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Vietare l’attività nei campi agricoli nelle ore più calde. La richiesta in Consiglio Regionale

REGGIO CALABRIA – Il consigliere regionale del Partito democratico, Raffaele Mammoliti, ha inoltrato una interrogazione con richiesta di risposta immediata al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, in merito ai provvedimenti da adottare per disciplinare l’attività lavorativa in condizioni di esposizione prolungata al sole. Mammoliti, infatti, rilancia la richiesta inoltrata dai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil che – dopo la morte di un bracciante agricolo debilitato dal caldo nei campi di Corigliano-Rossano – si sono rivolti al presidente Roberto Occhiuto e all’assessore al ramo, Gianluca Gallo, per emanare una ordinanza che vieti l’attività nel settore agricolo nelle fasce orarie più calde. Come è già accaduto in Puglia.

“La Calabria, come il resto dell’Italia, è investita, ormai da alcune settimane, da una intensa ondata di calore, con temperature che assai spesso superano i 40 gradi – scrive Mammoliti nell’interrogazione -. Le alte temperature, oltre ad aver compromesso le produzioni dell’intero comparto agricolo calabrese, mettono a serio rischio la salute dei lavoratori agricoli, impegnati nei campi anche nelle ore più calde della giornata. In ragione di quanto sopra alcune amministrazioni regionali, al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori, hanno emanato ordinanze che vietano, per i mesi di luglio ed agosto, il lavoro nei campi nelle ore più calde della giornata e nei giorni segnalati ad alto rischio. Negli ultimi giorni si stanno moltiplicando gli appelli, del tutto condivisibili, al Presidente della Giunta regionale, non ultimo quello del Segretario regionale della CGIL Calabria, affinché emani un’ordinanza che vieti anche in Calabria il lavoro nei campi nelle ore più calde della giornata, sulla scorta di quanto fatto in altre regioni e, lo scorso anno, anche in Calabria; analoghe preoccupazioni ed analoghe richieste, anche queste condivisibili, vengono poi avanzate dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori dell’edilizia per quei lavoratori impegnati nei cantieri edili e stradali non proteggibili dal sole; che sarebbe, dunque, opportuno che si valutasse l’emanazione di un’ordinanza che raccolga le preoccupazioni espresse dal mondo del lavoro al fine di tutelare la salute dei lavoratori esposti al sole in maniera prolungata”. Il consigliere regionale del Pd, Mammoliti, quindi, interroga il Presidente della Giunta regionale “per sapere quali utili e tempestivi provvedimenti intenda adottare”.

Braccianti stipati nel portabagagli, denunciate 18 persone per immigrazione clandestina

MONTEGIORDANO (CS) – Denunciate dalla Guardia di Finanza di Montegiordano 18 persone per caporalato e immigrazione clandestina; identificati 56 soggetti reclutati in violazione dei contratti nazionali
e provinciali del comparto agricoltura.

I Finanzieri cosentini, impegnati in posti di controllo nell’area urbana di Roseto Capo Spulico (CS) hanno sottoposto a fermo – tra gli altri – sette furgoni in cui erano stipati, alcuni anche all’interno del vano portabagagli, in condizioni degradanti, cinquantasei braccianti agricoli stranieri di nazionalità pakistana, nigeriana, bulgara e rumena, provenienti dalle campagne lucane dove avevano prestato la propria manodopera presso aziende agricole. I braccianti sono stati quindi accompagnati presso gli uffici della Tenenza per essere identificati ed escussi a sommarie informazioni, anche con l’ausilio di interpreti. Sulla base delle dichiarazioni fornite e della documentazione rinvenuta a bordo dei mezzi, è emerso che gli stessi erano stati reclutati in violazione dei contratti nazionali e provinciali del comparto agricoltura ed impiegati presso le agricole percependo paghe nettamente inferiori a quanto stabilito dalle norme contrattuali.  Dopo aver accertato l’identità di tutti i braccianti fermati, è emerso che sette di loro erano in
possesso di permesso di soggiorno scaduto e privi di richiesta di rinnovo.

All’esito dell’operazione sono stati deferiti, a piede libero, alla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore dr. Eugenio Facciolla, 11 “caporali” (tra cui i tre titolari delle aziende lucane) in concorso tra loro, per violazione all’art. 603 bis c.p. (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro) per il quale rischiano la reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato.

Sette i braccianti irregolari segnalati alla Procura della Repubblica per violazioni al testo
unico sull’immigrazione. L’attività svolta si inquadra in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza per la tutela della legalità economica e la repressione
dei reati in materia tributaria.

Violenza sessuale e sfruttamento del lavoro, arresti nel reggino

REGGIO CALABRIA – È in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione dei carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, per l’esecuzione di un’ordinanza cautelare nei confronti di cinque persone ritenute responsabili di intermediazioni illecita e sfruttamento del lavoro, violenza sessuale, estorsione e istigazione alla corruzione.

