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Diritto di replica all’articolo di Mazzaferro del 19 luglio

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Avvocato Molinari

Il mondo della politica è assai strano o almeno così sembra ai normali cittadini, ma dopo che sono entrato nell’anticamera – non mi illudo – della “stanza dei bottoni ho fatto l’abitudine a certe cose. Anche il mondo dell’informazione, peraltro, non scherza….

A nome di G. Mazzaferro, è uscito un articolo  (http://www.telemia.it/news.php?news=10741) che svela una vena complottista del suddetto in merito ad un’interrogazione – Atto n. 3-02080 del 15 luglio scorso – a prima firma del senatore Cervellini, che il sottoscritto confessa di aver sottoscritto ed il cui oggetto riassumo brevemente.

Invitalia ha, qualche mese fa, pubblicato un bando di gara per la cessione della partecipazione societaria di alcuni porti tra cui il 51% della società “Porto delle Grazie Srl”, partecipazione costituita da un’unica quota, del valore contabile unitario di €. 60.690, non frazionabile. L’andamento della procedura di gara è stato contraddistinto da alcune evidenti irregolarità (emarginate nell’interrogazione), direttamente relative proprio al “lotto” costituente l’offerta per il 51% di Porto delle Grazie Srl, per la quale è stata, successivamente allo spirare della scadenza del bando, fissata una riserva (nella misura del 31%) a favore di enti e/o imprese pubbliche, restando limitata ai soggetti privati la rimanente quota del 20 per cento. Una circostanza non prevista originariamente dal bando medesimo e della quale nulla sapevano coloro che avevano presentato formale richiesta e ottenuta specifica autorizzazione; e infatti i modelli forniti per “data room” di “Offerta economica soggetti privati” e di “Offerta economica soggetti pubblici”, sono stati redatti in data successiva alla scadenza per la presentazione delle offerte. Ciò tende a modificare i requisiti generali di partecipazione alla procedura, con l’aggravante che l’aver reso nota la riserva in favore degli enti pubblici solo in data successiva alla scadenza dei termini per poter accedere al “data room” ha determinato una limitazione dell’accesso alla gara, in quanto altri enti e/o soggetti pubblici avrebbero potuto avere interesse alla partecipazione. Naturalmente, allo stesso modo altri soggetti privati, di fronte alla diminuzione del valore contabile della quota acquistabile, avrebbero potuto decidere di partecipare alla gara.

C’è, poi, un altro fatto importante : la legge n. 296 del 2006 prevede che i Comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti non possano detenere alcuna partecipazione societaria.

Ora, date le premesse e al pari degli altri firmatari, ritengo – come altri abbiano giustamente ritenuto – che sia bene si faccia chiarezza sulle circostanze che stanno interessato la cessione della partecipazione societaria di Porto delle Grazie Srl.

E’ davvero così strano tutto ciò da sollevare addirittura dubbi sulla ventilata presenza di interessi miei ovvero di altre correnti politiche (delle quali sarei veicolo) in ordine alla sottoscrizione di un’interrogazione ?

Ma poi quello che mi stupisce nell’articolo di Mazzaferro è l’agitare pro domo sua del concetto di “pubblico” e di “privato”, dimenticando che la definizione di tali interessi e categorie spetta alla legge e non a logiche del momento oppure pensa Mazzaferro che esista un bene primario che vada soddisfatto prima ed oltre le leggi ed i principi del nostro Ordinamento ?

Perché sostenere ciò sarebbe assai pericoloso ed è una pratica usata da certe consorterie di interessi – stavolta sì – poco commendevoli per sdoganare l’arbitrio e fini inconfessabili, prima che occulti.

In conclusione, voglio tranquillizzare Mazzaferro sull’assoluta assenza di interessi personali (gli unici interessi che perseguo sono ad esclusivo vantaggio dei cittadini) sulla vicenda; al massimo, avendo accettato un invito a pranzo presso un ristoratore del Porto di Roccella e da parte di tutori dell’ordine, sulla cui pulizia nulla ho da eccepire, potrei coltivare interessi… enogastronomici !

Una cosa, però, mi ha dato fastidio ed è quel modo, un po’ subdolo, di addebitarmi la violazione di una certa calabresità ontologica e ciò a causa del richiamo, al Ministro dell’Interno, alla massima attenzione nel controllo di un vasto territorio del quale alcune amministrazioni comunali sono state – anche ripetutamente – sciolte per aver visto infiltrarsi con successo la criminalità organizzata al loro interno. Vogliamo far finta di niente e scandalizzarci o, addirittura, offenderci per questa semplice verità ?

Se me lo consente, Sig. Direttore, capovolgo io l’interrogativo rivoltomi : ma il Sig. Mazzaferro dove vive ?

In questo contesto, è dunque peccato rivolgersi al Ministro dell’Interno affinché adotti tutte le misure necessarie a garantire la piena trasparenza di una procedura e del suo esito ultimo nella nostra terra ?

