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Escalation malavitosi a Corigliano-Rossano “dati preoccupanti”

CORIGLIANO ROSSANO (CS) – La terza città della Calabria, da mesi ormai, è al centro di preoccupanti episodi intimidatori e criminali che hanno turbato la tranquillità della comunità. L’assemblea regionale, nell’ultima seduta di ieri ha approvato una mozione, in cui assume l’impegno oltre che di netta condanna verso questa escalation di violenza, anche di tutelare con azioni tangibili la serenità dei cittadini, promuovendo una collaborazione tra le Istituzioni e le Forze dell’Ordine, per garantire un controllo diffuso e più efficace dell’intera area, nonché di adoperarsi per intensificare il dialogo con il Governo nazionale, tramite il Ministero degli Interni, per la prevenzione e la soluzione del fenomeno. A darne notizia è Giuseppe Graziano, presidente del gruppo UDC in Consiglio Regionale, tra i promotori della mozione, insieme agli altri capigruppo di maggioranza e opposizione.

«Preoccupano i dati dell’escalation malavitosa – dichiara Graziano – con particolare riferimento agli atti intimidatori, agli incendi, alle rapine, ai furti e addirittura all’omicidio avvenuto all’inizio del mese di maggio e all’agguato a colpi di arma da fuoco consumatosi nell’area di contrada Pirro-Malena. Episodi che sono particolarmente gravi, proprio perché si inseriscono in un quadro di deterioramento del clima civile e democratico, oltre a colpire luoghi simbolo della cultura e dell’istruzione per i giovani. Non possiamo accettare che si continui su questa strada, rimanendo inermi mentre viene messa a rischio la tranquillità di un’area che conta un’estensione territoriale di circa 340 kmq e una popolazione di circa 75mila abitanti. E che, per di più, continua a rimanere colpevolmente priva di autorevoli presidi dello Stato come un Tribunale».

«È necessario – conclude Graziano – intraprendere ogni tipo di iniziativa utile, che veda il coinvolgimento e la collaborazione tra tutte le Istituzioni, le Forze dell’Ordine e la politica, obbligate a non rimanere inermi di fronte a questa manifestazione cruda e tracotante di violenza che sta generando una profonda e preoccupante sfiducia della comunità nei confronti degli apparati dello Stato».

Spacciava droga nel locale in cui lavorava, arrestato barman a Corigliano-Rossano

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – Alla vigilia della Befana, personale del Commissariato di P.S. di Corigliano – Rossano hanno tratto in arresto per il reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio un giovane incensurato, F.N.A. di anni 26.

L’indagine traeva origine da strani movimenti del giovane all’interno dell’attività lavorativa, in un locale nell’area centrale, in cui il Barman prestava servizio.

Considerate le limitazioni imposte dalla normativa vigente per il contrasto al COVID e riscontrato visivamente che gli avventori impiegavano pochi minuti all’interno del locale senza acquistare nulla, gli Agenti decidevano di intervenire.

Il F.N.A. veniva sottoposto a perquisizione personale, che dava esito positivo, infatti veniva rinvenuto nella tasca dei pantaloni un contenitore in plastica con all’interno numerosi involucri di cellophane con sostanza stupefacente del tipo Cocaina.

La perquisizione veniva estesa al locale dove venivano altresì rinvenuti ulteriori involucri con sostanza stupefacente del tipo Marijuana, materiale per il confezionamento  ed una cospicua somma di danaro di cui il giovane non sapeva giustificare la provenienza.

Il P.M. di turno della Procura della Repubblica di Castrovillari ha risposto gli arresti domiciliari per il 26enne.

Omicidio Barbieri a Corigliano-Rossano, al via il processo per le due donne

Omicidio Barbieri, ha preso il via nei giorni scorsi il giudizio di primo grado per le due donne accusate di favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta scaturita dal decesso del giovane rossanese verificatosi nel gennaio del 2019.

Si tratta dell’ex fidanzata di Antonio Barbieri, la ventunenne M.D.S, e della madre di quest’ultima, la 48enne A.Z., alle quali si contestano le ipotesi di reato di favoreggiamento personale e falsa testimonianza. Le loro posizioni erano state stralciate dal procedimento a carico di Cristian Filadoro e Vincenzo Fornataro, per i quali il giudizio di primo grado si è già concluso con una sentenza di condanna rispettivamente a 30 anni e 16 anni.

Dinanzi al Tribunale penale di Castrovillari, dove la fase dibattimentale proseguirà il prossimo 21 gennaio, alla prima udienza si sono costituite anche le parti civili, difese dagli Avv.ti Ettore Zagarese, Francesco Nicoletti, Giusy Acri, Emanuele Sapia, Maria Teresa Zagarese.

Il giovane Antonio Barbieri, rinvenuto gravemente ferito il 12 gennaio 2019 all’interno di una Mercedes in via Bruno Buozzi allo scalo di Rossano, morì quattro giorni dopo presso l’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza. Il personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Corigliano Rossano, che condusse le indagini coordinate dal Pm Tedeschi, con acume investigativo, individuò immediatamente il motivo passionale (la fidanzata di Filadoro in passato era stata sentimentalmente legata alla vittima) e diede corso a serrate attività investigative stringendo il cerchio attorno ai quattro.

Per come statuito dalla sentenza di primo grado, emessa lo scorso mese febbraio dal Gip del Tribunale di Castrovillari all’esito del processo celebrato con la formula del rito abbreviato, l’esecutore materiale sarebbe stato Cristian Filadoro (difeso dagli avv.ti Giuseppe Bruno e Francesco Oranges)  condannato a 30 anni di reclusione, mentre concorrente – secondo la forma del concorso anomalo – nella commissione del grave gesto di sangue sarebbe stato Vincenzo Fornataro (difeso dall’avv. Massimo Ruffo) condannato alla pena di 16 anni di carcere, per aver, quella sera, accompagnato con la propria macchina Filadoro da Corigliano a Rossano. Per entrambi, il prossimo 26 gennaio 2021 è fissato il giudizio di secondo grado dinanzi alla Prima Sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro.