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Le bellezze d’Italia raccontate dal cinema. Parte la 21esima edizione di Moda Movie

COSENZA – “1200 km di Bellezza – Il cinema racconta l’Italia” è il tema della rassegna cinema che farà da apri pista alla 21esima edizione di Moda Movie.

La rassegna, attraverso le quattro pellicole selezionate dal curatore della rassegna,  si propone di soffermarsi sulle bellezze naturalistiche del nostro Paese.

“Bellezza, tesoro d’Italia” è infatti il tema fonte d’ispirazione delle realizzazioni degli stilisti finalisti del concorso di moda mentre a partire dal prossimo 8 maggio, con ingresso gratuito, ogni lunedì per tutto il mese di maggio al Modernissimo, si alterneranno il film di Giuseppe Tornatore “La corrispondenza” (2016) che vede i protagonisti, gli attori Jeremy Irons e Olga Kurylenko, muoversi sullo sfondo della splendida isola di San Giulio, nel lago d’Orta a Novara.

Lunedì 15 maggio verrà proiettato il documentario che dà il titolo alla rassegna, “1200 km di bellezza”, realizzato da Italo Moscati per raccontare l’Italia di ieri e di oggi con l’ausilio delle splendide immagini dell’Istituto Luce. Il regista ha già confermato la sua presenza alla serata Evento Cinema l’11 giugno al Castello Svevo di Cosenza.

Un paese quasi perfetto” (2015) è il titolo della pellicola che verrà proiettata il 22 maggio: scritto e diretto da Massimo Gaudioso, il film è ambientato in un piccolo paese della Basilicata e ha come interpreti principali Fabio Volo, Silvio Orlando e Carlo Buccirosso.

L’ultimo appuntamento, il 29 maggio, è con un classico del cinema americano. “Vacanze romane” (1953), di William Wyler, immortala una Roma sorniona e fiabesca, luogo ideale per far innamorare i mitici Audrey Hepburn e Gregory Peck.

 

Arriva MYArt, la rassegna di cinema dedicata al tema dei migranti e dei diritti umani

 

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COSENZA – Saranno tre giorni intensi, che confermeranno la posizione della Calabria al centro del Mediterraneo:  tre giorni di proiezioni e discussioni al MYArt Film Festival, rassegna del cinema indipendente che dal 28 al 30 aprile porterà nelle sale cinematografiche di Cosenza tri i migliori documentari e cortometraggi prodotti di recente sul tema delle migrazioni e dei diritti umani.

In totale, sono stati oltre 150 i lavori valutati dalla direzione artistica, giunti da Palestina, Iran, Libano, Croazia, Turchia, Serbia, Grecia, Egitto, Israele, Marocco, Kosovo, Spagna, Francia, Portogallo, Svizzera, Belgio, Germania, Regno Unito, Svezia, Polonia, Canada.
E Italia, naturalmente. Buone anche la rappresentanza di lavori prodotti specificatamente dalla Calabria o in Calabria.
Dopo l’attenta selezione di tutte le opere pervenute ha ritenuto di ammettere a concorso 12 documentari, 12 cortometraggi e 9 documentari brevi.
Un numero, a parere della direzione del MYArt, sufficiente per mostrare il panorama del cinema indipendente sulle tematiche trattate: dall’integrazione, alla guerra; dalla tortura alla complessità della vita quotidiana nei Paesi del Mediterraneo.

 La Calabria ben rappresentata nel settore del cinema del reale

Molti i documentari “made in Calabria” iscritti al MYArt Film Festival. Una dato che ha soprese gli stessi organizzatori dell’evento che si svolgerà a Cosenza e che ha come oggetto la narrazione delle migrazioni che attraversano il Mediterraneo. Sono infatti oltre una diecina i lavori presentati da registi calabresi o realizzati in Calabria che raccontano questo tema e lo fanno con un apprezzabile livello qualitativo. Segno che la regione è in grado di esprimere potenzialità nell’ambito del cinema del reale.
Si tratta di un dato – a detta della direzione artistica del Festival – che denota il fatto che la Calabria è finalmente protagonista attenta, consapevole, di ciò che sta accadendo dentro e intorno al Mediterraneo. Una consapevolezza che non può non avere vista la sua centralità in questo angolo di mondo nel quale nei prossimi decenni si concentrerà il più complesso fenomeno migratorio mai sperimentato dall’umanità.