La Calabria ed i calabresi devono, per smarcarsi, da un lato, dalla ‘ndrangheta e, dall’altro, dall’emarginazione socio-economica, dimostrare di non temere che venga fatta luce su episodi che possono sollevare dubbi e sospetti. O c’è chi teme che venga fatta luce sulle vicende che hanno riguardato la procedura di gara, oggetto dell’interrogazione da Mazzaferro additata a pubblico ludibrio “calabro” ?

Io non ho niente da nascondere, né nel pubblico né nel privato. Personalmente cercherò di fare in modo che sia sempre più netto il confine tra la buona amministrazione e quella in cui esistono zone d’ombra che possano nascondere il malaffare nella complicità: solo ciò – a mio umile parere – contribuirà a fare la differenza tra la vecchia e la nuova Calabria, quella che voglio (e, penso, non solo io). Ma questa vicenda ha comunque suscitato il mio interesse istituzionale e la seguirò attentamente, come sicuramente tornerò dal ristoratore presso il Porto di Roccella, dove già mi sono trovato bene, e facendogli ottima pubblicità : quella che si merita lui e tutti i calabresi che cercano – riuscendovi – di vivere onestamente.

Leggi pure:

Interrogazione Porto delle Grazie

 

Avv. Sen. Francesco Molinari

Membro Commissione Antimafia

Caso A.M.A.CO: Nuova interrogazione di Molinari (AL), “La strana gestione”

th (7)Caso A.M.A.CO. – Nuova interrogazione di Molinari (AL): “La strana gestione dell’A.M.A.CO. sta diventando una telenovela, con la regia dell’amministrazione comunale, pagata dai cosentini. Aspettiamo di vederne, nel silenzio delle istituzioni, l’epilogo…”Prosegue l’elenco degli orrori amministrativi nella gestione dell’A.M.A.CO., questa volta dal lato più strettamente operativo. Ormai gli episodi riguardanti la strana gestione a cura dell’azienda della mobilità cosentina, di concerto con l’amministrazione comunale, stanno diventando una telenovela sulla quale sto cercando di arrivare all’epilogo sulla scorta della presentazione di una interrogazione (la seconda in argomento) al Senato – Atto n.4-04240

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=929806

Cercando di capire se i Ministri dell’Interno e dell’Economia e finanze hanno intenzione di spendere su tali fatti i loro compiti di vigilanza e controllo. Al sottoscritto, al contrario di altri (distratti ?) prestigiosi personaggi istituzionali cosentini pure invitati ad interessarsi di tale stillicidio amministrativo, continuano a sembrare gravi, precisi e concordanti gli indizi di mala gestione della società interamente partecipata dal Comune di Cosenza. E’ diventato pericolosamente lungo l’elenco di decisioni che evidenzia la spregiudicatezza, in sintonia, degli amministratori aziendali e comunali: servizi fuori territorio non autorizzati, che stanno producendo ingenti danni economici e spese legali a iosa; acquisto di autobus usati  ancora inattivi e bisognosi di rilevanti costi di manutenzione; assunzione di unità lavorative superflue in relazione al fabbisogno aziendale; concorsi per promuovere ed assumere persone le cui qualità non sono chiare e che vantano legami di vario genere con chi ricopre cariche nell’amministrazione comunale; servizi cittadini extra (come quelli per il boulevard, il Castello Svevo, il servizio turistico, il trasporto scolastico, le linee fuori territorio per centinaia di chilometri annui) dei quali non è facile individuare il ritorno economico e la cui previsione d’impatto negativo sui conti pubblici non è difficile predire. Probabilmente il “Partito trasversale” delle gestioni clientelari, quello dove tutti hanno da guadagnare in vista del loro turno di avvicendarsi al potere, coltiva altri interessi sulla gestione dell’A.M.A.CO., i cui effetti negativi ricadranno fatalmente sui cosentini. E’ strano che solo ora qualcuno della scena locale, dopo la scarsa convinzione, direttamente proporzionale ai risultati ottenuti, con cui è andata avanti la Commissione d’inchiesta del Comune (nominata nel 2013 dal Sindaco di Cosenza), si stia scandalizzando della gestione creativa che regna all’A.M.A.CO. : una circostanza che assomiglia tanto alla chiusura del recinto da parte dell’allevatore poco avveduto dopo che i buoi sono scappati. Tutti i cosentini attendono che il silenzio – invero insolitamente lungo rispetto ai fatti riportati – delle istituzioni preposte al controllo in questa vicenda, ministeri, enti di governo (centrale e locale) e magistratura (contabile ed ordinaria), sia foriero di prossime comunicazioni. Il rischio che, di fronte ai dati che emergono da un bilancio d’esercizio che ha registrato un’insufficienza di gestione di circa 800.000 euro e che vede, al 31/12/2013, il comune di Cosenza come maggiore debitore dell’A.M.A.CO. con 3 milioni di euro, un epilogo senza colpevoli veda colpite ancora una volta le tasche dei cosentini e i servizi di cui dovrebbero usufruire è concreto.

