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Tragedia Gole del Raganello, ieri riunione in procura

CASTROVILLARI (CS) –  Stabilire un cronoprogramma per procedere alle verifiche tecniche sulle Gole del Raganello teatro lo scorso 20 agosto della tragedia costata la vita a 10 persone.

E’ stato questo l’argomento al centro di una riunione convocata ieri a Castrovillari, con gli investigatori, dal Procuratore della Repubblica Eugenio Facciolla che su quanto accaduto ha aperto un fascicolo e ha proceduto al sequestro dell’area interessata dalla piena compreso anche il ponte del Diavolo, nel territorio del comune di Civita.

Null’altro si è potuto sapere sugli esiti dell’incontro.

Gli inquirenti, comunque, in attesa di poter effettuare i sopralluoghi sul luogo del disastro, starebbero lavorando anche per individuare possibili situazioni di accumulo di acqua piovane, fango e detriti vari, a monte delle gole, in grado poi di scatenare l’ondata di piena che ha travolto e ucciso i nove escursionisti più la guida che li accompagnava.

Foto Ansa

Truffa all’Arcea Calabria, contributi agricoli percepiti indebitamente

CASSANO ALLO IONIO (CS) – I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Sibari, in esecuzione di un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca anche per equivalente, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta di questa Procura della Repubblica guidata dal Procuratore Dott. Eugenio Facciolla, hanno sottoposto a sequestro beni e disponibilità finanziarie, nei confronti di quattro soggetti componenti l’intero nucleo familiare e titolari di altrettante aziende agricole; trattasi di L.F. di anni 65 – M.V. di anni 55 – A.F. di anni 31 – E.F. di anni 30, tutti di Cassano all’Ionio (CS).

Il provvedimento eseguito in data odierna costituisce l’esito di una complessa e articolata indagine di polizia economico – finanziaria che ha permesso di accertare elementi probatori in ordine ad un’indebita percezione di contributi agricoli erogati, nel periodo 2012-2017, dall’Arcea Calabria, per un importo complessivo di 331.703,66. L’attività investigativa orientata alla verifica della legittimità dei titoli dichiarati dagli indagati a giustificazione delle erogazioni pubbliche percepite, ha consentito di accertare come gli stessi abbiano falsamente rappresentato all’Ente pubblico la disponibilità di terreni altrui attraverso dichiarazioni di conduzione di fondo agricolo, contratti unilaterali e bilaterali, falsificando, in quest’ultimo caso, la firma dei reali e ignari proprietari (anche enti pubblici) dei terreni.

Le indagini condotte hanno consentito di rilevare, inoltre, come i componenti l’intero nucleo familiare abbiano ripetuto le medesime modalità criminose indicando gli stessi terreni, i modelli di contratto e le dichiarazioni con identico contenuto volte a dimostrane la disponibilità.

A conclusione dell’attività investigativa, le Fiamme Gialle di Sibari procedevano a segnalare tutti i familiari, in concorso tra loro (art. 110 C.P.), per i reati previsti e puniti dagli artt. 483 (falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico) e 640 bis C.P. (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche).

Il Giudice per le Indagini Preliminari accogliendo le richieste di questa Procura e condividendo le ricostruzioni investigative operate dai Finanzieri, ha emesso “Decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente”, nei confronti degli indagati, su beni mobili, immobili, denaro ed altre utilità nella disponibilità degli stessi, sino alla concorrenza dell’importo complessivo di € 331.706,33. Nel corso dell’esecuzione del citato provvedimento cautelare, le Fiamme Gialle di Sibari, individuati i rapporti finanziari intrattenuti dagli indagati con vari istituti di credito, dopo averne accertata la consistenza, hanno proceduto al sequestro dell’intera somma di € 331.703,66, pari all’indebito accertato. La somma così cautelata è stata, contestualmente, trasferita al Fondo Unico di Giustizia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente. L’operazione conclusa evidenzia la particolare attenzione di questa Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza al contrasto di ogni forma di frode, a garanzia di valori quali uguaglianza ed equità, contribuendo in tal modo all’effettivo recupero di risorse sottratte al bilancio nazionale ed europeo.

