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Lavoratori di Almaviva, interrogazione dei deputati Bruno, Barbanti e Aiello

Franco BrunoCOSENZA – I deputati calabresi Franco Bruno, Sebastiano Barbanti e Ferdinando Aiello hanno presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro Poletti sulla situazione di AlmavivA, la società che ha sede a Zumpano e che conta 160 dipendenti starebbe attuando un piano di razionalizzazione in contrasto con il contratto nazionale siglato a Gennaio 2016. Infatti, si legge nell’interrogazione «a fronte di ottimi fatturati sia a Zumpano che nel resto d’Italia, si parla per la sede calabrese di una prossima razionalizzazione e di un inasprimento del ricorso agli ammortizzatori sociali. Secondo le organizzazioni sindacali da anni, l’azienda si impegna negli accordi nazionali a trasferire attività sulla filiale in Calabria e a potenziarne l’infrastruttura e le professionalità, ma, realmente, non si riscontrano in modo chiaro ed inequivocabile segni di un progetto industriale serio che dia reali prospettive di più lungo periodo, poiché i tempi dei pochi progetti trasferiti sono sempre limitati alla scadenza degli ammortizzatori sociali». Al Ministro del lavoro i tre deputati calabresi chiedono di istituire un tavolo di confronto tra le parti per evitare che la politica aziendale che si sta attuando danneggi la sede calabrese minando un territorio e un’economia già particolarmente fragile e vulnerabile.

Minacce a Barbanti, i messaggi di solidarietà di Bruno e Magorno

Di seguito i messaggi di solidarietà giunti all’On. Barbanti, a seguito delle minacce e delle ingiurie ricevute sui social, in particolare sulla sua pagina pubblica e sul suo profilo privato di Facebook:

Enzo Bruno – Segretario Provinciale Pd Catanzaro: “Siamo veramente indignati per quanto accade in queste ore Sebastiano Barbanti, preso violentemente di mira da simpatizzanti e militanti del Movimento Cinque Stelle che hanno mal digerito la sua scelta di aderire al Partito democratico. Una decisione che ci ha riempito di orgoglio perché Sebastiano rappresenta un valore aggiunto per la nostra Federazione e l’intero Partito Calabrese”. E’ quanto afferma Enzo Bruno, segretario provinciale del Partito democratico della Federazione di Catanzaro nell’apprendere che gli attacchi di cui è stato oggetto il deputato Sebastiano Barbanti, in seguito alla scelta di aderire al Pd. “La sua passione, il suo spessore intellettuale e il suo impegno politico a sostegno della Calabria rappresentano un contributo importante all’azione programmatica del governo nazionale e regionale – afferma ancora Bruno -. Sebastiano era consapevole della possibilità concreta di essere preso di mira da attacchi violenti e strumentali. Ma ha motivato in maniera chiara da decisione e l’impegno di svolgere il proprio ruolo da cittadino che intende dare voce ai cittadini e non più come ‘cavaliere solitario’, come egli stesso ha avuto modo di affermare nel corso della conferenza stampa tenuta nei giorni scorsi nella sala Giunta della Provincia di Catanzaro alla presenza del sottosegretario Luca Lotti e del segretario regionale, Ernesto Magorno. Barbanti – conclude Bruno – ha scelto il Pd convinto di poter proseguire l’attività di deputato con gli strumenti giusti. E il Partito democratico gli sarà a fianco in questo intento, facendogli scudo dei vili e insensati attacchi che non sminuiranno il valore di una scelta politica chiara e disinteressata”.

Ernesto Magorno – Segretario Regionale Pd- “Sebastiano Barbanti è una persona di grande spessore politico ed intellettuale, che ha manifestato capacità, intelligenza e spirito critico positivo. La sua adesione al Partito democratico rappresenta un arricchimento per il nostro gruppo dirigente. I vili attacchi personali di cui è oggetto in queste ore nulla hanno a che fare con la libera manifestazione del pensiero”. E’ quanto afferma il segretario regionale del Pd Calabrese, on. Ernesto Magorno, che esprime la propria solidarietà al deputato Sebastiano Barbanti, violentemente attaccato sui social network in seguito alla scelta di aderire al Pd. “Minacce e insulti – dice ancora Magorno – che indignano il popolo democratico e quanti si impegnano con la propria azione quotidiana nella difesa della democrazia in tutte le sue espressioni. Tutto il Pd calabrese è vicino a Sebastiano che con il proprio impegno e la propria passione si sta mettendo in gioco per portare il proprio contributo al rilancio sociale e culturale della nostra terra, facendo la differenza”.

