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Regionali, a rischio data del 26 gennaio?

CATANZARO – E’ entrata nel vivo in Calabria il confronto fra le parti politiche per le prossime elezioni regionali.

L’alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle sembra sempre più a rischio dopo la “debacle” delle elezioni in Umbria.

Incerta anche stessa la data del voto, sulla quale il Governatore uscente, Mario Oliverio, fa pesare il suo potere decisionale.

Il Pd ha chiesto ad Oliverio di fissare la data del voto al 26 gennaio, ma occorre capire come il Governatore uscente voglia giocarsi le sue carte dopo che il Partito Democratico ha detto a chiare lettere che non lo ricandiderà alla presidenza della Regione.

Oliverio a un bivio

Anticipando il voto a dicembre Oliverio tenterebbe di scompaginare i giochi di Dem e 5stelle, dando loro il minor tempo possibile per le loro decisioni. Convocando le elezioni a gennaio si darebbe, invece, più tempo. Tempo inevitabilmente anche per le forze politiche sia del centrosinistra che del centrodestra, visto che su entrambi i fronti la situazione é ancora alquanto incerta e confusa.
   

«Il terremoto? Si può sconfiggere, se si vuole». L’invito di Carlo Tansi alla prevenzione

COSENZA – Riceviamo e di seguito pubblichiamo nota stampa del candidato governatore Carlo Tansi:

«La Calabria è attraversata da un sistema di faglie in piena attività, che si sviluppa da nord verso sud, dal Massiccio del Pollino, attraversando la Valle del Crati, lo Stretto di Messina, fino a terminare al largo delle coste della Sicilia orientale. Nel passato queste faglie hanno originato i terremoti catastrofici Valle del Crati 1183, Reggio e Messina 1908 (oltre 120.000 morti), Calabria meridionale 1783 (35.000 morti), Calabria centrale 1638 (10.000 morti) e 1905 (557 morti), area cosentina 1835 (circa 100 morti), 1836 (circa 600 morti), 1854 Piane Crati, 115 morti) e 1870 (circa 500 morti). In Calabria si sono concentrati oltre il 50% dei terremoti catastrofici che hanno colpito l’intera penisola italiana dall’anno 1000 ad oggi».

«Ogni terremoto o raggruppamento di terremoti (quando i terremoti sono particolarmente concentrati nel tempo e nello spazio si parla di “sciami sismici”) è determinato da una faglia che si sta muovendo. Gli sciami sismici possono esaurirsi dopo pochi giorni, o dopo mesi, o dopo anni. La maggior parte degli sciami si esauriscono gradualmente, ma in alcuni casi possono evolvere con scosse violente, come è accaduto all’Aquila nel 2009 o a Mormanno nel 2012, quando i terremoti vennero preceduti da sciami che durarono oltre un anno. La scienza nel 2019 non è in grado di capire i meccanismi evolutivi di questi sciami. Nemmeno gli scienziati giapponesi e californiani – che sono i massimi esperti al mondo di terremoti – sono in grado di prevedere l’evoluzione dei terremoti o degli sciami sismici e, quindi, l’evoluzione del movimento delle faglie. La scienza sa che, come tutte le faglie attive, anche le faglie della Calabria e si muoveranno in futuro; ma non è in grado di sapere dire quando di preciso queste faglie si muoveranno. Potranno muoversi tra un giorno o tra cento anni, o tra mille anni. È un po’ come quando un cardiologo sa che un suo paziente ha la predisposizione all’infarto: sa che prima o poi l’infarto si manifesterà ma non può sapere quando avverrà».

