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Nipponics, un evento per ricordare il disastro di Fukushima

Lo scorso venerdì, 11/03, ricorreva il quinto anniversario del disastro di Fukushima, giorno in cui dopo il terremoto e il seguente tsunami la centrale nucleare della città subì gravi danni, portando i reattori 1, 2 e 3 alla fusione e di conseguenza alla contaminazione radioattiva di una buona parte del posto.

So che probabilmente ti stai chiedendo il perché della volontà italiana di commemorare un avvenimento che non riguarda il nostro paese, quando nella nostra terra tutto sembra andare allo scatafascio. Perché dargli tutta questa importanza?

In molti penseranno che questo giorno possa essere diventato un evento feticcio per appassionati di anime e manga, ma, ahimè, si sbagliano. Ripercorriamo assieme la commemorazione di questa giornata ambientata a Cosenza.Matteo Nipponics

L’evento, tenutosi grazie alla collaborazione fra NipponiCS, B-Side, TomoAmici e Hacklab Cosenza e infine, si, anche i vostri instancabili redattori di Nerd30, si focalizzava principalmente sulla visione de “L’isola degli àuguri(HOURI NO SHIMA),  ma nonostante questo l’associazione NipponiCS è riuscita a impacchettare un evento che nel suo piccolo è riuscito a toccare e a coinvolgere tutti i presenti.

La serata è iniziata con la breve introduzione di Vincenzo Bruno, cofondatore di NipponiCS e fondatore di HLCS, che ha spiegato brevemente il programma della serata.

Subito dopo i ragazzi dell’associazione hanno ben pensato di creare un legame fra gli invitati e il Giappone, e quale miglior modo se non quello della degustazione del Matcha e dell’Houjicha,‬ alcuni Tè tipici del Giappone preparati magistralmente dallo stesso Vincenzo e Matteo Postella. Quest’ultimo, membro attivo dell’associazione NipponiCS.

Mayuko FukakusaIn seguito Mayuko Fukakusa, insegnante di giapponese e vera anima di NipponiCS, ha illustrato le conseguenze dell’accaduto dal punto di vista di chi è nato e cresciuto in Giappone, con gli occhi di chi vede il proprio paese natio dilaniato a causa dell’egoismo.

In seguito è stato trasmesso il documentario “l’Isola degli àuguri” di Aya Hanabusa del 2010, ambientato sull’isola Iwaishima, piccolo pezzo di terra circondato dal Mare interno di Seto, che conta all’incirca cinquecento abitanti tra cui tre soli bambini.

Il documentario racconta le giornate e le abitudini degli abitanti su un’isola che sembra sospesa nel tempo, dove ognuno ha il proprio mestiere e la propria routine giornaliera. Da ognuno traspare il rispetto nella terra che abitano e nel portar avanti la storia e le tradizioni di quel piccolo paradiso sperduto, ma anche tanta tenacia, la disperazione e la voglia di combattere lo stato che ha preso l’amara decisione di costruire sull’isola una nuova centrale nucleare.

Ogni giorno, da ormai trentatré anni, gli abitanti protestano e si oppongono alla costruzione della centrale, bloccando a turni le barche di chi cerca di approdare sull’isola per iniziare i lavori.

Anche se le tematiche rimangono distanti dall’attuale situazione italiana visto l’assenza di centrali nucleari, tralasciando il fatto che anche noi nel nostro piccolo abbiamo le nostre casarecce fabbriche di veleno (qualcuno ha detto Ilva?) oppure la più recente questione delle trivellazioni in tutto il mar Adriatico, ignorata dai media, e da cui ne è derivato il referendum che si terrà questo 17 aprile, nulla vieta che in un prossimo futuro un qualche politico X con la sua schiera di sostenitori  decida che l’unico modo per risollevare le sorti del nostro paese sia quello di piazzare una o più centrali nucleari nel nostro paese, e in quel preciso momento quanto sarebbe differente la nostra sofferenza da quella di quei cinquecento coraggiosi abitanti di Iwaishima?vincenzo bruno e il thè

L’ultima domanda che ci possiamo porre: è quanto potrà ancora durare la terra se contribuiamo alla sua estinzione?

Credo che la tematica si sposi perfettamente con la canzone Harakiri di Serj Tankian, dove la questione viene trattata con la crudezza e il criticismo tipico dell’artista. Egli infatti motiva la scelta di questo nome con le seguenti parole:

« Ho deciso di chiamarlo Harakiri perché è il termine giapponese per indicare un suicidio rispettoso, ma si riferisce anche a ciò che stiamo facendo al nostro pianeta, perché ciò che stiamo facendo ad esso sta uccidendo anche noi. »