Il festival e i premi

Il 28-29-30 aprile 2017 avrà luogo la prima edizione del Festival dedicato ai giovani registi che raccontano le migrazioni e i diritti umani nei Paesi del Mediterraneo. Tre giorni di proiezioni – dei film in concorso – e discussioni sul tema. Al termine dei quali la giuria decreterà i vincitori.
Il Servizio Centrale Sprar e l’ong Migrantes hanno istituito un premio 3.000 euro per i documentari, uno da 1.500 euro per i cortometraggi e uno 500 euro per i documentari brevi.
In giuria il documentarista Gianfranco Pannone, il produttore cinematografico Mario Mazzarotto e il regista calabrese Fabio Mollo, il promotore culturale Gianfranco Scarpelli.

Cineappuntamento di Ugo G. Caruso si conclude con Quai d’Orsay

ROVITO (CS)- Gran finale per il ciclo “Flashback – Il Cineappuntamento di Ugo G. Caruso” che si conclude a quota 54, dopo circa 8 anni di programmazione. Per un’occasione speciale occorreva un film eccezionale ed Ugo G. Caruso ha scelto di congedarsi con “Quai d’Orsay” (Francia 2013) di Bertrand Tavernier, uno dei più celebrati registi francesi in attività e da sempre tra i suoi preferiti, il cui nome è legato ad una cospicua serie di autentici capolavori.

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Il film presentato al Festival di San Sebastian e poi all’annuale informativa romana sul cinema d’Oltralpe, “Rendez-vous”, a dispetto della notorietà del suo autore, è rimasto senza distribuzione italiana. Il cadeau con cui Caruso si congeda dal suo pubblico è dunque una versione originale sottotitolata di cui egli stesso ha affidato la traduzione a Marie Josè D’Alessandro, esperta di madrelingua francese presso l’Università della Calabria.
L’appuntamento, anzi il Cineappuntamento, davvero prezioso è per mercoledì 15 febbraio alle ore 20.45 presso il Cineforum “Falso Movimento”,  ospitato come di consueto dal Teatro Comunale di Rovito (Cosenza).
Tratto dall’omonima graphic novel di culto in Francia, firmata da Christophe Blain e Abel Lanzac. “Quay d’Orsay” è un affresco della politica di oggi descritta come un caotico circo corale che catapulta lo spettatore in un microcosmo popolato da burocrati e faccendieri vorticosamente ruotanti intorno alla figura di Alexandre Taillard de Vors, Ministro degli Esteri francese, interpretato da un Thierry Lhermitte in gran forma ed ispirato marcatamente a Dominique de Villepin. Un personaggio irritante, volubile, inaffidabile, di fondo incompetente, insomma un simpatico cialtrone che nei suoi discorsi sa sempre trovare la citazione giusta, da Eraclito a Tintin. Accanto a lui l’ineffabile capo di gabinetto, Claude Maupas cui aderisce perfettamente Niels Arestrup e il giovane ghost writer, Arthur Vlaminck cui presta efficacemente le sembianze un Raphaël Personnaz ancora opportunamente intontito dal ruolo di Malaussène ne “Il paradiso degli orchi” da Pennac. Sarà proprio questi in veste di “responsabile del linguaggio”, trascinato dal vulcanico ministro in una sarabanda di convegni, viaggi, pranzi di lavoro e incontri diplomatici ad evitare la catastrofe, sempre più stressato e frastornato da direttive contraddittorie impartite in modo irresponsabile e da intrighi di potere e congiure meschine.
Negli ultimi anni il cinema francese ha scandagliato i palazzi del potere con “La cuoca del Presidente” di Christian Vincent e con “Il ministro” di Pierre Schoeller ma “Quay d’Orsay” è forse più apparentabile ad un film italiano come “Il portaborse” di Daniele Luchetti o per certi versi a due film americani come “Le idi di marzo” di George Clooney e ancor di più a “Bulworth” di Warren Beatty per il tono da commedia movimentata, anzi frenetica e spesso esilarante.
Bertrand Tavernier infatti, alle prese con un genere per lui inusuale come la commedia, si rifà volutamente al linguaggio e alla punteggiatura del fumetto riproducendone dialoghi veloci e fulminanti ed imprimendo alla propria drammaturgia un ritmo indiavolato ed un tono paradossale che ci fa riflettere sul caos in cui viviamo e sull’abisso sul quale siamo tutti sospesi. Come si sarà conpreso, un film imperdibile e godibillissimo, ideale per chiudere un ciclo sempre distintosi per l’originalità e la qualità non comune dei titoli proposti.

