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Donato Mingrone e i Perbacco: quando la canzone è militanza

(TORRETTA DI CRUCOLI, CROTONE)- Lo spirito scanzonato e dissacrante di Rino Gaetano lotta ancora con noi e il cantastorie calabrese Donato Mingrone ne è molto convinto. Per questo motivo, ieri sera, si è esibito sul Lungomare Nord di Torretta di Crucoli (suo paese d’appartenenza) accompagnato dalla band “Perbacco”. Un’iniziativa musicale organizzata dall’amministrazione comunale e sostenuta da Raffaele Marasco.

Riassumendo, il popolo torrettano e i turisti, cosa potevano ascoltare ? In una serata musicale fresca e ventosa, passate le 22.30, un sestetto salito sul palco per offrire canzoni anni sessanta. Due coriste/voci femminili, un chitarrista capellone con un cappello in testa, un bassista/prima voce, un tastierista e un batterista hanno  tra l’altro suonato e cantato, nonostante i fastidiosissimi disguidi audio, successi come I feel good e Impressioni di Settembre. Buona prova musicale, segnata da un eccesso di sonorizzazione, da potenti assoli rock di chitarra e da solidità e precisione vocale.

Donato Mingrone, che aveva seguito il concerto nello spazio dedicato ai fonici, ha guadagnato il centro del palco dopo quasi mezz’ora, senza farsi troppo desiderare. Privo di cilindro in testa, indossando un gilè nero su una t-shirt bianca e tenendo fra le mani un ukulele ha avviato il suo spettacolo. Voce off di Rino Gaetano, prima di far risuonare voci e strumenti, indaffarato a presentare il programma radio E cantava le canzoni. Con questo brano, il cantastorie dai folti capelli ricci e la band “Perbacco” hanno cominciato ad intrattenere e pungere il pubblico di ogni età ( i volumi sono rimasti troppo alti per una decina di minuti), omaggiandolo anche con Spendi, spandi, fendi, Sfiorivano le viole, L’operaio della Fiat 1100, Agapito Malteni il ferroviere, Cogli la mia rosa d’amore, Aida, Ahi Maria, Berta filava, Gianna, Nun te reggae più, Ma il cielo è sempre più blu, Ti ti ti, E io ci sto.

Tirando criticamente le somme e senza fare sconti, la prestazione è stata maiuscola e poteva essere più pubblicizzata e seguita. Mingrone ha una voce rabbiosa e sabbiosa che non tocca mai l’ira, teatralizza  le sue performance indossando un cappello da ferroviere per inquadrare il problema dei trasporti,un naso da clown per prendersela con “i servi di partito che ti chiedono un voto pulito” e sventolando un tricolore con la scritta “W l’Italietta” per dichiarare il suo orgoglio di cittadino italiano e invitare i compatrioti a vergognarsi non della propria nazione, ma di quelli italiani che con i loro comportamenti ridicolizzano la madrepatria.

Oltre a fare musica, questo laureato in Dams che considera le canzoni di Rino “pure e semplici poesie”, tormenta i suoi ascoltatori con parole sincere e spicciole. Vorrebbe assistere ad una rivoluzione e non al fenomeno dell’emigrazione di tanti giovani calabresi. I suoi sogni sono grandi: “studiando le canzoni di Rino Gaetano potremmo ottenere lezioni di vita. . meglio quelle parole che una legge dello Stato. .  se tutti fossimo operai la Calabria vivrebbe meglio. . usciremo dalla crisi perché tanto la paghiamo noi”. 

Finalmente un calabrese militante si espone per il bene del paese e riscopre le canzoni meno famose di Rino Gaetano. Un critico ottimista  che chiama a raccolta i suoi compaesani non è un fatto abituale. Donato Mingrone non sarà mai il leader di un partito politico, ma un fervente credente: secondo lui una canzone può migliorare le cose. Il suo ultimo lavoro Super Mario pensaci tu” non è stato eseguito sul palco torrettano perchè la giornata non andava “macchiata”. Sarebbe potuta essere una valida occasione per risvegliare quelle coscienze dormienti che con la loro passività non stoppano il degrado. Malauguratamente il cielo non è ancora blu, al massimo grigio.