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LegittimaMente punta il dito su Occhiuto e «Il fantasma dei debiti passati»

COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo nota stampa dell’Associazone LegittimaMente circa la situazione relativa ai presunti debiti del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.

Di seguito il testo integrale del comunicato stampa

«La recente sentenza della Corte d’appello di Catanzaro ha riacceso i riflettori sulla situazione dei debiti personali del sindaco di Cosenza.

Situazione che è stata, invece, accuratamente dissimulata dagli uffici competenti del Comune che hanno tirato fuori una versione dei fatti alquanto machiavellica e bizzarra, nel tentativo di far passare in secondo piano i motivi per cui non si sono attenuti alle leggi e alle direttive in materia.

Non a caso il giudice ha ritenuto opportuno rigettare in pieno tutte le istanze mosse dall’ufficio legale del Comune, dichiarando pignorabile tutta l’indennità di carica al netto delle ritenute fiscali, condannando, inoltre, l’Ente al pagamento delle spese di lite (oltre al danno, la beffa!).

E proprio in merito al diritto del Comune di impugnare l’atto di pignoramento, nella sentenza si legge:

“La specificazione se, per un verso, non incide sul decisum, poiché l’ampliamento dell’oggetto proprio del giudizio di accertamento dell’obbligo del terzo non è in contestazione, per altro verso, rende palese il difetto di legittimazione processuale… Con ciò s’intende dire che l’unico soggetto legittimato a dolersi della decisione in parte qua era il debitore esecutato, il quale, invece, è rimasto contumace anche in appello con conseguente passaggio in giudicato della statuizione emessa nei suoi confronti. “

Mentre, sulla presunta impignorabilità dell’indennità di carica, il giudice si è espresso molto chiaramente:

“… vi è da rilevare che il creditore ha dimostrato l’entità dell’indennità di carica estraendola dal Modello Unico 2013 relativo ai redditi del 2012 pubblicato sul sito web ufficiale del Comune di Cosenza (quadro RC) e che il Comune, pur avendone l’onere anche per effetto del principio della vicinanza della prova, non ha minimamente contestato il dato documentale mediante la specificazione del minor importo eventualmente versato al sindaco nel 2012 o negli anni successivi.”

Tuttavia, la vicenda diventa ancora più oscura e paradossale nel momento in cui, prendendo spunto dalla sentenza, si va ad esaminare la situazione economica del sindaco.

Il Comune di Cosenza assolve agli obblighi sulla normativa sulla trasparenza mediante l’apposito portale, dove al seguente link: https://cosenza.etrasparenza.it/pagina702_sindaco.html, è possibile visionare e scaricare le dichiarazioni dei redditi del sindaco, a partire dal 2014. Orbene, spulciando le cifre in esse contenute, si scopre che il reddito complessivo dichiarato, è ben più alto della cifra prevista dalla indennità di sindaco, pari a circa 78mila euro lordi all’anno. Scendendo più nel dettaglio, abbiamo:

Reddito complessivo Persone Fisiche 2015 € 136.469

Reddito complessivo Persone Fisiche 2016 € 163.422

Reddito complessivo Persone Fisiche 2017 € 175.022

Reddito complessivo Persone Fisiche 2018 € 207.900 (annata fantastica!).

Leggendo questi importi, fa un po’ sorridere la dichiarazione dell’avvocato Carratelli, all’epoca legale del sindaco che, in occasione della sentenza di primo grado sulla vicenda, dichiarò testualmente ad una nota testata online locale: “Comunque sia, ritengo ingiusto il pignoramento dell’intera indennità. Di cosa dovrebbe vivere un sindaco che ha solo quell’entrata?”

Ma, battute a parte, come è facilmente intuibile, tali cifre aprono le porte ad una miriade di domande che meriterebbero risposte chiare ed esaustive da parte del sindaco e dell’ufficio legale.

