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Cosenza: sciopero del personale medico il 26 febbraio. Le dichiarazioni della dirigente della Cgil medici

Tersa Papalia, della Cgil medici, durante un incontro sindacale ha confermato lo sciopero del 26 febbraio prossimo del personale medico e paramedico dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, pur garantendo le emergenze, e ha dichiarato: “Chiediamo il sostegno dei cittadini, perché questo sciopero non è contro qualcuno, ma contro un sistema che è arrivato al collasso. Siamo allo stremo delle forze, non solo facciamo di tutto per garantire il diritto alla salute, ma noi stessi stiamo rischiando la salute a causa dei ritmi stressanti ai quali siamo sottoposti. Lo sciopero è divenuto indispensabile, perché l’opinione pubblica deve sapere e le istituzioni devono provvedere ad una soluzione. Chiediamo la nomina immediata del commissario per la sanità e lo sblocco del turnover. L’ospedale è al collasso e dopo il 26 non sappiamo cosa potrà accadere.”

Azienda Ospedaliera Cosenza: blocco assunzioni per sette medici

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa pervenutoci da SMI Calabria:

La scrivente OS esprime disappunto e sconcerto per il blocco alle assunzioni di sette medici all’Azienda Ospedaliera di Cosenza, blocco imposto dai sub commissari al piano di rientro.

Encomiabile e politicamente condivisibile era stata l’ordinanza con cui il Sindaco di Cosenza imponeva al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza di assumere 4 medici in Pronto Soccorso e 3 in Anestesia, ponendo così fine ad una grave carenza di personale proprio nelle aree più critiche.

L’ordinanza per molti versi forse unica nel genere in Italia era stata giustamente recepita dalla Direzione generale e dal 16 luglio i nuovi dirigenti medici avrebbero dovuto prendere servizio.

Il blocco dato dai sub commissari alle nuove assunzioni proprio nel periodo estivo, quando l’organico si riduce ulteriormente per le ferie, mette in serio pericolo l’erogazione dei LEA.

Dopo tale atto, la scrivente ritiene sempre di più che ormai la legge sul piano di rientro abbia esaurito il suo percorso, senza peraltro portare i risultati richiesti. Il piano di rientro nasceva per due motivi: ridurre il disavanzo e migliorare l’offerta sanitaria.

Tutti e due gli obiettivi risultano mancati: se da un lato con il blocco del turnover la spesa del personale si è ridotta, dall’altro è aumentata enormemente la spesa dei beni e servizi, incluso il ricorso alle prestazioni in straordinario.L’offerta di servizi poi è andata via via peggiorando: liste di attesa che si allungano sempre di più, carenza di posti letto per i ricoveri provenienti dai pronto soccorsi, interi reparti che rischiano la chiusura per carenza di organico. Sarebbe il caso che la classe politica regionale e nazionale si interrogasse su queste tematiche. Ora è il momento di cambiare rotta! La richiesta di salute che viene dai cittadini calabresi non può più attendere.

La scrivente si chiede poi dove siano questi medici in esubero all’Azienda Ospedaliera di Cosenza, se per organizzare i turni, in molte UOC si ricorra ancora alle reperibilità pomeridiane, e se al pronto soccorso, all’ortopedia, alla chirurgia pediatrica, alla neonatologia, alla neurochirurgia, all’anestesia, alla medicina di Rogliano, si ricorra ai turni aggiuntivi in straordinario per garantire i servizi essenziali e sopperire alle carenza di organico.

Forse si dovrebbe ripensare a tutta l’organizzazione del SSN a livello provinciale. Forse si dovrebbe iniziare a pensare ad una Azienda Provinciale Unica, che metta fine al depauperamento di alcuni settori a vantaggio di altri, che metta fine al balletto delle competenze con “scarico” di responsabilità gli uni sugli altri. Mancano ortopedici, anestesisti e medici di pronto soccorso negli ospedali? Ma quanti ce ne sono sparsi nei vari ambulatori magari trasferiti dagli ospedali, ma che difficilmente fanno il cammino inverso. Una Direzione unica provinciale non potrebbe certo permettere scompensi così macroscopici. Ora che si dovranno nominare i nuovi Direttori Generali, perché non pensare a ridurli a uno solo per provincia? Non sarebbe pure questo un risparmio? I servizi potrebbero essere certamente meglio organizzati, con una complementarietà più stretta e coerente.