Reggio, doppio appuntamento tra cinema e storia per l’associazione Le Muse

REGGIO CALABRIA – Nell’ambito della ricca programmazione del “Laboratorio delle Arti e delle Lettere – Le Muse” di Reggio Calabria proseguono gli appuntamenti, brevemente sospesi in occasione delle festività natalizie, che vanno a inserirsi nel dibattito culturale cittadino proponendo, come ha dichiarato il presidente Giuseppe Livoti, tematiche di grande attualità. In programma nei prossimi giorni un doppio appuntamento. Il primo sarà venerdì 13 a partire dalle 19 presso la Sala D’Arte di via San Giuseppe 19 con “I Videodibattiti delle Muse” a cura di Paola Abenavoli, critica cinematografica che, per il terzo appuntamento dedicato alle stagioni della vita, dopo quello sulla nascita e dopo l’appuntamento precedente che ha dato un quadro d’insieme delle stagioni, affronterà  il tema dell’infanzia, trattandolo nelle sue diverse sfaccettature, dalla favola, all’attualità, dalle problematiche familiari, ai riferimenti letterari, così come il cinema lo ha fatto sia in Italia che a livello internazionale. Opinion leader della serata la conduttrice radiofonica Adele Briganti.

Domenica 15, invece, il secondo, tradizionale appuntamento dalle 18, sempre in Sala D’Arte, con l’incontro “Liberarsi figli di una rivoluzione minore…la Reggio che era e che è”. Punto di partenza sarà la storia raccontata per il cinema dall’attore Giacomo Battaglia in “Liberarsi – Figli di una rivoluzione minore”, pellicola del 2007 che vede come protagonista un giornalista televisivo italo-canadese che arriva a Reggio Calabria con la salma della madre per darle degna sepoltura nella città natia e che presto scopre che il padre è morto durante i Moti di Reggio del 1970. Ad aiutarlo a far luce sul mistero ci sono Alba, Don Pino e Maria. Il film è stato girato interamente tra Reggio e i comuni limitrofi, con quasi 200 comparse impiegate e con la partecipazione di attori come Giuseppe Zeno e Monica Guerritore. Saranno ospiti  il senatore Renato Meduri che ha vissuto tale momento storico  e il professore Pasquale Amato, docente universitario della facoltà di Scienze Politiche di Messina.

 

Primavera del Cinema, vince ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’

COSENZA – E’ il film di Gabriele Mainetti ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’ a vincere l’edizione 2016 del Festival ‘La Primavera del Cinema Italiano- Premio Federico II’. Il pubblico ha decretato Miglior film l’opera che vede protagonista, nei panni di un supereroe ribelle, Claudio Santamaria. A ritirare il Premio Federico II è stato il regista della pellicola  pluripremiata, Gabriele Mainetti.

Ieri sera la gran Finale per l’edizione 2016 del festival “La Primavera del Cinema Italiano” ha registrato il sold out. Cosenza è stata lo scenario di una kermesse di respiro nazionale attenta, soprattutto, alle nuove proposte italiane. Dopo il red carpet  nella splendida cornice del Supercinema Modernissimo, su cui hanno sfilato i prestigiosi ospiti e numerose stelle del cinema, ha avuto inizio la cerimonia di consegna del Premio Federico II. Un grande successo la serata clou della kermesse che ha incluso tantissimi film fuori concorso e proiezioni speciali.