Ad esempio:

1) Se è vero, così come dichiarato dall’ufficio legale che il Comune ha “ritualmente” provveduto ad effettuare le ritenute sull’indennità del sindaco, perché nelle dichiarazioni dei redditi sopra esaminate, le indennità spettanti, pari a € 78.713 all’anno, risultano versate per intero al sindaco, in quanto dichiarate come somme percepite?

2) Sempre se è vero che tali ritenute sono state effettuate, perché non si comunica l’ammontare totale della cifra, il periodo di riferimento e, soprattutto, in quale voce del bilancio dell’ente è possibile verificare l’avvenuto accantonamento?

3) Infine, forse la più importante di tutte, perché l’ufficio legale ha deciso di opporsi così caparbiamente all’atto di pignoramento, al punto di richiedere per ben due volte rispettivamente ai giudici di primo e di secondo grado di pronunciarsi in merito ad una procedura che, altri comuni amministrati da ben altri sindaci, hanno recepito senza battere ciglio? E se al posto del sindaco ci fosse stato un qualsiasi altro dipendente comunale, l’ufficio legale avrebbe agito sempre nel medesimo modo, oppure avrebbe immediatamente dato via libera al pignoramento?

Alla luce di tutto questo siamo lieti che la minoranza si sia risvegliata opposizione, producendo un esposto alla Procura ed alla Corte dei Conti che andavano sollecitate formalmente da chi è titolato».

«Rende comune virtuoso», pagati tutti i fornitori. «Importanti azioni messe in atto»

RENDE (CS) – «Il Comune di Rende ha pagato tutti i fornitori al 31 dicembre, a conferma di una ritrovata solidità economica».

Lo afferma in una nota l’amministrazione comunale. «È stato compiuto un vero e proprio percorso virtuoso se si pensa alle condizioni ereditate al momento dell’insediamento».

L’amministrazione Manna, però, ha guardato con molta attenzione alle situazioni particolari riferite alla produzione industriale e al centro storico. È stata ratificata l’esenzione Tari per l’area industriale, incentivo importante per la ripresa delle attività di insediamento produttivo in una zona che è oggetto di rilancio.
Significativa, dal punto di vista sociale, l’estensione della no tax area per tutto il centro storico, nel quale sono finite anche risorse utili per l’inclusione.
Il prospetto dell’impegno complessivo della giunta comunale restituisce oggi un quadro di maggiore serenità, capace di far guardare al futuro con ottimismo

 

Gli enti locali potranno saldare debiti pregressi alle imprese, il plauso di Ance Cosenza

COSENZA – «La possibilità offerta alle amministrazioni locali dalla legge di bilancio, di poter chiedere a Cassa Depositi e Prestiti l’anticipazione di somme necessarie a pagare le fatture non ancora liquidate alle imprese, è un provvedimento utile ad alleviare le tensioni finanziarie delle aziende, restituendo alle stesse capacità di operare sul mercato».

Così il Presidente di Ance Cosenza, Giovan Battista Perciaccante, saluta in maniera positiva l’apertura del Governo agli enti locali, che possono fare richiesta di liquidità non solo a Cassa Depositi e Prestiti, ma anche ad altri istituti di credito, intermediari finanziari e istituzioni finanziarie europee.
Il Presidente dei costruttori edili cosentini si è rivolto prontamente ai Sindaci del territorio, alla Provincia ed ai principali enti appaltanti, invitandoli a cogliere a pieno questa possibilità, facendone richiesta entro il prossimo 28 febbraio.

«Si tratta di una occasione da non perdere.  Continua l’attesa – lamenta il Presidente Perciaccante – aumenta la delusione e peggiorano le condizioni, già di notevole disagio, in cui versano le imprese edili che vantano crediti dalla Pubblica Amministrazione per lavori pubblici eseguiti senza aver potuto contare su un corretto svolgimento del rapporto contrattuale. Eppure si tratta di opere regolarmente realizzate, fondamentali per la collettività e per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. E tutto ciò proprio mentre si è costretti a registrare il perdurare della fase di significativa restrizione delle opportunità di mercato legata alla drastica contrazione del numero delle gare e degli importi posti a base d’asta».

