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Confisca di beni a presunto affiliato cosca Giampà di Lamezia

LAMEZIA TERME (CZ) –  Il Gruppo di Lamezia Terme della Guardia di finanza ha eseguito una confisca di beni, per un valore di un milione e duecentomila euro, riconducibili ad un presunto affiliato alla ‘ndrangheta, Giorgio Galiano, condannato in via definitiva per la sua appartenenza alla cosca dei Giampà.

La confisca è stata disposta dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda, diretta da Nicola Gratteri.

I beni confiscati, ubicati in Calabria ed in Piemonte, erano stati sequestrati nel luglio dello scorso anno. Si tratta, tra l’altro, di un edificio di tre piani, terreni, capannoni, quote societarie e disponibilità finanziarie.
Nei confronti di Galiano é stata anche applicata la misura della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno per cinque anni nel comune di residenza.

Fonte Ansa

Sequestro di beni all’ex presidente di “Antigone-Osservatorio sulla ‘Ndrangheta”

REGGIO CALABRIA – Beni mobili e immobili per oltre 217 mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Reggio Calabria all’ex presidente dell’associazione culturale Antigone – Osservatorio sulla ‘Ndrangheta”, Claudio Antonio La Camera.

Il provvedimento è stato richiesto dalla Procura di Reggio Calabria a conclusione di un’indagine in materia di contrasto alle frodi in materia di spesa pubblica sull’erogazione di fondi regionali e provinciali all’associazione.

Gli accertamenti attraverso controlli incrociati, esame di documenti bancari, intercettazioni, appostamenti e pedinamenti, hanno consentito di rilevare un illecito profitto di contribuzioni pubbliche quantificato in circa 400 mila euro su un totale erogato di oltre 800 mila tra il 2007 e il 2014. Il tutto ottenuto, secondo quanto emerso, mediante documentazione mendace e fatture con quietanza non veritiera come accaduto, in particolare, per l’acquisto dell’impianto di videosorveglianza del “Museo”.

Fonte Ansa

Colpo alle cosche, confiscati beni per 12 milioni di euro ad imprenditore

VIBO VALENTIA – Beni per un valore di 12 milioni di euro, tra i quali il “Baia Tropea Resort” di Parghelia (Vv), sono stati confiscati dalla Polizia a Nicola Comerci, 72 anni, imprenditore, nato a Nicotera (Vv), attivo nella piana di Gioia Tauro (RC) ma con rilevanti interessi economici nelle province di Vibo Valentia, Bologna ed in tutto il Nord Italia.

​Dagli anni Settanta in poi, Comerci avrebbe, secondo l’accusa, costruito un vasto patrimonio, soprattutto nel campo delle strutture ricettive, ristorazione e villaggi turistici, grazie all’appoggio fornito dalla potente cosca Piromalli di Gioia Tauro ed ai legami tra quest’ultima e quella dei Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia).

I beni erano stati sequestrati lo scorso agosto

Confiscati beni ad un infermiere dell’Asp di Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – Beni per 5,5 milioni di euro sono stati confiscati ad un infermiere dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, in servizio nell’ospedale di Melito Porto Salvo. Annunziato Iamonte, di 61 anni, di Melito, già sorvegliato speciale, in passato era ritenuto vicino all’omonima cosca di ‘ndrangheta.

L’Asp è stata sciolta nelle scorse settimane per infiltrazioni mafiose anche per la presenza tra i dipendenti di soggetti ritenuti vicini alla ‘ndrangheta.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale-Sezione misure di prevenzione su proposta congiunta del Procuratore di Reggio e del Direttore della DIA, scaturisce dalle indagini svolte dalla Dia coordinate dal procuratore distrettuale Giovanni Bombardieri, sul patrimonio di Iamonte, dalle quali è emersa un’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati rispetto agli investimenti effettuati. Confiscate, tra l’altro 57 unità immobiliari (fabbricati, appartamenti, cantine e locali ad uso commerciale) e circa 14 ettari di terreno coltivato.

