Archivi tag: Di.Re.

In Calabria prima conferenza regionale sulla violenza contro le donne, CAV Paterno, «Molte contraddizioni»

PATERNO CALABRO (CS) Il giorno 14 Ottobre il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha inaugurato a Paterno Calabro, un piccolo paese nel Savuto, Il centro Antiviolenza a Paterno Calabro. All’inaugurazione erano presenti anche l’associazione nazionale dei Centri antiviolenza D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), rappresentata dalla vicepresidente e già socia del Centro Lanzino dott.ssa Antonella Veltri, e il Centro antiviolenza “Roberta Lanzino”.»

Il CAV di Paterno Calabro nasce dal riconoscimento istituzionale di buone pratiche e metodologie adottate dal Centro Lanzino, centro fondatore della rete D.i.Re e fra i primi a nascere in tutta Italia, e condivise da tutti i centri D.i.Re e ci dispiace che il dott. Nasone, nelle sue dichiarazioni al TG Regionale, non fosse a conoscenza della nostra realtà che arricchisce le sue informazioni. E’ vero che i centri antiviolenza hanno bisogno di maggiori risorse e che i posti di emergenza per le donne non bastano, ma non possono nascere indistintamente e sull’onda di una paventata “emergenza femminicidio” che emergenza non è e non è mai stata.

«E infatti il nostro Centro nasce da un lungo lavoro di rete e di formazione da parte dei centri con maggiore esperienza sul territorio regionale e nazionale, che resterà sempre in corso, per raggiungere lo standard necessario ad un’offerta di prevenzione e contrasto del fenomeno di alta qualità e coerente con i bisogni delle donne, proprio perché “il femminicidio non si combatte con una pacca sulle spalle»

L’Italia firma nel 2013 la Convenzione di Istanbul che viene recepita dalla l.119/2013 e dai dettami della Conferenza Stato-Regioni che stabiliscono i requisiti minimi dei centri antiviolenza (metodologia di accoglienza, presenza di solo personale femminile, divieto di utilizzo di mediazione familiare, ecc.). La Calabria precede la legge nazionale con la l. reg. 20/2007 scritta dalla Regione insieme ai Centri antiviolenza. E’ stata discussa e proposta recentemente al Tavolo Regionale dal CADIC (Coordinamento Regionale dei centri antiviolenza) una nuova legge regionale aggiornata ai più recenti criteri e interventi e ai bisogni dei centri.

«Siamo inoltre felici di apprendere che si terrà in Calabria la prima conferenza regionale sul tema della violenza contro le donne ma restiamo stupite dell’assenza delle realtà che storicamente si sono occupate del fenomeno».

«Manca la rete D.i.Re, nonostante in Calabria ci siano ben due centri associati  (in cui sono peraltro attive la vicepresidente D.i.Re e una delle componenti del gruppo nazionale Raccolta Dati sulla violenza contro le donne); manca il CADIC (coordinamento regionale dei centri antiviolenza che raccoglie la maggioranza dei Centri riconosciuti dal Ministero) e siede presso il Tavolo Regionale in rappresentanza delle realtà; manca, infine, l’Assessore Regionale per le Politiche Sociali che presiede i lavori del Tavolo Regionale istituito dall’Assessorato con apposito decreto.

Assenze troppo pesanti per gli obiettivi di un incontro che dovrebbe formare e informare sul fenomeno della violenza contro le donne che ci sentiamo di dover far notare in sostegno alla rete esistente nella Regione Calabria da decenni tra istituzioni e centri antiviolenza, che può sí essere sempre migliorata, ma non può essere ignorata da chi si accinge a occuparsi dell’argomento e che merita il dovuto riconoscimento ad anni di lavoro e impegno politico e sociale.Apprendiamo inoltre che solo ieri in tarda serata, e in seguito a numerose pressioni per il riconoscimento delle realtà esistenti da parte delle istituzioni e del privato sociale, il programma viene modificato accogliendo parzialmente queste istanze»

«Purtroppo non ci sembra comunque sufficiente, sia perché non riconosce tutte le realtà attive di cui sopra sia perché arriva solo in seguito a incessanti richieste e, invece, un organismo come l’osservatorio, in base alle sue funzioni, avrebbe dovuto essere ben conscio delle realtà preesistenti senza le quali le sue funzioni sono certamente minorate».

A Paterno Calabro un nuovo Centro Antiviolenza, il primo nel Savuto

PATERNO CALABRO (CS) – Sarà inaugurato domenica 14 ottobre alle ore 17.00 il nuovo Centro Antiviolenza fortemente voluto dal Comune di Paterno Calabro, il primo ad essere attivato all’interno del territorio del Savuto e delle Serre Cosentine in provincia di Cosenza.

Uno sportello per la consulenza e il supporto contro violenza sulle donne, collocato nel cuore del centro storico del Comune di Paterno Calabro (Cs), presso l’ Ex Chiesa dell’Immacolata, una struttura funzionale a supportare tutte le attività di prevenzione e affiancamento, circondata da area verde e spazi per i bambini.

Uno spazio delle donne e per le donne, un luogo in cui crescere e confrontarsi e che vuole porsi come obiettivo – con valenza intercomunale, provinciale e interistituzionale – quello di mettere in relazione i diversi soggetti, enti pubblici, enti privati e del privato sociale, attivi sul territorio sul tema “violenza di genere in ambito familiare” (nello specifico violenza sulle donne) per sensibilizzare sul tema tutto il territorio della Provincia di Cosenza e del Savuto in particolare.