 

 

Barbanti minacciato sul web “fai venire voglia di scannarti come un maiale”

Roma ( Rm) Dopo la sua dichiarazione aperta di approdare al PD, lasciando il Movimento Cinque Stelle, l’On. Sebastiano Barbanti è stato vittima, sui social di ingiurie e minacce. I commenti contro il deputato parlamentare si sprecano, molti dei quali rivolti alla sua persona e alla famiglia.  Gli attacchi sono giunti non solo sulla sua pagina pubblica, ma anche sul profilo privato del deputato, dove qualche giorno fa annunciava la nascita del figlio Paolo. “Non spergiurare mai su tuo figlio – scrive Carmelo – non lo merita e non merita un padre incoerente come te. Auguri alla nuova vita. Vergogna a te”. “Povero figlio –  replica un certo Gianni – certo che stai contribuendo a fargli trovare un bel paese. Vergognati”.

 

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Raffaella Aquino

 

Accordo Camera di Commercio e Regione Calabria, il plauso dell’On. Barbanti

Cosenza ( Cs) – “Rivolgo il mio plauso ed esprimo grande soddisfazione per l’accordo appena siglato dalla Regione Calabria, attraverso il suo assessore di riferimento, Carmela Barbalace, e la Camera di Commercio di Cosenza, rappresentata dal presidente Klaus Algieri, che va incontro alle esigenze programmatiche e burocratiche delle imprese calabresi. Come deputato e come cittadino calabrese guardo con estremo favore a questo primo esempio in Italia di analisi, dialogo e collaborazione fattiva tra un Ente regionale e un Ente camerale”.Ad affermarlo è il Parlamentare calabrese alla Camera dei Deputati, Sebastiano Barbanti, che interviene sul protocollo d’intesa per la realizzazione di un progetto di Cooperazione finanziato nell’ambito del POR Calabria 2014/2020. “Ottima l’iniziativa della Regione Calabria e del suo assessore al ramo, che si avvale così del contributo qualificato dell’Ente camerale, e lodevole la volontà propositiva della Camera di Commercio di Cosenza di affiancare il Dipartimento Sviluppo Economico della Regione Calabria con la sua qualità di soggetto impegnato nello sviluppo del territorio. Apprezzo molto il lavoro che svolge la Camera di commercio di Cosenza, che guarda sempre con rigore e visione prospettica agli interessi delle sue imprese e al benessere diffuso della società civile. L’accordo siglato con la Regione Calabria va nella direzione del processo di riforma della Pubblica Amministrazione, rendendo più efficiente il rapporto tra Enti pubblici e mondo privato. Una buona pratica che mi auguro di vedere replicata su tutto il territorio dalle altre Camere di Commercio e che tutte le Regioni dovrebbero prendere ad esempio come buona pratica di programmazione e promozione”.

Cosenza Terra Libera propone il suo progetto politico. Audio intervista al senatore Francesco Molinari

COSENZA – Ci sarà anche la lista Cosenza Terra Libera alle prossime amministrative di Cosenza. Ma ancora i parlamentari a cui il movimento politico fa riferimento, il deputato Sebastiano Barbanti e il senatore Francesco Molinari, non hanno sciolto le riserve in merito alla coalizione da sostenere. «Non abbiamo l’ambizione di cercare poltrone, ma di promuovere progetti per la città» dice Molinari nell’intervista.