Fondi pubblici “distratti”, sequestro di beni per l’ex presidente di Fincalabra

CATANZARO – Sequestro di beni “conservativo” per Luca Mannarino, ex presidente di Fincalabra. Oltre un milione e mezzo di euro il valore dei beni sequestrati. Si tratta di 14 immobili e conti correnti. La decisione è scaturita oggi da parte della Corte dei Conti.

L’ex manager lo scorso dicembre era stato condannato per danno erariale per oltre 1.5 milioni di euro ed era stato accusato di distrazione di fondi comunitari ad impiego vincolato, utilizzati per acquistare strumenti finanziari ad alto rischio. L’allora presidente di FinCalabra Luca Mannarino nel 2015 avrebbe investito  questi soldi  in operazioni finanziarie ad altissimo rischio e che avevano portato ad una elevata perdita secca sul capitale investito, che la Corte dei Conti ha riconosciuto come un danno erariale.

 

 

 

 

Intestazione fittizia di beni, maxi operazione tra Toscana e Calabria

PISTOIA – Dall’alba di questa mattina, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Pistoia e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pistoia hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Pistoia, Alessandro Buzzegoli, nei confronti di ventisette persone domiciliate in Pistoia, Firenze, Pescia (PT), Massa e Cozzile (PT), Montecatini Terme (PT), Massarosa (LU), Gioia Tauro (RC), Lamezia Terme (CZ), Pieve a Nievole (PT), Quarrata (PT), Scandicci (FI), Capannori (LU), Olbia (OT) e Vicopisano (PI), indagate dai sostituti della Procura di Pistoia, Fabio Di Vizio, ora alla Procura di Firenze, e Claudio Curreli, per associazione per delinquere finalizzata all’intestazione fittizia di beni, auto-riciclaggio, bancarotta fraudolenta, usura, estorsione, assunzioni fittizie finalizzate alle truffe in danno dello Stato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, evasione d’imposta e false fatturazioni. Due dei destinatari delle misure sono stati trasferiti in carcere, venticinque agli arresti domiciliari e uno è stato sottoposto all’obbligo di dimora.

Operazione “Amici Nostri e Pluribus”

Ad uno dei due destinatari, personaggio centrale in entrambe le indagini, sono state applicate entrambe le ordinanze emesse dal Gip. Ventitré misure cautelari sono state eseguite dai militari dell’Arma nell’ambito di entrambi i procedimenti e cinque dal personale della Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine “AMICI NOSTRI”. Eseguite anche 41 perquisizioni locali e domiciliari, finalizzate alla ricerca di materiale informatico e cartaceo, idoneo a corroborare ulteriormente le ipotesi accusatorie. Due indagini distinte, convenzionalmente denominate “AMICI NOSTRI” e “PLURIBUS” sono poi confluite in un unico procedimento penale nel cui ambito hanno svolto sinergiche investigazioni il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri e il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pistoia, denunciando complessivamente 163 persone. I carabinieri hanno avviato le indagini nell’aprile del 2015, concentrando la loro attenzione sull’operato di alcuni commercialisti della Provincia e sugli imprenditori a loro collegati mentre le Fiamme Gialle, dal gennaio dello scorso anno, anche sulla scorta di spunti investigativi precedentemente acquisiti, hanno svolto sinergici e mirati accertamenti di polizia economicofinanziaria sul loro conto.

