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Rende, al Museo del Presente conversazione con Felicita Cinnante

RENDE (CS) Presentato venerdì al Museo del Presente “Flusso di coscienza”, il volume scritto da Felicita Cinnante, pubblicato dalla casa editrice Pellegrini e i cui proventi sono interamente devoluti al Centro contro la violenza alle donne “R. Lanzino”.

L’incontro, promosso dall’assessorato alle pari opportunità del comune di Rende, ha visto l’autrice conversare con il presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo e con il sindaco Marcello Manna.
Dopo la lettura di alcuni brani tratti dal libro, Antonietta Cozza nell’introdurre gli ospiti ha sottolineato che “il fluire delle parole sia magma, momento che ci dona l’immagine di una donna. Il flusso di coscienza ha la capacità di raccontarla, di raccontarci una storia straordinaria”.
Il primo cittadino di Rende ha voluto ringraziare l’autrice dicendo come Flusso di coscienza” sia stata lettura avvincente ed emozionante.
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Proprio il professore Bozzo ha affermato: “La lettura nasce da un gesto di umiltà, dalla consapevolezza di avere vuoti da colmare, quindi conoscenza e unità: Cinnante ha questa umiltà. Il volume da lei scritto è per molti aspetti impegnativo perché non racconta fatti con sequenza del romanzo tradizionale, se qualche fatto oggettivo c’è, l’aneddoto ad esempio o il viaggio, resta sullo sfondo non hanno piena evidenza. Contenuto vero del libro sono le emozioni, sospiri dell’anima che l’autrice porta sulla carta così come arrivano secondo una tecnica introdotta in Europa nei primi del 900 e che prese piede con Joyce e Svevo. Gli aggettivi usati sono una carezza che Felicita da alla pagina proiettando le emozioni di quel momento su pagina bianca che va riempita di sé. Flusso di coscienza è viaggio all’interno di se stessi, come sogno, il desiderio di rendere al meglio il soffio dell’anima. “.
Felicita Cinnante ha concluso dichiarando come la scrittura sia stata fonte con cui intraprendere il percorso attraverso se stessa: “Ricordo ogni emozione e momento perché sono parte di me: dentro questo libro c’è la mia anima. Bisogna andare aldilà delle apparenze e avere voglia ogni giorno di esprimere i propri sentimenti.”.

All’Unical continua l’incontro con la Lis

RENDE (CS) – Si è svolto ieri pomeriggio nella sala informatica del cubo 18c dell’Unical, il secondo appuntamento del “Laboratorio Lis: Diamo un segno”. L’incontro è stato tenuto dall’interprete Loredana Mendicino, dalla Docente Donata Chiricò, con l’ulteriore supporto di Alessia Mendicino, sorella di Loredana, nonchè interprete Lis. Sono state analizzate le modalità di composizione di una domanda e, a tal proposito, l’interprete Loredana ha spiegato come si determina la risposta, la quale necessita di un’affermazione positiva o negativa attraverso l’utilizzo delle sopracciglia. La discussione si è poi indirizzata verso la spiegazione delle quattro tipologie di parametri formazionali della lingua dei segni: il luogo, lo spazio, l’orientamento e il movimento.

Al variare di uno o più di questi parametri, durante l’atto del “segnare”, si può determinare un cambiamento del significato attribuito ad una parola. È stata mostrata la composizione di una frase e la scelta dei tempi verbali al suo interno, a seconda se si parla di un’azione svolta nel passato, nel presente e nel futuro: nel primo caso la mano verrà indirizzata verso la parte posteriore del corpo, nel secondo sarà protesa verso il basso (per indicare che l’azione si sta svolgendo adesso), nell’ultimo verrà proiettata in avanti. Inoltre agli studenti presenti in sala è stata insegnata la modalità con cui “segnare” i giorni della settimana. Per quanto riguarda la comunicazione si è messo in risalto la grande capacità di comunicare con i gesti senza alcuna difficoltà, persino in un luogo straniero, in maniera molto più semplice ed efficace rispetto alla comunicazione verbale. In conclusione le due interpreti hanno deciso, con la collaborazione di alcuni loro studenti venuti all’incontro, di sostenere una conversazione, in modo da poter permettere a chi li osserva, di comprendere come si sviluppa un dialogo attraverso la lingua dei segni.

Alessandro Artuso