A presentare la serata conclusiva del festival e la cerimonia di consegna del Premio Federico II (statuetta realizzata dai maestri orafi della gioielleria Scintille Montesanto), la giornalista Raffaella Salamina. A giudicare le pellicole e a decretare il vincitore dell’edizione 2016 anche quest’anno è stato il pubblico in sala, compilando apposite schede di gradimento.ideare la manifestazione l’Associazione culturale “Le Pleiadi”, il suo Presidente, Giuseppe Citrigno e il direttore artistico, Alessandro Russo. Il progetto è cofinanziato dal Por Calabria Fesr 2007/2013 (progetto integrato di sviluppo regionale “Eventi culturali”).

Il film‘Lo chiamavano Jeeg Robot’ diretto da Gabriele Mainetti e scritto assieme a Nicola Guaglianone,  è un trionfo di puro cinema, di scrittura, recitazione, capacità di mettere in scena e ostinazione produttiva, un lungometraggio come non se ne fanno in Italia, realizzato senza essere troppo innamorati dei film stranieri ma sapendo importare con efficacia i loro tratti migliori. Soprattutto è un’opera che si fa portatrice di una visione di cinema d’intrattenimento priva di snoberia intellettuale, una boccata d’aria fresca per come afferma che il meglio di quest’arte non sta nel contenuto o nel tema ma nella forma.

I riconoscimenti consegnati agli attori e registi ospiti della Primavera:

Larissa Volpentesta Premio Calabria set

Toni D’Angelo Premio Miglior regista emergente;

Stella Egitto Premio Miglior attrice emergente;

Alessio Praticò  Premio Miglior attore emergente;

Edoardo Leo Premio Miglior attore

 

I premi speciali:

Emanuele Crialese Premio Primavera Cult;

Nicola Guaglianone Premio migliore sceneggiatore;

Margherita Buy Premio speciale della giuria ;

 

I film in concorso:

“Fuocoammare” di G. Rosi; “Lo chiamavano Jeeg Robot” di G. Mainetti; “Un Paese quasi perfetto” di M. Gaudioso; “Perfetti Sconosciuti” di P. Genovese, “Veloce come il vento” M. Rovere, “Gli ultimi saranno gli ultimi” di M. Bruno.