«Abbiamo però un unico grande alleato per non morire di terremoto: la prevenzione. Come insegnano giapponesi e americani, ci si può difendere semplicemente costruendo case capaci di resistere ai terremoti. Un terremoto come quello di Amatrice (magnitudo 6,5) in Giappone o negli Stati Uniti di certo non avrebbe fatto alcun danno né agli edifici né, tanto meno, alle persone. Certamente un terremoto come quello di oggi (magnitudo 4.6) non avrebbero fatto neanche notizia.  Qualche mese fa in California si è verificato un terremoto di magnitudo 7.1, la stessa magnitudo del terremoto che nel 1783 in Calabria centro-meridionale ha mietuto 35.000 morti per intenderci. In California non ha fatto neanche una vittima. Quindi in altre parti del mondo il rischio sismico, grazie alla tecnologia e al rispetto delle norme tecniche per le costruzioni, è stato quasi completamente sconfitto.  La prevenzione del rischio sismico è un tema che deve riguardare sia gli edifici pubblici (scuole, ospedali, ecc.) ed infrastrutture (strade e ferrovie), e sia edifici privati. Gli studi fatti sui terremoti che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni, hanno permesso di capire che in Italia il rischio sismico dipende dalle cattive prassi costruttive che rendono eccessivamente vulnerabili le nostre abitazioni anche di fronte a terremoti di magnitudo non elevata. Molti edifici in Calabria sono vulnerabili perché non sono state rispettate le regole dell’arte del costruire».

«La scienza – continua Tansi – oggi offre tutti i mezzi per costruire o adeguare le case in grado di resistere ai terremoti, anche molto forti. Oggi migliorare il comportamento delle nostre abitazioni in caso di terremoto è facilissimo: con nuovi interventi, qualsiasi costruzione esistente può essere “adeguata sismicamente”, cioè rinforzata con materiali e criteri molto innovativi. Lo Stato ogni anno stanzia attraverso il dipartimento della Protezione Civile nazionale ingenti somme da destinare proprio al miglioramento sismico degli edifici privati ma la Calabria, malgrado l’elevata sismicità, non riesce ad utilizzarle perché la Regione è stata finora sempre molto lenta ed incapace nel controllare le domande dei privati. Solo a titolo di esempio negli anni scorsi è capitato che nell’arco di un triennio a fronte di finanziamenti complessivi di circa 30 milioni di euro destinati ai privati ne siano stati utilizzati circa 500.000 euro, senza sapere poi che fine abbia fatto la parte restante, nella migliore delle ipotesi restituita al mittente a danno dei cittadini. Se sarò eletto una delle mie prime azioni di governo sarà proprio quella di formare un gruppo di esperti capaci di individuare le azioni opportune per mettere a frutto tutte le risorse economiche indirizzate ad abbattere la vulnerabilità sismica degli edifici privati. Altro strumento che lo Stato mette a disposizione per rendere più sicure le loro abitazioni, è il “sisma bonus” promulgato dopo il terremoto di Amatrice. Si tratta di una detrazione fiscale divenuta molto vantaggiosa a partire dal gennaio 2017 – fino all’ 85% – concessa sia ai privati (persone fisiche, imprenditori individuali, professionisti) che alle società per interventi “anti sismici” realizzati su immobili di tipo abitativo (anche seconda casa) o su quelli utilizzati per le attività produttive, situati nelle zone sismiche». 

«Nel mio programma di governo regionale ho indicato come, per ridurre drasticamente il rischio sismico, sia necessario applicare altre pratiche fondamentali, finora trascurate, come il tanto pubblicizzato ma mai applicato “fascicolo del fabbricato”, che consente di verificare il grado di vulnerabilità sismica e quindi di censire il livello di vulnerabilità sismica e di sicurezza di ogni edificio, pubblico e privato, mediante l’ausilio di liberi professionisti, come ingegneri, architetti, geologi, geometri. Rendendo obbligatorio il “fascicolo del fabbricato” sarà possibile ottenere un quadro complessivo su tutta la Regione del livello di sicurezza degli edifici pubblici, come le scuole in cui i nostri figli trascorrono molte ore della giornata e gli ospedali, ed anche degli edifici privati, che consenta di intervenire in modo programmato – con lo stanziamento di risorse adeguate – per l’adeguamento sismico degli edifici con una conseguente drastica riduzione del rischio da terremoto. Dovrà essere anche verificato il grado di stabilità di opere pubbliche come i ponti e i viadotti ricadenti nel territorio calabrese che, a causa della assenza di manutenzione e di mancata programmazione politica rappresentano una grave minaccia per la sicurezza pubblica. Inoltre, prevedo poi di istituire uno sportello regionale per i cittadini, con sedi dislocate nei capoluoghi di provincia, per fornire assistenza ai cittadini privati sulla prevenzione dal rischio sismico, sia in relazione ai suddetti finanziamenti a fondo perduto e sia per sfruttare al meglio gli incentivi fiscali del “sisma-bonus”».