«Una situazione sempre più delicata – conclude il numero uno di Ance Cosenza – che merita di essere affrontata al più presto cogliendo tutte le possibilità utili a scongiurare ripercussioni drammatiche sui livelli economici ed occupazionali delle aziende fino al concreto pericolo del fallimento. In tal senso, bene ha fatto il legislatore a prevedere il raddoppio delle sanzioni per quegli enti con debiti da onorare che non avranno fatto richiesta delle anticipazioni nel termine del 28 febbraio o che, pur avendolo fatto e avendo ricevute le somme, non le avranno poi utilizzate per pagare i debiti. D’altronde sarebbe assurdo, di questi tempi, far cadere nel vuoto anche quest’ultima opportunità».

Appropriazione indebita di imbarcazione, denunciato professionista

PAOLA (CS) – Le Fiamme Gialle della Compagnia di Paola e della Tenenza di Amantea hanno eseguito un Decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Paola (CS) – dr.ssa Maria Grazia Elia, su richiesta del dr. Pierpaolo Bruni – Procuratore capo della Repubblica di Paola – e del Sostituto dr.ssa Maria Francesca Cerchiara, avente ad oggetto un’unità da diporto a motore, profitto di reato di appropriazione indebita aggravata in danno di una società di leasing. L’imbarcazione, di lunghezza superiore a 10 metri e del valore di oltre 200 mila euro, era stata ceduta dalla società di leasing ad un professionista esercente l’attività di “commercialista” ad Amantea. Pagate le prime rate del contratto, il professionista si rendeva moroso cumulando un debito di oltre 90 mila euro pur continuando ad utilizzare il natante a fini personali. Dopo aver invitato inutilmente il professionista a regolarizzare i pagamenti, la società di leasing risolveva il contratto e richiedeva la restituzione del bene. Diversamente da quanto richiesto, il professionista continuava ad utilizzare l’imbarcazione per fini personali e non restituiva il bene appropriandosene indebitamente. E’ quindi scattato il sequestro dell’imbarcazione e la denuncia del professionista per appropriazione indebita, reato che prevede la pena della reclusione fino a 3 anni e la multa fino a 1.032,00 euro. L’imbarcazione sarà ora restituita al legittimo proprietario ed il professionista dovrà dimostrare, sul piano fiscale, il legittimo utilizzo a fini professionali dell’imbarcazione e
l’eventuale deducibilità fiscale dei costi sostenuti.

Aggiornamento

Gli avvocati Antonio Cavallo e Pietro Sommella hanno comunicato che nella stessa giornata di ieri è stato eseguito un provvedimento, emesso dal Tribunale di Cosenza l’11 luglio 2018, di accoglimento dell’istanza di riesame del sequestro disposto dal G.I.P. con restituzione dell’imbarcazione all’avente diritto, poiché lo stesso Tribunale «non ha ritenuto configurabile l’ipotesi di reato contestata e posta a fondamento del vincolo cautelare reale» di cui si dava precedentemente notizia.

Evade il fisco per oltre un milione e mezzo di euro

PAOLA (CS) – Dal 2013 non aveva dichiarato tutti i redditi a fronte, invece, di costi indebiti per oltre un milione e mezzo. Un evasore totale è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Paola.
L’indagine dei finanzieri ha consentito di ricostruire l’effettiva posizione fiscale di un’azienda attiva nel settore del commercio di accessori per auto, attraverso la verifica dei rapporti intercorsi con altra società avente sede nella Repubblica di San Marino. Dall’esame della cessione di un “ramo d’azienda” tra le due realtà, entrambe riconducibili allo stesso nucleo familiare, sono emerse irregolarità per oltre 1,2 milioni di euro. L’analisi della contabilità ha permesso di rilevare che la società ha indebitamente dedotto dal reddito d’impresa oltre 300 mila euro di costi riducendo il reddito imponibile.
Complessivamente le imposte evase sono state calcolate in circa 450 mila euro. La società, oltre a dover pagare l’imposta evasa, sarà destinataria di sanzioni pecuniarie fino al 180% di quanto evaso.

