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EbookCamp: online+offline “modello imbattibile”

Ciccio Rigoli Simplicissimus Book Farm

COSENZA – L’appuntamento dato alla chiusura dei lavori di sabato era per domenica mattina “verso le” dieci; inusuale per una conferenza, oltremodo coerente rispetto allo spirito di un EbookCamp, la conferenza “non conferenza” che per la IV edizione ha scelto Cosenza a fare da teatro.

Una mattina soleggiata, quasi primaverile, ad accompagnare il secondo “round” della due giorni dedicata al tema de “La scuola diventa digitale” che ha aperto al dibattito l’opinione di insegnanti ed editori, categorie che, a dire il vero, sono state le grandi assenti tra il pubblico presente in sala alla Casa delle Culture. Buona comunque la partecipazione: anzi, ottima, se considerato il nutrito pubblico che l’EbookCamp lo ha seguito collegato alla diretta streaming, interagendo in tempo reale, confrontandosi grazie soprattutto all’uso dei social, “Twitter” in testa.

Ad introdurre gli interventi l’irrefrenabile Ciccio Rigoli, che ancora una volta ha coordinato le partecipazioni in presenza, le interazioni via tweet o in videoconferenza. La prima a parlare doveva essere l’insegnante pugliese Sandra Troìa che, invece, per via di problemi con il collegamento skype, ha presentato il suo progetto cittadinanzadigitale.eu, a seguito dell’intervento della collega “mirandolina” Emanuela Zibordi.

Emanuela Zibordi - insegnante "Testi digitali 2.0"

Docente di educazione fisica, @melamela – così come la conoscono i followers di Twitter –  ha proposto un interessante progetto legato all’ebook autoprodotto e autopubblicato “Testi digitali 2.0”, con il quale ha illustrato come realizzare e condividere il materiale didattico, in un’ottica di collaborazione e condivisione che abbia come protagonisti i ragazzi stessi; questi ultimi, accompagnati dal docente e dotati degli strumenti necessari divengono unici attori dei processi di apprendimento entro l’ottica del “collaborative learning”. Questo intervento ha sollevato l’importante questione dell’ “autorevolezza delle fonti” nel lavoro editoriale, che lo ha reso una delle testimonianze più seguite e ricche di interazioni della giornata.

In video conferenza Sandra Troìa con il suo intervento “La scuola è viva!” ha presentato il concetto di cittadinanza digitale legato all’omonimo progetto e si è impegnata a spiegare come si possono progettare interventi didattici in cui il digitale sia integrato in maniera trasversale rispetto alle discipline curriculari; quale la  formazione necessaria per i docenti sicché siano utili a rispondere ai bisogni degli allievi nativi digitali.

Il ruolo preponderante della tecnologia nella formazione nell’ottica dei cosiddetti “nativi digitali”, la cui caratteristica fondamentale è la capacità di apprendimento “esperenziale” laddove è evidente il gap rispetto alla la scuola che mantiene e favorisce delle esperienze di formazione differenti, ormai inadeguate a stare al passo con le necessità della gioventù attuale: questo il tema che ha esposto a seguire Giovanni Belfiori Coordinatore del dipartimento Scuola del Partito Democratico per la sezione di Fano, presente in sala.

Le ultime due “testimonianze” – finalmente – sono state portate da due rappresentanti dell’editoria calabrese: Giulio Casella, giovane grafico di Coccole Books e Giuseppe Meligrana, editore dell’omonimo marchio in collegamento da Tropea. Giulio Casella, iPad alla mano, ha spiegato come la casa editrice per cui lavora sta affrontando il passaggio dal cartaceo al digitale: per un attimo non si è parlato solo di scuola e apprendimento, ma anche dell’aspetto “ludico” della formazione dei ragazzi. Importante questa testimonianza, arricchita di esempi diretti di istituzioni scolastiche presenti sul territorio (con cui la casa editrice ha collaborato) e reattive al tema del digitale, come l’Istittuto Don Lorenzo Milani di Lamezia Terme che ha abbandonato nella didattica l’adozione del libro cartaceo.
Giuseppe Meligrana, presente in videoconferenza, ha illustrato invece un progetto di selfpublishing di testi per l’apprendimento dell’italiano all’estero e lanciato una sfida all’editoria tradizionale, preda della complessità, laddove ciò di cui invece l’intera filiera, dall’editore al fruitore, necessita è la “semplicità”: “keep it simple” il motto cui il lavoro editoriale dovrebbe costantemente rifarsi.
A tirare brevemente le somme di questo appuntamento ormai chiuso, ma non concluso (il dibattito e il confronto proseguono in rete), importanti i concetti che sono stati “fissati”. Semplificazione della forma e dei contenuti; affiancamento passo passo del supporto tecnologico e graduale abbandono della didattica tradizionale; che altro non è che un freno all’apprendimento creativo ed “esperenziale” caratteristico dei nativi digitali, ovvero gli “adulti di domani” e i destinatari del progetto didattico odierno; collaborative learning, e costruzione dei contenuti consegnata agli stessi studenti. Realizzazione di strumenti e piattaforme dedicati, quali adeguate alternative al lavoro editoriale e pedagogico tradizionale, ormai di fatti obsoleto il quale non riesce a stare al passo di una scuola che sta, di fatti, diventando digitale, ma in maniera quasi incontrollata, visto il “vuoto” normativo e la resistenza degli addetti al settore.