Immagini di repertorio

Corigliano, appalti pilotati e lavori di scarsa qualità

COSENZA – Ha preso il via dalla segnalazione dell’ex sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci l’inchiesta denominata Comune accordo, condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, coordinati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. Cinque persone sono finite in carcere, 18 ai domiciliari. Si tratta di imprenditori, professionisti e pubblici funzionari dipendenti. I particolari sono stati resi noti in una conferenza stampa alla quale è intervenuto anche il procuratore generale della Corte d’Appello Otello Lupacchini. Alle gare d’appalto partecipavano ditte appartenenti ad uno stesso cartello, coordinate da un unico centro decisionale, appositamente creato dagli imprenditori proprio con la funzione di raccordo. I pubblici funzionari omettevano sistematicamente la vigilanza ed il controllo sulle procedure di aggiudicazione ed esecuzione ed intervenivano nell’avvalorare varianti illegittime e false perizie. In particolare, omettevano la verifica della legittima cessione e la presenza dei requisiti di qualificazione e di ordine tecnico organizzativo nei casi di sub-appalto dell’esecuzione delle opere; la segnalazione delle irregolarità ai rispettivi uffici e responsabili dei procedimenti; la veridicità delle dichiarazioni delle auto certificazioni presentate e più in generale di svolgere le attività di competenza dei propri uffici. Concertati affidamenti diretti illegittimi, violazioni ai principi di rotazione e trasparenza, fino ad arrivare ad escludere partecipanti alle gare evidenziando violazioni formali nella presentazione delle domande. In alcuni casi gli stessi funzionari proponevano e consentivano l’introduzione di nuovi lavori con la previsione di nuovi prezzi delle forniture dei servizi approvando, senza averne la competenza, varianti ai lavori aggiudicati modificando sostanzialmente il bando di gara. L’omesso controllo e l’illegittima autorizzazione di varianti progettuali, la falsa attestazione della continuità del cantiere e quindi dei lavori, le false o compiacenti perizie, determinavano l’incremento dei costi delle opere pubbliche, realizzate, in alcuni casi, con materiali differenti e più economici rispetto a quelli previsti dal capitolato di appalto. Condotte di frode nelle pubbliche forniture che si realizzava, tra gli altri, attraverso il concordato aumento del prezzo degli arredi urbani fino ad arrivare ad oltre cinque volte il reale valore. Disposto il sequestro preventivo di 11 società riconducibili ai promotori e agli organizzatori dell’associazione a delinquere dedita alla manipolazione degli appalti pubblici, per un valore pari a circa 9 milioni di euro. Complessivamente sono 55 i soggetti indagati tra cui 5 imprenditori, nucleo costituivo e organizzativo dell’associazione a delinquere, agli arresti in carcere. Si tratta di Damiano Perrone 53 anni e di Antonio Perrone 34 anni, entrambi residenti a Corigliano, di Rosario Filippelli 68 anni, di Campana, di Piero Benincasa, 35 anni, nativo di Cariati ma residente nelle Marche, e di Loredana Filippelli, 41 anni di Cosenza. Arresti domiciliari per ulteriori 18 persone: Raffaele Gradilone, 41 anni, Emanuele Gradilone, 39 anni entrambi residenti a San Demetrio Corone; Francesco Fino, 63 anni di Corigliano; Vito Nicola Sorino 59 anni residente a Rutigliano; Rosa Onorina Donato, 56 anni di Terranova da Sibari, Lorenzo Domenico Cersosimo, 37 anni di Francavilla Marittima, Mario Vona di 66 anni e Domenico Vona di 36, entrambi di Petilia Policastro; Giuseppe Marrazzo, 53 anni di Cirò Marina; Eugenio Pignataro, 37 anni di Terranova da Sibari; Saverio Scorpiniti, 50 anni di Terravecchia; Sandro Salvatore Sprovieri, 47 anni di Corigliano; Tiziana Montera, 45 anni di Rossano; Franco Vercillo, 56 anni di Corigliano; Aurelio Armentano, 54 anni, nativo di Corigliano ma residente in Toscana; Francesco Milito, 42 anni di Corigliano; Domenico Muzzupappa, 51 anni di Ricadi; Pietro Paolo Oranges, 56 anni di Corigliano.