Sequestrate anche otto aziende

Nel corso dell’operazione è stato eseguito il sequestro preventivo ai fini della confisca di otto aziende, con sedi ubicate nei Comuni di Pistoia, Buggiano (PT) e Montelupo Fiorentino (FI), operanti nei settori della ristorazione, movimento terra, edilizia, vendita di tabacchi, il sequestro preventivo al fine della confisca “per equivalente” di beni immobili e mobili registrati nonché di conti correnti e depositi bancari/postali per un ammontare complessivo di circa trentasei milioni di euro. Le investigazioni congiunte hanno consentito di individuare una struttura delinquenziale composta da imprenditori, operanti in vari settori economici, organizzata anche con l’ausilio di commercialisti. La stessa si adoperava – allo scopo di agevolare alcuni clienti imprenditori, attivi nella provincia di Pistoia – nelle commissioni di delitti di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale ed elusione fiscale, nonché illecito impiego di capitali, trasferiti anche all’estero in ragione di circa venti milioni di euro, perpetrati per almeno dieci anni, arrecando un danno complessivo (nei confronti dei creditori terzi e dell’Erario) pari a oltre cinquanta milioni di Euro. Le imprese coinvolte venivano fraudolentemente “svuotate” delle proprie risorse aziendali, attraverso il depauperamento dell’attivo, determinandone l’insolvenza ed, in alcuni casi, il fallimento. Inoltre nel corso delle indagini è stato accertato che quanto fraudolentemente distratto veniva illecitamente reimpiegato/riciclato in nuove realtà imprenditoriali che, di fatto, subentravano alle imprese fallite o insolventi e ne proseguivano l’attività, anche attraverso “prestanome”. Nel porre in essere tali fatti illeciti, alcuni soggetti responsabili (consapevoli di essere probabili destinatari di misure di prevenzione patrimoniale da parte dell’A.G.) trasferivano fittiziamente a “teste di legno” i beni che – di fatto – rimanevano nella loro effettiva disponibilità affinché, con la “consulenza” di professionisti contabili, si potesse trarre il maggior illecito vantaggio economico, avvalendosi anche di tecniche di riciclaggio e di auto-riciclaggio. Gli appartenenti all’organizzazione criminale smantellata con il filone d’indagine “PLURIBUS” tenevano condotte finalizzate a commettere numerose truffe, utilizzando aziende facenti capo alla consorteria e di fatto già svuotate di risorse economiche, nonché finalizzate alla fittizia assunzione di persone, con l’obiettivo di: – favorire l’illecita permanenza nel territorio dello Stato di extracomunitari, che potevano così ottenere il permesso di soggiorno; – fare erogare indennità di disoccupazione (NASPI) non dovute; – consentire l’accesso al credito mediante l’esibizione di false buste paga; – far ottenere benefici di legge, come le misure alternative alla detenzione, a individui che diversamente non avrebbero potuto ottenerli. È stata accertata, peraltro, anche l’attività di usura, talvolta anche nei confronti degli stessi sodali, che venivano poi sottoposti ad estorsione per la restituzione delle somme prestate. Coinvolti, oltre agli imprenditori e commercialisti, anche numerosi personaggi contigui alla criminalità organizzata di tipo mafioso.

Operazione Antimafia, sequestro di beni per oltre 30 milioni di euro

CATANZARO – Dalle prime ore della mattinata è in corso, sul territorio calabrese e a Roma, una vasta operazione di sequestro di beni, per un valore di oltre 30 milioni di euro, da parte dei militari della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) di Roma, coordinati dal Procuratore della Repubblica, Dott. Nicola Gratteri, e dai Procuratori Aggiunti Dott. Vincenzo Luberto e Dott. Vincenzo Capomolla, in esecuzione di un decreto di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta di questa Procura Distrettuale.