Tre delle persone coinvolte nell’operazione sono state arrestate, mentre le altre due sono state sottoposte ad obbligo di firma. Dalle indagini, secondo quanto riferiscono i carabinieri, è emerso che gli indagati hanno impiegato negli ultimi due anni cittadini romeni e un maliano come braccianti in due aziende agricole dell’area pre-aspromontana, retribuendo loro  con paghe irrisorie (in media, meno di un euro per ogni ora di lavoro) e in totale e continuata violazione della normativa sul lavoro.

Nel corso delle indagini sono stati accertati anche due episodi di violenza sessuale ai danni di due braccianti romene.

Fonte e foto Ansa

Scoperti falsi braccianti, truffa all’Inps per oltre quattro milioni di euro

LOCRI (RC) – Avrebbero truffato l’INPS mediante l’assunzione di oltre 600 dipendenti “fantasma”. Coinvolte una ventina di aziende agricole della Locride. Le società presentavano dei contratti di lavoro fittizi o di affitto o di comodato di terreni di proprietà di persone che erano all’oscuro della situazione e quindi estranee alla truffa. Una frode che ammonta ad oltre quattro milioni di euro. Le aziende, oggetto dell’indagine, presentavano all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale delle denunce trimestrali di documenti in cui si attestava l’assunzione fasulla di operai così da consentire loro, senza averne diritto, di percepire indennità di disoccupazione, di maternità, e anche assegni del nucleo familiare. Sono state dichiarate oltre 100 mila giornate di lavoro false che hanno coinvolto falsi braccianti che, nonostante dichiarassero un reddito modesto, possedevano in realtà beni di lusso. La denuncia è di truffa aggravata, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.

 

 

 

 

 

 

 

Falsi braccianti a Corigliano, scoperta truffa all’Inps da 800mila euro

CORIGLIANO CALABRO (CS) – La Guardia di Finanza di Corigliano Calabro, a conclusione di un’articolata e complessa attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha smascherato una truffa ai danni dell’Inps, perpetrata dalla cooperativa agricola di Caputo Francesco di Corigliano mediante 335 false assunzioni di dipendenti, con un danno alle casse dello stato per oltre 800.000 euro. L’impresa presentava, all’ente previdenziale, falsi contratti di fornitura di frutta e contratti di comodato d’uso gratuito e/o di affitto di terreni riconducibili a soggetti ignari, completamente estranei alla truffa, nonché fasulle denunce aziendali trimestrali, attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai, al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità. Nel corso delle indagini sono state acquisite informazioni dai proprietari dei terreni estranei alla truffa e attraverso l’analisi documentale sono state ricostruite le false dichiarazioni e comunicazioni all’INPS del falso dal datore di lavoro. Oltre 27.000 le giornate lavorative mai effettuate e comunicate, che hanno fittiziamente generato falsi costi di personale per oltre 1.500.000 di euro e nessun ricavo. Al termine delle indagini, il rappresentante legale dell’impresa è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Castrovillari per truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale e falso, mentre, i 335 falsi braccianti, sono stati segnalati per il reato di truffa aggravata, in concorso con il fittizio datore di lavoro. L’attività svolta si inquadra in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza di concerto con il Procuratore della Repubblica Eugenio Facciolla per la tutela della legalità economica e la repressione dei reati in materia tributaria e di spesa pubblica.

Falsi braccianti agricoli, scoperta truffa all’Inps da 800mila euro

La Guardia di Finanza di Corigliano Calabro (CS), a conclusione di un’articolata e complessa
attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha smascherato una truffa ai danni dell’INPS, perpetrata da una società di persone e da due ditte individuali, mediante 165 false assunzioni di dipendenti, con un danno alle casse dello stato per circa 800.000 euro. Le imprese presentavano, all’Ente previdenziale, falsi contratti di fornitura del frutto e/o di comodato d’uso gratuito di terreni – riconducibili a soggetti ignari e completamente estranei –
nonché fasulle denunce aziendali trimestrali (D.MAG ed UNILAV), attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai, al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità. Nel corso delle indagini sono state acquisite informazioni anche dai soggetti estranei al contesto e falsamente indicati nei documenti inoltrati all’INPS dai responsabili delle aziende agricole oggetto di indagini, riscontrando la mancata conoscenza delle false dichiarazioni e dei contratti fasulli redatti. L’analisi documentale ha evidenziato, altresì, la falsa dichiarazione e comunicazione, dal datore di lavoro agli uffici preposti, di circa 20.000 giornate lavorative mai effettuate dai braccianti. Giornate che hanno originato l’indebita corresponsione di indennità ma anche l’indebito conteggio contributivo ai fini del calcolo della pensione di anzianità.
Peraltro è stato accertato che le aziende agricole, a fronte di costi del personale ammontanti complessivamente a circa 1.100.000 di euro, hanno dichiarato, in quattro anni, operazioni attive per soli 180.000 euro, un’attività antieconomica, fondata evidentemente sull’esigenza di conseguire indebite erogazioni pubbliche. Al termine delle indagini, i rappresentanti legali delle tre imprese sono state denunciate alla procura della repubblica di castrovillari per truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale e falso, mentre, i 165 falsi braccianti per il reato di truffa aggravata, in concorso con il fittizio datore di lavoro.
L’attività svolta si inquadra in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza per la tutela della legalità economica e la repressione dei reati in materia tributaria e di spesa pubblica, garantendo il mercato da inquinamenti che danneggiano le imprese e i lavoratori onesti e rispettosi delle normative vigenti.

