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Operazione Isabel, sequestrati nove impianti di depurazione

COSENZA  – Questa mattina il Corpo Forestale dello Stato ha posto sotto sequestro nove impianti di  depurazione e deferito all’autorità giudiziaria 14 persone. Tale attività si inserisce nell’ambito di un’iniziativa voluta dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo volta a indagare e reprimere fenomeni di inquinamento al fine di tutelare la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente, ed in particolare ha riguardato lo stato di inquinamento del fiume Savuto ( da cui prende il nome Isabel, Isabella d’Aragona deceduta nel 1271 nell’attraversare il fiume).

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L’operazione, condotta dal NIPAF, Nucleo Investigativo del CFS, con il supporto della Sezione di PG del Corpo Forestale e diversi Comandi Stazione, è stata coordinata dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo e dal Procuratore Aggiunto Marisa Manzini, i provvedimenti di sequestro sono stati trasmessi al P.M. di turno dr. Francesco Giuseppe Cozzolino riguardano i depuratori che scaricano nel fiume e che ricadono nei Comuni di Carpanzano, Scigliano, S.Stefano di Rogliano e Parenti, in quest’ultimo Comune sono sei gli impianti oggetto di sequestro. Le indagini condotte in questi mesi e gli accertamenti preliminari su tutti gli impianti hanno portato a contestare agli indagati, Sindaci e tecnici comunali, i reati di gestione illecita di rifiuti, scarico di acque reflue sul suolo, danneggiamento e molestie. Le indagini ed i controlli hanno accertato diverse irregolarità, oltre al mancato funzionamento, come la presenza in alcuni impianti di bypass che consentivano lo scarico nel fiume dei reflui non sottoposti al dovuto ciclo depurativo. L’operazione di oggi ha visto impiegati 40 uomini e 9 pattuglie del Comando Provinciale di Cosenza. Nei prossimi giorni con l’ausilio dei tecnici dell’Arpacal continueranno le verifiche e le indagini sullo stato del fiume Savuto al fine di verificare lo stato di inquinamento dello  stesso e dei suoi affluenti.

Lavori non autorizzati nel Parco del Pollino. Sequestrata un’area di 5.000 mq

ROTONDA (PZ) – Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Civita hanno posto sotto sequestro in località “Scariano” un’area di circa 5000 metri quadri, all’interno della zona 2 del Parco Nazionale del Pollino. Nell’appezzamento di terreno vincolato è stata riscontrata l’eliminazione della macchia mediterranea presente a seguito di alcuni lavori di movimentazione terra.  I proprietari, che sono stati deferiti all’autorità giudiziaria, hanno proceduto all’intervento senza l’autorizzazione paesaggistica prevista. Lavori di sbancamento che, secondo gli operatori di polizia, hanno comportato la trasformazione permanente del suolo. L’assenza di SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) o di permesso di costruire, nonché di autorizzazione paesaggistica per l’estirpazione della macchia mediterranea presente sul fondo ha fornito gli elementi per poter procedere al sequestro penale. Durante il controllo, il personale Forestale ha accertato che le violazioni sono state eseguite con un mezzo meccanico. L’area interessata al sequestro ricade all’interno della “ZPS” che ricopre tutto il Parco Nazionale del Pollino.

A Mendicino area posta sotto sequestro: scavi e sbancamenti senza autorizzazione

Mendicino ( Cs) – Un’area di 4000 metri quadri è stata posta sotto sequestro dagli uomini del Comando Stazione del Corpo Forestale di Cosenza in località Santa Maria nel Comune di Mendicino (cs). All’interno di essa, situata  in prossimità del Cimitero comunale, erano in corso scavi e sbancamenti risultati essere realizzati senza le autorizzazioni previste. In particolare dai riscontri documentali acquisti dal personale Forestale sui titoli abilitativi e dai controlli effettuati  si è accertato la realizzazione in corso d’opera di una serie di interventi di trasformazione urbanistica del territorio diretti alla realizzazione di un piazzale. Inoltre si è accertato che per tali lavori era stato utilizzato un ingente quantitativo di materiale inerte stabilizzato avente caratteristiche pedologiche e di matrice ambientale diversa da quelle presenti in sito, caratterizzate, quest’ultime, dalla presenza di roccia affiorante conosciuta come la rinomata pietra di Mendicino con la quale sono stati realizzati portali di chiese e palazzi storici della Provincia.  Dalla verifica degli atti autorizzativi si è accertato  che tali lavori sono stati effettuati in assenza dei necessari titoli abilitativi, essendo interventi di nuova costruzione diretti alla trasformazione urbanistica di terreno ricadente in zona classificata agricola del vigente strumento urbanistico comunale. Tale area è già balzata agli onori della cronaca nell’anno 2003, quando, a seguito di scavi diretti alla realizzazione di impianti di distribuzione energia elettrica venivano rinvenute delle tombe di epoca altomedievale, verosimilmente longobarde, per le quali la  Soprintendenza dei Beni Archeologici della Calabria dichiarò l’area di interesse archeologico. L’intervento del personale CFS ha portato al sequestro preventivo dell’area di cantiere e dei manufatti ed impianti in corso di realizzazione contestando il reato previsto per tale fattispecie penalmente rilevante.

Cosenza,Corpo Forestale sequestra 1000 m2

Cosenza –  Nei giorni scorsi gli uomini del Corpo Forestale dello Stato Comando Stazione di Corigliano  durante un servizio legato alla repressione e prevenzione dei reati ambientali hanno posto sotto sequestro una area  caratterizzata dall’abbandono di rifiuti. In particolare è stata posta sotto sequestro una area di proprietà demaniale di circa 1000 m2 in prossimità dell’alveo del torrente “Germanito” al cui interno sono stati scaricati rifiuti pericolosi e non quali calcinacci, materiale plastico, eternit, materiale ferroso, vetro, mattonelle e altro.La discarica è posizionata nell’alveo del torrente a pochi metri dal lungomare della frazione di Schiavonea, pertanto in area sottoposta a vincolo paesaggistico. Tale abbandono di rifiuti rappresenta oltre che un degrado del sito anche un imminente pericolo per l’ambiente, in particolare per le falde acquifere del torrente Gennarito. Gli uomini del Comandate regionale Giuseppe Graziano hanno provveduto al sequestro dell’area e all’avvio delle indagini indirizzate all’individuazione dei responsabili.