 

Neonato morto a Cosenza, disposta l’autopsia. Emessi tre avvisi di garanzia

annunziata-ospedaleCOSENZA – La Procura della Repubblica di Cosenza ha emesso tre avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta avviata sulla morte del neonato, nel momento del parto, avvenuta ieri nel reparto di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Annunziata. I provvedimenti riguardano due ginecologi ed un’ostetrica del nosocomio, nei confronti dei quali il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo. L’emissione degli avvisi di garanzia, secondo quanto hanno riferito fonti giudiziarie, si è resa necessaria per consentire agli indagati di nominare, eventualmente, consulenti di parte per l’autopsia che, su disposizione della Procura, sara’ effettuata, presumibilmente nella giornata di domani, sul corpo del neonato. Sulla vicenda è intervenuto il deputato di Alternativa Libera Sebastiano Barbanti: “In attesa che la magistratura e le indagini ispettive della Regione e del Ministero facciano piena luce su quanto è accaduto, non si può non riflettere sullo stato di grave abbandono in cui versa l’Annunziata a causa del piano di rientro e del commissariamento della sanità calabrese che ha tagliato personale e servizi mettendo a rischio la vita dei pazienti”. Sebastiano-Barbanti-M5SSecondo il parlamentare, “la riorganizzazione dei punti nascita imposta dal ministero nel 2011, con la chiusura di tutti quelli sotto i 500 parti l’anno, doveva migliorare gli indici di mortalità, ma i dati ufficiali confermano che la Calabria ha ancora oggi il tasso più alto in Italia di bambini nati morti. Tutto ciò è inaccettabile, perciò – ha aggiunto Barbanti – nei prossimi giorni incontrerò il direttore generale dell’Annunziata, i medici e tutto il personale del dipartimento Materno Infantile dell’ospedale e presenterò una dettagliata interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin sull’inadeguatezza e le inadempienze dell’ufficio del commissario per il piano di rientro che fino ad oggi ha prodotto solo decreti per la riorganizzazione e riqualificazione del percorso nascita senza che i servizi siano migliorati”.

Cosenza, amministrative: stato di calma apparente

Palazzo dei Bruzi, Piazza dei Bruzi, 1959

COSENZA – Vive di fiammate la campagna elettorale per le amministrative di Cosenza. Con momenti di aspro confronto tra le diverse forze politiche ed altre di calma apparente. Sul tavolo, al momento, ci sono due sole candidature ufficiali: quella di Mario Occhiuto e quella di Lucio Presta. La vicenda delle luminarie e dell’acquisizione dei relativi atti da parte della guardia di finanza non ha prodotto particolari scossoni nelle stanze di Palazzo dei Bruzi. Accantonate le schermaglie con il senatore Morra, indicato quale presunto mandante del famigerato servizio trasmesso dal tg1, il sindaco architetto è concentrato a rinsaldare le alleanze e a completare il programma di opere pubbliche che metterà sul piatto della bilancia quando sarà il momento di chiedere il voto agli elettori. Piazza Bilotti e il ponte di Calatrava tanto per citare le più importanti. L’attivismo di Occhiuto fa a pugni con l’immobilismo di Lucio Presta del quale si sono perse le tracce dal giorno della conferenza stampa in cui ha annunciato la sua candidatura. Da allora le attività del movimento Amo Cosenza sono cadute nell’oblio. Il silenzio del manager dello spettacolo fa il paio con l’indecisione cronica del Pd e del centrosinistra che proprio in Lucio Presta intravede la propria ancora di salvezza. Perché risponde all’identikit tracciato da Renzi e perché rappresenta quel candidato di superamento in grado di compattare uno schieramento oggi dilaniato da mille divisioni. Le ambizioni di Enzo Paolini e di Marco Ambrogio sono dunque destinate a rimanere deluse. Il partito democratico però, deve aspettare anche il nulla osta del Nuovo Centro Destra e quello di Giacomo Mancini, i cui consensi sono tali da consentire loro anche la scalata in autonomia. Ci sarà poi un candidato del Movimento Cinque Stelle e una lista, Calabria terra Libera, a cura del senatore Molinari e del deputato Barbanti il quale, commentando i travagli grilllini e la vicenda Corbelli, non ha esitato a definire i suoi ex compagni stalinisti e nazisti.

Barbanti, a Cosenza logiche staliniste e naziste tra i Cinque Stelle

di SALVATORE BRUNO

 

COSENZA – Dialoga con Magorno perché l’interlocuzione con il governo regionale passa necessariamente dal Partito Democratico e sulle vicende amministrative di Cosenza annuncia un progetto comune con il senatore Molinari e l’Associazione Calabria Terra Libera. E sui travagli vissuti all’ombra di Palazzo dei Bruzi dal Movimento Cinque Stelle, lascia in cantina il fioretto, sferzando i suoi ex compagni a colpi di sciabola.