 

 

 

 

 

Giunta Manna, le dichiarazioni alla vigilia del voto

RENDE (CS) – »Sono stati anni di lavoro serrato e appassionante. Si è agito seguendo un modello di governance territoriale capace di valorizzare esperienze condivise di educazione di genere e cittadinanza paritaria realizzando un modello esportabile di società civile all’interno delle istituzioni». Inizia così la nota congiunta diffusa dalla giunta Manna alla vigilia del ballottaggio di domenica nove giugno.

«Abbiamo lavorato -proseguono gli assessori- in un’ottica democratica partecipata, proponendo azioni dal basso tese a tutelare dignità e diritti delle donne e degli uomini, delle fasce più deboli oltre che a individuarne bisogni e necessità»

«Ponendo i cittadini – si legge ancora – come attori principali di una programmazione partecipata, si è tracciato un percorso che, nel riconoscimento della autonomia del lavoro dei singoli assessorati, ha visto la giunta lavorare in maniera collegiale condividendo spesso percorsi d’azione. Dal lavoro comune -affermano- condotto dalla nostra giunta, dove gli ambiti d’intervento si sono più volte incrociati contaminandosi in un’ottica comunitaria, abbiamo posto in essere un’organica opera di rivitalizzazione riuscendo a riconsiderare la “polis”, cuore ed insieme centro del nostro agire politico”.
L’accessibilità -si dichiara nella nota- è stato presupposto necessario da cui partire, così come il ri-lancio di una nuova economia urbana che si basa su terziario avanzato, rete di innovazioni, una classe dirigente giovane in grado di fare della città un polo multisettoriale e all’avanguardia. In questi anni siamo riusciti a risanare conti e ad azzerare i debiti. Abbiamo colto le istanze del nostro personale e siamo riusciti ad assumere a tempo indeterminato e a tempo pieno i lavoratori che per anni hanno vissuto sulle loro spalle il precariato».

“Rende, dunque, -conclude la giunta- come città dei diritti un tempo negati, consapevoli che il sociale così come le pari opportunità siano strumenti necessari al processo di rigenerazione urbana. Chiave di volta di tale processo è stato il civismo, la cittadinanza attiva, la cultura: monumenti e chiese sono divenuti beni non meramente conservati, ma rivitalizzati; si è lavorato nelle scuole e in ateneo alla costruzione di percorsi di autodeterminazione e consapevolezza di sé; le maestranze sono state valorizzate affinché il sapere artigiano divenga al tempo stesso conoscenza degli antichi mestieri e prospettiva lavorativa futura per incentivare l’appartenenza al proprio territorio.

«Un territorio che abbiamo voluto tutelare anche da un punto di vista ambientale: siamo comune virtuoso per quanto riguarda la cultura della raccolta differenziata diffusa ormai a tutti i livelli, ma siamo anche comune modello in tema di protezione civile e di salvaguardia del territorio»,

Ed infine: «Ri-costruire ed insieme capitalizzare il nostro patrimonio umano, storico, artistico: così abbiamo attivato un dialogo virtuoso tra economia, cultura, turismo, imprenditoria mettendo in campo una progettazione condivisa.
Si è alimentato un nuovo modo di guardare alla cosa pubblica non solo come fonte di identità culturale e coesione sociale, ma anche fattore competitivo e di crescita economica nel segno dell’innovazione dove la comunità avrà modo di formarsi e confrontarsi su una pluralità di linguaggi, saperi e tradizioni mettendo insieme culture provenienti da tutto il mondo.
Riteniamo, dunque, che attraverso tali buone pratiche, realizzando percorsi virtuosi sia stato possibile costruire una nuova idea di città: aperta, plurale, multiculturale, identitaria, comunitaria. Una città a misura d’uomo dove convergono e si mescolano culture e patrimoni umani, sociali, artistici e culturali».

