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Scoperto e sequestrato un bunker nascosto all’interno di un’abitazione

TAURIANOVA (RC) – I carabinieri e i militari dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Vibo hanno rinvenuto e sequestrato un vero e proprio bunker realizzato all’interno di un’abitazione privata di un 46enne. Il bunker era stato costruito sotto la camera da letto dell’edificio. Con una botola a scomparsa, ben occultata nel pavimento, si accedeva al vano interrato. La botola, delle dimensioni di circa 90×90 cm, era rivestita da piastrelle uguali alla pavimentazione della camera e si azionava, in discesa e in salita, mediante un sofisticato meccanismo idraulico con comando elettrico, controllato da un pulsante.

Dal varco si accedeva quindi ad un locale totalmente interrato in cemento armato, delle dimensioni di circa 3×3 metri e alto circa 2 metri, con impianto di illuminazione elettrica e un sistema di areazione mediante fori, che consentivano la permanenza all’interno anche per un prolungato periodo. La botola a scomparsa era azionabile con tasti elettrici sia dall’interno che dall’esterno, creando una struttura automatizzata di difficile individuazione e particolarmente efficace

 Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare se il manufatto sia stato utilizzato, nel corso del tempo, anche da esponenti delle locali cosche di ‘ndrangheta per sottrarsi alle catture. Il proprietario dell’abitazione è stato denunciato ed il locale posto sotto sequestro. Il nascondiglio particolarmente efficiente, era stato realizzato all’interno di un’abitazione distante dal centro abitato.

Bunker scoperti dai carabinieri in provincia di Reggio Calabria (VIDEO)

REGGIO CALABRIA – Tre bunker in provincia di Reggio Calabria, utilizzati presumibilmente da latitanti affiliati alla ‘ndrangheta, sono stati scoperti dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Uno dei nascondigli è stato trovato nel centro abitato di Locri. Ad individuarlo i militari della locale stazione ed i Cacciatori di Calabria. Era celato nella cucina dell’abitazione di un sessantenne. L’accesso al suo interno era occultato da un grosso blocco di cemento, scorrevole su binari in ferro ed il cui meccanismo era azionabile elettricamente dall’interno della casa. Il bunker era ben mimetizzato negli ambienti dell’abitazione, sotto il camino. Nei vicoli di Ciminà, poi, i carabinieri hanno individuato un vero e proprio labirinto sotterraneo con almeno due bunker collegati fra di loro da un cunicolo. L’accesso al loro interno era stato abilmente occultato da un muro in pietra, dietro al quale era stato collocato un blocco di cemento armato che si apriva scorrendo verso l’interno su binari in ferro. «Il ritrovamento dei tre bunker -si legge in un comunicato – rientra nei servizi di contrasto alla criminalità organizzata disposti dal comando provinciale di Reggio Calabria ed effettuati su tutto il territorio , sia nella zona tirrenica che in quella ionica».

Scoperti bunker in tre abitazioni del reggino, indagano i carabinieri

REGGIO CALABRIA – Tre bunker sono stati scoperti dai carabinieri nell’ambito di servizi di contrasto alla criminalità organizzata disposti dal Gruppo di Locri ed effettuati dalle Compagnie di Locri, Bianco e Roccella Ionica insieme a quelli dello Squadrone Cacciatori di Calabria. A Platì, i militari della locale Stazione, hanno trovato nella cantina a piano terra dell’abitazione di un 60enne trovato un bunker largo 3 metri e lungo altrettanto, il cui accesso era occultato da un blocco di cemento, scorrevole su binari in ferro grazie ad un meccanismo azionabile manualmente dall’interno. Analogo rinvenimento è stato effettuato a Ciminà, dove i militari di Sant’Ilario dello Ionio e i “Cacciatori” hanno trovato due bunker collegati ad una casa situata nel centro del paese dove, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, una faida ha mietuto decine di vittime. Anche in questo caso i bunker erano mimetizzati e venivano azionati con sistemi elettromeccanici. L’apertura si otteneva tirando un filo elettrico di una presa scoperta. (Foto Ansa)

Scoperto bunker a Rosarno, al via le indagini

ROSARNO (RC) – Un bunker di oltre 20 metri quadrati, realizzato in muratura, è stato scoperto nel sottosuolo delle campagne di Rosarno dagli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria impegnati nella ricerca di latitanti. Il nascondiglio, che è stato sequestrato, si ritiene sia stato utilizzato da latitanti di ‘ndrangheta. La struttura, completamente interrata e mimetizzata con lo stato naturale dei luoghi circostanti, è sorvegliata da alcune microtelecamere esterne nascoste nelle vicinanze. Al bunker si accede da una botola in cemento che si apre a scomparsa scorrendo su appositi binari a circa mezzo metro sotto la superficie. Dalla botola, attraverso un pozzo verticale, si entra in un cunicolo-corridoio lungo circa nove metri che conduce alla stanza bunker munita di illuminazione elettrica, letti, cucina e bagno. Della scoperta del bunker è stata informata la Dda di Reggio Calabria. Gli esperti della Polizia scientifica hanno effettuato accertamenti alla ricerca di tracce utili.

 

Miriam Caruso

Nel covo dei latitanti, anche un arsenale di armi e soldi

Arresti polizia di stato bunker crea e ferraro 2REGGIO CALABRIA – Un anno di indagini serrate, di pedinamenti, di prudenti perlustrazioni nella boscaglia e di telecamere piazzate finanche sui rami degli alberi. Alla fine però, il duro e prezioso lavoro di inquirenti e forze dell’ordine, ha prodotto un risultato eclatante: l’arresto di due superlatitanti, ricercati da diversi anni. Li hanno stanati sotto terra, in un rifugio bunker pieno di armi, sito nel cuore di una montagna tra Rizziconi e Melicucco, nella piana di Gioia Tauro. Era lì che i boss Giuseppe Ferraro e Giuseppe Crea si nascondevano e continuavano a dirigere le rispettive cosche. Tenere sotto controllo un luogo così impervio e isolato senza essere scoperti dalle sentinelle e dai corrieri dei capicosca, non è stata un’impresa semplice. Negli ultimi trenta giorni, gli uomini della squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo hanno stretto il cerchio, riuscendo ad individuare una rete di fiancheggiatori composta da diverse persone, tutti uomini, che svolgevano diversi ruoli: rifornire di viveri i latitanti, controllare che nessun personaggio sospetto si avvicinasse, portare ai boss le informazioni e ricevere gli ordini. Il bunker era protetto nel raggio di un chilometro, fatto di sentieri sterrati e passaggi tra la boscaglia che finivano in una gola stretta. “Avevamo capito che erano lì – hanno detto gli inquirenti – e temevamo che potessero organizzare un cambio di covo, così abbiamo dato il via all’operazione”. Il blitz è scattato quando era ancora buio: 40 uomini dello Sco e della squadra mobile, divisi in quattro squadre, si sono suddivisi l’intera zona, mentre un quinto Arresti polizia di stato bunker crea e ferraroteam, composto da altre 10 persone oltre al capo della Mobile Francesco Rattà e al dirigente della prima sezione dello Sco Andrea Grassi, ha fatto irruzione. A guidarlo il vice capo della Mobile, Fabio Catalano. Arrivati in prossimità di un costone ripido e sconnesso, il team ha individuato un sentiero “che sembrava battuto”, fino a quando ha scoperto “una copertura anomala sul terreno, fatta con una specie di tenda mimetica”. Li’ sotto c’era il bunker, un edificio parte in muratura e parte in lamiera, un tugurio dove però i boss mangiavano ostriche, stando ai resti trovati dagli investigatori. Con corrente elettrica, tv satellitare e computer. “Abbiamo sfondato la porta con un’ariete e la prima cosa che abbiamo visto – dice ancora Arresti polizia di stato bunker crea e ferraro 3l’investigatore – è stato un letto a castello con 2 persone. Li abbiamo sorpresi nel sonno. Uno l’abbiamo riconosciuto subito. Avevamo fatto centro”. Ferraro e Crea erano vestiti, nessuno dei due aveva armi indosso e dopo esser stati immobilizzati non hanno detto una parola. Nel bunker gli investigatori hanno trovato pistole, fucili mitragliatori e, anche, dei detonatori. C’erano anche dei soldi: diverse banconote da 100 euro. E non è escluso che la scientifica possa trovare dell’esplosivo, sepolto da qualche parte nella zona. I due latitanti erano insieme a conferma che tra le due cosche era stata da tempo stretta una solida alleanza.

‘ndrangheta, latitanti arrestati in un bunker. Preso il presunto assassino di Francesco Inzitari