Sebastiano Barbanti, deputato cosentino, attualmente nel Gruppo Misto, sta lavorando sotto traccia, ma non troppo, per offrire il proprio contributo alla risoluzione delle tante emergenze che attanagliano la Calabria, mettendo sul tavolo questioni e soluzioni, sottoposte al segretario regionale del Pd. I due sono colleghi tra i banchi di Montecitorio. «Ma la Camera è chiusa dall’ultima decade di dicembre. In pratica erano più di venti giorni che non vedevo Magorno. Ho approfittato della nostra contemporanea presenza a Lamezia Terme per incontrarlo. Il motivo? Da tempo lavoro su temi che stanno a cuore a me ed ai cittadini della nostra regione. La sanità, la Sorical, la questione relativa alla Fondazione Terina. Si tratta di tematiche che riguardano il governo regionale. Il mio interlocutore dunque non può che essere Mario Oliverio ed il suo partito, ovvero i rappresentanti politici ed istituzionali deputati ad affrontare e risolvere le problematiche. Inutile attardarsi a denunciare quello che non va. La diagnosi non è sufficiente. Bisogna trovare le cure e proporle agli organismi che hanno il potere e gli strumenti per operare e cambiare le cose». Una sorta di collaborazione dall’esterno? «In realtà ritengo che le cose si cambiano da dentro, perché dall’esterno si possono esercitare soltanto pressioni limitate, destinate a rimanere lettera morta».

Questa collaborazione con il Pd potrebbe essere riproposta anche a Cosenza, in vista delle amministrative? «Su Cosenza, insieme al senatore Molinari e con l’Associazione Calabria Terra Libera, stiamo predisponendo una lista aperta al contributo dei cittadini. Non abbiamo preclusioni di carattere ideologico. Noi lavoriamo e lavoreremo sui temi, sui fatti concreti e sulla progettualità. Ovviamente i nostri candidati dovranno essere persone specchiate. Quindi la nostra lista sarà off limits per condannati e persone con carichi pendenti». Presenterete un vostro candidato a sindaco? «E’ un aspetto che valuteremo in seguito. I tempi non sono ancora maturi. In questa fase siamo impegnati a chiudere la lista dei candidati al consiglio comunale. Potremo avere un candidato sindaco di Calabria Terra Libera oppure entrare a far parte di uno schieramento più ampio. Sotto questo aspetto la palla adesso è nel campo dei partiti tradizionali. Noi non siamo per alzare steccati ideologici ed anacronistici che non portano a nulla se non ad essere destinati a rimanere ai margini della vita amministrativa. Se dovessero chiederci di sostenere un candidato a sindaco a noi gradito e con le carte in regola, saremo della partita». Da osservatore esterno il deputato Barbanti commenta anche la polemica tra il sindaco Occhiuto ed il senatore Morra, sul caso luminarie e sul famigerato servizio del Tg1. «Per la verità non ho seguito la vicenda, se non in maniera superficiale. E però Occhiuto non è abituato a parlare a vanvera. Se si è esposto in maniera così netta, qualcosa sotto ci sarà. Peraltro gli elementi ci sono tutti, visto che il presidente della Commissione di vigilanza Rai è un rappresentante del Movimento Cinque Stelle. Su questo mi consenta un inciso: non ho visto né sentito dichiarazioni da parte grillina sul caos generato dalla trasmissione di Capodanno. Se a presiedere la vigilanza Rai ci fosse stato l’esponente di un altro partito, sono certo che avrebbero sollevato un polverone, chiedendone le dimissioni». La sensazione è che il divorzio dal Movimento è stato tutt’altro che indolore. Peraltro anche a Cosenza i Cinque Stelle stanno vivendo un periodo non semplice. Il caso di Mario Corbelli ne è un esempio. «Corbelli da persona intelligente, ha capito la logica stalinista, anzi nazista che vige all’interno del Movimento Cinque Stelle a Cosenza, esercitata da esponenti che non esitano a mettere sul patibolo una persona che ha avuto la sola colpa di mettere in discussione una regola che potrebbe anche essere anche cambiata. Sa cosa penso? Che con questi chiari di luna, chissà se riusciranno a mettere insieme il numero minino di candidati per formare una lista».

