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Enzo Bruno incontra i lavoratori e rilancia l’impegno per la vertenza al ministero

CATANZARO- Aumentare i posti dei tirocinanti della Giustizia in Calabria, non per alimentare forme di assistenzialismo, ma per dare il giusto seguito al percorso intrapreso dal Ministero della Giustizia e far rispettare gli impegni precedentemente assunti con i lavoratori. Incontrando  ancora una volta i tirocinanti della giustizia, in sala Giunta, ieri pomeriggio nel corso di una riunione organizzata dal sindacato Cisal, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, si è impegnato a riproporre all’attenzione dei tavoli nazionali competenti questa delicata vertenza, in attesa di definizione normativa da troppo tempo.
Il presidente della Provincia, che è anche segretario provinciale del Partito democratico di Catanzaro, ha ascoltato nuovamente le preoccupazioni dei tirocinanti, rilanciando gli impegni assunti in occasione del primo confronto dei tirocinanti con il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, e del successivo incontro con il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Luca Lotti. In quella occasione – maturata nella Sala Giunta della Provincia grazie all’intermediazione del presidente Bruno -, sindacalisti e tirocinanti hanno ribadito la necessità di arrivare all’aumento considerevole dei posti nella Regione Calabria, in previsione del Bando ministeriale. La Cisal ha posto l’attenzione su un importante dato nazionale: in regioni in cui il numero di tirocinanti è stato sempre molto basso sono stati messi a bando un numero elevato di posti, viceversa nelle regioni con un numero elevato di tirocinanti le posizioni disponibili sono state bassissime. La richiesta  dell’aumento dei posti nella Regione Calabria, utilizzando i circa 330 posti rimasti scoperti nelle altre regioni, ha assicurato Bruno, sarà rilanciata al Governo e riproposta ai sottosegretari Lotti e Ferri entro la fine di maggio. “I tirocinanti nel corso degli ultimi anni, grazie alla formazione specialistica acquisita, hanno garantito con il proprio lavoro il funzionamento degli Uffici Giudiziari italiani – conclude Bruno -.  In una regione come la nostra dove le strutture giudiziarie hanno bisogno di essere potenziate, nel rispetto delle professionalità maturate non possiamo non tener conto del diritto dei lavoratori ad avere risposte”.
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Premi di produttività regionale 2014, la denuncia della CISAL e la minaccia di protestare

“Come Sindacato CISAL rimaniamo sempre più basiti ed esterrefatti da un modo di gestire la cosa pubblica ed il personale regionale sempre più di casta e differenziato. Sia ben chiaro che la nostra reprimenda non è rivolta contro i Dirigenti beneficiari del premio che riteniamo possano anche aver meritato; quello che non è tollerabile piuttosto è l’atteggiamento di quella politica che dovrebbe essere scritta con lettere maiuscole ed invece sembra aver dimenticato completamente quello che dovrebbe essere il suo ruolo d’indirizzo e di coordinamento lasciando che accadano situazioni vergognose come quella appena denunciata.”

Fra le righe di un comunicato stampa la CISAL “denuncia” così il modo di gestire la cosa pubblica ed il personale regionale sempre più di casta e differenziato. “E’ stato già scritto e detto in merito al “premio di produttività” riconosciuto ai Dirigenti Regionali con Decreto n. 5416 dello scorso 12 maggio 2016 che riguarda la “liquidazione della retribuzione di risultato per l’anno 2014”. Crediamo però che non sia stato detto abbastanza. Non sono stati chiariti, alcuni aspetti che riteniamo fondamentali – per la CISAL infatti – non è stato precisato che il “premio di produttività” concesso ai Dirigenti Regionali è relativo al lavoro che gli stessi hanno organizzato e coordinato nell’anno 2014 ma che i dipendenti regionali loro sottoposti ed inquadrati nelle varie categorie (B, C e D) hanno provveduto a concretizzare ed attuare. Per i dipendenti regionali ad oggi però – sottolinea la CISAL – non è stato riconosciuto alcun “premio di produttività”.

Infine “per quanto denunciato, la CISAL protesta vibratamente e fa appello alla responsabilità istituzionale, amministrativa e dei competenti vertici dipartimentali affinché siano posti immediatamente in atto ed in via d’urgenza i provvedimenti e le disposizioni necessarie per il ripristino delle somme originariamente previste con Decreto n. 6795 del 4 giugno 2014 per la produttività dei dipendenti e pari 2.449.777,17 Euro. Ci riserviamo pertanto, laddove non venga posto rimedio alla palese, vergognosa ed evidente ingiustizia lamentata e senza alcuna prospettiva di risoluzione condivisa della problematica – annuncia la CISAL – di indire una protesta forte e rigorosa che coinvolga tutti i lavoratori della Regione Calabria.”