Primavera del Cinema, inaugurata la kermesse

COSENZA – Prima la tradizionale passeggiata lungo la promenade del Museo all’aperto Bilotti e l’incontro con i fan sorpresi di imbattersi e di fare quattro chiacchiere con la diva di “Terraferma”, il regista di “Uno per tutti” e il fondatore dei Subsonica. Un bel regalo di Natale per i cosentini e tra i flash e gli autografi rilasciati agli ammiratori, primavera-del-cinema-italiano-2le star hanno fatto il loro ingresso al Supercinema Modernissimo di Cosenza. Un talk show, condotto dalla giornalista Raffaella Salamina, con il direttore artistico Alessandro Russo, il patron della manifestazione Giuseppe Citrigno e la protagonista di pellicole indimenticabili come: “Angela” di Roberta Torre; “Il regista di matrimoni” di Marco Bellocchio; “Terraferma” di Crialese e “L’abbuffata” di Calopresti. «Dieci anni fa – racconta la signora Donatella Finocchiaro – eravamo in Calabria con Mimmo a girare L’abbuffata. Uno splendido film che mi ha regalato l’opportunità di recitare con Gerard Depardieu e che mi ha fatto scoprire la splendida Diamante». La Primavera del cinema Italiano, dunque, ha affidato il suo esordio a un’attrice che incarna la donna del sud. «Dopo il ruolo di Angela è stato un susseguirsi di pellicole che mi hanno permesso di raccontare il mio Sud e la mia Sicilia – racconta Finocchiaro – Terraferma è stato un progetto entusiasmante e travolgente. Abbiamo girato ben cinque mesi in un’isola e ci siamo immersi nelle atmosfere favolesche di Crialese. Un film che affronta il tema dell’accoglienza ma anche del respingimento. Il mio personaggio, Giulietta, incarnava questi sentimenti contrastanti. Un film amato dal pubblico, a volte non compreso fino in fondo. Crialese ha raccontato soprattutto di quanto sia grande il cuore degli uomini del sud». Finocchiaro, durante il talk show, ha ripercorso la sua carriera cinematografica, lei che ha portato sul grande schermo un’icona nuova di femminilità, espressione del caldo sole del sud. Con lei, sul palco Mimmo Calopresti reduce dal suo ultimo lungometraggio “Uno per tutti”: «Torno dopo otto anni alla finzione – dichiara – ho realizzato diversi documentari ma credo che i film di finzione riescano a cogliere meglio la realtà. Uno per tutti è una storia sul senso di responsabilità. Un noir in cui indago il rapporto genitori e figli ma anche come il passato sia fondamentale, una realtà ricca con cui dobbiamo assolutamente fare i conti». Ad accompagnarlo, Max Casacci fondatore dei Subsonica, e autore della colonna sonora del film di Calopresti. «E’ stata un’esperienza entusiasmante – racconta – il film è ambientato a Trieste ed io ho tentato di rendere protagonista il vento. Mimmo girava e montava quasi contemporaneamente e questo mi ha dato la possibilità di sperimentare. Mi interessava cogliere come il vento riescaprimavera-del-cinema-italiano-3 a scompaginare gli elementi di una scena visiva così, allo stesso modo, in una storia, un evento riesce a stravolgere le esistenze dei personaggi». Un incontro che ha introdotto la proiezione di “Terraferma” capolavoro di Emanuele Crialese. La serata si è conclusa con un bagno di folla in via Adige, luogo storico per la Primavera del Cinema, sede del Cinema Citrigno, con il dj set di Max Casacci. Una performance entusiasmante che ha presentato al pubblico anche i brani che compongono la colonna sonora di “Uno per tutti” e il title track “Colpo di vento”. Grande esordio della kermesse che ha avuto inizio, dunque venerdì 9 dicembre e si concluderà sabato 17 dicembre. Attori e registi di fama nazionale e internazionale popoleranno le nove giornate, tra proiezioni di film, incontri- dibattiti, mostre, concerti ed eventi glamour. Una full immersion nelle nuove tendenze del grande schermo.

Al via la rassegna per le scuole “Lo Sport al Cinema” targata Coni Point Cosenza

COSENZA – In arrivo la consueta rassegna “Lo Sport al Cinema”, appuntamento annuale organizzato dal CONI Point Cosenza e riservato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, al fine di avvicinare i giovani al mondo dello sport. L’iniziativa prevede, infatti, la proiezione di pellicole scelte in base al tema, diverso per ogni anno. Nella fase iniziale la rassegna si propone di ricercare il materiale cinematografico, quindi segue la stesura di schede tecniche di presentazione e di materiale promozionale e infine la calendarizzazione delle proiezioni. La sesta edizione, dal titolo “Storie di uomini, storie di sport”, è stata avviata ieri presso il Liceo Classico “Telesio” di Cosenza; tra gli altri istituti che hanno aderito, l’IIS “Todaro” di Rende, l’IIS “S. Lopiano” di Cetraro, l’IIS Castrolibero e il liceo scientifico “G.B. Scorza” di Cosenza. Cinque le pellicole in programma per l’iniziativa patrocinata dal Comune di Cosenza e dalla laurea magistrale in Dams dell’Università della Calabria, “Moneyball. L’arte di vincere” (2011), “Alì” (2001), “Pelè” (2016), “Race – Il colore della vittoria” (2016) e “Invictus” (2009), ispirate a vicende realmente accadute nelle quali lo sport è elemento trainante di una rivincita umana e sportiva. Le proiezioni sono precedute da una relazione sul sistema sportivo italiano a cura di un docente della Scuola Regionale dello Sport del CONI.

 

Braccialetti Rossi, il Palazzo dei Bruzi tra scuola e cinema

COSENZA – Inizia col botto  la nuova edizione, la 18esima, de “La scuola a cinema”, un appuntamento cult per le scuole di Cosenza e provincia che ogni anno aderiscono numerose al progetto che si realizza al cinema Citrigno, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale.

palazzo dei bruzi

Sul grande schermo, in anteprima nazionale, la prima puntata della terza stagione di “Braccialetti rossi”, la popolarissima fiction televisiva,  che riparte in prima serata domenica 16 ottobre.