Elezioni Rettore Unical, Caligiuri: «Il problema di fondo è come si pagheranno i nostri stipendi tra dieci anni»

RENDE (CS) – È ormai conto alla rovescia all’Ateneo di Arcacavata dove si sono presentate le candidature per l’elezione a Rettore dell’Università della Calabria, una struttura strategica per il futuro della Regione.

A tal proposito abbiamo raccolto, e di seguito pubblichiamo, le considerazioni di Mario Caligiuri, professore ordinario di Pedagogia della comunicazione:

«Sono elezioni decisive perché i prossimi sei anni di mandato saranno il preludio di un rilancio o la deriva della decadenza. Le elezioni del Rettore devono essere un’occasione di profonda riflessione sul futuro dell’Ateneo e quindi della Calabria. Non serve schierare opposte – ed inutili – tifoserie, fare professioni di fede oppure proporre soluzioni di dettaglio a questioni gigantesche. Di fronte a problemi epocali non si può ricorrere a soluzioni burocratiche ma occorre misurarsi su una visione di ampio respiro, non perpetuando una sorta di “manutenzione del dolore” che parte dall’esistente. Va quindi coinvolta tutta la società regionale poiché l’Università è talmente importante da non poterla affidare solo agli addetti ai lavori.

 In 50 anni l’Università della Calabria ha svolto un insostituibile ruolo di promozione civile e sociale, consentendo per la prima volta a migliaia di figli di famiglie di medio e basso reddito di accedere ai più alti gradi degli studi, realizzando un principio costituzionale. Ancora oggi l’Università della Calabria, in base all’illuminata impostazione iniziale di Beniamino Andreatta, è il primo ateneo per residenzialità d’Italia, grazie anche all’idea del campus, che ci consente di essere la seconda università d’Italia tra i grandi atenei, dopo Perugia che è di origini medievali.

Il rettore uscente Gino Crisci ha, quindi, fatto un buon lavoro, in condizioni estremamente difficili, interne ed esterne. Secondo me, equilibrio e buon senso hanno caratterizzato il suo mandato. Come tutte le cose forse si poteva fare meglio, ma nel caso specifico era certamente molto più facile fare peggio.

Infatti, occorre confrontarsi con una serie di problemi. Tra questi, la riduzione degli studenti che è un problema nazionale. L’Università della Calabria ha perso negli ultimi anni 8.000 studenti, praticamente più di tutti gli iscritti messi assieme dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria (circa 6.000) e dell’Università “Dante Alighieri” di Reggio Calabria (meno di mille). Le previsioni demografiche effettuate da Giuseppe De Bartolo ci dicono che nel 2050 in Calabria saremo 1 milione e mezzo dagli attuali 2 milioni e che la riduzione più severa avverrà nell’area urbana Cosenza-Rende, quella più dinamica e quindi più veloce al cambiamento. Il dato più drammatico è che negli ultimi 15 anni hanno lasciato la Calabria in via definitiva 180 mila giovani: una desertificazione delle migliori energie. Va poi attentamente verificata la sfida crescente delle università telematiche che, a differenza di quelle tradizionali, aumentano gli iscritti. Inoltre, gran parte delle università sopratutto meridionali, compresa la nostra, attraggono, su base prevalentemente provinciale, i figli di famiglie di medio e basso reddito, allargando ancora di più le diseguaglianze.