Truffa dei falsi braccianti scoperta dalle Fiamme Gialle

ROSSANO (CS) – Le Fiamme Gialle della Compagnia della Guardia di Finanza di Rossano coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno scoperto una truffa perpetrata da un’impresa ai danni dell’INPS attraverso 359 assunzioni “fantasma”, con danno alle Casse dello Stato di oltre un milione euro. Al centro della truffa la presentazione all’ente previdenziale di falsi documenti dal 2010 al 2012. Attraverso tali documenti l’azienda ha ottenuto la liquidazione di somme relative a indennità di disoccupazione per un importo di circa 550mila euro ed indennità di maternità e malattia per circa 450mila euro con un danno complessivo all’Erario di oltre un milione euro. In particolare la società ha denunciato all’INPS 38.300 false giornate di lavoro effettuate su terreni di cui non aveva mai avuto la disponibilità, attestandone l’utilizzo attraverso il deposito di falsi contratti di comodato. Sono 359 gli inesistenti lavoratori, tra i quali anche soggetti già noti alle forze dell’ordine e gravati da numerosi precedenti penali, denunciati all’Autorità Giudiziaria unitamente agli amministratori e promotori della truffa, responsabili anche di illecita somministrazione di manodopera ed omessa tenuta delle scritture contabili obbligatorie.

Falsi braccianti agricoli, ancora una truffa all’Inps

CROTONE – Ennesima truffa ai danni dell’Inps posta in essere da una impresa agricola, attraverso la fittizia assunzione di manodopera agricola. A scoprirla è stata la Guardia di Finanza di Crotone. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalle Fiamme Gialle l’impresa, per gli anni 2011, 2012 e 2013,  avrebbe indicato, nelle varie denunce aziendali presentate all’Inps, la disponibilità di terreni che, in base alle verifiche effettuate dai militari in collaborazione con l’istituto di previdenza, sono risultati in gran parte non idonei alle coltivazioni dichiarate. Al termine delle indagini sono stati quindi disconosciuti i rapporti di lavoro e, di conseguenza, le prestazioni previdenziali di cui hanno beneficiato i falsi lavoratori per oltre 75 mila euro. L’imprenditore ed i falsi braccianti sono stati denunciati per truffa aggravata e falsità ideologica.

Braccianti sfruttati per 1 euro all’ora. Operazione delle fiamme gialle nella sibaritide

guardia di finanza  genericaCASTROVILLARI (CS) – Le fiamme gialle cosentine hanno concluso un’attività di contrasto all’illecito fenomeno del caporalato e all’impiego di mano d’opera irregolare, con la denuncia di 6 persone. Approfittando dello stato di necessità e bisogno di persone in cerca di occupazione, i caporali sfruttavano la forza lavoro di braccianti agricoli, italiani ed extracomunitari illusi dalla speranza di una paga adeguata e decorosa, per impiegarli nei campi della Sibarite. L’operazione, condotta nel corso delle ultime settimane in diverse località della Sibarite, si è svolta attraverso il controllo di automezzi, sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti e riscontri cinefotografici. L’organizzazione individuata forniva ai lavoratori sfruttati un posto letto in fatiscenti abitazioni costituite da container non areati, maleodoranti e in pessime condizioni igieniche. Il tutto per 100 euro al mese. Diversi lavoratori venivano continuativamente impiegati per 10 ore di lavoro al giorno, senza alcuna pausa e senza alimenti, ricevendo una retribuzione di 1 euro ogni ora di lavoro. A conclusione delle attività sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Castrovillari 6 persone, quattro italiani, un bulgaro ed un pakistano, per aver organizzato e reclutato manodopera agricola, fornendo intermediazione ad aziende, mediante sfruttamento dei lavoratori attuato con violenza e minacce. Il pachistano è stato denunciato anche per porto abusivo d’armi. I controlli della Guardia di Finanza a contrasto del fenomeno del caporalato si intensificheranno per tutto il periodo della campagna agrumaria.