Immagine di repertorio

Bianca Rende, «A Palazzo dei Bruzi la situazione debitoria continua a peggiorare»

COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo nota stampa del consigliere comunale di Palazzo dei Bruzi Bianca Rende, del Gruppo PD, componente della commissione Bilancio, a poche ore dal Consiglio Comunale.

«Come diceva l’avv. Agnelli ‹‹i miracoli si fanno a Lourdes›› Per i bilanci del Comune di Cosenza, ciò significa che la situazione debitoria continua a peggiorare e non si vedono in giro taumaturghi capaci d’invertire la rotta – dichiara Bianca Rende, consigliera comunale e componente della commissione bilancio. Altro che colpe passate, non ci vuole molto a capire che l’attuale andazzo di malgoverno cresce senza i contropoteri ed i freni previsti da Anac, Consip, ecc. mentre la politica dominante in Comune disattende gli obblighi di legge e gli “inviti” dei Revisori e della Corte dei conti. Basta leggere le  45 pagine del parere emesso dal Collegio dei revisori che, pur approvando formalmente il Consuntivo 2017, pongono condizioni e intese che stigmatizzano il comportamento della Giunta e della maggioranza consiliare, col rischio di responsabilità anche personali».

«Così oggi – continua Bianca Rende –  si “sgoverna” una città che già è sottoposta al rientro da un debito trentennale a condizioni che, se non formalmente, equivalgono a un vero e proprio dissesto. Va dato atto al Collegio di revisori di avere dimostrato e utilizzato l’indipendenza loro consentita, finalmente, dalla nuova legge che li sorteggia e li estranea dal giogo delle nomine lottizzate e cooptate. Dopo avere premesso che si evince un netto peggioramento della liquidità per la difficoltà d’incassare i propri crediti” e da ciò deriva “la mancata restituzione delle anticipazioni di cassa al Tesoriere”, la Relazione evidenzia che su un milione e settecento mila euro di accertamenti di violazione del Codice della strada solo la metà sono stati riscossi.Entrando nel dettaglio dei costi dei servizi, colpisce la cifra di oltre seicentomila euro per teatri, spettacoli e mostre, con una copertura pagante di poco più del 10%, mentre per gli asili nido la copertura richiesta agli utenti sale al 28% e per le mense scolastiche al 40%. Un’altra cifra iperbolica, seppure nei parametri consentiti, riguarda la spesa per consulenze e collaborazioni: ci si lamenta sempre per la mancanza di risorse economiche per fare fronte ai bisogni immediati dei cittadini svantaggiati, ma le stesse sembrano non mancare mai quando si tratta di far accedere alla pletora di consulenti e collaboratori qualche sostenitore».

«Di contro, emergono ancora debiti fuori bilancio per 421 mila euro con “l’obbligo del tempestivo riconoscimento… pena l’eventuale applicazione delle sanzioni previste per chi elude il pareggio di bilancio”.

Quanto alla partecipata AMACO, il cui piano industriale viene posto all’o.d.g. con noncuranza dei dati, “non risulta pervenuta nessuna nota asseverata” per legge né uno stato patrimoniale per cui “tenuto conto dell’andamento negativo degli ultimi anni… eventuali perdite d’esercizio potrebbero avere un impatto significativo in termini sia economici che patrimoniali sul bilancio” del Comune. Chiederemo questo pomeriggio in Consiglio, al “neo” Assessore al Bilancio – conclude Bianca Rende –  di fornirci gli opportuni chiarimenti in merito alle osservazioni dei revisori e di sostituire le percentuali con le cifre effettivamente spese».