Pasquale De Rose

https://youtu.be/bSKoi-h-xLc

[Curiosity] Pokémon, 20 Anni di Cameo negli Anime

Forse la Nintendo non si aspettava, nell’ormai lontano 1996, che la Games Freak avrebbe sfornato quello che ancora oggi è uno dei titoli di punta dell’industria videoludica nipponica. È inutile negare che basta nominare mamma Nintendo perché il pensiero ci riporti immediatamente l’immagine di Pikachu ed effettivamente, dal primo videogioco a oggi, la Pokémon Company vanta un successo enorme e concreto: sei generazioni di mostri e la settima appena annunciata, decine di videogames per diverse console, un anime di oltre 900 episodi ancora in corso. Ed è solo una piccola parte di tutto ciò che ha conquistato questo titolo.
Con un impero di questa portata e ben 721 mostri, la cultura pop non poteva che esserne contagiata. Effettivamente si trovano numerosissimi riferimenti ai Pokémon sparsi fra cartoons, libri, videogiochi, manga, anime e musica. Di fatto, è stata una vera e propria contaminazione quella dei nostri piccoli amici che, anche involontariamente, sono entrati almeno una volta nella vita di tutti.
Insomma, non c’è da stupirsi se spesso ci capita di incontrare un Pikachu nei nostri programmi preferiti, soprattutto in quelli di stampo americano.

Ma come si comportano i giapponesi nei confronti di questo fenomeno?

Negli anime e nei manga si trovano numerosi riferimenti ai Pokémon ma, rispetto a tutti gli altri, sono molto più sottili e alcune volte passano inosservati. E’ molto difficile conoscerli tutti, ma vediamone alcuni:

In “Lucky Star” si trovano diversi rimandi:

lucky star

  • Nell’episodio 5 le protagoniste prendono parte a un festival; Kagami, cercando di catturare un pesce rosso dice “Gotta Catch ‘em All!” in giapponese una volta preso.
  • Nell’episodio 17 le ragazze riflettono sul loro futuro dopo il liceo. Quando Kagami chiede a Konata se lei abbia qualche talento in particolare, la protagonista risponde di conoscere tutti i nomi dei Pokémon.
  • Nell’episodio 21, parlando dei templi Kinkaku-ji e Ginkaku-ji, rispettivamente d’oro e d’argento, Konata si chiede se essi siano come i Pokémon e se abbiano “Rubino, Zaffiro e simili”.

Anche in “Assassination Classroom”, si trovano riferimenti nell’anime e nel manga:

assassination classroom

  • Nelle scene finali dell’episodio 22 dell’anime, si vedono i tre assassini giocare con i Nintendo 3DS e uno di loro chiede a un suo collega di dargli una “pozione massima”.
  • Nel capitolo 27 del manga, Lovro spiega che un assassino deve valutare e considerare le capacità combattive della preda e qui si vede la sagoma di una sorta di Mewtwo contro quello che dovrebbe essere Rosso, ma con una retina in mano.
  • Nell’episodio 13 della seconda serie de “La Malinconia di Haruhi Suzumiya” è possibile vedere due maschere di Pikachu, la maschera di un Turtwig viola, la maschera di un Chimcar gialla e quella di un Piplup giallo scuro.

In “Ano Hana – Ancora non Conosciamo il Nome del Fiore che Abbiamo Visto quel Giorno”, i Pokémon sono richiamati in diversi episodi, ma col nome di Nokémon. E’ possibile vedere la confezione di uno dei videogiochi e anche qualche scena di gioco su Game Boy.

ano hana

  • Nell’episodio 4 di “Sayonara, Zetsubou Sensei”, Abiru immagina il protagonista Nozomu Itoshiki con varie code, fra cui appaiono quella di Pikachu e Glameow.

Servant x Service:
Servant x Service

  • In “Servant x Service” Hasebe, discutendo dei videogiochi che ha giocato, ne nomina alcuni, facendo partire un montaggio in cui si vedono un Pikachu e un Bulbasaur, non esattamente somiglianti agli originali, e in cui si sente anche il rumore tipico di una Poké Ball che si apre.

Highschool DxD, si sono anche qua:

highschool dxd

  • Nell’episodio 7 di “Highschool DxD” troviamo Zatouji, chiara parodia di Ash Ketchum che usa spesso la frase “Gotta Catch ‘em All”.

Yowamushi Pedal:
yowamushi pedal

  • Nell’episodio 2 di “Yowamushi Pedal” Sakamichi, il protagonista, chiede a Shunsuke quale sia il suo anime preferito. Egli risponde confusamente “Nekoemon”, probabile riferimento ai Pokémon.

K-On:

k-on

  • In “K-On”, Yui, una delle protagoniste, vedendo apparire all’improvviso la sua professoressa esclama “Appare Sawa-chan selvatica!”.

E’ ben evidente, quindi, che i mostriciattoli della Nintendo sono diventati talmente popolari da divenire quasi un classico che è possibile citare in ogni contesto, e quelli sopra riportati ne sono solo un piccolo esempio.  Ne vuoi cercare altri? Allora “acchiappali tutti!”.

Paolo Gabriele De Luca