 

Minacce di morte per due giornalisti e un avvocato. Tutti i messaggi di solidarietà

Proiettile minacceVIBO VALENTIA Come regalo di Natale hanno trovato tre buste contenenti esplicite minacce di morte e altrettanti proiettili calibro 7.65. Si tratta di Pietro Comito, direttore responsabile della testata giornalistica LaC News 24, di Francesco Mobilio, giornalista della redazione vibonese de Il Quotidiano del Sud e di Marco Talarico, avvocato, già presidente del consiglio comunale di Vibo Valentia. Le tre missive sono state recapitate ai rispettivi indirizzi e, nel caso dei due giornalisti, alla sede delle redazioni d’appartenenza. Le buste, del tipo imbottite per la spedizione di cd, identiche nell’aspetto e nel formato, avevano anche il medesimo contenuto. In tutti e tre i casi, infatti, all’interno delle buste è stato rinvenuto lo stesso ritaglio di un titolo del Quotidiano del Sud del primo dicembre scorso, inerente la demolizione del cosiddetto “Palazzo della vergogna” a Vibo Valentia,; un proiettile calibro 7.65, un foglietto dattiloscritto in dialetto contenente minacce di morte e firmato “i frati 7.65”. Nel testo di legge: «Pi mo u iettasti… A scordata… i frati 7,65… Mu ti guardi sempre».

Il fatto è stato prontamente denunciato ai carabinieri e sull’episodio è alta l’attenzione del prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, il quale se ne occuperà lunedì al rientro in sede in un apposito Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Un analogo episodio, nel 2009, aveva visto oggetto di minacce gli stessi Mobilio e Talarico e Giuseppe Baglivo, allora giornalista di Calabria Ora. Anche in quell’occasione il riferimento esplicito era alla demolizione del Palazzo della vergogna.

Ai colleghi Comito e Mobilio e all’avvocato Talarico la solidarietà della redazione di ottoetrenta.it

ALTRE REAZIONI

CARLO PARISI, segretario generale aggiunto della Fnsi: “Esprimere piena e convinta solidarietà ai colleghi Pietro Comito e Francesco Mobilio ed alle redazioni de LaC e del Quotidiano del Sud, oltre naturalmente all’ex presidente del Consiglio Comunale di Vibo Valentia, Marco Talarico, è un atto scontato e doveroso, ma non basta più. Il ripetersi della medesima intimidazione a distanza di sei anni ripropone, in tutta la sua drammaticità, il fenomeno dell’impunità di coloro che, a vario titolo e nelle più svariate forme, attentano alla libertà personale di quanti sono quotidianamente impegnati ad affermare e diffondere la cultura della legalità soprattutto in territori, come quello vibonese, particolarmente influenzati dal condizionamento mafioso. Territori nei quali c’è ancora chi pensa che basti spedire un proiettile in una busta per tappare la bocca o spezzare la penna ai giornalisti seri e impegnati a svolgere semplicemente il proprio mestiere. Episodi come questo devono indurre seriamente a riflettere giornali e giornalisti sul valore della professione che non può e non deve essere gestita con superficialità, né tantomeno affidata a giovani ed inesperti cronisti mal pagati o non pagati affatto a fronte del rischio della vita o, nella migliore delle ipotesi, del far vivere nella paura le proprie famiglie. Non è possibile, non è accettabile che dopo sei anni il responsabile o i responsabili di un episodio circostanziato come questo non abbiano ancora un nome. La Prefettura di Vibo Valentia, sempre sensibile ai problemi dei giornalisti, stimoli, quindi, forze dell’ordine e magistratura a fare piena luce sull’episodio e ad assicurare i responsabili alla giustizia. Non è, inoltre, possibile che validi e stimati giornalisti siano costretti a chiedersi se valga veramente la pena rischiare la vita senza la certezza di uno stipendio a fine mese. E quanto sia giusto dover combattere con un altro ‘nemico’ che non impugna la pistola, ma ti toglie comunque il sonno e la dignità: l’editore che ti paga a singhiozzo o non ti paga affatto mentre continui, con serietà, professionalità e coraggio, a tenere alta la bandiera della qualità dell’informazione e della libertà di stampa”.

