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Teatro e politica, C.Re.SC.o Calabria ai candidati regionali: «Necessario sostenere la scena artistica calabrese»

COSENZA – In vista delle prossime elezioni regionali anche gli operatori del settore culturale, e nello specifico teatrale, dicono la propria sulla situazione calabrese e sul rapporto con gli amministratori politici calabresi. In particolare il coordinamento di C.Re.SC.o Calabria, dopo aver fornito dei dati in chiave di denuncia, circa lo stato dell’arte negli ultimi anni, si rivolge ai prossimi governatori regionali «affinché sia finalmente riconosciuta dignità a tutti i lavoratori e lavoratrici dello spettacolo dal vivo».

Quali strategie verranno adottate per consolidare il Sistema Teatrale Calabrese in un’ottica di impresa? 

«Il finanziamento complessivo attuato dalla Regione Calabria nel biennio 2018/2019 è stato – viene spiegato in una nota – di € 1.598.131,51, molto distante dai € 5.500.000,00 € delle Regione Basilicata; € 23.912.000,00 stanziati dalla Regione Campania; € 18.900.000,00 della Regione Puglia; e €26.816.116,00 della Regione Sicilia. È evidente un divario tra l’entità dei finanziamenti accordati dalle diverse Regioni
sopracitate allo Spettacolo dal vivo, in particolare al settore Teatro. Si compone un quadro in cui la Regione Calabria si colloca in fondo alla graduatoria. Tutte le Regioni, sono invece accomunate da una pratica consolidata di emanazione dei Bandi, quasi sempre a ridosso della scadenza del periodo
di realizzazione previsto dai Bandi medesimi. Avviene spesso che i finanziamenti risultino
decurtati rispetto alla domanda iniziale presentata dalle compagnie. I mezzi economici, sempre più esigui, hanno alimentato un mercato in cui i lavoratori devono pagare per lavorare: teatri, sale prove, formazione, spese vive, prestazioni professionali mal retribuite. La tutela previdenziale è ridotta all’osso, la pensione è un miraggio. Inoltre una burocrazia sempre più ossessiva e limitante, ha avviato un processo di metamorfosi in cui gli operatori, da artisti, sono diventati burocrati, nella necessaria e complessa attività di gestione dei
Bandi. La costante irregolarità nell’emissione dei Bandi (unica risorsa finanziaria a sostegno della progettualità dei Singoli e delle Compagnie), impedisce agli operatori di avviare strategie progettuali sistematiche, così che le attività risultano irregolari nel ritmo di ideazione e realizzazione. I ritardi nell’emissione dei bandi e i pochi fondi investiti, si ripercuotono anche sul
piano nazionale generando ripercussioni sull’ottenimento dei riconoscimenti ministeriali. Nel triennio 2018-2020 il FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) ha assegnato alle imprese teatrali calabresi solo lo 0,2 % circa del totale a disposizione e non per assenza di compagnie meritevoli.
Infine il ritardo nei pagamenti e/o la decurtazione dei medesimi rispetto alle assegnazioni originarie, costringe le Compagnie a lavorare sempre sul debito».

L’appello al prossimo Governo regionale:

«In qualità di operatori teatrali, auspichiamo che la messa a regime del Sistema Teatrale Calabrese e l’applicazione della Legge n.19 per la programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale, sia uno degli obiettivi del futuro Governo Regionale, poiché la volontà politica può determinare il dialogo necessario per concretizzare le azioni di resistenza creativa messe in atto dalle singole compagnie teatrali calabresi. È necessario progettare le fondamenta per creare e sostenere la scena artistica calabrese. Per mostrare che anche in Calabria si produce buon teatro, buone pratiche, si innova. E per difendere lavoratori ed occupazione. E pensarci parte di una costellazione dove non solo gli operatori teatrali, ma ogni categoria di lavoratori e lavoratrici presente sul territorio

regionale abbia a disposizione tutte le risorse necessarie per manifestare nel pieno diritto potenzialità e bellezza».