Proposta collaborativa tra Cisal e Carlo Tansi

www.cn24tv.it
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CATANZARO (CZ) – Dalla CISAL a Carlo Tansi, una proposta collaborativa ed operativa, per assegnare gli autisti della Protezione Civile all’Azienda Regionale Calabria Verde, per l’imminente campagna antincendio boschivo (AIB). “Con orgoglio la scrivente OO.SS. CIASL comunica che in data 06 maggio 2016 ha depositato presso la competente struttura regionale della Protezione Civile – si legge nella nota della CISAL – una proposta di assegnazione del personale con la qualifica di “autista” corroborata da giusti estremi legislativi. Detta proposta, consiste in sostanza nello stipulare, e quindi attuare – propone il sindacato al Dott. Tansi – una convenzione tra la Protezione Civile e l’Azienda Regionale Calabria Verde che consenta l’impiego del personale con la qualifica di “autista” in servizio presso la UOA Protezione Civile, nella campagna antincendio boschivo (AIB) che ai sensi dell’art. 4 comma 1 lett. C della L.R. 16 maggio 2013 n. 25 è oggi in capo a Calabria Verde con il supporto della Protezione Civile.La proposta in disamina è stata preventivamente rappresentata al personale interessato che ha prontamente dato la disponibilità ad aderire all’iniziativa, e garantirebbe contemporaneamente, senza costi aggiuntivi per l’Amministrazione Regionale, sia la giusta dignità lavorativa degli autisti coinvolti che un significativo apporto operativo nella lotta agli incendi boschivi. Nella proposta presentata si è inoltre prospettato di impiegare – aggiunge la nota – anche gli autisti coinvolti nella convenzione con Calabria Verde anche al di fuori della campagna AIB mediante la costituzione di “Nuclei Plurifunzionali” che potrebbero operare efficacemente in tutte le emergenze di cui il territorio calabrese è ben ricca. Tutto quanto sopra detto, questo sindacato CISAL, rimane sin d’ora disponibile a farsi parte diligente, per quanto di sua competenza, per coadiuvare il citato Dott. Carlo Tansi, dirigente della Protezione Civile Regionale, nell’attuazione della proposta avanzata.

 

La Cisal invoca trasparenza e legalità nella Protezione Civile

CATANZARO – Sale la tensione fra la Cisal e la Protezione civile regionale. In una nota stampa, pubblicata di seguito, la Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori, chiede maggior trasparenza e legalità nella Protezione Civile:
“Prendiamo atto, per come pubblicato sugli organi di stampa on-line, come il livello di malcontento dei “terzini” della Protezione Civile Calabrese abbia raggiunto oramai livelli tali per cui non è più possibile sottacere le problematiche lamentate dagli stessi lavoratori. Nell’esprimere la vicinanza di questo Sindacato al personale in disamina, al fine anche di tentare di rasserenare gli animi oramai, giustamente, esasperati da continue invettive e mortificazioni professionali loro dirette – dichiara la CISAL – vogliamo fare presente come nella riunione tenutasi il 11 aprile 2016 questa OO.SS., concordemente al personale presente, abbia proposto al Dott. Carlo Tansi, Dirigente della Protezione Civile Regionale, di pubblicare sul sito istituzionale del Settore la progressione cumulata delle ore di straordinari mensilmente maturate dai dipendenti in servizio; se attuata, tale proposta – argomenta la Cisal – permetterebbe certamente di monitorare e risolvere una volta e per tutte la cattiva gestione e distribuzione di ore di straordinario, impedendo definitivamente che taluni possano maturare, e vedersi retribuite, monte ore di straordinario assolutamente improbabili, con una chiara svolta verso la trasparenza e la legalità.
Il Dott. Carlo Tansi, che pure ha denunciato più volte di aver trovato liquidazioni di oltre 750 ore di straordinario, nel palesare la propria disponibilità a rendere pubblici le ore di straordinario maturate da ciascun dipendente, si è impegnato a concretizzare tali pubblicazioni nel più breve tempo possibile.
Ove fosse necessario, siamo certi – aggiunge la CISAL – che nessun dipendente onesto si rifiuterà di produrre propria liberatoria alla pubblicazione delle ore di straordinario prestato; ciò anche in considerazione della necessità di instaurare un sistema legittimo e trasparente di gestione ed anche come primo passo per rasserenare gli animi dei lavoratori e ripartire compatti – conclude la CISAL – nel perseguire gli obbiettivi lavorativi, terzini, attaccanti ed allenatore uniti in un comune scopo.”