Elicottero poliziaREGGIO CALABRIA – Sono stati arrestati questa mattina all’alba, dagli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria con il supporto della prima divisione del servizio centrale operativo, i latitanti Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro. Crea, che da oltre dieci anni sfugge alla giustizia, e Ferraro, latitante da diciotto, sono stati scovati dagli investigatori in un bunker nascosto dentro un costone di roccia ad Agro di Maropati, fra Rizziconi e Melicucco. Figlio prediletto di Teodoro Crea, Giuseppe è per gli investigatori il capo dell’omonimo clan di Rizziconi, che ha continuato a dirigere durante gli anni di latitanza. Secondo alcune ipotesi investigative, non si tratterebbe solo di uno stratega lucido degli investimenti del clan, ma anche di un killer efferato. Secondo alcune ipotesi, sarebbe stato lui ad uccidere Francesco Inzitari, figlio appena diciottenne di Pasquale, ex consigliere provinciale di Reggio Calabria. Braccato dagli investigatori, Giuseppe Crea era sfuggito nuovamente all’arresto nel giugno 2014, quando l’operazione Deus ha prosciugato la sua rete di fiancheggiatori. Per oltre diciotto anni e’ riuscito a sfuggire agli investigatori l’altro boss finito in manette questa mattina all’alba, Giuseppe Ferraro, boss di Oppido Mamertina e capo storico dei Ferraro Raccosta, sopravvissuto alla cruenta faida che dagli anni Ottanta vede il suo clan in guerra con quello dei Mazzagatti- Polimeni – Bonarrigo. Un conflitto sopito per lungo tempo, ma che nel 2012 ha fatto registrare una nuova recrudescenza, dopo l’omicidio di Domenico Bonarrigo, capo del clan avversario dei Ferraro Raccosta. Sarà lo stesso Giuseppe Ferraro – secondo gli investigatori – a sacrificare gli uomini della sua famiglia che avevano usato turbare la pax mafiosa, consegnandoli ai Mazzagatti- Domenico- Bonarrigo, che li uccideranno uno dopo l’altro. Uno di loro, Francesco Raccosta, verrà dato in pasto ai maiali ancora vivo. I particolari dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa, con la partecipazione del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. Nel covo trovate anche circa 20 armi fra pistole, fucili mitragliatori, fucili a pompa e numerose munizioni. Intanto anche il Ministro Alfano ha espresso compiacimento per l’operazione: “Oggi è un’altra bella giornata per tutti e per il Paese, perché oggi la giustizia ha vinto ancora una volta e ha vinto in modo eclatante con l’individuazione e l’arresto di due boss capicosca della ‘ndrangheta, catturati in un bunker in provincia di Reggio Calabria – ha detto il Ministro Angelino Alfanodell’Interno – Sono stati arrestati, in una operazione di altissimo livello, Giuseppe Ferraro, latitante da quasi vent’anni e condannato per associazione mafiosa e omicidio, e Giuseppe Crea, il maggiore esponente della ‘ndrangheta tirrenica, ricercato da dieci per associazione mafiosa, entrambi esponenti dei clan della Piana di Gioia Tauro e inseriti nell’elenco dei latitanti più pericolosi d’Italia. Questo a dimostrazione del fatto che non si può sfuggire per sempre alla giustizia perché la squadra-Stato lavora ogni giorno per ripulire il territorio dalla mala pianta del crimine organizzato, perché i cittadini, che della squadra-Stato fanno parte, possano credere sempre di più nella forza delle istituzioni”.

Bunker di 600 metri quadri nei pressi di Bovalino

BOVALINO (Rc) – I carabinieri del Gruppo di Locri e dello Squadrone Cacciatori d’Aspromonte, durante le perquisizioni per la ricerca del latitante Antonio Pelle (27 anni, condannato a 12 anni per associazione mafiosa nel processo “Fehida”), hanno scoperto un bunker di 600 metri quadri appartenente alla cosca della ‘ndrangheta dei Pelli-Vottari, realizzato sotto un capannone, con accesso mediante una botola, il luogo era suddiviso in due ambienti, una zona residenziale con cucina, bagno e due posti letto; dall’altra parte, un locale usato per coltivare canapa indiana in cui i militari hanno trovato circa 1000 vasi in plastica contenenti terreno, sacchi di concime, decine di fusti fertilizzante liquido, lampade alogene e aeratori.  Secondo gli investigatori, il luogo era inutilizzato da tempo. Nel frattempo le attività di ricerca sono state estese anche ai terreni limitrofi utilizzando un escavatore. Ad Antonio Pelle era stata anche attribuita un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Roma, per associazione a delinquere per traffico di sostanze stupefacenti.

‘Ndrangheta: scoperto e sequestrato a Rosarno un bunker

 

ROSARNO (REGGIO CALABRIA) – E’ stato trovato dai carabinieri e sequestrato a Rosarno, un bunker, situato nell’abitazione di una coppia, in cemento armato utilizzato presumibilmente per ospitare latitanti di ‘ndrangheta. Inoltre sono stati  trovati all’interno del bunker, materiale vario tra cui visori notturni, binocoli e libri sulle mafie. La botola di accesso era all’interno di una credenza in legno incassata in una parete della cucina. Il rifugio, ampio 20 mq per 1 metro e 80 di altezza con impianto elettrico e prese d’aria.

Scoperto bunker in terreno a Rosarno

ROSARNO (REGGIO CALABRIA), 23 NOV – Un bunker in cemento armato, costituito da un unico vano ampio circa 25 metri quadri, dotato di servizi igienici e cucina, accessibile da una botola metallica azionata da meccanismo a pistone idraulico, e’ stato scoperto a Rosarno dai carabinieri di Gioia Tauro e dello Squadrone Cacciatori. Il bunker, inutilizzato da tempo, e’ stato trovato in un terreno di proprieta’ di N.F.S., di 61 anni, titolare di un’azienda agricola, che e’ stato denunciato.