Ma  il  rischio più grave è rappresentato dalla circostanza che il settore della conoscenza a livello globale è già colpito da uno tsunami. Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale scuole e università rischiano di formare professioni già morte, destinando alla disoccupazione perenne buona parte delle nuove generazioni. 

Un dato sul quale prestare la massima attenzione è quello della sicurezza, poiché in una regione come la nostra, il fattore criminalità va posto nella massima evidenza, essendo la nostra università, dopo la Regione, il primo centro di spesa della Calabria. Il recente e opportuno protocollo sottoscritto con il Ministero dell’Interno va appunto in questa direzione. Sarebbe molto utile peró ampliare drasticamente i controlli, previsti al momento solo per appalti superiori a 5 milioni di euro.

Per aumentare l’attrattività dell’Università della Calabria, secondo me occorre ragionare in termini di sistema e non in modo autoreferenziale. Da assessore alla Cultura della Regione Calabria avevo promosso nel 2012 una ricerca indipendente della Fondazione “Giovanni Agnelli” sul sistema universitario calabrese e le scelte dei diplomati. Era emerso che il 37 per cento dei diplomati sceglieva atenei fuori regione e addirittura l’11 per cento del totale si orientava verso l’Università di Messina. Si avanzavano alcune proposte per rafforzare il sistema: federare gli atenei della regione, valorizzare il fattore campus, attrarre studenti del bacino del Mediterraneo, sviluppare i dipartimenti di eccellenza creando un collegio interdisciplinare. Inoltre, venivano analizzati i bilanci degli atenei che presentavano, già allora, evidenti criticità, sopratutto in relazione all’eccessivo numero dei dipendenti.

Occorrerebbe, inoltre, attrarre nuovi studenti tra i diplomati calabresi. È un problema nazionale cercare di intercettare i 250.000 diplomati, su 500.000, che ogni anno non si iscrivono nelle università. E tra gli iscritti poi il 30 per cento abbandona dopo il primo anno. Occorre sviluppare efficaci politiche di Ateneo per attrarre iscritti e limitare gli abbandoni. 

Appunto per questo, occorre prestare la massima attenzione alle prossime elezioni per il Rettore dell’Università della Calabria. Il dato che, secondo me, condizionerà inevitabilmente l’esito delle elezioni è rappresentato dalla circostanza che su circa 750 docenti di ruolo che votano, circa 330 hanno già ottenuto l’idoneità per il passaggio alle categorie superiori. E altre due tornate di abilitazioni sono già in previsione. Constatando i dati, è praticamente impossibile esaudire tutte le richieste. Il problema è nazionale ed è frutto di un sistema ormai fuori controllo, che probabilmente contribuirà ad abbassare drammaticamente il livello dell’insegnamento universitario. 

Pertanto, con l’inevitabile diminuzione dei finanziamenti ministeriali legati alla progressiva crisi fiscale che sarà ancora più critica nei prossimi anni, con la limitazione dei fondi nella programmazione europea, con la conclamata riduzione del numero degli studenti, con le inevitabili pressioni per le progressioni di carriera degli abilitati, con la prevedibile espansione delle telematiche, tra 10 anni come si pagheranno i nostri stipendi? Questa, secondo me, è la domanda di fondo alla quale dovrebbero rispondere i programmi dei candidati a Rettore che chiedono il voto alla comunità accademica. E dalla risposta a questo quesito si vedrà qual è l’idea di università che si intende sviluppare nei prossimi anni».

Ballottaggio a Rende, coalizione Principe, «La città ha premiato la coerenza»

RENDE (CS) – «Alla fine la città ha premiato la coerenza e la storia di buon governo riformista ed i programmi per il futuro. E qualcuno che parlava di vittoria  al primo turno  sarà rimasto deluso pur avendo a disposizione apparati burocrazia e tutti i partiti dall’estrema destra ed estrema sinistra».

Così commentano il risultato dell’urna le liste a sostegno di Sandro Principe, Insieme per Rende, Rende Riformista, Rende Avanti.