La Calabria muore Oliverio come il gattopardo

Molinari (1)La ricreazione è finita da un pezzo, ma il governatore Mario Oliverio perde ancora tempo a sistemare poltrone, rimpastare vecchi dirigenti regionali ed a tirare fuori dal cappello, come il mago Silvan, improbabili accordi di multinazionali ovvero accordi con tour operator cinesi (sappiamo già la fine che hanno fatto quelli con i russi), mentre la Calabria muore.Già qualche mese fa, dopo le elezioni, avevo invitato il Presidente Oliverio a chiamare tutti a raccolta, indistintamente, per fare fronte comune e salvare da quest’ impasse mortale la Calabria. Invece, a distanza di sette mesi gli uffici regionali sono fermi, manca gran parte della giunta (soprattutto figure di riferimento nelle deleghe importanti come Turismo, Ambiente e Ricerca) e come se non bastasse si vogliono far passare misure rivenienti dall’Unione Europea – Garanzia Giovani – come interventi di straordinaria risoluzione per la disoccupazione giovanile, come se quattrocento euro al mese per 6 mesi potessero essere la panacea di tutti i mali.Per non parlare degli interventi del Fuoc (misura già attiva da mesi che la Giunta Oliverio ha ritenuto opportunamente di rispolverare mediaticamente), che avrebbe dovuto garantire entro trenta giorni la valutazione delle richieste di finanziamento e che invece – mi dicono, lamentandosi – a quasi due mesi dall’avvio, vede pochissime domande evase.E’ vero che i calabresi sono abituati ai proclami ed alle enunciazioni di principio, ma mi sembra che sia arrivato il momento di smetterla di usare la politica per buttare fumo negli occhi e di mettersi, invece, a lavorare a testa bassa con iniziative concrete e per il bene di tutti. Tra poco renderò mesto omaggio, qui a Catania, al monumento dedicato a profughi sconosciuti la cui miseria ha riservato, come unico atto di pietà, la morte in mare. Quale sorte pietosa si sta preparando per i calabresi senza la speranza di un lavoro? Dovremo ancora assistere ai flussi migratori che porteranno i giovani calabresi a cercare fortuna fuori dalla loro terra ? Se Mario Oliverio voleva essere il Presidente del cambiamento per la Calabria, sinora ha dimostrato di esserlo in senso gattopardesco.

Francesco Molinari-Cittadino eletto al Senato

 

Roma: dissesto Monte Paschi di Siena

Molinari
Avvocato Molinari

La Commissione d’inchiesta sul dissesto MPS. Incardinato il disegno di legge sulle vicende relative al Monte dei Paschi. Molinari (Misto): “Vogliamo i colpevoli : non è giusto che l’incuria dei rappresentanti sul funzionamento del sistema debba ricadere sul popolo rappresentato.Era doveroso andare avanti nella battaglia per l’individuazione dei colpevoli del dissesto del Monte dei Paschi di Siena. In seno alla Commissione Finanze e Tesoro, della quale rivesto la carica di Vice Presidente, ho reso la mia relazione e si è proceduto ad incardinare il DDL – AS n.624 – che prevede l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta che  faccia luce sulla fine ingloriosa di uno fra i più importanti – oltre che tra i più antichi della storia – gruppi bancari del paese. All’epoca ne costituiva il terzo per numero di filiali, ricomprendendo Antonveneta e Biverbanca. Ritengo l’istituzione di tale Commissione un atto dovuto, che non porta in se’ l’intento di sovrapporsi alla macchina della giustizia quanto, piuttosto, la volontà di chiarire una vicenda, a tratti oscura, e restituire un quadro chiaro della vicenda ai risparmiatori italiani. E’ necessario stabilire la tortuosità di un percorso che ha condotto il Monte dei Paschi a dilapidare, dal momento dell’acquisto nel 2007 proprio della Antonveneta, un valore di circa 7 miliardi di euro (3 miliardi circa il suo valore effettivo, di fronte all’esborso di un costo pari a circa 10 miliardi). Un pessimo affare che ha portato al solito piano industriale “lacrime e sangue” di cui si sono dovuti caricare il costo i cittadini italiani variamente coinvolti, lavoratori e risparmiatori “in primis”. Ora bisogna chiedersi, non tanto chi dobbiamo ringraziare per una così poco avveduta acquisizione, quanto cosa non ha funzionato in quegli organismi tecnici deputati al controllo del corretto funzionamento del mercato finanziario. Si sa che spesso anche in organismi tecnici rientrano clandestinamente, dalla finestra, quelle convenienze politiche che si fanno uscire dalla porta del merito e della competenza: bisogna fare in modo che subentri la consapevolezza di tutte le forze politiche nell’impedire nuovi simili accadimenti. Non è giusto che l’incuria dei rappresentanti sul funzionamento del sistema debba ricadere sul popolo rappresentato. Avvocato Francesco Molinari-Cittadino eletto al Senato Vice Presidente Commissione Finanze e Tesoro