Soggetto condannato per estorsione aggravata dal metodo mafioso

Il destinatario della misura ablativa è SARACO Antonio di Badolato (CZ), interessato nella nota operazione di polizia denominata “ITACA-FREEBOAT”, culminata nel mese di luglio 2013 con l’arresto di 25 soggetti, ritenuti affiliati della cosca GALLACE/GALLELLI operante in Guardavalle, Badolato e su tutta la fascia del basso ionio catanzarese. Nell’ambito delle citate indagini erano emersi due episodi di estorsione compiuti da Antonio SARACO nei confronti di due imprenditori modenesi responsabili della società titolare della struttura portuale di Badolato. Già in precedenza, a seguito delle investigazioni svolte dalle Fiamme Gialle sotto la direzione di questo Ufficio, parte dei beni riconducibili ad Antonio SARACO erano stati cautelati con un sequestro preventivo in ambito penale, eseguito nel novembre del 2016. Successivamente, a seguito di alcuni riscontri investigativi, i Finanzieri accertavano un’ipotesi di intestazione fittizia di beni posta in essere da Antonio SARACO e dal figlio Pasquale, avente ad oggetto una società e il relativo complesso dei beni aziendali, tra cui un conto corrente bancario. Anche detti beni venivano cautelati con un sequestro preventivo. Le ulteriori indagini patrimoniali hanno consentito di ricostruire in capo al proposto un notevole complesso patrimoniale il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati e all’attività economica svolta.

Sotto sequestro anche una struttura turistica nel comune di Badolato

Tra i beni sequestrati spicca un noto complesso turistico alberghiero sito nel comune di Badolato. Detta struttura ricettiva, che si estende su una superficie di 60.000 metri quadrati, composta da un lussuoso albergo, due piscine, un ristorante e un campo sportivo, è stata edificata a partire dalla prima metà degli anni ’90. Ampliata negli anni successivi, è oggi considerata un’importante meta turistica ricercata per il confort e la modernità dei servizi offerti. Sequestrata anche la società con sede a Roma, che gestisce l’intero complesso turistico.

Tra i beni posti sotto sequestro una lussuosa villa a Roma

Gli ulteriori beni oggetto del provvedimento ablativo comprendono una lussuosa villa a Roma, altre due società anch’esse con sede a Roma, esercenti rispettivamente l’attività di agenzia viaggi/tour operator e l’attività alberghiera. Una di dette società romane gestisce – in affitto – un prestigioso villaggio turistico a Parghelia (VV), cittadina limitrofa alla rinomata Tropea, nel tratto di territorio calabro denominato “Costa degli Dei”. In Calabria la Guardia di Finanza ha sequestrato inoltre n. 5 magazzini (rispettivamente uno a Montepaone, due a Taverna e due Satriano), n. 3 locali commerciali (uno a Montepaone e due a Davoli), n. 2 appartamenti a Satriano, n. 26 appartamenti, 3 magazzini, 2 fabbricati e 16 terreni a Badolato, n. 2 autovetture, n. 1 motociclo, quote di due società con sede una a Cosenza e l’altra a Catanzaro, operanti rispettivamente nel settore edile e ricettivo, e diversi rapporti bancari e finanziari

L’assessore Spataro sui Piani Urbani della Mobilità sostenibile

COSENZA – Rappresentata dall’Assessore alla Mobilità sostenibile Michelangelo Spataro, l’Amministrazione comunale di Cosenza è presente alla prima Conferenza nazionale sui Piani Urbani della Mobilità sostenibile, in corso di svolgimento alla Cittadella della Cultura di Bari. L’Assessore Spataro ha partecipato, nel corso della prima delle due giornate della Conferenza, che si concluderà domani, alle diverse sessioni e workshop in cui l’importante evento si articola.
Nel corso della mattinata sono state illustrate le linee guida nazionali sui Piani Urbani della Mobilità sostenibile (PUMS) ed è stato messo l’accento sulle buone pratiche avviate in diverse città italiane. Di particolare interesse i workshop tematici cui l’Assessore Spataro ha preso parte nel pomeriggio, sulla mobilità ciclistica e l’intermodalità e sulla sharing mobility.
«E’ importante che sul terreno delle innovazioni in materia di mobilità sostenibile – ha sottolineato l’Assessore Spataro a margine dei lavori della Conferenza di Bari – la città di Cosenza faccia quel salto in avanti verso il quale le best practice avviate dall’Amministrazione Occhiuto la stanno proiettando. E’ giunto il momento per ridisegnare un Piano complessivo della mobilità che tenga conto della necessità di consegnare alle nuove generazioni una città sempre meno inquinata, più vivibile e virtuosa, così come si sta facendo da quando Cosenza è amministrata dal Sindaco Occhiuto».