Truccavano gli appalti, maxi blitz della finanza: 40 misure cautelari nel cosentino

CASTROVILLARI (CS) – Si chiama Comune accordo l’operazione della guardia di finanza in corso sotto il coordinamento del procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, per l’esecuzione di 40 misure cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di turbativa negli appalti e di altri reati contro la pubblica amministrazione. Sequestrate 11 attività, tra società ed imprese. I particolari dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa convocata alle 11,30 al comando provinciale delle fiamme gialle di Cosenza. Parteciperanno anche il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro Otello Lupacchini, il comandante provinciale della guardia di finanza Marco Grazioli, il tenente colonnello Valerio Bovenga, comandante del gruppo delle fiamme gialle di Sibari, il capitano Francesco Coppola, comandante della compagnia di Rossano ed il luogotenente Domenico Allevato, comandante della tenenza di Corigliano Calabro.

L’impresa denuncia la tentata estorsione, due persone arrestate

COSENZA – Nel corso di una conferenza stampa congiunta degli agenti del commissariato e dei carabinieri di Castrovillari, ospitata nella sede della questura di Cosenza, a cui è intervenuto anche il procuratore capo Eugenio Facciolla, sono stati resi noti i particolari che hanno portato all’arresto di Luigi di Gesù, 50 anni, e di Salvatore Vena di 45, entrambi di Cassano allo Jonio e già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal Gip Ciarcia su richiesta del sostituto Iannotta. 

La richiesta di denaro e l’intervento delle forze dell’ordine

L’indagine ha preso spunto dalla denuncia presentata dal preposto della ditta Intercantieri Vittadello, impegnata sul territorio nei lavori di rifacimento e ammodernamento della statale 534. I due arrestati si erano presentati lo scorso 18 aprile, chiedendo un contributo e minacciando eventuali danneggiamenti ai mezzi di cantiere. Il 6 maggio poi, erano stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco nei pressi del campo base dell’impresa, probabilmente a scopo intimidatorio. Ma i referenti dell’azienda si sono rivolti alla procura. I riscontri effettuati attraverso i tradizionali metodi investigativi, consentivano di cristallizzare la natura estorsiva della richiesta formulata dai due soggetti che venivano così arrestati e condotti in carcere per tentata estorsione in concorso. 

Corigliano, ai domiciliari la quarta persona coinvolta nella sparatoria

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Si chiama Antonio Marinaro la quarta persona coinvolta nella sparatoria di Corigliano, in cui sono rimasti feriti gravemente Francesco Sisto e la moglie Mina Gargiullo. A chiarire il ruolo di Marinaro, 28 anni, genero di Francesco e Mina, è stato il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla in una conferenza stampa organizzata nel comando dei carabinieri di Cosenza insieme al comandante provinciale Piero Sutera. Marinaro lavora come panettiere nel panificio fondato da Cosimo Sisto. E’ stato proprio il 28enne a sparare per primo contro il balcone della casa dell’anziano, con una pistola beretta 6,35 risultata poi rubata. A quel punto Cosimo Sisto ha afferrato la sua Calibro 38 ed ha esploso cinque colpi: due in aria, due contro il figlio Francesco e uno contro la nuora Mina. Poi si è barricato, consegnandosi alle forze dell’ordine dopo una lunga trattativa intessuta da un carabiniere specializzato, il maresciallo Francesco Romano, che ha positivamente condotto la negoziazione, evitando ulteriore spargimento di sangue. Antonio Marinaro è stato arrestato e posto ai domiciliari per detenzione, porto e ricettazione di arma da fuoco. Alla base della vicenda vi sono rancori, dissidi e vecchi conflitti di interesse rimasti irrisolti.

Corigliano, sgominata banda di giovani rapinatori (VIDEO)

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Sono accusati di concorso in rapina aggravata e furto aggravato. Si tratta di tre giovani: Loris Schiavelli e Pasqualino Veronese di 27 anni e di Cristian Filadoro di 26, tutti arrestati e condotti nel carcere di Castrovillari dai carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip del Tribunale di Castrovillari su richiesta del procuratore Eugenio Facciolla.