“La Cittadella regionale? Una Cattedrale nel deserto”. La denuncia della CISAL

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Catanzaro ( Cz) – «La Cittadella regionale? Tutto fumo e niente arrosto! Anzi, a guardare bene di “arrosto” è pieno. Basta recarsi agli ingressi della Cittadella dalle ore 13 alle 14 per vederla trasformata in un immenso catering all’aperto». Lo dichiara la CISAL (Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori), denunciando tutte le situazioni critiche di una sede faraonica sì, ma «ancora lontana dal conseguimento dei diritti e dei servizi dei dipendenti e dei visitatori», spiega.

UN CATERING AL POSTO DELLA MENSA. «Manca una mensa! Centosessanta milioni di euro non sono bastati – commenta la CISAL – per fornire ai dipendenti un servizio mensa. I pasti vengono serviti dal bagagliaio delle auto che intorno all’ora di pranzo occupano gli ingressi della sede. A parte le attenzioni sull’igiene e sulla sanità – che in questa situazione lasciano molto a desiderare anche in considerazione di un olezzo davvero imbarazzante oltre che inquietante: verosimilmente quello degli scarichi fognari – i dipendenti sono costretti a rinunciare anche alla convivialità in un ambiente decoroso».

MANCANZA DI UN BAR. Mensa, ma non solo. Manca anche il bar. «Si spendono sette mila euro per il precetto pasquale – aggiunge la CISAL – però il governatore Oliverio, evidentemente, non pensa che ai fini della produzione lavorativa un caffè, opportunamente servito e non con i tristi distributori automatici, sia importante per favorire l’attenzione intellettuale. E non solo quella spirituale dei dipendenti… In questi giorni abbiamo appreso che alcune sigle sindacali si stanno prendendo addirittura il merito di “aver impresso una forte accelerazione all’approvazione di un bando di gara per la concessione del servizio di bar-ristorazione veloce e ristorante…” il merito, certamente, non è attribuibile a questi ultimi».

ASSENZA DELLE PIÙ ELEMENTARI DISPOSIZIONI SANITARIE. La CISAL non si ferma qui, passa al setaccio tutte le discrepanze di una struttura che fa acqua da tutte le parti. E la sicurezza sanitaria non fa eccezione. «All’interno lavorano circa 1.700 dipendenti e a questi bisogna aggiungere tutti i cittadini che vi si recano ogni giorno per richieste e documentazioni. Ebbene, nei diversi piani manca un minimo di assistenza sanitaria immediata, le cassette di pronto soccorso e un defibrillatore per i casi più urgenti. Una mancanza piuttosto grave che, ci auguriamo, la Giunta, dall’alto della sua postazione, possa prendere presto in considerazione».

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L’ANARCHIA DEI PARCHEGGI. La Cittadella, come una piccola grande città. Ma anche meno, molto meno. Nell’area dei parcheggi sosta, invece, «l’anarchia più incontrollata».  «Nelle città “normali” vige il codice della strada. Vi sono le strisce blu per i residenti e le strisce bianche per tutti. Ma mai ci è capitato di verificare parcheggi riservati a dirigenti, a politici e, infine, parcheggi riservati agli altri che svolgono un’altra attività. E non è solo questo. Qui fa da sovrana l’anarchia più incontrollata. Allora, abbiamo il grande parcheggio davanti alla struttura per i dipendenti e per i visitatori; il parcheggio per i dirigenti che, non mi capacito come sia occupato sistematicamente anche dai soliti amici degli amici; e, infine, il parcheggio “politico”, per il presidente e il suo entourage comodamente a due passi dagli ascensori interni. Si tratta di una situazione davvero al limite della legalità. Ma non solo. Ci sono dei dipendenti che talvolta finiscono di lavorare tardi, tra cui molte donne, e sono costretti a farsi anche un chilometro al buio pur di raggiungere la propria automobile che, certe volte, per mancanza di spazio, viene parcheggiata lontano dall’asfalto, nella terra battuta. Non è possibile che nel 2016 si verifichino situazioni di questo tipo – tuona la CISAL – E non è tutto. Mancano una copertura fino all’ingresso per proteggere le persone dalla pioggia e le pensiline per gli autobus e i pullman. Un tempo, prima della creazione del posto di vigilanza, quasi un avamposto militare davanti alla Cittadella, i pullman di linea riuscivano a fare manovra, far scendere le persone e tornare indietro. Oggi assistiamo alle “fermate improvvisate” senza un minimo di criterio. Spesso viene utilizzata, come fermata, finanche la rotatoria della provinciale con grande rischio e grave pregiudizio per gli utenti. A proposito segnaliamo i molti dipendenti che hanno subito incidenti con riconoscimento da parte dell’Inail di infortuni accorsi sul luogo di lavoro oppure mentre vi si recavano. L’articolo 3 della nostra Costituzione, evidentemente, – ammonisce sempre la CISAL – vale per tutto il territorio italiano tranne che per la Casa dei Calabresi!».