Finalità del CAV Paterno Calabro è quella di assicurare alle vittime di violenza ed ai loro figli l’avvio di percorsi personalizzati volti a costruire l’autonomia personale e economica e a favorire l’inserimento sociale; finalità è anche quella di migliorare l’integrazione delle istituzioni e degli operatori che incontrano le donne e che costruiscono con loro il progetto di fuoriuscita dalla violenza, sempre nel rispetto della volontà della donna, posta al centro di tutto l’intervento.

«La presenza sul nostro territorio è il segno di una attenzione ad un bisogno che non sempre riesce ad esprimersi per cultura, per paura, per sottovalutazione – dichiara Lucia Papaianni, sindaca di Paterno Calabro – Invece la problematica della violenza di genere sta assumendo connotazioni così grandi che spaventano e stanno modificando le relazioni e anche lo stare in famiglia. Stiamo offrendo un servizio che è una presenza silenziosa, discreta, ma allo stesso tempo preparata ed efficiente»

Lo sportello nasce all’interno del progetto “INSIEME CONTRO LA VIOLENZA” finanziato dalla Regione Calabria con D.D.S. 13640/2017 – Avviso Pubblico “Promozione e potenziamento dei Centri antiviolenza e delle Case accoglienza/rifugio per donne vittime di violenza e loro figli e per il rafforzamento della rete dei servizi territoriali – L.R.20/2007”

Ad inaugurare il nuovo centro antiviolenza, oltre alla sindaca, anche l’Avv.ta Maria Campolo – coordinatrice del Cav e già avvocata del Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino”, l’ Assessore regionale Maria Francesca Corigliano nonché l’On. Gerardo Mario Oliverio Presidente delle Regione Calabria.

«Siamo anche liete di annunciare” dichiara Maria Campolo, coordinatrice del nascente Cav “che a patrocinare la nascita di questo nuovo centro antiviolenza ci saranno a portare il loro saluto la vice presidente dell’associazione nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) Dott.ssa Antonella Veltri e le due rappresentanti legali del Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino” avv.ta Roberta Attanasio e avv.ta Chiara Gravina. Queste presenze nel segno di quella che potrà essere una stabile cooperazione per i nostri obiettivi comuni e nel riconoscimento dell’ineguagliabile esperienza e competenza  dei centri aderenti a D.i.Re e del Centro antiviolenza “Roberta Lanzino in particolare».

L’8 marzo per la lotta in difesa dei diritti delle donne

le suffragetteIl Centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino anche l’8 Marzo sosterrà la libertà delle donne e l’affermazione dei diritti, insieme alla Rete Nazionale dei Centri antiviolenza D.i.Re, che ha promosso in Italia il film Suffragette in programma al cinema Modernissimo dalle ore 17 in poi.
Nello spazio antistante il cinema, con un presidio di sensibilizzazione, sarà ribadita la necessità della lotta in difesa dei diritti delle donne e contro tutte le discriminazioni.

Il film sarà proiettato alle ore 18 al costo scontato di 4 euro.
La sensibilizzazione continuerà dopo le 20 al Castello Svevo. Metà dell’incasso della serata sarà devoluto al Il Centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino.

In Italia le politiche di genere sono paralizzate. Cresce la cultura della discriminazione e del sessismo e si restringono gli spazi di autodeterminazione e di libertà delle donne.

Il Governo non ha nominato una Ministra alle Pari Opportunità che coordini gli interventi sulla base delle necessità e che operi e vigili sul rispetto delle leggi e delle Convenzioni internazionali che l’Italia ha firmato e che restano disattese.

Restano pochi, erogati a singhiozzo e con ritardo, i finanziamenti per i Centri antiviolenza che le Regioni spendono spesso senza criteri certi e che talvolta non spendono affatto.
Nei percorsi di tutela delle vittime di violenza, i così detti “codice rosa o codice rosa bianca”, la violenza maschile contro le donne è neutralizzata e ne vengono ignorate le ragioni culturali e storiche. Tali provvedimenti prevedono, nelle strutture sanitarie, un percorso rigido, che non rispetta la libertà delle donne di uscire dalla violenza con tempi e modi propri e pone una grave ipoteca sull’emersione di un fenomeno, ancora in gran parte sommerso.

Alla difficoltà di scegliere come e quando uscire dalla violenza, si affianca la restrizione della libertà in materia di scelte riproduttive. Scegliere l’interruzione di gravidanza è diventato per le donne italiane un percorso ad ostacoli e contro il tempo; il 70 per cento dei medici e degli infermieri sono obiettori di coscienza. Ci sono regioni dove l’obiezione è ancora più alta (la Calabria è al 73%).

Nel recente decreto legislativo sulle depenalizzazioni è prevista la cancellazione del reato penale per chi abortisce oltre i 90 giorni di gravidanza e l’inasprimento della multa applicata alla donna per il reato di aborto clandestino (fra i 5 e i 10 mila euro).

Per tutti questi motivi l’invito delle donne del Centro contro la violenza alle donne Roberta Lanzino insieme a quelle della Rete Nazionale dei Centri antiviolenza D.i.Re, è di non smettere di lottare.