Tale resistenza, fortunatamente, non è poi così generalizzata: e dimostrazione ne è stata la forte partecipazione online e offline a questo EbookCamp, cui si sono rafforzate le basi per un modo diverso, una necessaria alternativa, nel coadiuvare lavoro scolastico e tecnologie. Tecnologie digitali che, d’altronde – come ha chiosato lo stesso Antonio Tombolini (CEO di Simplicissimus Book Farm) in chiusura dell’evento – hanno avuto tanta parte per la riuscita stessa di questa IV edizione delle “non conferenza”: un modello “imbattibile”, soprattutto grazie allo streaming e alla videoconferenza, elementi che troveranno  – parole di Tombolini – di certo un seguito per i prossimi appuntamenti: almeno due, in altrettante diverse località, entro la fine dell’anno.

 

Giovanna M. Russo

 

EbookCamp IV: a Cosenza arriva la conferenza “non conferenza” – due chiacchiere con Ciccio Rigoli (Sbf)

COSENZA – I prossimi 2 – 3 marzo il centro storico di Cosenza ospita la IV edizione dell’EbookCamp, una due giornate di dibattiti e dimostrazioni attorno al tema de “La scuola diventa digitale”. Tanto fermento e curiosità attorno a questo evento, seppure ad ospitarlo sia una città ormai avvezza a incontri culturali di ogni genere, continue contaminazioni e vivacità artistica multisettoriale, che trovano il loro centro propulsore nella vicina cittadella universitaria; l’’Ebookcamp, di fatti, sembra distinguersi e attirare l’attenzione per diverse ragioni.

Innanzitutto si parla di ebook. Quel demone o, antiteticamente quell’“uno e trino”, per molti (troppi) celato in maniera indistinta tra un aggeggio tecnologico, un libro digitale, un software per leggere i pdf, che tanto incuriosisce, ma che spesso risulta troppo “impegnativo” da pensare. Questa è la ragione cui, forse, si devono le facce perplesse, ma al contempo illuminate da imbarazzante curiosità nel momento in cui a Cosenza si parla di una conferenza con tema ‘La scuola e il  digitale’.

A ciò si aggiunge un ulteriore curiosità celata dal nome stesso della manifestazione, che riguarda le modalità in cui si terrà la manifestazione, ovvero secondo il principio del “barcamp”.

Ebbene si: niente interventi organizzati, con ospiti invitati ad hoc, niente scalette da rispettare tassativamente e, soprattutto, niente gerarchie; bensì una “non conferenza” collaborativa, fondata sul principio della libera adesione, con libero intervento. Scandito in sessioni della durata di trenta minuti ciascuna, il barcamp, si strutturerà in maniera spontanea “emergendo” a partire dalle riflessioni degli oratori e dai dibattiti che da queste potranno scaturire.

Scopo del barcamp è quello di favorire il libero pensiero, la curiosità, la circolazione di idee e perché no, la presentazione di problematiche da risolvere insieme, in un nuovo modo di incontrarsi e confrontarsi. Esperti del settore, ma anche giornalisti, docenti, lettori, editori, curiosi e chi più ne ha più ne metta: il barcamp pensato dallo staff di Simplicissimus Book Farm è fatto per essere aperto a tutti coloro che vogliono condividere e imparare; e bisogna ammettere che proprio l’apertura e il pluralismo sono i suoi maggiori punti di forza.

Per la prima volta quest’anno un tema da seguire, ovvero “La scuola diventa digitale”, topic che, d’altronde – per certi versi inaspettatamente – ha infiammato già la III edizione dell’Ebookcamp, quella di Loreto dello scorso settembre, durante la quale un solo intervento che ha interessato la scuola è bastato ad accendere i dibattiti di un’intera giornata. “Quali saranno gli sviluppi futuri di questo settore? Come cambierà il modo di insegnare attraverso l’introduzione delle nuove tecnologie nella scuola?” Queste solo alcune delle riflessioni attorno a cui attesa si creerà discussione.