«Per Sandro Principe, che ha condotto una battaglia in solitario senza padroni, una candidatura lanciata appena un mese fa, è stato un risultato che reputiamo importante e conferma il legame indissolubile che Rende ha con Sandro».
E concludono: «Siamo certi che i rendesi, con  più forza e decisione, sosterranno Sandro Principe e la sua coalizione per il governo della città anche al ballottaggio».

Elezioni europee, affluenza in calo

COSENZA – È del 55,97% il dato, ancora parziale, dell’ affluenza alle urne delle ore 23 per l’elezione dei seggi al Parlamento Europeo spettanti all’Italia (58,64% il dato delle consultazioni precedenti). In calo anche il dato riguardante la Calabria dove ha votato il 43,37% degli aventi diritto (45,45 all’ultima tornata).

Migliore la percentuale del voto amministrativo in Calabria: 59,52% (63,78% il precedente).

Alle 23 è iniziato lo scrutinio dei seggi per le Europee. Alle 14 domani parte quello per le Amministrative.

Qui tutti i comuni calabresi al volo.

Calabria alle urne per elezioni europee ed amministrative

COSENZA – Dalle 7 di questa mattina (e fino alle ore 23), calabresi al voto per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia, oltre che per il turno ordinario annuale di elezioni amministrative in alcuni comuni (con eventuale turno di ballottaggio per l’elezione dei sindaci in programma domenica 9 giugno 2019).

Nel resto del Paese si vota anche per le elezioni suppletive della Camera dei deputati nei collegi uninominali n.04 (Trento) e n.06 (Pergine Valsugana) della XXVIII Circoscrizione Trentino-Alto Adige, e per le elezioni del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Regione Piemonte.

Comuni calabresi al voto

In provincia di Cosenza (68): 

In provincia di Crotone (10):

In provincia di Catanzaro (21):

In provincia di Vibo Valentia (12):

In provincia di Reggio Calabria (24):

AGNANA CALABRA—-ARDORE—-BAGALADI—-BENESTARE—-BIVONGI—-BOVA MARINA—-CANOLO—-CARDETO—-CITTANOVA—-FEROLETO DELLA CHIESA—-GIOIA TAURO—-LAUREANA DI BORRELLO—-MARTONE—-MONASTERACE—-OPPIDO MAMERTINA—-RIACE—-ROCCELLA IONICA—-SAN GIOVANNI DI GERACE—-SAN LUCA—-SAN ROBERTO—-SANT’ALESSIO IN ASPROMONTE—-SANT’ILARIO DELLO IONIO—-SCIDO—-STIGNANO—-

I dati sull’affluenza saranno resi noti alle 12, alle 19 e alle 23.

Liste a sostegno di Principe: «Rende ha bisogno di un sindaco come lui»

RENDE (CS) – «Sandro Principe è l’unico candidato credibile in grado di risollevare questa città dalla decadenza di questi ultimi cinque anni e ridarle il ruolo che le spetta nell’area urbana». E’ quanto sostengono in una nota le liste Insieme per Rende, Rende Riformista e Rende Avanti a sostegno del candidato Sandro Principe.  
«Votando Sandro Principe i rendesi possono stare certi di affidare l’amministrazione della città ad un vero riformista che ha costruito la nostra città e che manterrà gli impegni presi come ha sempre fatto. Una persona che ha dimostrato concretezza, lungimiranza e autorevolezza, pagando anche sulla propria pelle l’amore per Rende. E che oggi si ripresenta alla guida della città con un programma condiviso da tanti giovani, uomini e donne pronti ad essere la nuova classe dirigente alla guida della nostra comunità». 
«La storia di questa città è profondamente e indissolubilmente legata a Sandro Principe – concludono – e siamo certi che anche con il voto di domenica i rendesi sceglieranno di rinsaldare questo legame. Rende ha bisogno di un sindaco come Sandro Principe».