PULIZIA FATTA ALL’ACQUA DI ROSE. Fin qui la carenze dei servizi infrastrutturali posti all’esterno. Ma le défaillance si trovano anche all’interno. «Il servizio di pulizia è carente. Non si sa se per mancanza di personale. Sta di fatto che la polvere la fa da padrone in tutti gli ambienti. Così come mancano i cestini igienici nei bagni, soprattutto delle donne».

L’UFFICIO DEL PROTOCOLLO COME UN TOPOLINO DALLA MONTAGNA. L’ufficio più importante che mette in comunicazione la Cittadella amministrativa con tutti i calabresi: il Protocollo. «La montagna ha partorito il topolino! Si tratta di una stanza di ridicole dimensioni rispetto alle esigenze per  dipendenti e cittadini, costretti a sgomitare per farsi spazio. Invitiamo, pertanto, i vertici della Regione a fare un sopralluogo per verificare di persona quanto stiamo riportando perché prendano provvedimenti immediati. Trattasi di una situazione davvero paradossale se pensiamo alle dimensioni della Reggia di Caserta calabrese, in cui, rammentiamo, manca addirittura un archivio cartaceo per le attività amministrative che chiude, anzi apre, una voragine sulla reale utilità di una cattedrale nel deserto».

ASSENZA DI SPAZI PER L’INFORMAZIONE SINDACALE. «Hanno dimenticato anche gli spazi per le bacheche sindacali. E, nonostante, siano stati individuati i locali per le attività sindacali, ancora non sono stati resi operativi. Forse, sempre per l’articolo 3, la nostra Regione non gradisce che vengano evidenziate anomalie ed irregolarità per migliore i servizi», chiosa la CISAL.

INAUGURAZIONE DI MATTARELLA E DINTORNI. A questo punto, la domanda nasce spontanea: «Considerata l’assenza di tutti i servizi di cui dovrebbe usufruire la Cittadella Regionale (e aggiungiamo anche altri previsti sulla carta: un istituto bancario, l’ufficio postale, il museo e l’asilo nido), non sarebbe stato opportuno trasferire dapprima i servizi “utili” per il lavoratore e poi i lavoratori? Forse che sì. Ma così facendo Mattarella non avrebbe fatto in tempo ad inaugurare la casa dei calabresi. E forse neanche il suo successore al Quirinale», chiude sardonica la CISAL.

 

Le foto che corredano l’articolo sono state inviate unitamente al comunicato stampa della CISAL, pubblicato integralmente. 

Gianluca Tedesco sulle paventate dimissioni di Gallo

CATANZARO (CZ) La CISAL dopo aver appreso dalla stampa il fatto che l’ing. Nello Gallo stia valutando la possibilità di lasciare l’incarico di Commissario dell’Azienda Calabria Verde affidatogli dal Presidente Oliverio si esprime attraverso le parole del Dirigente che raccoglie il pensiero di tutti. Il dispiacere – afferma Tedesco – nasce dall’amara constatazione che qualora anche un professionista serio e preparato come l’ing. Gallo getti la spugna davanti alla constatazione dell’impossibilità di gestire in tutta legalità e trasparenza un’azienda come Calabria Verde, allora – commenta – certo restano ben poche speranze per il futuro dei lavoratori volenterosi che vi trovano impiego. L’azienda Calabria Verde, che gestisce il patrimonio boschivo regionale e le attività di contrasto al dissesto idrogeologico, potrebbe essere – secondo il dirigente CISAL – un vero e proprio gioiello operativo della Regione Calabria mentre nel recente passato e per motivi diversi è stato più categorizzato come carrozzone pachidermico ed inutile, spesso al centro di vicende discutibili.

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Noi come sindacato CISAL non possiamo e non vogliamo appiattirci con rassegnazione ad una simile idea. Siamo convinti che – dichiara Tedesco – ci siano ancora i margini ed i tempi perché l’ing. Gallo, che ha la capacità e la professionalità necessaria, possa meglio ponderare la sua posizione e decidere di rimanere al timone dell’azienda Calabria Verde. Lo speriamo anche per i lavoratori coinvolti, che – aggiunge infine – invitiamo a incoraggiarlo e sostenerlo fattivamente nella sua opera di riorganizzazione aziendale. Solo così, forse, sarà possibile anche per loro programmare un futuro lavorativo più sereno ed appagante magari con remunerazioni regolari e non a singhiozzo come è accaduto sin ora.