull’indipendenza di giudizio, […]. L’assistente sociale ha il dovere di difendere la propria autonomia da pressioni e condizionamenti. Valori che già in alcuni Comuni calabresi vengono spesso violati e che in un ente privato sarebbero maggiormente non rispettati”.

 

AssNAS, dall’udienza con il Papa ai problemi di Cassano allo Ionio

ROMA (RM) L’11 Novembre scorso alle ore 10.00, la comunità Professionale degli Assistenti Sociali, provenienti da varie parti d’Italia, e’ stata ricevuta in Udienza da Papa Francesco. Il Presidente Silvana Mordeglia ha guidato l’iniziativa, accolta con entusiasmo dall’Associazione Nazionale Assistenti Sociali.

Tra i rappresentanti dell’Ass.NAS e’ stata presente anche la segretaria della regione Calabria, Vita Gaetani. La dottoressa aveva precedentemente inviato una lettera al Papa nella quale è illustrata la situazione dei servizi sociali Calabresi  ed in particolare quelli di Cassano Allo Ionio.

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L’Associazione Nazionale Assistenti Sociali ci tiene a far notare come nella nostra regione i servizi siano quasi inesistenti: circa 80% dei comuni Calabresi non ha un Assistente Sociale, nonostante leggi dello stato e della regione lo prevedano.
In Calabria ci sono molti Assistenti Sociali inoccupati o disoccupati. Il servizio sociale di Cassano Allo Ionio sta vivendo, in questo contesto, un singolare periodo storico: dal pensionamento dall’unico Assistente Sociale Specialista di ruolo si è passati all’eliminazione di questa figura professionale dalla pianta organica comunale.
L’assenza di un Assistente nella zona di Cassano Allo Ionio si è fatta sentire per circa tre anni e, soltanto con ripetuti richiami da parte del Tribunale per i minorenni di Catanzaro, il comune ha affidato un progetto a una cooperativa sociale.