Le schermaglie tra Guccione e Occhiuto agitano la vigilia del voto politico

COSENZA – Botta e risposta a distanza tra il leader della Grande Cosenza Carlo Guccione e Mario Occhiuto sulla questione dei debiti personali del sindaco di Palazzo dei Bruzi. Alla vigilia del voto politico parte dell’opposizione in consiglio comunale cavalca l’onda mediatica scaturita dalla sentenza emessa dal tribunale di Cosenza, che riconosce come interamente pignorabile l’indennità di funzione percepita negli ultimi quattro anni dal sindaco, per come richiesto da Equitalia Sud, a parziale copertura del credito di 1.770.000 euro vantato dall’agenzia di riscossione. Ecco le opposte posizioni nelle dichiarazioni rilasciate a margine dei due incontri con i giornalisti.

Intervista Carlo Guccione

Intervista Mario Occhiuto

«Cosenza costretta a pagare i suoi debiti», Katya Gentile contro Occhiuto, «è un despota»

COSENZA – «Ormai  è chiaro che a Cosenza regni un clima di asservimento al potere di un Sindaco ingannatore, despota e prevaricatore, che non lascia trapelare, nè percepire, l’esatta gravità di certe notizie, che finiscono per essere, puntualmente, derubricate a vicende routinarie o a fatti  di ordinaria amministrazione» Questo quanto si legge in una nota diffusa da Katya Gentile, ex vicesindaco di Palazzo dei Bruzi.
«Gli abbiamo visto fare di tutto- prosegue-  taroccare sondaggi per dichiarare primati impossibili;pagare marchette per la pubblicazione di dati falsi; affidare la gestione del suo ristorante pignorato ad uno dei suoi inservienti; lo abbiamo visto ricevere l’arch. Calatrava, in veste di Sindaco, nel suo “studio MOA”, attiguo al ristorante e anche quello pignorato;
abbiamo assistito negli anni ad affidamenti a ditte amiche o creditrici, conferimenti di incarichi ad amici ed a dipendenti del suo studio, ma ancora non era venuta fuori l’ultima chicca eclatante e senza precedenti.  Con la sentenza n.53/2018 del 9 gennaio, infatti, il Tribunale di Cosenza obbliga il Comune, non essendosi mai costituito in giudizio, a pagare i debiti personali di Occhiuto verso equitalia, che, vale la pena ricordarlo,  costituivano i presupposti essenziali ai motivi di ineleggibilità  tanto discussi e poi sminuiti durante la scorse elezioni comunali»
«Forse, per la prima volta, – si legge ancora – negli Uffici della Procura, se mai qualcuno dovesse decidere di agire, non potranno più dire che è solo colpa dei dirigenti. Ciò che più mi indigna di questa brutta storia, non sono le mancate spiegazioni ad un’intera comunità che sarà costretta a pagare per lui, nè il fatto che, quella specie di sindaco, nel più completo delirio di onnipotenza, sprezzante e spocchioso, si permetta pure di usare le sue solite armi di distrazione di massa (oggi il racconto di una serie infinita di progetti e di APPALTI, dice lui, già finanziati -??? -, che bisognerebbe analizzare uno per uno),  quanto il fatto che le sue menzogne vengano ancora prese per buone e venga dato loro risalto a scapito delle sue nefandezze, mentre gli illeciti vengono sistematicamente sviliti o ignorati da una Procura, a dir poco, assuefatta e dormiente.A ben vedere, in un quadro d’insieme, non è il singolo episodio che deve allarmare, è, invece, l’intero sistema, attraverso cui viene gestita la “Cosa Pubblica”, che deve preoccupare, perché è quanto di peggio possa esistere e va smantellato. Diversamente, il nuovo rischio, alla luce della citata sentenza, è quello di legalizzare tutto un sistema corrotto e perverso che, davvero, nulla ha a che fare con le “buone pratiche” di cui ama riempirsi la bocca Occhiuto.
Ad ogni cittadino, che rappresenta  le forze sane di questa città, chiedo lo sforzo di superare  colori, simpatie, antipatie o appartenenze politiche e di guardare invece al bene collettivo e difendere la nostra città; perchè, se al Comune si agisce così illegalmente e contro l’interesse pubblico, mentre la giustizia è così disamministrata da non intervenire, dovremmo avere tutti la consapevolezza che c’e più di qualcosa che non va e dovremmo sentire tutti il dovere di urlare forte contro questo stato di cose, prima che sia troppo tardi.
Credo che sia finito il tempo di limitarsi a scrivere del proprio dissenso sui  social e che sia arrivato il momento, invece, di guardarci negli occhi e manifestarlo in piazza quel dissenso. Chissà che il dott. Gratteri, ottimo nel dispensare buoni consigli, non si decida a fare la propria parte, anche lui, senza dimenticare che, come scriveva Corrado Alvaro, “la disperazione più grave che possa impadronirsi di una società, è il dubbio che vivere onestamente sia inutile».