Messe a segno due rapine particolarmente cruente

Secondo le indagini la banda dei tre malviventi, tutti di Corigliano Calabro, avrebbe messo a segno due rapine in abitazione nel popoloso centro jonico, tra il dicembre del 2014 e l’ottobre del 2015. Nella prima in danno di due anziani coniugi, i malfattori immobilizzavano le vittime legandole alle sedie con fasce e li depredavano di tutte le collane e i gioielli preziosi presenti in casa.  Nella seconda, dopo averla pedinata ed essersi accertati che fosse sola in casa, aggredivano un’anziana vedova portandole via orecchini, collane e fedi nuziali. 

Sarebbero anche autori del furto in una tabaccheria

La banda avrebbe messo a segno un furto, in piena notte, all’interno della tabaccheria di un distributore di benzina di San Giorgio Albanese, dove furono rubate sigarette per un valore complessivo di circa cinquemila euro.

Caso Bergamini, in corso l’incidente probatorio con i periti

CASTROVILLARI – E’ in corso nella camera di consiglio del Tribunale di Castrovillari, davanti al Gip Teresa Reggio, l’udienza dell’atteso incidente probatorio sulla superperizia relativa all’autopsia effettuata sul corpo del calciatore Denis Bergamini, morto nel novembre del 1989 in circostanze ancora non del tutto chiarite. Diversi i periti in aula, nominati dallo stesso giudice, dal procuratore Eugenio Facciolla, da Angelo Pugliese, legale di una dei due indagati, Isabella Internò, e da Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Bergamini. In aula è in corso il dibattimento sulle conclusioni dell’esame effettuato sulla salma, riesumata su richiesta della Procura. Presente anche la sorella di Denis, Donata. Secondo quanto trapelato nelle scorse settimane, la superperizia dimostrerebbe che il giocatore del Cosenza sarebbe morto per asfissia. Verrebbe dunque smentita l’ipotesi del suicidio.

Quattro arresti per estorsione a Corigliano. C’è anche un ex carabiniere

CORIGLIANO (CS) – I carabinieri hanno effettuato quattro arresti per estorsione a Corigliano su disposizione del procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla. Tra loro vi è anche un ex carabinieri, Natale Taib, di origine marocchina. L’uomo vestiva la divisa all’epoca dei fatti. L’indagine è partita nel luglio del 2016, quando la vittima dell’estorsione ha sporto denuncia. Per iniziare un’attività imprenditoriale aveva chiesto un prestito di 90mila euro nel 2009 ad una donna finita ai domiciliari. La donna, per riottenere i soldi, ha chiesto all’uomo di firmare cambiali per 253mila euro e per convincerlo ad accettare gli interessi è stato minacciato e sequestrato dal compagno di donna e da altre due persone, tra cui l’ex carabiniere.

Falsi braccianti a Corigliano, scoperta truffa all’Inps da 800mila euro

CORIGLIANO CALABRO (CS) – La Guardia di Finanza di Corigliano Calabro, a conclusione di un’articolata e complessa attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha smascherato una truffa ai danni dell’Inps, perpetrata dalla cooperativa agricola di Caputo Francesco di Corigliano mediante 335 false assunzioni di dipendenti, con un danno alle casse dello stato per oltre 800.000 euro. L’impresa presentava, all’ente previdenziale, falsi contratti di fornitura di frutta e contratti di comodato d’uso gratuito e/o di affitto di terreni riconducibili a soggetti ignari, completamente estranei alla truffa, nonché fasulle denunce aziendali trimestrali, attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai, al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità. Nel corso delle indagini sono state acquisite informazioni dai proprietari dei terreni estranei alla truffa e attraverso l’analisi documentale sono state ricostruite le false dichiarazioni e comunicazioni all’INPS del falso dal datore di lavoro. Oltre 27.000 le giornate lavorative mai effettuate e comunicate, che hanno fittiziamente generato falsi costi di personale per oltre 1.500.000 di euro e nessun ricavo. Al termine delle indagini, il rappresentante legale dell’impresa è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Castrovillari per truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale e falso, mentre, i 335 falsi braccianti, sono stati segnalati per il reato di truffa aggravata, in concorso con il fittizio datore di lavoro. L’attività svolta si inquadra in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza di concerto con il Procuratore della Repubblica Eugenio Facciolla per la tutela della legalità economica e la repressione dei reati in materia tributaria e di spesa pubblica.