MARIO OLIVERIO – Presidente della Giunta Regionale della Calabria: “Sono certo che anche questo tentativo di intimorire uomini che amano la verità e il proprio lavoro, sarà respinto e rispedito al mittente. La Calabria che vuole tenere alta la testa e la schiena dritta, le istituzioni democratiche ed i cittadini perbene, che in questa regione sono la maggioranza e non vogliono cedere alla paura, sono profondamente vicini e solidali a quanti come Mobilio, Comito e Talarico si oppongono ai soprusi e ad ogni tipo di prevaricazione mafiosa. La nostra regione ha bisogno di liberarsi definitivamente dalla piaga della criminalità e diventare, finalmente, una regione ‘normale’, una terra libera da paure e minacce. Mi auguro che i responsabili di questo ennesimo, vile atto intimidatorio siano individuati al più presto e consegnati alle autorità competenti”.

GIORNALISTI D’AZIONE: “Dopo le vili minacce ai due giornalisti Pietro Comito, direttore di LaC News 24, e Francesco Mobilio, della redazione vibonese de Il Quotidiano del Sud, il movimento “Giornalisti d’Azione” esprime disprezzo per la parte «malata» della Calabria, quella della ‘ndrangheta, del malaffare, delle minacce a chi svolge il proprio lavoro e piena solidarietà ai colleghi. “Giornalisti d’Azione” esprime, dunque, rabbia per questi gesti vili che soffocano la democrazia, la libertà,i progetti e i sogni di chi lavora per costruire una Calabria nuova, diversa. Pertanto, il movimento si augura che i fautori di questo gesto vengano assicurati alla giustizia e, soprattutto, auspica che questo episodio possa finalmente essere occasione di mettere in atto una operazione di pulizia anche della cosiddetta «zona grigia», capace, cioè, di isolare coloro i quali pur non avendo la «patente» di mafiosi, e dunque pur non usando fucile e pistola, condizionano le persone in ogni ambito sociale, soffocando, nei fatti, ogni tentativo di cambiamento reale”.

SEBASTIANO BARBANTI – Deputato: “I giornalisti che hanno subito il grave atto intimidatorio hanno bisogno soprattutto delle istituzioni, non solo della solidarietà. Siamo alle solite: due giornalisti fanno il loro lavoro nell’amara terra di Calabria e le cosche, non appena hanno il sentore che siano emarginati dalle istituzioni, colpiscono. In questi casi è giusto che le istituzioni diano solidarietà a chi subisce questi atti meschini, ma ritengo che sia necessario soprattutto far sentire la presenza delle istituzioni con atti concreti, magari con la copertura politico-istituzionale delle indagini giornalistiche che hanno punto sul vivo le cosche. Detto questo sono disponibile nel supportare le loro future indagini giornalistiche e quelle in corso ed auspico che la politica tutta faccia seguire alla solidarietà azioni concrete affinché queste azioni deprecabili non abbiano più niente a che fare con la nostra terra e la nostra cultura”.

DORINA BIANCHI (deputato e componente della Commissione Parlamentare Antimafia): “Qualcuno avrebbe voluto rovinare il loro natale, ma non c’è riuscito perché la forza delle idee e della verità è più forte di qualsiasi minaccia ed intimidazione. Piena solidarietà ai due giornalisti Pietro Comito, direttore responsabile dell’emittente televisiva La C, e Francesco Mobilio, del Quotidiano del Sud per il grave atto intimidatorio perpetrato nei loro confronti. Un atto di violenza che ferisce la coscienza democratica della città e di tutti coloro che credono nei valori e nei principi della democrazia, della convivenza civile e della verità”. Auspichiamo dunque che, anche alla luce di quest’ultimo episodio di intimidazione di chiara matrice ndranghetista, le indagini della magistratura e delle forze di polizia possano imprimere quella svolta necessaria per assicurare alla giustizia i responsabili delle organizzazioni malavitose e della criminalità in Provincia di Vibo Valentia”.

 

Articolo sul Quotidiano, Barbanti: “Dichiarazioni Belmonte non rappresentano M5S”

In merito all’articolo uscito oggi, 19 gennaio 2014, sul Quotidiano della Calabria a pagina 11, il deputato dell’ M5S Sebastiano Barbanti afferma:

“Le dichiarazioni del Sig. Giovanni Belmonte non rappresentano la posizione del M5S e non devono essere associate alla mia persona. Il sig. Belmonte parla solo a titolo personale “.