Unico punto fisso in questa pubblica piazza dei “non interventi”, il (non) moderatore, colui che regolerà la scansione e il susseguirsi dei partecipanti; l’unico elemento “tradizionale” per questo incontro ‘in’convenzionale; stiamo parlando di Ciccio Rigoli, meglio come conosciuto come libraio del fortunato store online “Ultima Books” che, forte dell’esperienza delle scorse edizioni, ma nuovo al barcamp in terra calabra, ci ha lasciato qualche impressione.

Qual è il ruolo del “non moderatore”? Che bagaglio ti porti dalle precedenti “non conferenze”?

In realtà ho cominciato a lavorare con Simplicissimus proprio a un EbookCamp, quindi diciamo che a mia storia come libraio digitale parte proprio da qui. Lavoravo in una casa editrice, ho portato la mia presentazione all’EbookCamp 2010, la prima edizione “corsara” che abbiamo fatto in uno stabilimento balneare, abbiamo capito di pensarla allo stesso modo e quindi mi sono ritrovato a lavorare per Simplicissimus. Nonostante negli anni l’EbookCamp sia cresciuto e sia diventato più importante, non ha mai perso l’aria informale che lo rende più interessante di tanti convegni sull’editoria digitale nei quali si ripetono più o meno gli stessi argomenti. In più, vista l’aria informale, il momento delle domande diventa sempre molto interessante.

Chi partecipa alla “non conferenza”? E chi non vi partecipa? Sulla base della tua esperienza ci aiuti a costruire il profilo dell’”oratore” tipo?

Non esiste un oratore tipo. Negli altri EbookCamp abbiamo visto editori, appassionati di editoria digitale, giornalisti, insomma, poiché il programma viene deciso in autonomia dagli oratori, visto che tutti possono proporre un proprio intervento, non si può tracciare il profilo di un oratore tipo. Devo dire però che fino a oggi non ho mai sentito un intervento noioso. Contrariamente a tanti convegni istituzionali, non ho mai avuto la tentazione di addormentarmi.

Si parla di scuola e di digitale. Il fatto che per questa IV edizione l’Ebookcamp abbia un tema definito farà secondo te qualche differenza rispetto all’”apertura” prevista dal barcamp?

Non credo, anzi, in questo caso può darsi che si amplierà la platea. Fino a oggi agli EbookCamp hanno partecipato soprattutto gli appassionati di editoria digitale, stavolta sarà interessante ascoltare gli interventi degli insegnanti, categoria molto bistrattata ma che credo abbia degli argomenti interessanti da proporre.

Quale appeal ti aspetti dal tema centrale?

All’ultimo EbookCamp l’intervento sulla scuola è stato il più dibattuto, anzi, è stato l’unico nel quale sono dovuto intervenire per calmare gli animi. C’è stato uno scontro quasi fisico tra editori di scolastica, insegnanti e redattori che lavorano in questo settore. Non dico che mi aspetto di dover calmare qualcuno con del sedativo, ma mi aspetto una bella discussione.

Quest’anno per il primo anno, l’Ebookcamp “emigra” al Sud. Cosa ti aspetti da questa edizione? Che tipo di ricezione stai riscontrando, quali i pronostici sulla partecipazione?

Sono molto contento. Poi tra l’altro sono calabrese, anche se abito a Milano, quindi diciamo che giocherò “in casa”. Ci sono già diversi interventi stabiliti, quasi certamente altri se ne aggiungeranno prima di sabato, e credo anche che la partecipazione del pubblico sarà buona.

Quali sono state (fin qui) le difficoltà nel “mettere in moto” questo evento lontani da Loreto? E, lontani dai grandi centri del Paese?

Qualcuno ha detto “E come mai a Cosenza?”, come se fosse una cosa assurda. Io credo invece che, soprattutto oggi, cominci a perdere senso la forza dei grandi centri. Non dimentichiamo che Simplicissimus ha base a Loreto, nelle Marche, quindi già di base partiamo come lontani dai grandi centri, ma al tempo stesso ci stiamo estendendo in Europa. In più l’ebookcam sarà anche in streaming, quindi che si svolga a Cosenza, a Milano oppure a Canicattì, in ogni caso tutti potranno seguirlo.

Farei un grosso in bocca al lupo a tutti, e spero che siano due belle giornate. E anche che ci sia il bel tempo, per far vedere che nella mia regione splende sempre il sole, nonostante tutto (le previsioni meteo, ahimè, non sono molto d’accordo con Ciccio, ndr).

 

Giovanna M. Russo