Come è nella filosofia della rassegna, nata tanti anni fa dall’idea di Giuseppe  Citrigno, la proiezione è sempre accompagnata dall’incontro tra gli studenti e alcuni dei protagonisti. Due i ‘braccialetti’ che a Cosenza sono stati accolti dall’entusiasmo di centinaia di ragazzi, al grido di Watanka! (Coraggio!): Davide (Mirko Trovato) e Toni (Pio Luigi Piscicelli), entrambi legati alla Calabria, il primo per le origini catanzaresi del nonno, il secondo per aver scelto ormai da tempo di trascorrere la sua estate in una nota località del Tirreno cosentino.

Nel primo pomeriggio, nuovo bagno di folla, questa volta a Palazzo dei Bruzi dove li ha accolti il Sindaco Mario Occhiuto. “E’ bello vedere tanti ragazzi nel Palazzo di Città, è bello vedere i giovani appassionarsi ad una fiction che affronta un tema così delicato come la malattia, che significa poi affrontare i propri limiti e le proprie paure” – è il primo commento del Primo Cittadino, in un Salone di Rappresentanza dove si respira emozione pura. “L’entusiasmo di questi ragazzi – è ancora Mario Occhiuto – è segno di come il messaggio di ‘Braccialetti Rossi’,  che invita a non mollare mai ed insegna quanto l’amicizia e la solidarietà siano valori imprescindibili, trovi terreno fertile nel cuore delle giovani generazioni”. Il benvenuto del sindaco di Cosenza va oltre ogni formalismo e ben volentieri Mario Occhiuto lascia che il suo ufficio si trasformi per un po’ in un set fotografico. Non si può lasciare andar via Davide e Tony senza una foto o un selfie ricordo con i giovani fan.

Ripartono le rassegne cinematografiche al Santa Chiara

RENDE (CS) – Sotto il segno dei grandi classici partiranno le prossime rassegne al cinema Santa Chiara di Rende con le retrospettive su Charlie Chaplin e Federico Fellini. Si partirà con il maestro del cinema muto e la “Febbre dell’oro” il prossimo venerdì 14 alle 20,30.
Curate dal videomaker Orazio Garofalo, le proiezioni proseguiranno nei venerdì successivi con “Il Circo” il ventuno ottobre 2016 e “Luci della città” il ventotto ottobre 2016. Sarà “Tempi moderni”, l’ultimo film in cui compare Charlot, a chiudere la rassegna il quattro novembre.
Con la proiezione de “I Vitelloni” l’undici novembre spazio al genio di Federico Fellini al quale sarà dedicata sino al nove dicembre la rassegna monografica che proporrà le pellicole: “La Strada” (venticinque novembre), “La Dolce Vita” (due dicembre) e “Otto & Mezzo” (nove dicembre).

Cosenza, al Castello Svevo il film”Io resto qua” tra prevenzione e cinema

COSENZA – Domani, venerdì 7 ottobre, presso il Castello Svevo di Cosenza, si svolgerà la presentazione del film del regista calabrese Gianluca Sia, dal titolo “Io resto qua”. Un lungomentraggio, presentato da Calistrica e International e prodotto da Santo Spadafora, che ha uno scopo nobile: sensibilizzare alla prevenzione e cura dei tumori. Sia non è nuovo a progetti del genere, basti ricordare il cortometraggio “Presto” sulla sclerosi multipla. In questa pellicola, invece, si affronta col tono della commedia leggera ma delicata, il tema del cancro al seno e la lotta di una giovane ragazza.

Alla presentazione di domani, fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale, prevista per le 18,00 prenderanno parte Alessandra De Rosa, presidente della Commissione Cultura; Gianluca Sia, che ha scritto e diretto il film; gli attori protagonisti Patrizia La Fonte, Stefania Mangia e Rino Amato; il medico senologo Francesco Mollo, che ha prestato la sua consulenza al film; il produttore Santo Spadafora.