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“Barbiana 2040, per una Pedagogia degli Ultimi”, seminario all’Unical

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Si terrà mercoledì 8 maggio alle ore 9.30 presso la Sala A dell’Aula Magna dell’Università della Calabria, il seminario fondativo del progetto Barbiana 2040, per una Pedagogia degli Ultimi. L’iniziativa, nel giorno in cui venne ritrovato il corpo di Peppino Impastato, è dedicata nello specifico al concetto di Ultimità in don Tonino Bello, sacerdote e vescovo impegnato nella costruzione di una pedagogia dell’inclusione sociale.

All’evento che sarà presentato da Giancarlo Costabile del Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia dell’Unical, interverranno i docenti dell’ateneo di Arcavacata Luca Parisoli e Antonella Valenti, e Padre Massimo Granieri, Responsabile Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica, Diocesi Cosenza-Bisignano. I lavori, invece, saranno introdotti da Edoardo Martinelli, allievo di don Milani e coautore della Lettera a una professoressa, e conclusi da don Pino De Masi, Referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro. E’ previsto, infine, un intermezzo musicale dedicato a Riace e alla cultura dell’accoglienza, curato dall’insegnante Francesca Prestia dell’Istituto comprensivo Mattia Preti di Catanzaro.

«L’Ultimità per come intesa da Lorenzo Milani e Tonino Bello, dichiarano Costabile e Martinelli, è l’espressione chiave del ‘restituire la parola e la dignità’ ai deboli, la cui emancipazione passa attraverso una presa di coscienza individuale e collettiva, resa possibile soltanto da un approccio critico alla cultura dominante. Barbiana 2040 si pone come nucleo di sperimentazione di una nuova didattica sociale che attualizza il pensiero pedagogico della Scuola di Barbiana, reinterpretandolo nell’epoca della tecnica».

 

Nasce all’Unical “Barbiana 2040” nuova alternativa educativa e culturale

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Nasce all’Università della Calabria, dall’esperienza del Laboratorio di Pedagogia dell’Antimafia diretto da Giancarlo Costabile, il progetto Barbiana 2040 che ha il suo focus nella costruzione di un’alternativa culturale e educativa alla pedagogia neoliberista.

L’idea è nata durante il Laboratorio sulla Scrittura collettiva e la didattica milaniana nell’epoca della tecnica tenuto ad Arcavacata nei giorni scorsi da Edoardo Martinelli, allievo di don Lorenzo Milani e coautore di Lettera a una professoressa, al quale hanno partecipato 10 tesisti del Corso di studi in Scienze dell’Educazione che stanno approfondendo il pensiero e il metodo del Priore di Barbiana.

Barbiana 2040 sarà presentata all’Unical l’8 maggio con un seminario di studio dedicato al concetto di Ultimità in don Tonino Bello, Vescovo pugliese che ha dedicato la sua vita ai poveri e agli Ultimi, che vedrà la partecipazione di accademici e studiosi del sacerdote salentino.

«L’obiettivo del progetto, dichiara Giancarlo Costabile, è mettere radicalmente in discussione la pedagogia del profitto e la società del turbocapitalismo che hanno ridotto la scuola a un’azienda funzionale esclusivamente alla riproduzione dei codici linguistici e comportamentali dell’ideologia neoliberista. Il mondo accademico, in larga parte, si è adeguato a questo verbo dominante, legittimando sul piano scolastico, e più in generale nelle politiche dell’istruzione pubblica, una grammatica scientifica che istituzionalizza paradigmi teorici e modelli educativi che hanno nell’idea di competizione selvaggia (tra studenti, famiglie, istituzioni) il proprio carburante ideologico. La scuola è diventata uno scandaloso “progettificio”, schiacciato sull’autoritarismo dei dirigenti scolastici, che ne ha completamente snaturato il ruolo di formazione civile delle coscienze».

«Barbiana 2040, chiude Giancarlo Costabile, è un tentativo di attualizzare la didattica di don Milani, costruendo una pedagogia in situazione, slegata dall’aziendalismo e dalla spasmodica esigenza di drenare in modo lobbistico e affaristico risorse pubbliche, in grado di farsi sul piano teorico ontologia dialettica della società e sul piano educativo didattica del cambiamento sociale. L’attacco che intendiamo muovere alla cultura liberista deve portarci a costruire un’altra narrazione per una nuova società che abbia nel concetto chiave di Ultimità il proprio metro di giudizio sociale e di organizzazione delle relazioni umane. Non intendiamo, infatti, rassegnarci a vivere come servi delle oligarchie finanziare e non ambiamo a ingrossare le file delle locali borghesie mafiose, che hanno più di un frequentatore nel mondo accademico. Riprendere Lorenzo Milani e proiettarlo nel futuro dei prossimi vent’anni significa assumere come compito strategico l’affermazione di una nuova sovranità popolare: quella che si fa grammatica del We Care».