 

Elezioni Rende, Manna: «Rende sarà centro strategico della Calabria»

RENDE (CS) – «Chiudiamo questa campagna elettorale registrando il grande entusiasmo di giovani, famiglie, persone che ogni giorno ci hanno ringraziato per essere riusciti a portare a termine la prima fase del programma». Lo afferma il Sindaco di Rende, Marcello Manna.

«Tutti i nostri 144 candidati sono stati entusiasti protagonisti di incontri, manifestazioni, dibattiti sempre all’insegna dell’ascolto del cittadino e dei suoi bisogni. Abbiamo avuto l’opportunità di spiegare i grandi successi ottenuti nel ripianare i 36 milioni di euro di debiti che le amministrazioni precedenti ci avevano lasciato in eredità, nello stabilizzare 94 dipendenti comunali, nel riuscire ad ottenere 14 milioni per agenda Urbana che rigenereranno la città, nel dare la no tax area al centro storico, nel pensare a un grande intervento per l’area industriale.
Abbiamo bisogno di altri cinque anni – prosegue Manna – per consentire a questa città universitaria di diventare strategica nel panorama regionale.
C’è in atto uno scontro tra vecchio e nuovo che è sotto gli occhi di tutti i rendesi – aggiunge il primo cittadino – perché noi siamo espressione del futuro e della modernità, mentre i nostri avversari sono l’emblema di un passato buio e decadente. Non possiamo pensare che Rende torni indietro – aggiunge Marcello Manna – o che venga appaltata a vecchie famiglie di potere che sono state espulsa dalla città.
Il voto di domenica – conclude Manna – è un ‘esatta  rappresentazione tra futuro e passato. Indietro non si torna.»

 

Mendicino, proseguono gli incontri di Gervasi, domani grand soirée in Piazza Municipio

MENDICINO (CS) – Fitta e variegata l’agenda elettorale del candidato a sindaco Francesco Gervasi che continua ad incontrare i cittadini mendicinesi, i sindaci dei paesi vicini e le associazioni di categoria. Dopo gli incontri dei giorni scorsi, in queste ultime ore il consigliere provinciale Gervasi ha incontrato: Eduardo Vivacqua, (sindaco di Marano Marchesato), Francesco Iannucci, (sindaco di Carolei) e Gianfranco Segreti (sindaco di Domanico).

Il confronto è stato determinante per l’individuazione di una serie di linee programmatiche condivise, volte a promuovere la collaborazione tra enti locali in un’ottica di sviluppo territoriale comune. L’esigenza di rispondere alle pretese della comunità è la priorità del candidato a sindaco Francesco Gervasi, che precisa «reputo fondamentale il lavoro interlocoturio di questi giorni, che rappresenta una fase di consultazione necessaria e costante anche per creare rete tra gli enti».

«Rapporti istituzionali di tale livello, fondati su un confronto diretto tra gli attori della vita politica e amministrativa del comprensorio, testimoniano il riconoscimento di una reale autorevolezza del nostro comune- ribadisce Gervasi – che da Cosenza a Rende  rappresenta anello strategico di congiunzione fra i vari comuni delle serre cosentine».

Continuano gli incontri pubblici del candidato a sindaco Gervasi e la sua squadra. Tra i punti programmatici di maggior rilievo: la volontà di creare opportunità occupazionali attraverso misure mirate, la determinazione a completare importanti lavori pubblici già iniziati dall’ex assessore Gervasi come la metanizzazione, l’efficientamento e l’ingegnerizzazione della rete idrica comunale. Ed ancora, il potenziamento di importanti servizi pubblici, il miglioramento del sistema di raccolta differenziata con la previsione di ridurre la tariffa in relazione ai rifiuti prodotti: «chi meno inquina meno paga». Non mancano nel programma di Gervasi misure volte ad eliminare gli sprechi economici nell’ottica di ottimizzare i sostegni per le famiglie disagiate, di risanamento del bilancio comunale e di riduzione della pressione fiscale. Prevista la chiusura della campagna elettorale nella storica piazza al centro del paese Venerdi 24 Maggio ore 19.30