Pagare i debiti delle PA, domani una giornata studio

COSENZA – “I pagamenti dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche: quali opportunità per imprese, professionisti e amministrazioni pubbliche”. E’ questo il titolo della Giornata di studio in programma domani – giovedì 11 gennaio a partire dalle 9,45 – nella sala Petraglia della Camera di Commercio di Cosenza.  Dopo i saluti istituzionali e l’introduzione del presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Klaus Algieri, interverrà Marco Lembo (Ministero dell’Economia e delle Finanze) che presenterà la Piattaforma dei crediti commerciali. Al termine degli interventi inizierà il forum con le imprese e i professionisti. Modera Erminia Giorno, segretario generale della Camera di Commercio di Cosenza.

 

Vigna risponde punto per punto all’interrogazione parlamentare del PD sui debiti fuori bilancio

“Riguardo all’interrogazione parlamentare di alcuni deputati del PD, occorre innanzitutto sottolineare che i numeri dicono ben altro. Se prendiamo in considerazione i dati definitivi dei bilanci 2010 e 2014 il dato è quanto mai chiaro. In relazione ai lavori nel 2010 il 61% veniva assegnato attraverso affidamenti diretti (cottimi fiduciari) mentre il restante 39% con procedure che variano dalla licitazione privata all’evidenza pubblica. Nel 2014  il 48% dei lavori è stato assegnato con affidamenti diretti, il 52% attraverso le altre procedure. E’ importante sottolineare – si legge nel comunicato-  che nel 2010 tutte le attività riguardanti le Cooperative sociali di tipo B erano affidate direttamente, mentre da marzo 2014 si è dato avvio a procedure ad evidenza pubblica. Se teniamo conto di questo aspetto il rapporto percentuale si modifica radicalmente. Nel 2010 l’82,50% delle attività veniva assegnato con affidamenti diretti, il restante 17,50%  con procedure negoziate o con evidenza pubblica. Nel 2014 il 34% delle attività è stato assegnato con affidamenti diretti mentre il restante 66% attraverso le altre procedure. In merito alla gestione delle coop sociali nessuno si è chiesto come abbia fatto l’amministrazione perugini ad affidare lavori per 7 milioni di euro all’anno frazionandoli in affidamenti sotto soglia e, cosa ancora più grazie, eludendo colpevolmente i controlli anti mafia. Siamo intervenuti per rompere questa evidente collusione richiedendo le certificazioni anti mafia e predisponendo gli avvisi di gara che hanno reso legale e trasparente tutte le attività delle coop sociali. Inoltre: l’unica indicazione trasmessa agli uffici ha riguardato l’obbligo di favorire un processo di rotazione negli affidamenti. le illazioni avanzate dagli esponenti del Pd siano facilmente smentibili attraverso una mera verifica dei numeri e degli atti.  Un elemento da sottolineare riguarda un dato di fatto oggettivo: i volumi di spesa per investimenti nel corso delle ultime due consiliature non ha subito consistenti variazioni.  