Progetto Hubcultura, la ricchezza del patrimonio calabrese

REGGIO CALABRIA – Progetto HUBCULTURA, 64 comuni ricadenti su tre province (Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia) dallo Jonio al Tirreno dal parco al Parco Regionale delle Serre, tutti insieme per la valorizzazione integrata del patrimonio culturale. Un grande risultato di aggregazione quello raggiunto dal progetto HUBCULTURA che concorrerà al Bando del Ministero dei Beni Culturali, sulla valorizzazione e messa in rete dei beni culturali.

reggio-calabria

Mettere insieme Scilla, i Comuni della Vallata del Gallico (da Villa S.G. a Santo Stefano in Aspromonte), i 42 Comuni della Locride, il distretto delle Serre e quelli dell’Unione del basso Jonio Catanzarese (da Guardavalle a Davoli) è frutto di una visione strategica del territorio, in termini di complementarietà, e dalla lettura per evidenze, emergenze e identità, qual è il capitale storico-culturale incentrato su torri, borghi e castelli. Risultato che evidenzia in maniera assoluta la capacità di coesione, condivisione, visione e convergenza verso l’azione integrata di sistema, riuscendo a superare il limite oggettivo, legato ad una realtà territoriale frastagliata e polverizzata di Comuni piccoli per presenza demografica. Questo il primo grande risultato del bando del Ministero dei Beni Culturali, sulla valorizzazione e messa in rete dei beni culturali. Un progetto questo arricchito dal partenariato che vede inoltre la partecipazione del Segretariato Regionale dei Beni Culturali, del CNR, delle Diocesi (in qualità di titolari dei beni ecclesiastici), delle Università, degli Istituti Scolastici, di Associazioni di categoria, di Associazioni Ambientali, Culturali e Turistiche. Il territorio interessato dal progetto HUBCULTURA ha una dotazione di risorse culturali, ambientali e storiche e di attrattori culturali, che sono elementi di competitività territoriale su scala non solo nazionale ma, anche e soprattutto, internazionale. Infatti, l’area mantiene in maniera evidente i caratteri di integrità, tra l’inestimabile contesto paesaggistico del Parco Nazionale dell’Aspromonte e di quello Regionale delle Serre, le spiagge del versante ionico e le scogliere di quello tirrenico, i borghi, che si affacciano sulle fiumare, le torri e i castelli, permanenze storiche e sentinelle delle radici identitarie. HUBCULTURA prevede l’attivazione di un HUB luogo fisico e virtuale, da intendersi come strumento di facilitazione, di programmazione e di progettazione, punto di riferimento per enti locali, stakeholder pubblici e privati, singoli cittadini o associazioni. Esso avrà una dimensione IN ed OUT, in quanto luogo di propulsione di strategie, metodologie, informazioni, opportunità, ma soprattutto di programmazione e progettualità, attraverso la raccolta di fabbisogni espressi e inespressi, partnership, idee. Se sul piano amministrativo compete alla Città Metropolitana garantire la organicità degli atti, è evidente come il master plan “HUBCULTURA: tra Jonio e Tirreno, Serre ed Aspromonte, per la valorizzazione integrata del patrimonio culturale”, muova nella visione metropolitana, dando uno straordinario contributo di competitività ed attrattività alle aree di rilevanza culturale di evidenza strategica regionale, al di là dei confini comunali.

11 milioni sequestrati ad un presunto usuraio

LAMEZIA TERME (CZ) – Beni per un valore di circa 11 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme ad un presunto usuraio. Il provvedimento è stato disposto dopo che gli accertamenti compiuti dagli investigatori hanno evidenziato una sproporzione tra i redditi dichiarati ed il capitale riconducibile all’uomo. I particolari dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 11 nella Procura della Repubblica di Lamezia dal procuratore Domenico Prestinenzi, insieme al comandante provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro ed al comandante del Gruppo di Lamezia.