Appare evidente, agli occhi di tutti i cittadini, l’azione di miglioramento  di tutto il tessuto urbano attraverso opere di manutenzione ordinaria e straordinaria. Nasce spontanea la domanda su come venissero impiegate le stesse risorse all’epoca della giunta Perugini. Il totale dei debiti approvati nel corso di questa consiliatura – continua la nota-  è pari ad euro 5.249.211,68 di cui solo circa 65 mila euro sono riconducibili alla nostra Amministrazione. Nei cinque anni di governo del PD, nonostante i ripetuti solleciti che gli interessati rappresentavano a Sindaco e Assessori, questa mole debitoria veniva colpevolmente lasciata nascosta nei cassetti dei vari uffici comunali. Il risultato è stato l’ingente peso di oneri finanziari (circa 2 milioni di euro) maturati a causa di tale irresponsabile gestione della cosa pubblica. Infine, qualche breve cenno sulla situazione economica dell’Ente: abbiamo ereditato il Comune in dissesto economico finanziario, certificato più volte dalla Corte dei Conti. Il dato di bilancio evidenziava un’esposizione debitoria che superava i 150 milioni di euro a cui si aggiungevano altri 20 milioni privi di alcuna copertura finanziaria. In termini di liquidità l’ente registrava un’esposizione verso la banca di tesoreria di 18 milioni di euro ed in più aveva richiesto un’ulteriore anticipazione ad Equitalia per 10 milioni interamente utilizzata. In pratica non si riusciva a far fronte ai pagamenti correnti accumulando anni di ritardo nelle liquidazione delle utenze, dei lavori pubblici e delle cooperative sociali. Abbiamo approvato un piano di riequilibrio pluriennale che condurrà l’Ente al completo risanamento. Nel corso di questi anni si è provveduto a liquidare tutti i debiti pregressi riducendo al minimo la mole debitoria. L’ente Comune oggi paga puntualmente i servizi essenziali, le Coop sociali e le utenze. Oggi la cassa municipale registra un saldo attivo netto di circa 1 milione di euro, che rappresenta la fotografia più chiara di cosa significhi risanare i conti di un Comune!”

Anche l’azienda di trasporti della città dei Bruzi risponde all’interrogazione parlamentare avanzata dai deputati cosentini del Pd Stefania Covello, Enza Bruno Bossio, Ferdinando Aiello ed Ernesto Magorno, che hanno evidenziato ombre sulla gestione dei conti pubblici dell’Amaco. In calce il testo integrale del documento.

«E’ motivo di grande rammarico – si legge nella nota – il fatto che la Società stia subendo, in conseguenza dell’ispezione del MEF strumentalmente utilizzata,  una ingiusta e dannosa gogna mediatica, alla quale ora si aggiunge anche una interrogazione parlamentare, quando l’Organo amministrativo della Società aveva anche provveduto, nel corso di una conferenza stampa a chiarire tutti i punti oggetto di rilievi”.  In primis, preme sottolineare che il sindaco Mario Occhiuto e il presidente dell’Amaco Spa, Mario Capalbo, risultano essere stati soci in uno studio professionale vent’anni fa, pertanto saranno adoperate misure legali contro chi divulga notizie false e diffamatorie a tal riguardo. E’ ancora importante precisare che anche la Procura della Repubblica competente per territorio aveva avviato una indagine, in conseguenza di una denuncia, praticamente sugli stessi argomenti sopra citati e che, nel febbraio dello scorso anno, aveva archiviato il procedimento con la seguente motivazione: “Non ricorrono i presupposti del reato in esame”.